14 aprile, 2006

 

Le elezioni e il paradosso delle motivazioni: il voto "contro"

Ma che cosa vogliono questi Italiani? Non credo di sbagliar troppo affermando che una notevole quantità di elettori abbia votato per la coalizione di sinistra in odio a Berlusconi, e che una buona quantità di elettori abbia votato Berlusconi per idiosincrasia verso la sinistra.
Ecco, mi piacerebbe sapere quanti sono quelli che hanno votato “contro”; e quanti quelli che hanno votato “per”. E, a proposito, vale più un voto positivo o uno negativo?
Se la maggioranza degli elettori di una parte e dell’altra ha votato non “per” ma “contro”, come si può capire che cosa vogliono gli italiani? Se la somma dei votanti “contro” fosse la maggioranza, non potremmo forse dedurre che la maggioranza degli Italiani non vorrebbe nessuno dei due?
Il motto “votiamo per il meno peggio” è risuonato da più parti (tranne forse che nei giornali); ma il meno peggio non è il meglio; non è quello che si vorrebbe. E dunque che cosa, chi, vorrebbero gli italiani?
E infine come sono stati “costretti” a votare i liberali, avendo di fronte una coalizione sedicente di centrodestra, liberale solo a parole, e una coalizione detta di centrosinistra che non è liberale nemmeno a parole?
GUIDO DI MASSIMO
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Caro Guido, a parte le antipatie preconcette, secondo me, e anche secondo molti anglosassoni, noi liberali votiamo sempre un po' contro e un po' a favore. Dopotutto le elezioni di fine legislatura sono una specie di rendiconto dei governanti di fronte all'assemblea dei cittadini che danno il voto alla gestione della cosa pubblica. E in questa fase è lecito anche bocciare, cioè come dici tu votare "contro", senza per questo convintamente votare a favore dei nuovi governanti. Poi ci sarebbe anche un altro caso, quello in cui l'assemblea dei cittadini, disgustata dagli uni e non convinta dagli altri, finisce per votare tutti e due o nessuno dei due. Com'è accaduto nei giorni scorsi... (Nico Valerio)

Comments:
In queste elezioni, per la prima volta, ho votato per il Centro-Sinistra, ma vorrei fosse chiaro che il mio non è stato un voto contro Berlusconi e neppure un votare il meno peggio. Si è trattatto -- lo ammetto -- di un voto sofferto motivato solo dal fatto che, sia pur in mezzo ad alcune cose che non condivido, i Radicali mi sembrano gli unici politici meno inclini a scendere a compromessi sulla laicità dello Stato. E l'Italia avrebbe veramente bisogno di una società avulsa da anacronistici clericalismi.
Ecco perché ho messo la croce sulla Rosa nel Pugno.
 
Capisco e condivido la tua scelta. Anch'io ho votato così e con le stesse motivazioni.
 
secondo me in questo momento si doveva premiare non tanto le proposte anticlericali e laiche, quanto quelle concrete in ambito economico.

Paolo
 
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