Il "politicamente corretto" in questa Italia sta diventando sempre più il "politicamente corrotto". Dopo lo scandalo non ancora risolto degli alimenti "bio", certificati da enti controllati dalle stesse ditte produttrici, ora in nome d’un finto-ecologismo affaristico vengono devastati addirittura quei santuari intoccabili della wilderness, la vera Natura selvaggia, che sono i grandi Parchi nazionali. Uno scandalo, lo diciamo subito, in cui sono coinvolti tutti: comuni e ministero, enti parco e Tar, destra e sinistra. E siamo alle solite: in nome degli affari, con la scusa del deficit dell’economia, anziché liberalizzare i servizi, snellire lo Stato e tagliare i rami secchi corporativi e assistenziali, se la prendono con la Natura, l’unica che non può protestare. Dandosi (dandoci), però, la zappa sui piedi, perché la Natura in Italia, insieme all’Arte, è l’unico patrimonio che abbiamo.
Che è successo? Nel Parco Nazionale del Pollino, 192.565 ettari e 56 comuni tra Basilicata e Calabria, che ha come simbolo il raro pino loricato, la speculazione finto-ecologista, con la scusa dell’energia alternativa (che in realtà, come vedremo, non produce), sta portando il suo attacco al paesaggio, senza nessuna utilità per i cittadini. Si è deciso di installare 90 altissime torri metalliche – potrebbero raggiungere anche i 100 metri – veri e propri "mulini a vento" dalle enormi pale rotanti. Raggruppate a decine, vera piccola foresta artificiale posata sulle alture, perciò visibilissima da ogni parte, dovrebbero in teoria produrre elettricità grazie al vento e far risparmiare con una "energia naturale", "pulita", "rinnovabile", milioni di euro di petrolio, come dicono politici "ecologisti" e il ministero, affaristi elettorali e tangentisti di destra e di sinistra.
Ma non è vero. Perfino in Germania, più pianeggiante e ventosa, un’inchiesta di
Der Spiegel ha scoperto che di energia le torri eoliche ne producono poca, e costosissima. Le ditte pagano sovvenzioni e bustarelle ai Comuni per fare accettare la orribile foresta di torri. E lo Stato risarcisce le ditte pagando molto di più del prezzo di mercato per ogni chilovattora prodotto. Dunque una finta energia, un bilancio in passivo. Quando con la sola eliminazioine degli sprechi elettrici avremmo di più. Senza parlare del solare.
Intanto, il cittadino non solo si vede i luoghi più belli e turistici devastati per sempre (smantellare torri, elettrodotti e relative strade costa troppo), ma dovrà anche pagare una bolletta più cara. Perché di vento ce n’è sempre poco in Italia, e spesso - sembra un film di
Totò e Peppino - le pale vengono fatte girare per finta, cioè consumando elettricità convenzionale, anziché produrne di alternativa. Per di più, gli uccelli, spesso rari e protetti, che incuriositi le attraversano volando, vengono falciati dalle pale. E così anche la bella Italia viene invasa da
migliaia di torri del genere.
Una sporca faccenda, insomma, in cui ci sono tutti gli elementi del finto "verdismo" all’italiana: l’ignoranza dei sindaci, abbagliati dai soldi dati al Comune come indennizzo, l’ideologismo ottuso dei Verdi collegati con le ditte produttrici, l’affarismo elettorale del ministero, l’inerzia degli enti locali, l’acquiescenza degli Enti Parco, perfino il formalismo antigiuridico di certi giudici amministrativi, TAR e Consiglio di Stato (quello, basta dire, che ha "stabilito" ex cathedra che "il crocifisso è un simbolo laico"…). Insomma, insensibilità per la natura, disprezzo per il bello, ottusità e corruzione, sparsi a piene mani da una classe dirigente provinciale, rozza e ignorante, del tutto inadatta a governare un Paese ricco di bellezze e di cultura come l’Italia.
La zona a rischio del Parco del Pollino, nel comune di Latronico (Potenza) è accanto a due aree protette SIC (Sito di interesse comunitario) e ZPS (Zona a protezione speciale dell’avifauna). L’area tra l’altro vede la presenza di coppie nidificanti di capovaccaio, aquila reale, lanario, ecc. E proprio qui, col benestare del sindaco Francesco Fino, ex Dc e ora Margherita, la Società DE-DI (Gruppo ENDESA) prevede di realizzare 90 pale eoliche. La società ha ottenuto la sospensiva dal TAR della Campania della Deliberazione della Giunta Regionale della Basilicata ("Linee Guida per il corretto inserimento dell'eolico") che stabiliva i limiti chilometrici da aree SIC e ZPS, e le aree ove inibire questi impianti. La Regione contro la sentenza del TAR ha fatto ricorso al Consiglio di Stato della Campania, che, secondo prime indiscrezioni raccolte da Antonio Bavusi, avrebbe però dato ragione alla società dell'eolico. Ed è allarmante che manchino ancora notizie ufficiali.
Certo, se realizzato questo "campo eolico" stravolgerebbe i valori ambientali, paesaggistici e faunistici di una delle aree più importanti del Parco Nazionale del Pollino, ancora privo finora di interventi e presenze dell’uomo. Una rarità da preservare, anche per possibili studi scientifici. Se realizzato, il programma segnerebbe la fine di quella zona protetta: verrebbero realizzate strade di accesso, impianti di connessione, elettrodotti, come ha previsto un quotidiano locale.
Ma poi che pensare in generale dei giudici del TAR che mettono spesso sullo stesso piano il legittimo diritto di pochissimi a guadagnare (sacrosanto, certo, specialmente per noi liberali) con il più importante diritto di milioni di italiani a godere di beni - anche questi hanno valore economico, inestimabile - come la Natura intatta, la salubrità dell'aria o delle acque, o l’Arte? Abbandonino per qualche giorno le loro scartoffie, facciano una gita in mezzo ai monti e frequentino di più monumenti e musei: impareranno ad interpretare meglio le leggi. Del resto – diceva un mio prof d’università – buon senso e intelligenza non sono doti che ci vengono da una laurea: bisogna averli prima di laurearsi. Dopo, ahimé, è troppo tardi.
Perciò, facciamo appello alle persone intelligenti. Inviate lettere ai giornali: sono efficacissime. Quella gente deve sentirsi addosso gli occhi e la riprovazione dell'Italia. Oltre ai giornali locali, ecco qualche indirizzo dei giornali che fanno opinione e che sono più letti dai giornalisti: Corriere della sera
lettere@corriere.it, Repubblica
rubrica.lettere@repubblica.it, Stampa
lettere@lastampa.it, Messaggero
prioritaria@ilmessaggero.it, Riformista
cipiace@ilriformista.it, Foglio
lettere@ilfoglio.it. E inviate lettere ed email di protesta al sindaco di Latronico, Egidio Nicola Ponzo, Largo Marconi 10, 85043 Latronico (Pz), tel. 0973-853111, fax 0973-853232, email:
sindaco@comune.latronico.pz.it e all’Ente Parco del Pollino, Via delle Frecce Tricolori 6, 85048 Rotonda (Pz), tel. 0973.669311, fax 0973.667802, presidente Francesco Fino, email:
presidente@parcopollino.it.