25 novembre, 2008

 

Nathan, il miglior sindaco d’Italia, massone quando la Massoneria era cosa seria

"Il 25 Novembre 1917 Ernesto Nathan fu eletto per la quarta volta Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia", ricorda Nicola Cultrera. "Terrà questa carica fino al 1919. Era già stato Gran Maestro dell'Istituzione prima di diventare Sindaco di Roma, dal 1896 al 1904. Il 21 aprile 1901 Nathan aveva inaugurato la nuova sede del Grande Oriente d'Italia nel prestigioso Palazzo Giustiniani".
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Noi che siamo sempre stati grandi estimatori di Nathan e che gli abbiamo già dedicato l'anno scorso un appassionato articolo, vogliamo ricordarlo anche in questa poco nota ricorrenza massonica, anche se non abbiamo mai avuto a che fare con questa istituzione.
La Massoneria, allora, era una cosa seria, nobile, cosmopolita e prestigiosa, a differenza di oggi. E attirava le personalità migliori, non come ai tempi nostri, quando sembra interessare per lo più i professionisti di provincia, e gli arrivisti del "vorrei ma non posso". Ma forse, mi si risponderà, questa decadenza lascia intendere paradossalmente che ha già vinto.
Proprio come nei partiti e club che si ispirano al Liberalismo, infiacchiti dal fatto che molte delle battaglie intraprese sono state già vinte da tempo. Il difficile, in entrambi i casi, è saper vedere obiettivi nuovi, organizzare e vincere nuove battaglie.
Fatto sta che la Massoneria d'allora, col suo volontarismo, il rigore laicista e la sua ispirazione solidaristica e umanitaria, aveva nientemeno fatto il Risorgimento, finanziato insieme ad altre istituzioini la spedizione dei Mille, insomma aveva fatto l'Unità d'Italia.
E poi il sindaco Nathan, che portò nella Roma dei preti lo spirito laico e borghese, era un liberale vero, come si intendeva un tempo, non un conservatore. Era liberale, radicale, anticlericale, ebreo, massone, inglese naturalizzato italiano. Ernesto Nathan fu il primo Sindaco non aristocratico ma borghese di Roma, in carica dal 1907 al 1913.
Nathan fu ovviamente un grande fautore della libera iniziativa privata e della proprietà, fu un grande patriottico, ma dimostrò fino a che punto il liberalismo può avere un impatto sociale e popolare quando davvero comanda il mercato, e non la prepotenza, l’illegalità o il privilegio spacciati per "libera concorrenza".
Un liberalismo vero, quello di Nathan, perché pragmatico. E in economia ben diverso da quello di comodo oggi proposto dai tanti conservatori autodefinitisi "liberali" o "liberisti", che vedono il mercato come una sorta di privilegio anarchico di pochi furbi oligopolisti, in realtà fuori mercato perché fruitori di "rendite" di posizione amicali, politiche o legislative. Ma diamo di nuovo la parola a Cultrera (NV):
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"Era stato iniziato in Massoneria il 24 giugno 1887 nella Loggia Propaganda Massonica di Roma. Uomo politico, Sindaco di Roma, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. Nato a Londra nel 1845, mori nel 1921 a Roma.
E' oggi unanime convincimento che Nathan sia stato il miglior Sindaco che Roma abbia mai avuto. Fù eletto il 25 novembre 1907, in un periodo in cui Roma era allo sfascio morale ed in preda ad enormi speculazioni edilizie consumate a danno del patrimonio storico ed artistico.
Nei suoi sette anni di amministrazione Nathan municipalizzò i servizi vitali, quali l'erogazione dell'acqua e della luce, realizzò grandi opere quali nuovi ponti sul Tevere e la Galleria del Traforo.
Ma la sua fama è legata principalmente alla costruzione di scuole elementari' in tutti i vecchi rioni, di case popolari nel Rione Testaccio con assistenza scolastica e sanitaria per gli abitanti, di alberghi per i poveri e di mense popolari e tante altre iniziative sociali e caritative.
Fu tra i fondatori della Società Dante Alighieri ed autore di decine di libri, scritti e studi. Nel 1915, all'età di settanta anni, andò volontario al fronte a combattere nella prima Guerra Mondiale".
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Così il ricordo di Cultrera. Ma a noi piace sottoscrivere una frase bellissima di Nathan grande riformatore liberale e sostenitore convinto della diffusione dell'educazione e della cultura tra gli strati popolari: "Per ogni nuova chiesa che vedremo sorgere, noi costruiremo un'altra scuola!"

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