26 settembre, 2006

 

Della Ragione: "La Chiesa è sicura sulla vita e la morte, ma la scienza no"

LA FISSAZIONE DELLA CHIESA SUL SESSO - I sacerdoti cattolici, che in teoria non dovrebbero praticare il sesso (etero, omo, o onanistico che sia), ne sono diventati - a sentir loro - i più grandi esperti al Mondo. Là dove gli scienziati antichi avevano un certo ritegno, la Chiesa parlava già secoli fa senza pudore col suo latinorum che svela e nasconde di possesso sessuale more pecudum (all'uso delle pecore), di fellatio in ore (eiaculazione in bocca), e di manus stupratio (stupro manuale o masturbazione). I preti e la Chiesa sono sempre stati aggiornati in questo genere di cose, e sempre molto interessati a quello che c'è tra le cosce di uomini e donne. Una religione di maniaci sessuali, potrebbe pensare un ingenuo marziano.
Figuratevi che meraviglia possiamo avere per il morboso interesse che la Chiesa mostra oggi per la fecondazione. E' una balla la storia della "vita": se le interessa tanto - credetemi - è perché la cosa avviene per atto sessuale. Comprendiamo certi loro gravi problemi psicopatologici, però a tutto c'è un limite. La mia vicina di tavolo all'Università Cattolica di Roma, quando scrivevo il Manuale di Terapie con gli Alimenti, era una suora polacca, studentessa in medicina, che aveva sempre il libro di anatomia aperto sulla pagina dell'organo sessuale maschile. La cosa durò una decina di giorni.
Ora che si parla di testamento biologico e di eutanasia, senza essere medici i preti si dicono certissimi, sulla base delle Antiche Scritture e del parere dei Santi, anche dell'inizio della "vita" e della "morte", elementi sui quali fior di scienziati sono incerti. Per forza, tutto è facile per chi parte da una scelta teologica, cioè filosofica.
Ma nella realtà? Il confine tra vita e morte è molto più sfumato, specialmente in un organismo complesso come l'uomo, che non è un'ameba unicellulare. E non solo per uno studente di biologia del primo anno, ma anche per un professore universitario o un ricercatore medico. Una risposta solo biologica, quindi, appare difficile. Forse è per questo che per stabilire il mimento della morte di solito ci si affida alle convenzioni, cioè al diritto. Ecco sull'argomento l'interessante testimonianza del medico napoletano Achille Della Ragione (Nico Valerio).

"La delicata tematica dell’eutanasia da giorni riempe le prime pagine dei giornali e fa tornare attuale l’arduo quesito sull’inizio della vita. Ma quanti si interrogano su quando la vita finisca?
Fortunatamente, della problematica la Chiesa non si è mai interessata, e questo disinteresse ha favorito il progresso della scienza dei trapianti, a differenza delle tecniche di fecondazione assistita o dell’aborto, che cozzano contro il dogma della "animazione coincidente con la fecondazione", sancito nel 1869 da Pio IX nella "Apostolicae sedis". A questa conclusione si è giunti dopo che sulla spinosa questione si erano espressi tutti i maggiori studiosi cristiani, da Tertulliano a S. Agostino, fino a giungere a S. Alberto Magno, che candidamente asseriva che il maschio possedeva un’anima dopo 40 giorni dal concepimento, mentre la donna dopo 90, e S. Tommaso d’Aquino, sul cui pensiero si fonda la teologia e l’etica cristiana, che sosteneva la tesi della "animazione ritardata", prima della nascita, ma molto tempo dopo la fecondazione.
Non mi dilungo perchè vorrei invitare a meditare sul preciso momento della morte. Pochi sanno che il cuore adoperato per un trapianto è perfettamente pulsante, anche se il vecchio proprietario ha il cervello che non funziona più (elettroencefalogramma piatto). Una situazione identica a tanti ricoverati da anni, senza speranza, nei nostri centri di rianimazione, anche loro con il cervello distrutto, ma con un cuore o i polmoni malandati che non interessano per un trapianto.
Se a questi soggetti asportassimo il cuore senza utilizzarlo sarebbe eutanasia? E come mai non lo è se l’organo serve per un trapianto?
Alcune cellule resistono alla mancanza di ossigeno più delle altre. Ad esempio le cellule pilifere vivono fino a 6 giorni dopo la morte ufficiale, anche dopo il seppellimento del corpo. In caso di morte traumatica in un giovane, è impressionante, vegliando il cadavere, scoprire che al mattino ci vorrebbe il barbiere.
La delicata linea di confine tra l’inizio e la fine della vita mal si presta ad essere delineata con precisione, se si vuole trovare una risposta unicamente biologica, che non può soddisfare pienamente.
Una verità difficile da accettare per il laico, che non voglia travalicare nella scienza come dogma. Un argomento che diverrà sempre più scottante, che ha costituito per oltre trent’anni per il sottoscritto, come medico e come libero pensatore, oggetto di studio e riflessione, senza speranza oramai di una risposta soddisfacente e definitiva".
Achille della Ragione

Comments:
parole sante...
 
Già, alla fine sono solo i medici che hanno dei dubbi, delle incertezze, e che poi alla fine, giorno per giorno, si prendono un carico terribile....
Molti altri hanno queste insopportabili certezze...direi infantili....
 
La profondità dell'analisi dell'autore lascia stupefatti ed invita a meditare con serietà
 
Ho ospitato volentieri il post laico dell'amico Della Ragione. Laico proprio perché non dogmatico, ma problematico. Altro che "la verità" degli stolti, che più la pronunciano, più mostrano di esserne lontani.
E fa capire anche ai non esperti di biologia o di... medicina legale che in biologia non si riscontrano quelle certezze assolute e "di principio" che piacciono tanto a filosofi e teologi.
Insomma, può sembrare poetico, ma in realtà è scientifico: la vita viene "a poco a poco", in un processo tutto sommato "lento". E "a poco a poco" se ne va. Tanto è vero che perfino al cadavere nella bara, magari già sotterrato, continuano a crescere i peli della barba. Un particolare che sarebbe piaciuto al grande scrittore Edgar Allan Poe ("esequie premature"), uno dei miei autori preferiti di quando avevo 16 anni.
Insomma, voglio dire che con questi confini labili e discutibili, perde un po' di drammaticità e del significato "di principio" anche il problema della "buona morte". E torna pragmaticamente nell'alveo del diritto e della morale comune del momento (il "comune sentire" di volta in volta testimoniato dai sondaggi. Oggi Mannheimer trova che oltre il 60 per cento dei cattolici (per non parlare dei non cattolici) è favorevole alla buona morte, con garanzie e condizioni s'intende.
E' giusto che il Papa dica di no, ci mancherebbe. Sta lì per dire queste cose. Ma noi laici, dopo averlo omaggiato, dobbiamo fregarcene altamente del suo parere.
In una società in cui i forti dolori, le grandi e insopportabili sofferenze, i terribili e umilianti impedimenti fisici e psichici causati dalle malattie, sono vissuti come scandalose ingiustizie, atroci punizioni del Caso, compito di una società liberale è quello di attenuarli o farli cessare.
Welby oggi è solo cervello, e che cervello! E' un grande uomo, diciamolo. Un uomo di grande intelligenza e di alta moralità. Forse un esempio per molti. Un tipo così dovrebbe vivere, altro che morire. Ma se vuole morire perché lui stesso, con quel cervello che ha, ritiene troppo poco il poter soltanto pensare,
be', a malincuore il suicidio dobbiamo concederglielo come parte delle sue
 
«La vita è sacra!» blaterano di continuo gli oppositori dell’eutanasia e dell’aborto, sia che si tratti di clericali — costretti volenti o nolenti a fare certe affermazioni — o di semplici ingenui che per cultura o tradizione si fanno influenzare dai demagoghi.
Già, ma se così fosse avrebbero ragione i seguaci di certe sètte tradizionaliste dell’India che indossano costantemente una mascherina per evitare di inalare o inghiottire i moscerini! Sì, perché se la vita è “sacra” che potere abbiamo noi di fare un distinguo tra quella umana e quella animale (o addirittura vegetale)?. Il processo biologico che ne sta alla base è identico. L’unica differenza, ovviamente, è che fra tutti gli essere viventi l’uomo è il solo a porsi certi problemi; ma tutto ciò ha a che fare con la mente, col cervello, non con la vita in sé.
Detto ciò mi pare del tutto superfluo affermare che l’uomo, proprio in quanto entità pensante, deve avere il pieno diritto di disporre della propria vita. Appartiene soltanto a lui. Se decide di togliersela per qualsiasi ragione, sono faccende che riguardano lui solo. Se decide di porre fine a inutili sofferenze e non è più in grado di agire da solo, è sacrosanto che possa nominare un fiduciario (parente, amico o medico che sia) il quale intervenga in sua vece.
Il resto mi sembrano solo fiumi e fiumi di parole…
 
San Tommaso riferiva, senza farlo proprio, il pensiero di Aristotele, a proposito dei 40 giorni! Informati, mostro della Ragion!

Welby come Eluana sono stati uccisi dal condizionamento mentale Riotta prima e Riotta-Bonino poi. Welby sta per morire, uccidiamolo prima che muoia! E Riccio parte in quarta!
Sentenza Cassazione: prima parla Bagnasco, poi tizio, poi caia, poi, alla fine la serva dei capitalsiti massoni e neomalthusiani, la micro di Bra,la Bonino, mentre scorrono le immagini belle della bella Eluana che scia sinuosa ed elegante. Oh che meraviglia! Sembrava che la Bonino parlasse con la bocca di Eluana e che Eluana parlasse con la bocca della poco di buono, Bonino!! E dopo il lavaggio il sondaggio! Roba d maiali, noi, nutriti con la Riotta (Cibo per maiali) da massona Tv.
 
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