15 ottobre, 2009

 

La lotta politica attraverso il buco della serratura. Torniamo a idee e programmi

Che la classe politica che ha sostituito quella abbattuta dalle inchieste giustizialiste di "Mani pulite" nel 1993 sia mediocre, per non dire squallida, è sotto gli occhi di tutti. Gente senza idee, della più diversa provenienza, chiaramente dedita alla scalata sociale e al miglioramento delle proprie fortune economiche, ha preso il posto di quella più preparata politicamente che per cinquant’anni si era identificata soprattutto nelle due scuole contrapposte della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista.
Oggi il presidente Berlusconi è senza dubbio il leader di questa generazione di homini novi, anche se personalmente tanto nuovo non è, avendo un passato di strette amicizie politiche (Craxi, per esempio).
Certo, nei suoi tre governi ha commesso molti errori, e ancor più omissioni, ma la campagna di avversione che lo vede come oggetto ha una strana singolarità: è metapolitica o extrapolitica, proprio come il Berlusconi più giovane era antipolitico, e quello più maturo, il Capo del Governo, ha puntato tutto su Forza Italia e ora sul Partito delle Libertà intesi come post-partiti privi sostanzialmente di ideologia.
Insomma, proprio Berlusconi che era venuto per combattere le ideologie sbandierando il "novismo" delle competenze e del merito, ora che si è visto chiaramente che di merito e bravura tra i suoi ce n’è addirittura di meno che nella vituperata DC, viene colpito con la medesima arma dagli oppositori.
Una campagna crescente e calante, a fasi alterne (ed ora siamo ad una fase di picco), lo colpisce proprio su temi non politici, come la vita privata, l’immagine psicologica e caratteriale che offre in pubblico, i suoi passatempi, le sue feste private.
Vero è che in una democrazia liberale il diritto dei cittadini a conoscere i propri rappresentanti, tanto più se uomini di Governo, è tale da far considerare il privato pubblico. Ma è anche vero che ciò è giustificato soprattutto nelle progredite democrazie liberali anglosassoni, dove per la quasi totale uniformità ideologica (le elezioni là sono diatribe tra liberali di centro, liberali di destra e liberali di sinistra) si dà per scontato che le idee politiche siano condivise, e allora ci si può anche distrarre dando valore etico-politico alla vita privata.
Ma non in Italia, dove permangono ancora gravi equivoci ideologici e grandi differenze tra opzioni politiche possibili, e quindi appare insensato incentrare la lotta politica sulla vita sessuale del premier.
D’accordo, ormai il Presidente del Consiglio fa di tutto per screditarsi da sé, con una serie di gaffes indifendibili. Ma molto male fa l’opposizione a scendere sul medesimo terreno sottoculturale, ignorando che se esiste un modo di contrastare il Governo, questo è costituito dalla critica politica.
Ormai esiste la certezza che, non potendo fare politica vera, cioè opposizione, contro un Governo che non sa fare politica di governo, si voglia fare del pettegolezzo l’unica arma distruttiva. Come si fa nel nostro Sud, dove nei paesini di provincia lo sport più diffuso è quello sadico di "sputtanare" (non per caso, il termine è meridionale) il nemico, il contendente, l'avversario, la ex amante ecc.
Coram populo. Ritorna la piazza, il vicinato, nel suo aspetto tradizionale peggiore. Quello di giudice implacabile e inappellabile. E di una persona "sputtanata" nel Sud si dice che ha "perso la faccia", cioè l’onorabilità. Ecco perché gli "uomini d’onore", cioè i mafiosi, ci tengono così tanto al rispetto e al giudizio della gente.
Dunque, lo "sputtanamento" è un concetto reazionario. Deriva dalla presunta donna di strada, la puttana... che secondo il Sud che aveva fino a pochi decenni fa il delitto d'onore come oggi gli islamici, sarebbe priva di onorabilità, nonostante che gli "uomini d’onore" si accompagnino a lei...
Ecco il punto debole dell’antiberlusconismo post-politico.
Per chi come noi è abituato al confronto delle idee e dei programmi, oltre che delle realizzazioni concrete, quelli del Presidente del Consiglio sono scandali da "Novella 3000", cioè da "buco della serratura", e si rivelano certamente gravi episodi di cafonaggine e di cattivo gusto a denotare la mediocrità dell’attuale classe dirigente.
Del resto anche la classe dirigente DC, pur coperta dall’ipocrisia e dalla finzione, aveva le sue cadute di gusto. E alcuni esponenti furono colpiti dal pettegolezzo e da qualche denuncia, poi insabbiata, per i medesimi motivi di Berlusconi, con la differenza che si trattava di accuse di omosessualità.
Per il resto la messinscena era perfetta ma ugualmente di cattivo gusto, come le decine di politici che – ora si è capito: serviva a tranquillizzare la Chiesa allarmata dal "laicismo" democristiano – si facevano fotografare mentre in chiesa prendevano ostentatamente la comunione. Ognuno ha i suoi riti.
In altre parole, non dobbiamo giudicare negativamente Berlusconi solo per le sue pacchianate. In questo, anzi, è molto italiano. Noi Italiani siamo in maggioranza cafoni e maleducati: lo testimoniano ogni giorno decine di comportamenti, compresi quelli minori, dai posacenere svuotati in strada alle telefonate esibite senza complessi in pubblico, ad alta voce e teatralizzate. Unici al mondo in questa strafottenza, in questo vitalismo esibizionistico, insieme maschilista e infantile.
Dovremmo, invece, giudicare negativamente un Capo del Governo perché non sa governare, non fa le riforme promesse, perché non ha razionalizzato la politica come aveva detto di voler fare in campagna elettorale, perché ha diffuso il malcostume dei condoni favorendo l’incertezza del diritto e i "soliti furbi", perché anziché stroncarla ha diffuso ancor più la tecnica italianissima della raccomandazione, perché in politica interna e in economia è senza spina dorsale, ondivago, perché si fa comandare da banche e gruppi finanziari o economici (oltre che da una Lega Nord ormai accusata di essere anti-costituzionale), perché ha preso in giro innanzitutto i suoi elettori, perché come quasi tutti gli imprenditori messi di fronte ai temi politici non ha idee originali.
E se la Destra al Governo non ha capito come si governa, la Sinistra d’opposizione non sa come si fa opposizione. Gli scandali privati appaiono perciò strumentali ad entrambi: sono la scusa per non parlare di cose più grandi di loro: la Politica, l’Economia, l'Assistenza sociale, la Società che si vuole costruire.
Destra e Sinistra sono speculari. Del resto, a litigare bisogna essere in due. Tali e quali. Com'era brava la lavandaia alla fontana a scegliersi la rivale! Perciò non meravigliamoci se questa Sinistra è l'ideale per questa Destra. E viceversa.
Sicuri che non sia sbagliato dividere tutto l’agone politico in due entità politologicamente insignificanti come Destra-Sinistra, anziché secondo le idee politiche liberali, socialiste, cattolico-conservatrici ecc., come si faceva un tempo?

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