31 ottobre, 2006
"Caro Daniele, caro Marco...". Se la sceneggiata nasconde screzi veri
Esperti dei finti scatti umorali, che in realtà sono sempre ben o mal calcolate mosse politiche e pubblicitarie del nostro amato Guru, che politicamente è tanta corteccia cerebrale, e poco ipotalamo, come sappiamo tutti. Perché una ne fa e cento ne pensa, e in questo sta anche la sua genialità.
Certo, caro Daniele, avendo ormai appreso la Storia e la Psicologia radicale, una volta che tu sei arrivato in Parlamento, io mi aspettavo subito cose del genere.
Perciò ti dico: resisti, resisti, resisti.
Anche perché la tua analisi politica è giusta, anche sul Governo e la Rosa nel Pugno. E rappresenti bene la base radicale e liberale.
Anche perché è questo che sotto sotto vuole Marco, che tu resista, anche se non lo dà a vedere.
Quel che è certo è che sei stato il miglior segretario a memoria dei Radicali.
E, di sicuro, il miglior segretario liberale mai visto in Italia.
E Marco è un politico di genio.
Caro Daniele, io non ho più venticinque anni, quando per cose così, avendo un carattere, me ne andai dai Radicali.
Oggi che sono ritornato tra i Radicali proprio grazie alla presenza di persone come te, e vi seguo con affetto e partecipazione, per ora prudentemente solo dal mio studio, non mi pento, anzi mi definisco da liberale, parafrasando Marco, "l'ultimo giapponese di Pannella", e sono convinto che i Radicali abbiano acquistato con te la loro vera faccia, finalmente.
Perché, diciamola, il lib-lab non esiste: o è "Lib" o non è: aveva ragione Croce sull'ircocervo.
Resisti, dunque, nell'avanposto liberale. Resisti, nonostante gli ostacoli che il Padre mette apposta sulla strada del Figlio (e la Natura vuole che questi ostacoli ci siano: è un esame che tutti i giovani devono superare), per i più diversi e ben noti motivi psicologici e politici.
E noi liberali, starei per dire d'ogni schieramento, siamo sempre con te (e Marco, of course)
.
(*) Questa lettera è stata inviata a Daniele Capezzone e a Marco Pannella. Ma, poiché sono incapace di copiare, perfino me stesso, senza "migliorare" (sindrome manzoniana), l'ho modificata stilisticamente e vi ho aggiunto la frase sul Lib-lab e poche altre parole.
E' lì che, da morto, Ugolino rosica per l'eternita la capoccia del nemico, ed è così che Dante lo descrive ("La bocca sollevò dal fiero pasto...")
Eh, cosa vol dir aver fatto il Liceo Classico al S. Maffei di Verona... :)))
Non ho mai amato Dante,
ma a questo punto (tra lapsus e memoria) mi sarebbero bastate le scuole serali in una qualsiasi degradata borgata romana...
Però (ora provo a recuperare) forse tu quella di Crono non la sapevi...:-))
Però non sarei me stesso se non vedessi la cosa anche da un altro punto di vista (sono un vero Gemelli...). Per esperienza diretta, avendo fondato vari club,
so che quasi sempre gli aderenti della seconda generazione tradiscono, annacquano il messaggio originale del fondatore.
E il fondatore si cautela.
Ma questa giustificazione non poteva essere usata contro Capezzone, un gioiello di politico completo, che a differenza del "radicale medio" è anche versatile e col sense of humour (ulteriore segno di un'intelligenza superiore...). Ed è un vero liberale. Non come certi radicali che assomigliano a socialisti...
Perciò, il futuro dei Radicali è Capezzone.
Essere bravo non può essere una colpa, nonostante gli invidiosi.
E poi, scusate, devo denunciare il mio conflitto di interessi intellettuale: Daniele mi assomiglia molto, nei (tanti) pregi e nei (pochi) difetti...:-)
Ma non e' stata colta. Mea culpa?
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