28 aprile, 2006

 

L'Italia non è spaccata in due. E' un bipolarismo fasullo che ci divide

L’Italia non è spaccata in due, come dicono tutti superficialmente. Ma è il bipolarismo distorto e fallimentare della Seconda Repubblica a dividere gli Italiani in modo artificiale. E’ la suggestiva tesi del giornalista economico e "maitre à penser" Enrico Cisnetto, leader del club Società Aperta, per qualche aspetto analoga alla nostra, espressa sui siti Salon Voltaire e Liberali Italiani, con la differenza che non tiene conto delle differenze ideologiche - liberali con i liberali, ovunque siano, diciamo noi - ma solo del discrimine "moderati-estremisti". Cisnetto vorrebbe unire in un unico polo, più che in un terzo polo, tutti i centristi, abbandonanto al loro destino le ali estremistiche.
Ecco il suo originale ragionamento, che non fa distinzioni ideologiche ma ricorda un po’ il pentapartito: sommiamo gli elettori di Forza Italia, Udc, Margherita, Udeur, Rosa nel pugno e di una buona parte di An e Ds, il risultato fa 65-70 per cento. Gli italiani che hanno votato così sono decisamente omogenei tra loro - almeno sui grandi principi - rispetto a quel terzo di cittadini che hanno scelto comunisti, fascisti, secessionisti, giustizialisti e ambientalisti che dicono no a tutto. Il problema è che il nostro sistema politico, sorretto da una pessima legge elettorale, costringe questa grande maggioranza a dividersi tra due poli artificiali, a loro volta costretti a imbarcare partiti e partitini che rappresentano la minoranza dell’elettorato per vincere le elezioni, regalando alle "ali" una pesante capacità di "ricatto". Da qui nasce l’ingovernabilità, ed è solo dando ai due terzi degli elettori una rappresentanza politica adeguata che si può fermare il declino del Paese.
Bravo, Cisnetto, solo le persone intelligenti sono creative. Vediamo con interesse la tua proposta. E in parte l’appoggiamo: sempre meglio della situazione attuale è. Ma non ci convince del tutto, e almeno due obiezioni si possono fare.
Prima obiezione. Tu dici che i moderati sarebbero uniti, come nel vecchio pentapartito a guida Dc della cosiddetta Prima repubblica. Ma ci sarebbero cattolici, liberali e socialisti, sempre uniti-e-contrapposti tra loro a battagliare per qualsiasi questione. Pensiamo alla fecondazione assistita, ai Pacs, alla politica estera, alla Chiesa, all’economia statalista, alle corporazioni. Mi meraviglio, visto che sei un giornalista economico. Insomma, si riproporrebbero sul piano politico, tutti i problemi, diciamolo, ideologici e culturali che si pongono oggi.
Seconda obiezione, di tipo pratico. Come faresti, di grazia, a tagliare via in AN e nei DS le componenti più estreme, neo-fasciste e neo-comuniste, che pure ci sono? Dimmi, con quale meccanismo riusciresti a cacciarli, per lasciare nel pentapartito dei virtuosi solo i finiani e i fassiniani?
Perciò, caro Cisnetto, la tua analisi è corretta, ma la soluzione, così poco ideologica e tutta pragmatica - come se fossimo nel Regno Unito o negli USA, dove tutti sono liberali - non tiene conto delle enormi differenze, anche tra quelli che tu consideri "moderati". E allora, scusa, tanto vale prendere il toro per le corna e dividere razionalmente lo schieramento in tre tronconi omogenei nettamente differenziati tra loro: un Centro liberale-liberale, una Destra cattolico-conservatrice, una Sinistra socialista. Allora sì che sui grandi e piccoli temi non ci sarebbero ambiguità.
Tu potrai opporre: ma con questa tripartizione "ideologica" che ne fareste degli estremisti tipo Lega, verdi, comunisti o fascisti? Bene, intanto va detto che il loro peso è stato aumentato proprio dal bipolarismo, che ne ha fatto elementi di ricatto e di propaganda strumentale. Vedi l’importanza mediatica ed elettorale che Berlusconi ha dato a Bertinotti come interlocutore privilegiato, come pietra di paragone televisiva. Dice bene Pannella: "compagni di merende". Insomma, voglio dire che in tale tripartizione il peso delle ali estreme sarebbe di gran lunga minore di oggi. E, si sa, lontani dalle telecamere e dal potere, Diliberto, Bertinotti, Calderoli e Pecoraro Scanio evaporerebbero a poco a poco fino ai loro livelli fisiologici: 2-3 per cento.
La Costituente nuova che propone coraggiosamente Società Aperta piace anche a noi, sia chiaro, ma dovrebbe concludersi dando origine proprio a raggruppamenti omogenei rispetto alle riforme da fare. E dunque liberali con i liberali (diciamo un 25-30 per cento), conservatori cattolici con i conservatori cattolici (diciamo un 25-30 per cento), socialisti con i socialisti (un altro 25-30 per cento). Resterebbero fuori a mangiarsi le mani nelle loro torri d’avorio o a incarognirsi nelle piazze - tanto, lo fanno lo stesso già ora - gli estremisti di Destra e Sinistra (10-25 per cento).
Ma, quello che ci interessa di più è che i liberali siano sempre e solo con i liberali (e ci sono così tante sfumature e differenze tra di noi, che non ci si "annoierà" di certo…). Siamo convinti che se Mannheimer o Pagnoncelli sottoponessero alla gente un test con 50 domande - senza usare mai la parola "liberale" - sui più importanti temi di politica interna, politica estera, economia, diritti, costume, libertà, Stato-Chiesa ecc. (es.: "Se una azienda è in passivo e non sta più nel mercato deve fallire o deve essere aiutata dallo Stato?", "Se un dittatore minaccia il suo popolo e ricatta le altre nazioni, dobbiamo fare di tutto per rimuoverlo o no?", "E’ giusto che una religione impedisca la libertà di terapia dei cittadini imponendo le proprie norme come leggi valide per tutti?", "Se due cittadini vogliono regolare tra loro un qualsivoglia contratto, possono farlo o no?"), ebbene, siamo arciconvinti che i profili psicopolitici semanticamente liberali delle risposte sarebbero oltre il 30 per cento della popolazione.
Altro che bipolarismo finto, da stadio. "Il Re è nudo". L'Italia ha un grande Centro liberale, ma pochi lo ammettono e comunque non lo si può dire. Noi lo diciamo.

Comments:
E diciamolo, va!
 
Nico: Buon post, sia quel che dice Cisnetto sia le tue annotazioni, che effettivamente indicano problemi esistenti.
Forse sei un po' ottimista sulle cifre dei tre raggruppamenti; quando si trattasse di affrontare problemi concreti per esempio in economia non credo che il gruppo "socialista" arriverebbe neppure alla soglia inferiore della forchetta 25/30.
Cosi' pure su altri argomenti tanto i cattolici che liberali non sarebbe certo uniformi e coesi.
In piu' i liberali come tali non sono mai esistiti come forza con valore e presa sull'elettorato italiano intorno a 1/3 o 1/4, e la mancanza di una tradizione in questo senso e' un problema in Italia.
 
Grazie Stefano. Studi da card. Richelieu?...:-)
In quanto all'inedito e insolito mega-gruppo liberale, è chiaro che oggi sarebbe utopistico.
Potrebbe cominciare ad essere realistico, come lascio intendere, solo dopo un'ampia campagna di sensibilizzazione, che dovrebbe rivelare a tanta gente
sulla base di questioni e problemi precisi che "in fondo, senza saperlo, loro sono sempre stati liberali..."
 
ma prima di avventurarci in elucubrazioni intellettualistiche, che mi sanno tanto di prima repubblica (notare le iniziali minuscole!) propongo un pensiero semplice che parte dalla legge elettorale attuale: sbarramento del 5%. Ogni singolo partito che non raggiunge tale soglia NON entra in Parlamento, qualsiasi accordo pre elettorale abbia stipulato con chiunque; dopo una legislatura l'Italia sarà diventata una Nazione Liberale.
 
Sandro, è inutile: hai visto che cosa fanno? I piccoli partiti si uniscono tra loro. Bisogna proprio creare delle aggregazioni diverse, una buona volta finalmente basate sulle idee. Non Destra e Sinistra che non dice nulla o molto poco sulle idee effettive.
 
Mi sfugge un punto dell'analisi: cosa impedirebbe alle ipotetiche estrema dx ed estrema sx di entrare, rispettivamente, nell'ipotetica Destra cattolico-conservatrice e nell'ipotetica Sinistra socialista? Facendo così tornare l'ipotetico Centro liberale in minoranza? Al minimo delle cifre proposte, ciascun estremo avrebbe un 5%, e a rifiutare un 5% ce ne vuole.
 
Nihil, semplice, ci sarebbe una soglia di sbarramento... politica. Chi si porta appresso frange estremiste non siede al tavolo delle trattative di governo. E quindi in anticipo non converrebbe averle nelle liste.
A Sinistra c'è Caruso e i no-global? E allora il Centro si allea con la Destra. Nella Destra c'è Signorelli, Rauti ecc? E il Centro si allea con la Sinistra.
Sarebbe uno spauracchio efficace.
Appunto, come nella vituperata Prima Repubblica, in cui tutti diventavano a poco a poco sempre più moderati.
Ci sarebbe una vera alternativa virtuosa. Col tripolarismo ci sarebbe concorrenza e non duopolio.
Gli estremisti sarebbero fuori gioco. Mentre nel bipolarismo sono determinanti.
No l'unico rischio serio, piuttosto, sarebbe che le frange non tenute a freno dall'inserimento si potrebbero scatenare nelle piazze.
 
Grazie della spiegazione. Tanto per curiosità, sono andato a chiedere lumi a Wikipedia, secondo la quale i Paesi democratici con un sistema tripolare sono molto rari, e cita la Finlandia. Colà i tre partiti sono: liberal-conservatore (ok), social-democratico (ok), e Partito Agrario (WTF?!).

Vedi:
http://en.wikipedia.org/wiki/Political_party#Nonpartisan.2C_Single-party.2C_two-party.2C_and_multi-party_governments
http://en.wikipedia.org/wiki/Political_parties_in_Finland
 
tra i sistemi che teoricamente sarebbero tripolari ci si potrebbe inserire pure l'inghilterra, dove ai whigs e ai tories si affiancano, seppure mai al governo,i liberal-democrats. Pure se la loro posizione non è mai stata di primo piano essi hanno comunque dato il loro contributo a diverse leggi approvate dal parlamento inglese. Un po' come accadeva in Italia dove il pli portava relativamente pochi voti ma proporzionalmente molta classe dirigente: vedi einaudi, malagodi,de nicola. Ed ha contribuito sensibilmente a leggi essenziali per la nostra crescita democratica quali quella sul divorzio...a me, accasatomi nella rosa nel pugno, partito che comunque ritengo rispettabilissimo e che sono fiero di avere votato, piacerebbe molto che in italia tornasse un partito che si presentasse semplicemente come liberale (o liberaldemocratico) e in quanto tale desse il suo essenziale apporto di lucidità e modernità alla incancrenita politica del nostro paese..
 
In linea di principio sarei anche d'accordo, e pure sullo sbarramento che pero' porterei al 4%. Ma considerare la Lega, che e' un partito territoriale identitario alla stregua di un partitino che ramazza voti in tutto il Paese mi sembra un po' pericoloso. Vorresti farne una nuova ETA? Mentre in mezzo mondo si cerca di includere i movimenti per evitare che diventino violenti, tu li metteresti fuori direttamente? Quanto al liberalesimo, non e' questione di politica, ma di mentalita'. In Italia ce lo sognamo: da destra a sinistra. Non abbiamo l'autocoscienza degli anglosassoni e di aluni popoli nordici che e' un retaggio religioso passato nella cultura laica. Ci si rassegni ad un'alternativa un po' piu' modesta fino a che il lavoro dell'educazione non sara' concluso.
 
Nihil, ancora consulti Wikipedia? Ci può essere la pagina buona e la pessima, visto che qualunque cretino ci può metter mano.
Essendo critico jazz ho dato uno sguardo alla definizione (ed. italiana): non ti dico. Da mettersi le mani nei capelli.
Pur non avendo tempo e dovendo fare altro, mi sono dovuto mettere a riscrivere tutta la prima parte della definizione.

Infatti, il miglior esempio di tripolarismo è quello attuale inglese: conservatori, laburisti, liberali. E funziona. Ma in realtà in Inghilterra funzionerebbe quasi tutto: ci sono gli inglesi
 
Bix non mi ero accorto che l'Inghilterra l'avevi citata già tu.
D'accordo con tutto quello che dici. Piccolo PLI, anche perché i liberali (com'è ovvio in Occidente) erano già allora in vari partiti, pensiamo addirittura a Degasperi, cattolicissimo ma laico (oggi Buttiglione, Pera e Ferrara lo chiamerebbero "laicista" coprendosi come sempre di ridicolo), che mai delegò alla Chiesa le questioni politiche italiane, rifiutò l'alleanza coi neofascisti "ordinata" da Pio XII e per questo costretto a fare una lunga umiliante anticamera in Vaticano.
Ma è chiaro che in un'Italia poco liberale (al massimo, a differenza degli altri Paesi occidentali, saremo un 30%, divisi tra 5 o 6 partiti) un grande soggetto unitario liberale dovendo occupare di tutto, per l'illiberalismo altrui, dal mercato ai Pacs, dal cacciare gli statali inoperosi a cacciare i dittatori e i terroristi nel mondo, dalla laicità al recupero dell'europeismo liberale, sarebbe per forza contro la Sinistra e contro la Destra. O meglio, proprio come diceva Croce, si dovrà alleare, a seconda delle leggi e delle cose, una volta con la Destra e una volta con la Sinistra. Diventando così l'ago della bilancia,
Perciò ripeto da anni che molti liberali sono ottusi: come le ragazze belle ma oche non si rendono conto della "fortuna su cui sono seduti" (famosa frase di una celebre maitresse...)
 
Prima regola di Wikipedia: consultare solo l'edizione inglese, le altre sono immensamente inferiori. Seconda regola: la qualità di un articolo Wiki è funzione "a campana" del numero di contributori: troppo pochi e mancano informazioni cruciali, troppi e prevalgono le idee della maggioranza anzichè quelle più documentabili.

L'Inghilterra ha, è vero, un "terzo partito" liberale, ma come si sa esso non raggiunge certo le percentuali dei due partiti maggiori. E se i liberali sono un partito minore persino in Inghilterra, quel 25-30% suona davvero sballato. D'altronde è vero che nella nostra situazione attuale anche riavere il vecchio PLI sembra un sogno, figurarsi poi i Lib-Dem...
 
Nihil, non mi riferisco ai già eletti, ma alla gente. Che per la stragrande maggioranza, nei Paesi anglosassosni, è liberale (test appositi sui singoli temi).
E' chiaro che in GB quasi non serve un PL, col popolo che è già liberale in maggioranza (non assoluta, come negli USA). Anche se crede di essere conservatore o laburista.
In Italia da vari campioni preliminari si può intuire un 20-30% almeno. Che è poco, anzi, se pensi che siamo in Occidente.
Cifre campate in aria? No, anzi prudenziali. Lo sai che la maggioranza delle donne italiane (quindi comprese le cattoliche) è a favore della libertà di terapia e si ricerca sulle staminali?
Oppure pensi che oggi, non essendoci un PL in Parlamento
i 60 milioni di Italiani siano tutti fascisti, nazisti, comunisti o anarchici? Questa è la domanda vera: cerca di rispondere. Dirai di no, ovviamente.
Quindi il Parlamento non rappresenta il Paese.
E se tu demografo sai fare le domande, senza citare i nomi dei partiti, scopri che tantissimi sono liberali senza saperlo.
Ma perfino se entriamo dentro i partiti in Parlamento scopriremmo col test giusto che
saranno ideologicamente liberali (dico a caso) oltre la metà dei deputati di FI,
tutti i radicali, da un quinto a un decimo di AN, un ottavo di UDC, un quarto di Margherita, due terzi dei dipietristi, un ventesimo dei DS ecc. Fai la somma. Solo Comunisti italiani e Rifondazione sicuramente non hanno liberali.
E, nota, per le candidature ha operato una precisa strategia selettiva anti-liberale. Pensa se questa selezione non ci fosse stata: i liberali sarebbero oltre il 40% dei deputati, visto che siamo il 7° (ancora) Paese industrializzato del mondo e le idee anglosassoni sono ormai entrate nella testa anche di mia nonna.
Insomma io parlo delle idee, della mentalità, dell'ideologia liberale, voi sempre dei partiti liberali. Sono due cose diversissime. Il liberalismo puù vincere anche senza partiti liberali: quello che conta sono le idee e le scelte concrete.
Lo sai che il Risorgimento fu fatto senza che esistesse un partito liberale?
Cavour "era" liberale, però.
Così si ragiona. Non sui partiti, le liste, i metodi elettorali che l'oligarchia antiliberale ha predisposto.
Ecco perché FI e gli altri partiti non vogliono la formazione di una vero PL: se si calcolassero le idee della gente e non i personaggi più o meno coloriti e vuoti (Berlusconi, Prodi ecc), pronti a tutto e niente perché senza idee, FI e gli altri gruppi verrebbero smembrati, dimezzati, cicomposti, riaggregati, spostati.
Come dico io: grosso modo un 20-30 % ciascuna le 3 ideologie: conservatori, liberali, socialisti.
Ma purtroppo la politica è fatta anche di intrighi, legami umani, simpatie e antipatie, scambi di favori, truffe, corruzione, e non solo di idee. Prodi, Di Pietro, Rutelli, Berlusconi, Mastella, Casini, Fini ecc. non sono né carne né pesce. Loro stessi non saprebbero definirsi né conservatori, né liberali, né socialisti. Amano solo il Potere.
 
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