15 novembre, 2015

 

Proprio nel nome della tolleranza, il diritto-dovere di non tollerare gli intolleranti (Popper).

TOLLERANZA E GRUPPI AUTORITARI. Molti commenti dopo la strage di Parigi ad opera dei terroristi islamisti sono rivelatori. La reazione più comune è restare abbarbicati ai propri preconcetti e alle proprie idee senza far tesoro della realtà e senza cambiare angolazione. Eppure la Storia è sempre razionale, diceva qualcuno. La visione prevalente dell’Italiuzza di provincia (una provincia dello spirito, ovvio) è quella “cristiana”, non liberale, per cui la libertà e la tolleranza sono “elargite” come dono, come atto della nostra virtù cristiana, della nostra “bontà”. E la Sinistra, purtroppo, ha preso molto ormai di questa visione da "fioretto" tipica dei cristiani, in particolar modo cattolici. Gli islamisti, in sostanza, sarebbero dei beneficati, puri strumenti per mandare i cristiani o gli "altruisti" sedicenti "progressisti" in Paradiso... Niente di più stucchevole e sbagliato. Chi pensa ai diritti di libertà di tutti? Chi pensa alla tutela della nostra società e delle Istituzioni? Qui non si sta parlando del Paradiso, ma di questa Terra. Stiamo, perciò, al fondamento della nostra civiltà costituzionale, giuridica e politica liberale, che essendo terreno comune riguarda tutti: laici, ebrei, buddisti, musulmani, atei ecc.
      Come esempio a caso riporto in basso due frasi di Popper, grande intellettuale liberale, appoggiato in materia anche da Croce e da tutti i grandi pensatori e politologi liberali. Come mai tutti questi liberali? Perché il nostro sistema è liberale. Pur con i suoi difetti, dovuti alla natura umana. Ma purtroppo, nonostante mille tentativi, non è stato mai trovato nella Storia un sistema migliore.
      Sappiamo già tutto sull’argomento tolleranza e gruppi autoritari, perché il problema si pose per i grandi totalitarismi del Novecento, il Fascismo e il Comunismo. Quando non si parlava tanto di terrorismo, ma di rivoluzioni o colpi di Stato, o anche di prendere il potere con violenze che oggigiorno sembrano moderate, perfino col voto elettorale! Semplifico brutalmente il quesito, non di poco conto: si deve usare tolleranza e dare libertà ai nemici della libertà e della democrazia che avvalendosi degli strumenti liberali e democratici si prefiggono visibilmente (p.es. con dichiarazioni o scritti o azioni precedenti) di rovesciare il sistema liberale? La risposta dei pensatori è stata unanime: no, bisogna impedirglielo con ogni mezzo.
      La tolleranza giusta non è quella evangelica, che è contro la Storia e perfino - secondo me - contro l'etica, ma è quella liberale. E’, come dire, una tolleranza "a reciprocità", a mutuo riconoscimento: si è, anzi si deve, essere tolleranti, solo con coloro che sono tolleranti. Nessun diritto alla tolleranza ha, invece, non solo il violento e chi non rispetta le norme, ovvio, ma anche chi non tollera altre idee e comportamenti o addirittura obbliga altri a determinati comportamenti. Come si fa a capire quali norme e comportamenti? Nel sistema ci sono anche i costumi e le usanze, e tutto dipende dalla società e dal momento storico.
      Per esempio, oggi in Europa è consentito dalle leggi o dalla giurisprudenza il bikini (sulle spiagge, nelle gare di atletica ecc) e in alcune spiagge anche il topless;  dalle consuetudini e dalla giurisprudenza in determinate spiagge è ammesso il nudismo. Ed è ovviamente anche permesso ascoltare jazz o rock, come anche musica classica o pop, anche se composta da ebrei o nazisti. È consentito anche criticare il Potere, la religione o professarsi atei. Chiunque può denunciare presso il Magistrato chiunque, visto che tutti sono ugualmente sottoposti alla Legge. Così, l’uguaglianza giuridica tra le persone e quindi la libertà nei diritti (e nei doveri) è assoluta. Per cui, ad es., donne, omosessuali, ebrei, e tutte le minoranze che un tempo non erano tutelate o erano escluse da tutti o alcuni diritti, oggi non possono essere discriminate in nulla. È scontata ormai la libertà di vestirsi come si vuole, per uomini e donne, come anche quella di portare i capelli lunghi, incolti o totalmente rasati. E le libertà di opinione e di parola, di stampare manifesti o giornali, sono garantite espressamente per legge e spesso addirittura nelle Costituzioni. E così via.
      Che fare, quindi, se all'improvviso uno straniero o un cittadino europeo, p,es. islamista o nazista o comunista integrale, cerca di impedire agli altri il godimento di queste tradizionali libertà, alcune delle quali ottenute solo in tempi recenti e dopo dure lotte? Come comportarsi, da Liberali o da funzionari della Cosa Pubblica, se non solo un cittadino singolo, ma un’intera comunità o Chiesa, p.es. quella islamica (e stiamo parlando di gente cosiddetta “moderata”, non di terroristi) fa il diavolo a quattro per impedire a suon di proteste o con la forza l’affissione di un manifesto con una donna semi-nuda o copre di improperi un gruppetto di atei riunito in assemblea, disegnatori che fanno satira sul Corano, blogger che parlano male dell’Islam in quanto anti-liberale, giovani che bevono vino in una vineria o un ebreo con la kippa? Può questa persona, questa Comunità religiosa, avvalersi delle tutele liberali e adire le vie giudiziarie, può denunciare per offese al Corano o comportamento definito "islamofobo"? No, perché in realtà sta impedendo la libera espressione e pratica della libertà che è il primo fondamento del Liberalismo. E non solo: ma per il Liberalismo se queste persone o Comunità ostacolano il godimento di diritti riconosciuti o consentiti ai cittadini devono essere arrestati. E la Chiesa prima ammonita e poi sciolta, come struttura eversiva e antidemocratica. Ovviamente i membri di questa setta intollerante e anti-liberale perché pretende di essere anche Costituzione e Codice civile e penale, sostituendosi a quelli istituzionali, dovrebbero essere attentamente osservati, seguiti, perché ad alto rischio di commettere reati contro le libertà dei cittadini.
      Da liberale, sia chiaro, gli islamici hanno per me gli stessi diritti, ci mancherebbe. Ma anche gli ebrei, gli atei, i jazzisti, gli omosessuali, i nudisti, le donne, le spogliarelliste, i bevitori di vino, chi affigge manifesti, i disegnatori satirici. E guai a chi li tocca. Non è possibile, anzi è vietato, vietare a queste categorie di persone atti e comportamenti con la scusa che non piacciono agli islamici "perché urtano la loro sensibilità" o offendono qualche loro testo sacro. Allora anch'io, da liberale, potrei dire, a maggior ragione, che questa pretesa islamica mi offende, e contraddice centinaia di saggi e volumi della cultura occidentale, scientificamente ben più seri del Corano. E questa pretesa non necessariamente islamista, ma solo islamica (a prendere alla lettere certi versetti del Corano), si chiamerebbe "attentato ai diritti di libertà del cittadini", un reato gravissimo, forse il più grave di tutti per la Polis liberale: un reato costituzionale. Perché, appunto, offende o contraddice i nostri principi fondamentali su cui si regge tutta la nostra società.
      Altro che terrorismo islamista, nel sistema liberale non è ammissibile neanche l'Islam "moderato" che pretendesse per essere ligio alle sue scritture o prassi di vietare qualcosa agli altri. Per fare un solo esempio, il presidente iraniano Rohani in occasione d'un pranzo ufficiale col presidente francese Hollande a Parigi pretendeva che il vino non fosse neanche servito a tavola, di modo che non solo egli stesso, ma anche gli altri commensali, non potessero bere alcolici, vietati dall'Islam. Ecco, queste sono le prepotenze degli "islamici moderati", ugualmente zelanti rispetto al Corano dei fondamentalisti; ma zelanti vuol dire per tutti loro imporlo anche agli altri, i non musulmani. Poi ci sono le colpevoli e vergognose autocensure di Italiani ed Europei, specialmente del Nord Europa, specialmente nelle scuole e nei locali pubblici, come i crocifissi e i presepi (che in Italia non sono stati eliminati quando lo abbiamo chiesto noi laicisti, Costituzione alla mano), eliminati "per non offendere gli scolari non cattolici", in realtà solo gli islamici. Ma neanche agli altri islamici (p.es. alle donne) un imam islamico può vietare alcunché, se questo configura una limitazione dei diritti incompatibile con il nostro ordinamento.
      Insomma, il sistema liberal-democratico non può smentire se stesso, abiurare la propria Cultura, che a prezzo di grandi sacrifici, lotte e rivoluzioni si è affermata come la più aperta e avanzata del Mondo; non può auto-distruggersi per fare una "eccezione" in favore di una Chiesa intollerante, anche perché nacque proprio per opporsi alla intollerante e temporale (allora) Chiesa Cristiana. E mi meraviglio che questo "relativismo culturale" che avvantaggia solo sette e Stati totalitari e fanatici, questa curiosa eccezione "di Destra" alla tutela dei diritti civili per tutti, ripeto in favore di una Chiesa, oltretutto, siano accettate da gente che forse solo per antico tifo calcistico si definisce "di Sinistra", e perfino da amici atei dell'Uaar, a quanto leggo su Facebook!

Ed ecco le due frasi di Karl Popper:
  
«Dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti».

«La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi». (Karl Popper, filosofo e politologo liberale, da "La società aperta e i suoi nemici").

IMMAGINE. Karl Popper a quindici anni.

AGGIORNATO IL 1 DICEMBRE 2021

This page is powered by Blogger. Isn't yours?