19 marzo, 2008

 

Tibet, Cina e l’ipocrisia dell’Occidente. Europa e Stati Uniti, vergogna!

Noi liberali abbiamo combattuto almeno tre rivoluzioni, in Gran Bretagna, in Francia e in America, dopo lotte sanguinose contro l’aristocrazia e la Chiesa.
Abbiamo creato gli Stati nazionali in Europa e in Nord America. Abbiamo diffuso, con l’esempio dell’abbondanza delle merci e della libertà individuale, ma anche con le armi, il germe della liberal-democrazia ovunque, dalla Spagna all’Ungheria, dall’India al Giappone.
Ma ci siamo anche resi conto dell’autoritarismo e dell’inefficienza economica degli Stati in quanto tali, e abbiamo dato vita all’idea federalista perfino nella litigiosa Europa. E per garantirci una pace giusta abbiamo istituito ben due parlamenti mondiali, le "Società delle Nazioni".
Tutto lasciava credere, perciò, che questi Stati, nati liberali, queste istituzioni sovrannazionali, nate liberali, avrebbero saputo dire qualcosa di liberale quando la libertà fosse stata minacciata o violata in qualunque parte del Mondo. Che avrebbero preso una posizione forte, come forte è stata la loro ideologia di origine.
Macché. Al contrario, come nei primi anni dell’antisemitismo e del disinteresse verso il popolo di Israele, ecco che il più vergognoso dei silenzi assorda le nostre orecchie anche ora che il popolo del Tibet, dopo decenni di violenze inaudite che lo hanno visto privato dalla Cina comunista di classe dirigente, identità, autonomia, lingua e religione, accenna ad una timida e tardiva protesta contro l’invasore.
E tutto per una presunta Realpolitik economica da bottegai, che come abbiamo visto col comunismo europeo e il terrorismo islamico è solo un reperto dell’800.
Il presidente Bush, guarda caso, il giorno prima della repressione cinese ha depennato proprio la Cina dalla lista degli Stati-canaglia. Perché ormai, in seguito a un decennio di infiltrazione economica in un Occidente lassista, Pechino detiene considerevoli percentuali della ricchezza americana.
Oggi, per fortuna, con la globalizzazione delle notizie e il diffuso "opinionismo" popolare e giovanile in presa diretta (siti web, blog, newsletter, tv e radio), i popoli occidentali non sono più all’oscuro delle trame viscide dei loro Governi, e non manifestano certo il loro cinismo.
"Liberali"? Ormai sono decenni che, a parte il mercato libero (e solo quando fa comodo), i Governi occidentali "liberali" non lo sono più. Come iceberg dell’Antartide, le classi dirigenti dell’Occidente sono così pesanti che la loro parte principale è quella invisibile perché sommersa. Il problema è lì, nell’accurata "selezione al contrario" delle classi politiche. I veri liberali vengono estromessi subito, già nel Comitato di Quartiere.
E la Chiesa, che alza la voce per mezzo embrione neanche degno del suo battesimo, che dice di centinaia di uomini morti, di migliaia di atti di violenza inumana? Passi per il silenzio o i timidisssimi e vaghi accenni del Papa. Un amico prete ci fa notare che non spetta alla Chiesa prendere di petto i "cattivi" o i "dittatori", come farebbe un idealista liberale, proprio perché col male la Chiesa deve quotidianamente avere a che fare, diciamo che il peccato è il suo habitat, il suo brodo di coltura, e con l’invenzione geniale del pentimento che equipara i disonesti agli onesti ecco che i cosiddetti "malvagi" si rivelano il suo pubblico, il suo target psico-antropologico ideale. Perciò se li coltiva, se li cura con calma, li rabbonisce, scende a compromessi, come un medico fa coi suoi malati terminali, anche ricorrendo a inutili placebo. E sia medici, sia preti, si lasciano infettare un poco dal male dei loro malati. Ne prendono a poco a poco i sintomi. E’ vero, a pensarci bene.
"E se voi idealisti cedeste alla pazzia di voler a tutti i costi togliere di mezzo il male – argomenta l’amico gesuita – finireste per eliminare anche noi, medici e preti. Vi rendete conto?" Eccome, se ce ne rendiamo conto.
Ma noi liberali non abbiamo di queste sottigliezze ciniche, di queste atroci doppiezze morali. E perciò diciamo alto e forte che è davvero vergognoso che l’Unione Europea, gli Stati Uniti, i singoli Stati liberali d’Europa, d’America, d’Asia e Oceania, non indirizzino dichiarazioni di fuoco, non ritirino gli ambasciatori, non applichino per ritorsione contromisure economiche.
"Non ci conviene"? Anzi, siamo noi occidentali, al contrario di quanto una mediocre e paurosa classe politica va ripetendo, ad avere il coltello dalla parte del manico, come Paesi altamente consumistici: a chi venderebbe la Cina il suo enorme surplus di merci, se non all’Occidente? Dunque siamo noi a poter, a dover fare la voce grossa. Sono proprio le liberal-democrazie, che a differenza delle dittature non fondano la superiorità dell’idea sulle armi e sul terrore, a poter contare su una vera opinione pubblica. Che ora si aspetta che le prossime Olimpiadi, con leggerezza o furbizia mercantile affidate alla Cina, diventino il palcoscenico sul quale verranno recitati "a soggetto" due ruoli classici della pantomima internazionale: la crudeltà dell’Oriente e la vigliaccheria dell’Occidente.

10 marzo, 2008

 

Scienziati o camionisti? I dilemmi del prossimo Governo, qualunque sia

Una campagna elettorale finalmente "normale", "europea", ha scritto qualcuno. Sarà. Certo, in tv volano meno parole da taverna, e nessuno sputa più sull’avversario. Ma che ne è dei programmi? Pur essendo vaghi e prudentissimi (e invece per l’Italia malata ci vorrebbero medicine a dosi da cavallo) non ne parla nessuno. Solo qualche accenno, en passant. Manca perfino una realistica analisi della crisi economica che ci attanaglia.
Allora, vediamo quello che tutti i leader e i candidati dovrebbero avere bene in mente prima di presentarsi alla gente per il voto.
1) Dopo un breve buon periodo, il prodotto interno lordo, a causa della nuova congiuntura internazionale sfavorevole sta gia' diminuendo e, ancora una volta, in Italia piu' che negli altri Paesi europei. L'unico modo di impedire la recessione sarebbe quello di effettuare colossali investimenti in infrastrutture per rendere il paese piu' competitivo. Ma la Banca Europea non puo' permetterlo per il divieto-paradosso di cui abbiamo già scritto in passato, perche' in tal modo il rapporto deficit/PIL supererebbe il valore-Moloch del 3 per cento. Non sia mai. Ma senza investimenti il PIL non aumenta e il rapporto deficit/PIL crescerebbe comunque. Dunque, il classico cane che si morde la coda. Che ne pensano i politici della (futura) maggioranza e della (futura) opposizione? Silenzio.
2) Il pessimo Governo Prodi ha sprecato la breve congiuntura favorevole, buttando alle ortiche il surplus di entrate con la controriforma delle pensioni, le regalie ai vari marxisti leninisti e relative clientele, nonche' ai camionisti.
Camionisti? Certo, per chi non lo sapesse i finanziamenti ai camionisti, dopo i noti scioperi-serrata, sono stati ottenuti mandando a quel paese gli scienziati, cioè tagliando i fondi di ricerca alle Universita'.
Un bel confronto, da barzelletta: camionisti contro scienziati. E vi chiedete chi poteva vincere in un confronto simile, nell’unico Paese in Europa che come il Cile o l’Iraq ha la stragrande maggioranza dei suoi traffici in mano ai camionisti, lungo le pericolosissime autostrade?
E, vergogna nella vergogna, sono stati tagliati non i soliti finanziamenti previsti "a pioggia", ma proprio quelli aggiuntivi destinati alle Università più competitive, più moderne, in base alle graduatorie internazionali di merito.
E allora, dov’è il principio del "merito" tanto sbandierato da Prodi e Mussi nella precedente campagna elettorale? Piu' tasse, invece, com’è noto, ma niente investimenti sul merito.
3) E' perfettamente inutile che Veltroni e Berlusconi annuncino supposti "new deal" o miracoli economici. Tra parametri di Maastricht, sciagurata politica di ipervalutazione dell'euro della BCE, congiuntura sfavorevole e gli altissimi costi della politica (comuni, province, consulenti, commissioni ecc.) che tutti dicono di voler ridurre, ma che costituiscono un bacino essenziale per il consenso delle masse incolte, chi dei due tagliera' le spese?
In alternativa al binomio Veltroni-Berlusconi, ci restano i vetero-marxisti dell'Arcobaleno e gli eterni democristiani (UDC-Rosa Bianca), pronti a vendersi al miglior offerente in cambio di favori clientelari.
4) Per ultimo vi elenco un insieme di riforme che potrebbero creare un'alternativa al Sistema Italia, ma che, temo, non verranno mai realizzate, malgrado tutta la buona volonta' di Capezzone che le propose (a proposito, che ne è del bravo e ambizioso Daniele?):
a) Forte aumento delle deduzioni fiscali sui redditi medi e medio alti per favorire la crescita, attraverso lo stimolo della domanda interna. Faccio notare che tutti parlano di riduzione delle aliquote o aumenti di indennita' sui redditi bassi, che, pur essendo sul piano morale giustificate, non favoriscono assolutamente l'aumento del PIL. Chi ha un reddito basso, non spende comunque mentre i redditi medi non mutano il loro atteggiamento di sfiducia con una riduzione (tipicamente minima!) delle imposte.
b) Vendita di consistenti fette del patrimonio pubblico, in gran parte improduttivo, per abbattere il debito pubblico (e qui si toccano gli interessi delle varie caste.....)
c) Riduzione dell'evasione fiscale ottenuta proprio grazie alla deducibilita' delle spese (fatture!) e quindi non continuando ad agitare l'arma spuntata della repressione della Guardia di Finanza, ma grazie ad a).
d) Forti incentivi alle Aziende che realmente investono nell’high tech. Contrariamente a quello che molti pensano, e' infatti proprio nel Settore Privato che il valore del parametro investimenti in ricerca/PIL suggerito dal
protocollo di Lisbona viene disatteso!
e) Interventi congiunti e coordinati con i partners in sede europea per dei "Patti di Crescita" in deroga ai criteri di Maastricht.
Attendiamo proposte concrete di politica economica da entrambi gli schieramenti (stavo per dire "contrapposti", ma un istintivo pudore mi ha fermato). Voi ci credete? Io no.
La vaghezza magniloquente e "liberal" di Veltroni, che sa bene che non ha molte probabilità di dover dimostrare quello che dice, e la prudenza estrema di Berlusconi che invece rischia di dover immediatamente mettere in pratica quello che promette, non lasciano ben sperare. Temo che chiunque vinca non fermera' il declino del Paese, ma solo il proprio, limitandosi a galleggiare e a difendere gli interessi delle proprie lobbies elettorali. D'Alema ha già cominciato, difendendo preventivamente Bassolino. E per un Mastella caduto, due, dieci, cento ne rispunteranno da tutte le parti.
E la Casta, tra l’altro assai poco casta, gode.
IL PROFESSORE

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