06 novembre, 2006

 

Capezzone, il miglior segretario possibile, fatto fuori dall'invidia radicale

Per anni piangono di essere discriminati, ammettono di non saper parlare alla gente - primo tra tutti lo stesso Pannella, sempre più oscuro - lamentano di essere emarginati dalla tv e dai giornali, e si mostrano in tv perfino col bavaglio.
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Ma poi, quando finalmente trovano un segretario giovane, intelligente, colto, versatile, veloce, gran lavoratore, liberale, liberista, libertario, l’unico radicale dotato di humour, insomma un radicale perfetto, uno che piace perfino ai giornalisti, così dotato di psicologia da poter parlare alla gente e non solo ai pochi fanatici della politica, che fanno? Lo mollano.
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Ditemi voi se non è una condotta autolesionista. Loro, però, che vivono sempre tra di loro e hanno un vocabolario diverso, la chiamano furbizia.
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Oddio, non è che il Congresso radicale di Padova ci ha fatto tornare ad un amarcord cupamente nostalgico, al Pannella padre-padrone col complesso del "figlio traditore", che per non sbagliarsi tagliava le gambe a tutti i giovani bravi che incontrava sul suo cammino? E’ proprio così o è un effetto ottico?
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Be', forse c'è anche dell'altro. L'intelligente e indipendente Capezzone con la sua "esposizione mediatica" aveva stimolato le invidie e antipatie interne per cui i Radicali Italiani sono famosi. In platea è risuonato contro Capezzone qualche acido discorso moralistico (le apparizioni in tv da "Markette") da parte d'una inquietante frangia antipatizzante del tutto priva di humour. Per il resto, sono possibili solo congetture: con Pannella che ne sa una più del diavolo e coltiva progetti inconoscibili da noi comuni mortali, non si può mai esser sicuri di nulla.
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Certo che l’assurda defenestrazione del geniale battitore libero Capezzone, una vera forza dell’intelligenza, fa cadere il doppio ostacolo che separava Prodi e la Bonino, sempre più "Casalinga di ferro" e Realpolitiker in chiave filogovernativa, ma anche Boselli e Pannella, in vista del rafforzamento d’una Rosa nel Pugno ormai boccheggiante.
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Ma con questo gesto d’imperio che non si vedeva più da anni, i Radicali Italiani tornano ad essere proprietà privata dell’intramontabile leader carismatico: in sostanza una nuova "Lista Pannella". Con quattro donne adoranti strette attorno a Marco elette alla segreteria e alla revisoria dei conti, prima tra tutte Rita Bernardini, da sempre diligente organizzatrice, d’ora in poi anche tenace "segretaria angelo del focolare" di via Torre Argentina. Che non sarà brillante, colta e fantasiosa come Capezzone, ma è bravissima a tampinare i gruppi locali e a far scucire i 200 euro d’iscrizione – la quota più salata d’Eruropa – al povero popolo radicale.
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Tutto come ai vecchi tempi, e infatti, attratto dall’odore degli anni 70, è rispuntato - brutto segno per i liberisti - anche il social-radicale Spadaccia. Ma non è un revival, perché allora la base radicale era giovane, inquieta e combattiva, sapeva opporsi, creava correnti, presentava mozioni alternative, insomma dava filo da torcere. Ora gli unici fuochi scoppiettanti vengono dalla dirigenza, mentre la base è spenta e l’omologazione è completa: c’è solo l’eccentrico Nicolino Tosoni a presentarsi candidato di disturbo e a fare il signor No.
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E noi liberali, magari ex-radicali, che da quando c’era Capezzone ci eravamo riavvicinati al partito di Ernesto Rossi e Calogero? Pentiti dopo la conclusione del Congresso a "tarallucci e vino" (altro famoso proverbio radicale)? No, anche perché, per fortuna, il nostro Capezzone si è preso la rivincita nella mozione finale, dove sono state inserite molte delle sue intuizioni.
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Certo, un segretario così lo rimpiangeremo, e forse chi lo ha fatto cadere presto si mangerà le mani. Ma parafrasando la celebre frase di Pannella sul Governo, rispondiamo anche noi in modo ineffabile: "non siamo delusi, perché conoscendoli non ci eravamo illusi…").

Comments:
Guardando ai risultati delle elezioni delle carica interne mi verrebbe da darti ragione.
Ma guarda alla mozione generale, scritta da "Capezzone e dalla Bernardini": la mozione generale è copiata pari pari dalla relazione di Daniele, perchè è incentrata sui 7 punti da lui proninciati giovedì sera.

Di fatto al congresso si è evitato di andare alla conta perché Pannella non ha voluto rischiare di perdere contro Daniele. E Daniele non ha voluto andare alla conta ben sapendo che avrebbe potuto ereditare solo una montagna di debiti.

Nei prossimi giorni vedremo quanto Daniele potrà fare il "suggeritore" delle linee politiche del movimento. Si sa che l'incarico di segretario nei radicali era solo formale, che in realtà gestiva tutto Pannella. Vedremo se Daniele riuscirà a fare la stessa cosa che fa Marco: gestire il movimento senza avere nessuna carica. Marco ci riusciva (anche) perchè ne ha la cassa. Daniele dovrà riuscirci mettendoci il suo carisma ed il vantaggio che gli deriva dalla presenza sui media.

Insomma, quello che Ernesto Galli della Loggia definiva "il partito carismatico" ha trovato un nuovo leader carismatico o no? Pannella accetterà una "coabitazione" o al primo screzio Daniele se ne adrà per la sua strada? A vedere la mozione generale sembra che Daniele sia ormai il nuovo leader carismatico. Ma può essere solo un'apparenza.

È difficile fare previsioni, e sinceramente non so se sia meglio, per Daniele, per i Radicali, per il Paese, se Daniele resti in quel movimento o se abbandoni la casa del padre (politico) per approdare a nuovi lidi.

Gionata Pacor
 
Eh, ti sarà sfuggito per la fretta, ma il "particolare" della mozione "capezzoniana" l'ho detto chiaramente: tanto che ho dovuto rifare l'articolo.
In realtà, dietro le quinte, Capezzone ha imposto i suoi punti programmatici a Pannella e Bonino: prendere o lasciare. In cambio della presentazione e della firma della mozione. Quando leggeva la mozione sembrava all'inizio il tacchino americano che loda il Thanksgiving. Poi invece si è visto alla fine che tutti i suoi punti c'erano. E si è capito che erano la controprestazione.
Sai che scandalo se C. non avesse accettato di presentarla e si fosse ricandidato? Avrebbe battuto Pannella. Ma non ha voluto tirare troppo la corda. E ha fatto bene.
 
Non so se ha fatto bene, ma a parte questo come sai concordo su tutto.

Visto che mi diverto a pensar male, mi è venuto un altro dubbio: non è che le iscrizioni ultimamente erano poche perché a Pannella serviva un pretesto in più per mandar via Capezzone?
 
"gestire il movimento senza avere nessuna carica."

Ottime considerazioni Gionata. Qui le mie: http://jimmomo.blogspot.com/2006/11/divorato-il-congresso-non-capezzone.html

ciao
 
Ho fatto i miei sentitissimi auguri a Daniele. Gli ho detto di continuare così, senza mollare di un millimetro. Ma è indubbio che per lui sarà quasi impossibile - isolatissimo com'è nella stessa dirigenza. Ma l'avete letto l'articolo sul Corriere in cui un giornalista l'ha visto cenare tutto solo dopo il Congresso e mosso a compassione l'ha invitato all'allegra tavolata della stampa? Sono note che fanno male e fanno pensare anche al cupo conformismo sovietico che regna tra i colonnelli radicali.
Credo che la credibilità che si è conquistata, e il favore della stampa, Daniela se li spenderà come deputato e Pres. della commissione, soprattutto.
Tra i Radicali non si governa contro Marco...
Insomma tutto come ai miei tempi.
E io che mi ero riavvicinato proprio perché c'era Capezzone...
 
Che dire? Dalla mia posizione di assoluta estraneità al movimento, e conscia di non poter aggiungere nulla di nuovo alle polemiche, una -amara- considerazione di ordine generazionale; sempre più difficile, nel nostro paese, smantellare sistemi e politiche affermati da chi ha un vantaggio eminentemente, se non esclusivamente, anagrafico. O, più semplicemente, sopravvivere a questi meccanismi.
Lara
 
Speriamo che sia l'ultima corbelleria di Pannella e che si trovi qualche ospizio disponibile ad accoglierlo. Nel frattempo il partito va sempre più alla deriva, senza futuro e senza la partecipazione di persone libere e di intelligenze democratiche.
Amen
 
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