02 agosto, 2015

 

Radicali tra Pannella e Bonino: fedeltà al capo anziché idee. Pannunzio è morto due volte.

Tranquilli, amici Radicali, che se siete rimasti lì dopo decenni di mattane di Pannella senza uno straccio di ideologia, anzi mescolando come più faceva comodo tutte le ideologie, dal cristianesimo moralista al socialismo, dal liberismo all’anarchismo individuale, il tutto condito d’un populismo sfrenato teso solo a far parlare giornali e televisione o a occupare la scena politica, vuol dire che tanto forniti di liberale spirito critico non dovete essere. Ma piuttosto, oh quanto, attratti dalla figura irrazionale del kàrisma, dalla seduzione del Capo “che non sbaglia mai”. Che però, scusate, è il classico sentimento che porta a Destra, un pò meno a Sinistra, e men che meno al Liberalismo. Non per caso tutti gli ex-Radicali sono usciti a Destra, non a Sinistra.
E il teatro pannelliano continua. La politica come arte della rappresentazione. Anche questa volta, Pannella e Bonino non hanno davvero "litigato", come fa comodo credere ai giornalisti per farci un pezzullo in piena estate. O meglio, la Bonino sì, ma solo per reazione di buonsenso piemontese e pragmatico dopo le ricorrenti sparate finto-autoritarie e molto pubblicitarie di Marco. Ma Marco, no, tranquilli: ne sa una più del diavolo.
Tutto quello che fa ha un fine pratico immediato. Machiavelli è solo una casalinga furbetta e intrigante al confronto. Si è denudato, legato con catene, imbavagliato, ha bevuto orina, ha infierito sul proprio corpo (fortissimo), pur di apparire, di far parlare di sé, e quindi - l'Etat c'est moi - giù per li rami anche dei Radicali e delle loro battaglie, sempre in contro-tempo, sempre inopportune, cioè fuori del dibattito del momento, ma solo perché intellettualistiche e decise a tavolino nel chiuso di quattro mura senza contatti con l'esterno.
Non solo le ideologie, ma anche le Grandi Idee, fondamentali per i Radicali veri e originari (Pannunzio, Calogero, Rossi, Carandini ecc.) sono viste come fumo negli occhi da Pannella, che le ha sempre mescolate e quindi contraddette e annullate (ricordate la seconda tessera del PSI di Craxi, la tiritera di "laici, liberali, liberisti, socialisti, libertari" ecc.? come dire tutto e il suo contrario, cioè filosoficamente niente), e ha sempre preso in giro i Liberali, ritenuti aristocratici o borghesi viziati che fanno salotto e "si alzano tardi al mattino", visti cioè secondo un classico stereotipo da provincia meridionale. Lui invece ne pensa una delle sue anche a Natale o a ferragosto, dalla mattina alla sera, e forse pure durante il sonno. Tra "Pensiero e Azione", ormai è chiaro, preferisce la seconda.
Perciò i seri Radicali fondatori lo abbandonarono giudicandolo un curioso goliardo provocatore, sia pure di genio e con una strana intransigenza cristiana, sì cristianissima, di chi sa di avere in sé la "Verità" (allievo – lo ricordava sempre lui stesso – del cattolico e vegetariano Aldo Capitini, altro che Pannunzio!). Insomma,  avevano già capito tutto di lui, uno che smonta, sia pure per rivelare al popolo com’è fatto dentro il Potere, e perciò distrugge, ma mai costruisce. E invece in Italia occorre qualcuno che, come Cavour, costruisca.
Quello che conta per Pannella è infatti non l'essere, ma il muoversi, non l’idealismo ma il movimentismo esasperato, l'agitazione giorno per giorno, il contestare quello che gli altri fanno anziché il proporre, il fare; insomma il no al Potere, qualunque sia questo Potere. Papi o Presidenti della Repubblica, cardinali o ministri, preti o laici, liberali o comunisti, Destra e Sinistra, pari sono. Insomma un anarchismo individualistico, senza strutture, come pensiero "di uno solo" (avrebbe detto Sorel, anzi, più ancora, Stirner), una prassi agitatoria che può anche essere vista come razionalizzazione di tendenze caratteriali.
Ecco perché iniziative eccentriche, scioperi della fame, bevute di orina, fumate di spinelli di marijuana in pubblico, incatenamenti, disobbedienze civili e litigi teatrali coram populo sono inventati nei tanti momenti di crisi. Tutto e il suo contrario, pur di far parlare di sé i giornali e la tv. Unica vera preoccupazione.
E invece, quello che serviva all'Italia, un grande unico soggetto Liberale vero, con una guida posata, affidabile, ricca di idee in continuità con la grande tradizione italiana ed europea, sensata e capace di attrarre non di dividere, che avrebbe fondato il terzo o secondo Partito italiano e cambiato la Storia italiana, non c'è stato. Anche per colpa di Pannella.
Un Partito? No, un Ufficio Stampa. Un po' troppo creativo, che divide anziché unire, che mette gli uni contro gli altri, che divide gli amici, ma qualche volta unisce i nemici, che non costruisce mai nulla, ma inventa ogni giorno eventi esagerati, da prima pagina di giornali. Ecco che cosa è stato il Partito Radicale nella versione di Pannella. Il consuntivo? Non solo non è bastato per la sempre attesa e di là da venire rinascita dei Liberali, ma l’ha allontanata ancora di più, forse negata per sempre, riconsegnando così l'Italia – proprio grazie al bipolarismo che Pannella stesso ha proposto e ottenuto – alle due chiese di finta-Destra e finta-Sinistra, anche loro ormai, come Marco e come i pannelliani, senza ideologie né idee.

Davvero, Pannunzio è morto due volte.

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