05 aprile, 2006
Perché Emma deve vincere per il bene dei liberali. Anche della CdL
Al contrario, per il bene di noi liberali, ovunque ci troviamo, è essenziale che i Radicali vincano le elezioni. Perché - può non piacere, per invidia - ma la loro lista Rosa nel pugno è la sola liberale presente a livello nazionale. Perché queste consultazioni sono proporzionali, bellum omnium contra omnes, e dunque dobbiamo premiare i singoli gruppi, più che le coalizioni, che sono un coacervo di tutto e del contrario di tutto. Ma soprattutto perché ai nostri occhi liberali Emma, Pannella, Capezzone & C. appaiono come un contravveleno provvidenziale in questa fase profondamente illiberale, populista e clericale della politica italiana, sia a Destra sia a Sinistra. Sono, infatti, gli unici sul "mercato" politico ed elettorale a sollevare temi, ad avanzare soluzioni, ad usare il senso critico, in modo tipicamente liberale. Su ogni argomento. Senza la minima traccia di estremismo. Chi altro c’è, se no, oltre a loro?
Noi liberali, come ripete l'amico Raffaello Morelli, che ne è una dimostrazione vivente, siamo pignoli. E infatti, anche i radicali non scherzano, su questo punto. Confessiamo che è da quando hanno dato luogo alla lista "Rosa nel pugno" con i socialdemocratici di Boselli che li osserviamo con attenzione minuziosa. Da criticoni liberali, li aspettavamo al varco per prenderli in castagna: "Ecco, vedete? – eravamo pronti a far notare acidamente – da quando state con i socialisti e, ancor peggio nell’Unione, non siete più voi, avete dimenticato le vostre origini liberali e libertarie, fate errori, concessioni e omissioni. Stavate meglio a Destra".
Macché, questo in coscienza non possiamo dirglielo. Nulla di tutto questo si è verificato. Neanche il più piccolo errore hanno fatto. Continuano con la loro ben nota caparbietà a dire le stesse cose di prima. Non hanno edulcorato un bel niente. Anzi, di nuovo c'è che il virus liberale, grazie a Capezzone, Bonino, Cappato e agli altri radicali, dopo aver dato l'impronta alla rinata Rosa nel pugno e aver reso più vivaci e più liberali i boselliani, ora sta seminando dubbi, crisi e razionalità nell'intera Unione. Basta vedere le reazioni di autodifesa nei Ds, l'imbarazzo dei clericali nella Margherita, ma anche l'emarginazione, grazie ai radicali, delle posizioni antimoderniste, antagoniste o vetero-marxiste di comunisti, no-global e verdi. E sì, perché come da noi previsto, la Rosa punge chi la riceve, non chi la impugna.
Perciò è davvero incomprensibile e immotivato quel "Goodby, Emma" dell'amico Luca sull'Opinione. Che il collega si sia addormentato davanti allo schermo, dopo aver sgranocchiato troppi pop-corn, e non si sia accorto che proiettavano un altro film? Ma forse, è più probabile, che abbia semplicemente deciso di aderire meglio alla linea politica del giornale, cosa perfettamente logica e legittima. Perché la linea d'una testata - e quante volte noi liberali ci siamo scontrati su questo con amici e colleghi di sinistra? - la fa il direttore, non il giornalista. Resta, però, il fatto che non uno dei giudizi su Emma e sui radicali della Rosa nel pugno è motivato. Compreso il "dopo elezioni" e il ruolo "ambiguo" del Corriere. Anzi, scusa Luca, è proprio il contrario: Mieli ha già fatto la scelta riformista, il che andrebbe a vantaggio di Emma e Capezzone.
E così, in mezzo a tante convergenti spinte stataliste, protezioniste, conservatrici, proibizioniste, populiste, clericali, sia a Destra che a Sinistra, da Mantovano a Mastella, da Calderoli a Rutelli, da Alemanno alla Binetti, da Giovanardi alla Bindi, da Diliberto a Caruso, tutta gente che ignora le distinzioni e il rigore di Cavour, di Sella e di Einaudi (e del suo allievo prediletto Ernesto Rossi), nel teatrino pseudo-politico da Tv ecco che il gesto severo del logico Capezzone, più cavourriano ed einaudiano che gobettiano, con relativo aplomb da giovane liberale classico (che ci ricorda tanto la Gioventù liberale d'un tempo), e quello d’una Emma che sa parlare al cuore delle donne col suo ben noto "buon zenzo", sono le cose non solo più nuove e originali di questa campagna elettorale, ma le uniche davvero liberali.
Specie avendo sistematicamente perso tutte le elezioni precedenti sia europee che amministrative.
Quando si scrivono certe cose si dimostra un ineffabile sprezzo del ridicolo.
Come dire che vincere fa perdere.
Se si perdera' non sara' ovviamente per le ragioni balzane indicate da questo post, bensi' per gli errori di 5 anni di poca politica.
Puo' andar bene la saldezza ideologica, ma non quando fa premio sui fatti e la storia, caro Nico.
In ogni caso il referendum è stato un colpo durissimo per molti sostenitori del centrodestra. Non tanto per la sconfitta dei referendari ma per le reazioni conservatrici e clericali successive, di un populismo rozzo e disgustoso.
Una parte di elettorato aveva simpatizzato con il centrodestra per le riforme liberali, non meritava di essere trattato così, e i risultati li vedremo tra pochi giorni.
Io invece dico che stanno proponendo le stesse cose di prima. Ma ggiungo: perché gli amici della CdL li prendono per traditori (v. Presidente Consiglio a Ballarò)? Sono stati loro a cacciarli. Vedi tutto quello che dicevano al tempo del referendum e anche prima.
E poiché l'unica lista che può in teoria (e anche in pratica: sento molti amici, giornalisti, gente che non voterebbe o delusa)rubare voti alla CdL è la loro, ecco che il loro 2,5-3% diventa determinante. Non vorrei che Giovanardi e Buttiglione, Mantovano ecc si dovessero mangiare le mani...
E' chiaro che la CdL perde soprattutto per le cose non fatte (e io aggiungo l'aggettivo "liberali"). Ma a questo gap ora si *aggiunge*
l'effetto di attrazione della Rosa nel pugno.
E Mantovano a Radio Radicale se ne esce con un ineffabile finto-ingenuo: "Che peccato, c'erano 9 punti su 10 del programma radicale in comune con la CdL: che bisogno c'era di andare a sinistra?"
Eh, bisognerebbe chiederlo proprio a lui, l'acuto Mantovano.
Non è cosa da poco. anzi. Il nodo politico elettorale è questo.
Il fondamento delle mie argomentazioni, discutibile come tutto (è ovvio), è perciò fondato sui fatti e ha una solida base che non poggia sulla mera convenienza editoriale di compiacere il direttore. Oltrettutto sono anche candidato (di bandiera è chiaro anche questo) i due regioni italiane nelle liste per il Senato dei Salmoni di BdV. In politica, i voti si contano e, ahimé, oggi i compagni radicali lavorano de facto -a tutti gli effetti- per far vincere una coalizione che include comunisti, giustizialisti e poteri forti. Se poi anche tu voi metterti in coda....
Al caro amico Luca Tentellini. Grazie intanto per aver capito la mia posizione un po' provocatoria. Ti ho messo in mezzo perché sicuro della tua amicizia e comprensione. In fondo, come ti ho scritto sotto al tuo nuovo post nel blog Hamlet, tu e io facciamo parte della stessa Piccola Compagnia di Giro dei giornalisti liberali.
Ma, ci tengo a sottolinearlo, non mi sarei mai permesso di pensare, figuriamoci di scrivere, che tu hai modificato la tua idea, perchè anzi posso testimnoniare che è da tempo sempre la stessa. Ho scritto solo che hai voluto aderire meglio a una linea politica. A differenza di me, ti trovi sempre d'accordo col direttore dell'Opinione, il bravo Diaconale. Bene.
Sulle conseguenze sottili del sistema di apparentamento hai ragione, ma questo fa parte del gioco elettorale, cioè dei grandi trucchi e mezzucci di cui le leggi elettorali sono piene.
Certo che le conseguenze sono quelle che dici. E allora?
Che avrebbero dovuto fare i Radicali, in alternativa?
Restare nella CdL.
Ma erano malvisti da tutti, proprio da tutti, tranne Martino, Biondi e pochi altri. Che non hanno speso una parola per trattenerli.
E dunque?
La politica non si fa con i "se": queste sono le condizioni politiche a cui si è arrivati.
E i Radicali sono stati costretti dalla CdL a creare la RnP e a "buttarsi" a Sn.
Per fortuna non hanno annacquato il loro programma.
Spero, caro Luca, che tu voglia prendertela anche con chi nella CdL li ha forzati a questa scelta,
che - lo sai bene - alcuni di loro, perfino ai piani alti, non hanno ancora digerito...
Ma su tutto questo non ho mai letto una riga sul giornale, peraltro solitamente coraggioso, al quale entrambi collaboriamo, L'Opinione. Che gli sarebbe costato all'amico Diaconale a far pubblicare una nota in cui si tiravano le orecchie, magari per non aver fatto un calcolo machiavellico, alla CdL?
Poi, conoscendo i miei polli, sono sicuro che i radicali - fino a quando resisteranno in Parlamento dentro la Sinistra - saranno più efficaci nel rompergli le scatole di quanto possano fare tutte le Destre del mondo. Steremo a vedere...
Per ora hanno imposto i loro temi.
Sulla scuola pubblica, guarda che non esiste in Italia una scuola privata. Si puà scegliere tra due scuole pubbliche: una dello Stato italiano e un'altra della Chiesa, equiparabile allo Stato Vaticano o ad una realtà Universale. Che "privato" è? La Chiesa sarebbe un'organizzazione privata?
E' privatistica in senso giuridico secondo le leggi italiane, ma non nella realtà delle cose.
Ed è naturale che un laico preferisca la prima, turandosi il naso. Ti faccio un caso concreto: almeno nella prima scuola pubblica tra mille catto-comunisti un prof liberale lo trovi, ma nella seconda scuola pubblica, manco a parlarne. Questo è il punto, solo questo: l'uniformità ideologica.
Caro Nico, davvero un utile confronto e una vivace polemica. Però se ci andiamo a riguardare l'archivio de L'opinione, riferendomi soltanto a me, (ma poi ci sono i più autorevoli Vecellio, Bandinelli, Capezzonme...) Arturo dal 2001 al 2003 mi avrà pubblicato una quarantina di articoli a sostegno dei radicali nella Cdl ( e all'epoca, quando certo il Corriere della Sera ignorava i Radicali -con tutti gli altri giornali - il buon Bordin li leggeva praticamente tutti alla Rassegna Stampa e Regime salmodiandoli di buon mattino con mia grande goduria). Dunque si è fatto ciò che si poteva
Se io fossi stato direttore, ogni 10 articoli pro CdL ne avrei pubblicato 1 sui liberali nelle più diverse liste. Non credo che Bondi, Cicchitto & C avrebbero potuto protestare.
Tuttavia mi chiedo: quanto durerà questa coalizione?
Riuscirà la Bonino a stare insieme agli ex-stalinisti nostalgici, a gente ottusa e illiberale come i Verdi (notoriamente come i cocomeri, ossia verdi solo di fuori!) e ai papisti?
È solo questo il mio dubbio.
Insomma, rimangono sempre i più grandi!
O e' Dan Brown l'evangelista?
Io non so cosa pensasse Socrate del referendum, ma so pure che la matematica non e' un'opinione.
Conoscendo l'obbedienza da levrieri afghani degli elettori ex-comunisti di ogni confessione, piu' i radicali, verdi, dariifo' sabrineferilli, umbertiveronesi e paolimieli vari, hanno racimolato
un 25% record italiano di disaffezione al voto.
Questa massa di elettori liberali di centrodestra "outcast and disappointed" me la si dovrebbe far vedere con qualche numerello alla mano.
Anche l'evoluzione dei sondaggi (dal -11% di dicembre ai meno 3/4 punti degli ultimi disponibili) dimostra che l'arrivo dei radicali sta magari rimescolando le carte a sinistra ma non aggiungendo elettori, anzi se si fa una connessione diretta arrivo rosapugnoni-dati sondaggi (operazione, lo riconosco per primo, scorretta) si dovrebbe dire che fanno perder il CSX non guadagnare.
Dunque, stiamo al tema: il caro amico Tentellini dice che i R. hanno tradito se stessi e aiutano i marxisti (sintesi rozza la mia), io dico che non è così, anzi che i R. forse sono più utili ai liberali d'ogni tendenza se stanno dove stanno e fanno quello che fanno (o faranno). Queste le intenzioni puramente disinteressate e intellettuali dell'articolo, credetemi.
sai che rivoluzione: in Spagna sono stati concessi dal cattolico-liberale Aznar (Centro-destra), non dal socialista Zapatero, che ne ha solo esteso e meglio regolato l'aspetto giuridico.
No, è solo il clima che è diverso. E la Rosa sta dragando i più liberali della Sinistra, mettendo in forte imbarazzo tutti, specie i Ds
Dunque, stiamo al tema: il caro amico Tentellini dice che i R. hanno tradito se stessi e aiutano i marxisti (sintesi rozza la mia), io dico che non è così, anzi che i R. forse sono più utili ai liberali d'ogni tendenza se stanno dove stanno e fanno quello che fanno (o faranno). Queste le intenzioni puramente disinteressate e intellettuali dell'articolo, credetemi.
Butto li' un argomento su cui qualcuno di sinistra mi dovrebbe illuminare: gli aiuti all'Autorita' Palestinese a guida (?) Hamas, viste le ultime illuminanti dichiarazioni circa le relazione con Israele.
Un bel dialogo platonico Bonino-ManisporchedisangueDiliberto ve lo immaginate?
È una mia (ma non solo mia)libera interpretazione di questo passo:
"Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà."
In che senso paradossalmente la Bonino serve anche al Centro-destra? Ci credete se vi dico che ho prima scritto il titolo (è una mia vecchia abitudine giornalistica) e poi il testo, e mi sono dimenticato di spiegarlo?
In breve: il successo di una lista liberale dall'altra parte sarebbe un ottimo precedente ed esempio
per la CdL. Darebbe fiducia ai liberali abbacchiati e perdenti, alla Martino. Scusate, questo mi era restato nella tastiera
E temo che un certo modo di esternare si incongruo al sito che ci ospita.
Ribadisco una vecchia antifona: MENO MALE che l'unità liberale è venuta meno. Così ai seguaci di tale cultura si aprono le due alternative tipiche della democrazia - per l'appunto - liberale: attaccare lo statalismo prima e parlare di "diritti civili" poi, oppure mettere il carro del laicismo* davanti ai buoi della defiscalizzazione e dell'edonismo economico/professionale. A "destra" i primi, a "sinistra" i secondi.
*Laicità è un dovere dello stato, laicismo è un obbligo del cittadino. Nel primo caso le coordinate si incrociano sulla Rivoluzione Americana, nel secondo localizzano Robespierre, Rousseau o, al più, la breccia di Porta Pia. Potenza dell'intercambiabilità delle matrici semantiche.
Quel verbo "imporre" stona leggermente, quando non mi risulta che Zapatero vada a puntare una pistola alla testa dei gay dicendogli "sposati!". Oppure l'"imposizione" sarebbe agli eterosessuali, privati dell'identità del proprio matrimonio perchè anche i loro vicini di casa gay si sposano?
Caro Luca, a differenza di Sgarbi, Pannella e Dio (in ordine decrescente, ovvio), che non dicono mai "mi sono sbagliato", io mi cospargo il capo di cenere per questa dimenticanza. Colgo l'occasione, se mi leggi (ma poi ti mando anche una email) per cooptarti con piacere nel Comitato preliminare per l'unificazione dei Liberali italiani, che è già attivo
Ma Riccardo che cacchio dici?
La famiglia nasce dal processo stesso di umanizzazione! E' affermazione dell'intelligenza umana sulla natura animale che non si autoconosce.
L'uomo e la donna invece si conoscono e mettono in relazione l'atto sessuale con quel che succede nove mesi dopo. Si assumono responsabilita', nascono le istituzioni, la proprieta' privata, l'educazione, insomma la civilta'.
Ma chissenefrega, buttiamo tutto in vacca per affermare una sedicente liberta' assoluta da dei(o da bestie).
Ventimila anni fa l'istinto si imponeva su una intelligenza ancora troppo verde. Oggi si impone su un'intelligenza ormai marcia. In entrambi i casi un'intelligenza assente. Ma la c'e' la stessa differenza che passa tra una vergine e una vedova.
Bello davvero: invece di chiamarla giungla, la chiameremo liberalismo?
Ma accettando che ipotesi del genere sono politicamente impossibili, è più equo dare l'accesso al "vecchio" matrimonio a tutti quelli che lo desiderano o solo a chi corrisponde ad un arbitrario modello tradizionale? (E insisto su quell'arbitrario: noi abbiamo la monogamia, ma se fossimo una democrazia in Arabia difendereste la poligamia con la stessa spada tratta? E sì, questo è relativismo culturale, prima che qualcuno lo faccia notare)
Per Stefano: mi spiace, ma direi che per gli umani il criterio del "naturale" vale meno che zero dai tempi della scoperta del fuoco. Non siamo esseri naturali, abbiamo un'intelligenza che ci consente di andare oltre il mangiare-figliare-morire. Faccio inoltre notare che tutti i tuoi argomenti danno nobiltà e prestigio alla famiglia tradizionale, ma nessuno toglie alcunchè alla legittimità di altre forme di famiglia.
Ma gli risponde benissimo un blogger che mi ha tolto le parole di bocca
http://liberopensiero.blogosfere.it
/2006/04/berlusconi_se_p.html
Indiscrezione dell'ultima ora sui sondaggi: Unione in magg. alla Camera (quindi scatterebbe alla Camera il premio di maggioranza) ma, al Senato, pari pari o, se la Sicilia e Puglia restano "azzurre", lieve maggioranza Cdl al Senato.
Forza Italia un pò sopra la quota dei Ds (rimarrebbe a quanto dicono il primo partito). Io non ci credo.
Dunque fiducia non scontata per il governo Prodi e Mastella-Casini e Bossi ago della bilancia.
L'uomo si civilizza creando istituzioni umane non ritrovabili in natura (le pulci, le betulle, o i pinguini non mettono su famiglia, che mi risulti).
QUindi quando mi rispondi non pretendo troppo, ma almeno leggi cio' che c'e' scritto...
E ora cerchiamo di chiudere che mi sembra abbiamo deragliato abbastanza questo thread.
Nihil: in nomen omen. Per te far crescer figli tra i pinguini, in una comune hippie, o in una coppia gay, tutto fa brodo.
Forse sarebbero meglio di tutti i pinguini, basta dare ai bambini un bel cappottino pesante...
Speriamo che tu non abbia figli.
Ma alla luce dei risultati elettorali penso che si potrebbe convenire su un fatto:
Pannella e Capezzone sono i re Mida della sfiga. Qualunque coalizione tocchino la sfracellano.
Mi permetto di suggerire una sana pratica di esorcismo.
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