07 novembre, 2006

 

Nuova Teano: mettiamo quel pazzo di Pannella alla testa dei Liberali...

La Rosa nel Pugno è ormai un'utopia fallita, come mostrano gli aut-aut disperati e arroganti dello Sdi, l'ottusità burocratica dei dirigenti socialisti, tutti iscritti alla corrente Spas (sezioni-poltrone-assessori-sottopotere), ma anche lo psicodramma del Congresso dei Radicali, che l'assurda defenestrazione di Capezzone ha reso di pubblico dominio, e che ha portato alla luce una base radicale o tiepida o ostile al progetto.
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E perfino la grande stampa, biasimando l'allontanamento del politico più liberale, geniale e moderno del Parlamento, ha dato per scontato che l'individualismo della sua azione politica (dai "7 giorni per un'impresa" al "Tavolo dei volonterosi") fosse in rotta di collisione con il progetto vecchio e ottocentesco della Rosa nel Pugno.
Aveva ragione Benedetto Croce: l'ircocervo liberal-socialista è un animale inesistente, presente solo nei nostri incubi notturni.
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Eppure, i Radicali sono liberali, dei "liberali di cattivo carattere", per parafrasare la definizione inglese dei Francesi ("Italiani di cattivo carattere"). Ma dopo la caduta del comunismo e del compagno di strada, il socialismo, anche quello che resta della social-democrazia è ormai liberale, tutt'al più liberale "di sinistra". E allora? Vale la pena tutto questo sforzo sovrumano, contro la Storia e le incompatibilità stratificate nel tempo, per unificare Radicali e Social-democratici?
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E dopo la furbata di Pannella, che in questo modo è riuscito a riportare i Radicali in Parlamento, ma che non avrebbe da guadagnare un'oncia di creatività e fantasia dall'unione con dei morti viventi, non è forse giunto il momento di smettere di fingere e dichiarare esaurita una fase politica?
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Componente "laica" utile per bilanciare il clericalismo imperante anche a Sinistra? Ma non c'è bisogno dell'unione tra i laici. Anche separati o federati possono continuare a premere con Prodi per la laicità dello Stato. Anzi, avrebbero due voci, anziché una.
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Tanto vale, insomma, abbandonare del tutto ogni sintesi da "partiti laici", che è una cosa vecchia e stantia da I Repubblica, e puntare direttamente ad una riunificazione, sì, ma dei Liberali. Tutti i Liberali.
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I Liberali italiani, si sa, hanno la Ragione e la Storia dalla loro, ma personalmente sono mosci, sfiduciati, senza nerbo, inconcludenti, psicologicamente deboli. Pannella e i Radicali, all'opposto, per quanto ormai siano le ombre di se stessi, hanno - rispetto ai primi - ancora carisma, forza, fantasia e determinazione da vendere. I primi sono vecchi anche quando sono giovani, i secondi giovani anche da vecchi. Un matrimonio, anzi un Pacs perfetto.
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Ma sì, cari amici Liberali di tutt'Italia, non lasciatevi scappare l'occasione. Lo so, quel matto di Pannella non sarà così matto da accettare su due piedi: ci ha sempre snobbato ("Liberali? Non conosco: siamo noi i liberali..."). Sù, mettiamocela tutta: incontriamoci a Teano.
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Teano? Sì, ma stavolta giochiamo ruoli opposti rispetto alla Teano che conosciamo. Noi Liberali ora siamo con le nostre truppe scansafatiche e "panciafichiste", che da lontano sembrano borboniche. Incrociamo le truppe ardite degli avventurieri in camicia rossa (anche loro si chiamavano "compagni") di Marco, detto "Garibaldi", che deve trattenere a stento i cavalli che fremono e scalpitano. E affidiamo a lui, sì, il compito di unificare i tanti italiani liberali, forse un terzo della popolazione. Diamo a quel pazzo utile di Pannella, ora che "costa" di meno dopo la sua gaffe su Capezzone, la corona del Regno d'Italia liberale.

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