03 luglio, 2009

 

Ainis: le due mani d’Oltretevere, una che schiaffeggia, l’altra che chiede soldi

La Chiesa Padrona è come Giano: da una parte prende soldi, dall’altra rimbrotta, ha intitolato Notizie Radicali, a firma del suo direttore, presentando il bel libro del giurista ed editorialista Michele Ainis "Chiesa padrona". E così prosegue: Fino a quando c’era la Democrazia Cristiana la Chiesa si limitava a ricevere i finanziamenti, meno di oggi comunque, senza rimproverare la classe politica e senza intervenire pesantemente sulle leggi e sulla vita civile. La DC garantiva la Chiesa ma anche la società laica, tanto è vero che fu Fanfani a firmare la legge sul divorzio
C’è un libro coraggioso - così inizia la presentazione di NR - che faremmo bene a sistemare nel nostro comodino, a portata di mano: per una preziosa boccata rigeneratrice, contravveleno ai momenti di depressione in cui ci fa precipitare il quotidiano bombardamento clericale. Il libro, un pamphlet si sarebbe tentati di dire, si chiama "Chiesa padrona", del professor Michele Ainis (Garzanti, pagg.115, 13 euro).
Fin dalle prime righe Ainis scopre le sue carte: "Il Vaticano, nei confronti della Repubblica italiana, non sta certo con le mani in mano. Le usa entrambe: una mano aperta a palma larga per chiedere quattrini, l’altra mano svolazzante per suona ceffoni in faccia alla politica. Questo doppio registro si consuma all’ombra del diritto, trova nella legge il proprio schermo protettivo. Anzi: l’alibi perfetto è la legge più alta, quella scolpita sulle tavole della Costituzione…".
Ainis, con rigore e chiarezza esemplare, smonta, pezzo per pezzo, quello che definisce "un falso giuridico": "…Non è vero che le ingerenze vaticane siano protette dalla libertà di parola o dalla libertà di religione; non è vero che il Concordato sia protetto dalla Costituzione…".
Ventidue agili capitoletti per dire verità scomode: "…tutta la storia delle relazioni fra l’Italia e il Vaticano è una storia di quattrini…" (pag.15). Poi lo sconcertante elenco di finanziamenti legali, ma al tempo stesso surrettizi, di cui il Vaticano beneficia: una legge della regione Friuli per finanziare oratori; un’altra della regione Veneto per finanziare luoghi di culto "che siano testimonianza di tradizioni popolari e religiose"; una della regione Calabria per finanziare gli oratori; e analoghe leggi della regione Lazio, Abruzzo e Lombardia…Un enorme fiume di quattrini, mille rivoli che convergono su un unico collettore: il Vaticano.
Già il Vaticano: uno Stato che "intrattiene relazioni diplomatiche con 176 paesi, è presente in oltre cento organizzazioni internazionali non governative; è membro di sette agenzie del sistema ONU, osservatore in altre otto e in cinque organizzazioni regionali; ha svolto in vari casi la funzione di arbitro per risolvere conflitti tra Stati, dal 1964 invia un osservatore permanente alle Nazioni Unite; dal 1970 ha un nunzio apostolico accreditato presso l’Unione europea; dal 1974 nomina un rappresentante permanente presso l’OSCE e un Osservatore permanente presso il Consiglio d’Europa…" (pag.78). Ainis ne ricava che il cattolicesimo è "l’unica confessione religiosa il cui organo di governo è posto al vertice d’uno Stato sovrano".
La chiesa cattolica, dice in sostanza Ainis, "attinge abbondantemente alle risorse pubbliche dello Stato italiano". Significa che il Vaticano ogni anno beneficia di milioni di euro prelevati dalle casse del governo centrale o da quelle regionali. E non basta: ci sono le quotidiane, pesantissime interferenze e ingerenze nella vita pubblica del paese: "è pressoché impossibile che un provvedimento legislativo venga approvato senza il benestare del Vaticano; e quando accade le resistenze della Chiesa cercano di impedirne l’applicazione".
E’ ovvio, nessuno si sogna di minacciare il diritto della Chiesa cattolica di esprimersi. Tuttavia dovrebbe risultare intollerabile a chiunque l’appello di papa Joseph Ratzinger all’obiezione di coscienza di farmaci, medici, e perfino giudici. E’ del resto indicativo quello che Ainis annota a pagina 88: "…In molti casi gli interventi della Santa Sede vengono sollecitati proprio da chi rappresenta lo Stato italiano: è accaduto, per esempio, ai primi d’agosto del 2007, quando il presidente del Consiglio Prodi ha auspicato che la Chiesa convinca i cittadini ad adempiere l’obbligo fiscale, ottenendo dopo un paio di settimane una dichiarazione del Segretario di Stato vaticano.
Appelli come questo rivelano tutta la debolezza della classe politica italiana, annota Ainis: "…la crisi d’autorità e di consenso popolare; ma il loro effetto è di legittimare le istituzioni di uno Stato straniero all’esercizio di un anomalo ruolo di supplenza delle nostre istituzioni".
Quelle dei vertici della Chiesa insomma - conclude la recensione di NR al libro di Ainis - si configurano come vere e proprie ingerenze di uno Stato straniero nei nostri affari interni. Meglio non si sarebbe potuto dire.

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