02 novembre, 2006

 

La parabola di Padoa-Schiappa, che predica bene ma razzola male

Ha ragione da vendere il bravissimo Daniele Capezzone: il Governo sta facendo sciocchezze su sciocchezze e il gruppo parlamentare radicale, Pannella e Bonino, che fanno? Nulla: si atteggiano a super-governativi, si definiscono gli "ultimi giapponesi di Prodi". Le "guardie svizzere", come dice il battutista Daniele.
E' vero, ad eccezione di Capezzone, i Radicali e la RnP si sono appiattiti sulla Finanziaria: quasi non li si riconosce più. Si incaponiscono a discutere del sesso degli angeli ("Rosa nel Pugno partito, federazione o movimento?") piuttosto che della politica economica e dei diritti di libertà del Governo Prodi.
Che cosa c’è dietro, qualche gentleman agreement che non conosciamo?
Al contrario, sarebbe questo il momento - nota il brillante presidente della Commissione Attività Produttive - di distinguersi, di acquistare visibilità interna ed esterna pungolando il Governo perché faccia riforme davvero liberali.
"Troppo critico", "ambizioso", "esibizionista", "personalista", imprevedibile e mobile come una "scheggia impazzita"? Macché, finora Capezzone le ha indovinate tutte, non ha sbagliato una mossa. Gli economisti migliori sono con lui, a partire da Giavazzi. Del resto, le sue critiche le fanno ormai tutti gli economisti europei.
Perfino l’autorevole quotidiano economico britannico Financial Times distrugge l’economista Padoa Schioppa (attento compositore, che non ti scappi il refùso "Padoa Schiappa") affibbiandogli il cartello dell’ultimo della classe tra i ministri dell’economia in Europa in una classifica pubblicata oggi. Con quali motivazioni?
Secondo il quotidiano britannico il ministro italiano "ha incontrato difficoltá nel mettere in pratica quelle virtù di disciplina di bilancio che predicava quando era membro del board della Bce". Padoa Schioppa, scrive il Financial Times, si guadagna solo una stella perchè "ha scombussolato il mondo delle imprese e ha fatto ricorso a trucchi di bilancio". "Ma probabilmente riuscirà a tagliare il deficit". Secondo il quotidiano, il ministro dell'Economia "ha trovato più difficile mettere in pratica la disciplina di bilancio di quando la raccomandava in teoria come membro dell'esecutivo della Bce".
Questa sì che è una bacchettata sulle dita. Come dire che Padoa-Schiappa, come un qualsiasi curato di campagna "predica bene ma razzola male". Cioè va bene quando ripete la sua lezioncina imparata a memoria dalla cattedra o nel board della Banca Europea, ma annaspa quando viene messo di fronte al malato in carne e ossa. E il malato con la sua cura sta per morire.
Non è il massimo per un esperto di economia. Come se non bastassero tutte le battute che non solo i politici, ma gli stessi economisti buontemponi fanno alla loro "scienza" scherzando nei coffee-break: pseudo-scienza", solo "teorica", "ideologica", "ancella della politica", "non verificabile in concreto" ecc. Del resto, finiscono tra le risate, con la famosa argomentazione: "se noi fossimo davvero esperti e potessimo davvero governare l'economia... saremmo tutti ricchi. E invece...".
Economisti, che zuzzurelloni. Chi glielo ha fatto fare al Padoa-Schiappa? E pensare che prima di andare al Governo era un "esperto" stimato. Ora è un politico qualunque, che non ne azzecca una. E tutto per l’orgoglio di avere, vita natural durante, l’auto blu di Stato e l’autista. Come è vero che l’uomo si afferma per la personalità, ma si perde per il carattere, e che dietro ogni errore umano c’è sempre l’inadeguatezza psicologica. Che, lauree o non-lauree, è anch’essa un deficit dell’intelligenza...

Comments:
Poco gentleman, molto agreement.

Dai un'occhiata qui: http://varano.blogspot.com/2006/11/ops-he-did-it-again.html
 
Sì, ma non approfittare (ho visto il tuo post banale) per sostenere che Pannella sarebbe ottuso e che i Radicali sono stronzi perche vanno a Sinistra. Discorso ottuso da vecchia Destra perdente che vede stupidi ovunque, mentre è proprio la Destra il luogo ideale della mancanza di spirito critico. Sei fuori strada.
Il bello è che Pannella è un genio, e bisogna essere almeno un po' geniali per riconoscerlo. Sicuramente il più intelligente politico italiano.
Solo che, a parte il caratteraccio da montanaro abruzzese, è "troppo" intelligente. Voglio dire che concepisce la politica sempre altissimo esercizio di furberia, gioco psicologico e realismo, alla Machiavelli. E guarda che è un pregio. E' come se dicessi che è un grandissimo giocatore di scacchi.
Non fa nulla a caso. Davvero in lui regna incontrastato il Logos.
Vede e travede dove i comuni mortali non arrivano. Perché, come Dio e pochi altri, ha un progetto a breve, media o lunghissima scadenza per ogni persona o cosa. E' pura corteccia cerebrale. Insomma, la Volpe.
Naturale che passi sopra a chiunque, "amico" (sempre con le virgolette: uno così non ha amici veri, e questo anzi è un bene) o "nemico" (come sopra).
Quando "sbaglia" - e non accade di rado (pensa alla presidenza Scalfaro, o alla distruzione di gente come Teodori, Mellini, Negri ecc)- in realtà "sembra" aver sbagliato. Perché lui ha disegni di lungo periodo che sfuggono agli... interessati.
Insomma, al suo confronto, Andreotti è un istintivo idealista di provincia, tutto cuore in mano...
Adesso che l'ho finalmente capito
(Pannella, non Andreotti), dopo averlo contrastato per anni sono tornato ad ammirarlo: è una forza della Natura e dell'intelligenza senza uguali in Italia.
Prepotente, paternalista, conte Ugolino? Sì, certo. Ma perché gli altri leader politici, che oltretutto non hanno la sua preveggenza, sono forse degli agnellini, delle viole mammole?
E poi, prendiamola in positivo: Pannella "è utilissimo" alla crescita della classe dirigente radicale. Possibile? Sì, solo che... lui la pretende eroica e volpina come lui stesso. E non la trova, naturalmente. Perché non esiste un secondo Pannella sulla faccia della terra.
Così si limita ad interpretare benissimo il ruolo del papà che il figlio adolescente deve contrastare e superare
per affermare se stesso e sentirsi davvero bravo e maturo. I manuali di psicologia parlano a lungo di questa antitesi.
Ti dirò, se davvero ci fosse un mercato globale, per i tradizionali "riti di passaggio" dall'adolescenza alla maturità nei più sperduti villaggi africani un santone come Marco le tribù studiate dall'antropologa Margaret Mead dovrebbero ingaggiarlo a caro prezzo.
Tutto questo lo scrivo con pochissima ironia, non credere.
Naturalmente ciò non mi impedisce di essere, ora più che mai con Capezzone, al 100 per cento.
Perché anch'io ho le mie idee e la mia corteccia cerebrale.
Però l'ammirazione per il "monstrum psicologico" Pannella
resta.
 
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