10 giugno, 2015

 

Se perfino il Papa non crede alla Madonna di Medjugorje. Fede, affari e credulità popolare.

Grande ironia sulle apparizioni a orario fisso (7 giorni lavorativi su 7, straordinari compresi, con pranzo al sacco e ferie escluse) dell’impiegata stakanovista soprannominata “madonna di Medjugorije” da parte dello scettico papa Francesco I (e di questo passo, chissà se ce ne sarà mai un secondo). E il Sant'Uffizio  gli ha dato pure ragione: "Non c'è nulla di sovrannaturale" nelle pretese apparizioni; anzi ai fedeli è vietato partecipare alle "estasi" delle veggenti.

Ma, benedett’uomo d’un Bergoglio,  detto tra noi, sei il Papa, una controfigura di Cinecittà o un Anti-Papa? Comunque, un po' di coerenza critica, che diavolo! Capisco che da uomini di cultura voi ecclesiastici di Santa Romana Chiesa preferite la rarità, l’àpax legòmenon (lett. citato solo una volta), anzi l’unicità del miracolo, alle apparizioni quotidiane “on demand” o prenotate. Ormai si era arrivati al punto, riferivano i giornali, che delle “facilitatrici” o mediatrici assicuravano per un poco modesto obolo il colloquio diretto con la Madonna ogni pomeriggio, su appuntamento. Neanche fosse la jolie fille d’una “maison particulière” ai bei tempi in cui Berta filava.

Perché, caro Santo Padre, o credi a tutte le sciocchezze sottoculturali o a nessuna. Non puoi scegliere fior da fiore, discriminando tra Fede seria e Fede poco seria. Suvvia. La Fede è così, o ce l’hai o non ce l’hai. Ed è tipica, l’hai detto tu, dei poveri di spirito. Che nel Mondo sono, per fortuna tua e sfortuna mia, la stragrande maggioranza. Adesso non puoi pretendere, dopo che la tua Ditta se li è allevati da 2000 anni così scemi e ruspanti, che abbiano tutti un QI di 110.

E poi un po’ di geo-socio-politica, ragazzo mio! Come a Lourdes e a Fatima, a Napoli (San Gennaro), a San Giovanni Rotondo (Padre Pio) e in centinaia di altri analoghi luoghi miracolosi di esasperata "devozione popolare", come la chiamate voi, o di suggestione morbosa, superstizione, speculazione truffaldina, come diciamo noi, ci troviamo anche stavolta in zone a economia depressa o a vocazione agricola. In questo caso, per di più, nell’ex-Jugoslavia. Cerca di capirli quei semplicioni un po’ burini e di provincia che dopo la caduta della Religione Rossa al di là della Cortina di Ferro hanno cercato in tutti i modi, finiti i miraggi del Piani Quinquennali sempre smentiti, di crearsi una Religione Bianca (la stessa di prima, con divise e berretti altrettanto imponenti, con le stesse auto nere, ma senza le bandiere rosse) con altri miraggi, anche questi sempre regolarmente smentiti. 

Non dirmi che si tratta di un’alternativa di mercato, una sorta di “concorrenza” low coast del turismo religioso dell’Europa orientale alle lucrative Lourdes e Fatima! Allora il Papa difenderebbe una posizione di monopolio, come ha suggerito scherzando un amico, non so se più cinico o più ateo?

Pensi giustamente che ci sono molti poveri ingenui che si dissanguano per andare in pellegrinaggio a Medjugorje? E allora? Ci sono altrettanti ricchi e furbi che con quello che accade o non accade in quella località si rimpinguano le tasche (mentre tu ceni sui tavoli di fòrmica di Santa Marta!). Quindi il conto si pareggia, anzi va decisamente in attivo.

Piuttosto (questo lo sai solo tu), chi comanda a Medjugorje? E che tu sappia ha la tonaca bianca, nera o rossa?

Insomma, ho capito: vuoi resuscitare la Ragione. L’ateo Croce, bontà sua, riconosceva, è vero, alla Chiesa il Lògos, come eredità del mondo latino e della filosofia occidentale, quindi come minimo il disegno d'una certa razionalità. Per la quale perfino noi non-credenti o Occidentali di altre religioni paradossalmente “non possiamo non dirci Cristiani”. Ma Croce era anche un grande titolista. Infatti, attenzione, c'è un piccolo particolare nel suo ragionamento, anzi una fondamentale conseguenza, che lo annulla, come spiego in un articolo. Una volta arrivati ad abbracciare il Logos, per antonomasia Principio Supremo ordinatore di tutte le cose, a che serve un Dio? A nulla. E già. Strano, ma questa conclusione acrobatica del furbissimo filosofo abruzzese non la deduce nessuno dei superficiali religionari o clericali che si limitano a leggere con ingenuo compiacimento il solo titolo crociano senza afferrarne il trabocchetto incorporato. 

Perciò tu, ora, Santo Padre, non mi fare all’improvviso il razionalista e l’ateo “a tema”, cioè “a macchie di leopardo”. Perché la credulità popolare, essendo l’intelligenza una e indivisibile, riguarda o tutto o niente, o è o non è. E se davvero lo spirito critico fa capolino nella Chiesa, se davvero dite che il Logos vi governa (e non solo nei libri di teologia o filosofia), insomma se ora vi mettete a condannare una leggenda popolare, una superstizione volgare (più volgare del sangue di san Gennaro, della Santa Sindone o del prepuzio di N. S. Gesù Cristo?), poi mi dovete condannare per coerenza anche tutte le altre, numerose, più insidiose e alla lunga forse più dannose leggende. A cominciare dalla nascita dell’Uomo-Dio da una vergine, fino alla Resurrezione da una tomba. Vi conviene? Non so.

E infine, se mi diventi “diversamente credente” tu, tu che sei altruista e devi metterti anche nei nostri panni, noi illuministi, razionalisti, miscredenti, agnostici, atei ecc. con chi ce la pigliamo?

AGGIORNATO IL I OTTOBRE 2015

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