10 luglio, 2006
Cari onorevoli lib-lib-lib, ora, vedo, cominciate a ragionare...
Per evitare che i soliti furbi all'italiana fondino qualche nuovo soggetto pseudo-liberale (e le avvisaglie già ci sono...) entrate nel Coordinamento appena costituito dei Liberali Italiani. Trasformandolo, se volete. E' una struttura "preventiva" e cautelativa che serve a costituire un'àncora di salvezza, un punto saldo da cui partire nel caso che domani serva - e noi siamo sicuri che servirà - dar vita ad un soggetto liberale autentico, grande e autonomo.
"Grande"? ironizzerete voi. Ma sì. Tenete conto della scomposizione e ricomposizione che ci sarà. Con o senza la nuova Costituente proposta dall'intelligente Cisnetto di Società Aperta.
I liberali in Italia non sono lo 0,2 per cento, come certi politici pratici dicono, ma sociologicamente almeno 100 volte di più. Numerose indagini demoscopiche - senza mai riportare i termini "liberale" e "partito", hanno interrogato gli italiani con centinaia di domande su temi come mercato, laicità, cittadino-Stato, libertà di scienza ecc. Ebbene, è risultato che i liberali, che magari non sanno di esserlo, in Italia sono almeno il 30 per cento. E non potrebbe essere altrimenti, dopo la caduta del comunismo, nel Paese delle partite Iva, che è ancora dopotutto la 7 o 8.a potenza dell'Occidente. E invece, masochisticamente, certi politici liberali si comportano come se rappresentassero lo 0,2 per cento e usano come comodo alibi l'essere un'estrema minoranza...
Questo è il punto da cui partire. Basta con i reduci e i nostalgici. Torniamo alle idee liberali: chi le sottoscrive è liberale.
E dunque potremmo essere in tanti. Se i politici non si mettono di traverso creando pseudo-partiti che non hanno nulla a che fare con le opzioni vere in gioco: conservatori-clericali, liberali, socialisti (per tacere delle estreme).
Cari amici liberali, il 4 luglio, festa dell'indipendenza degli Stati Uniti, primo Stato liberale al mondo, il Coordinamento dei Liberali Italiani, fondato il 10 giugno scorso (dopo mesi di preparazione e dopo due anni che il Salon Voltaire lo andava invocando), ha concluso il paziente lavoro di redazione del Manifesto programmatico, che mettendo faticosamente d'accordo e amalgamando le più diverse esigenze delle varie correnti liberali, segna l'ambito ideale, politico e culturale, insomma i confini, del Coordinamento per l'unificazione dei Liberali Italiani in un movimento unitario che potrebbe sfociare nelli Stati generali. Nel Manifesto tutte le posizioni liberali sono rappresentate, ma non a scapito dell'unità d'intenti e delle scelte precise, né della determinazione, che - vi assicuriamo - è molto forte. Una bella data, un bel risultato. Un Manifesto molto più bello e impegnativo di quello che sarebbe bastato. Meglio così: potrà servire in futuro.
Abbiamo, dunque, già fatto il lavoro duro di delineare i confini ideali. Siamo persone mature, conosciute, liberali da molti anni, ma non legate direttamente a nessun partito o schieramento. Disgustate, però, tutte, da come certi partiti hanno utilizzato in modo cinico il termine "liberale".
E ora questa struttura bella e pulita la offriamo a voi, a tutti, purché veniate con spirito di servizio, senza prosopopea, senza meschine strumentalizzazioni di partito. Il Gruppo vuole essere - per ora - un gruppo di collegamento, un pre-partito, quindi adatto oltreché ovviamente ai liberali terzisti anche a politici che militano su sponde opposte, purché autenticamente liberali.
Partecipare non costa nulla politicamente. Male che vada - ma deve andare bene - sarà un piccolo Parlamento liberale, una lobby liberale. E la vostra autonomia operativa è garantita. Ma al liberalismo serve la vostra grande esperienza politica, oltre alle vostre relazioni, determinanti per l'eventuale futuro soggetto liberale unitario.
Il Coordinamento, poichè vuole unificare i movimenti liberali in vista degli Stati Generali, ammette per ora solo i Gruppi. Ma per i grandi esponenti e i parlamentari si può fare un'eccezione: come organizzatori. E poi qualcuno dei vostri amici lo porterete certamente.
Ora la primissima "cosa" liberale è definita, le pareti della "casa comune" terminate. Si tratta adesso di riempirla, di abitarla. Tocca a noi, a voi, ai singoli gruppi, far conoscere all'esterno la novità, e soprattutto aderire e far aderire al Coordinamento i tanti altri Gruppi liberali italiani (club, movimenti, associazioni, partiti, fondazioni ecc).
Non siamo quinte colonne di nessuno, ma liberali puri (anche se non ingenui e di una certa esperienza) e sappiamo che sono almeno un centinaio i club, i movimenti, perfino interi piccoli partiti (liberali e repubblicani) che potrebbero aderire. In modo da avere una rappresentanza fedele e imponente dei liberali organizzati, e poter dar vita, quando sarà il momento, agli Stati generali. Sulla cui organizzazione pratica abbiamo messo a punto un sistema informatico e telematico originale e geniale.
quali sono quelli non sufficientemente "liberali"?
ciao. un radicale
Lo so che è impossibile (i liberal-radicali sono tutti galli nel pollaio), ma fatemi sognare: se si unissero tutti i liberali veri, da Costa e Martino a Franco Debenedetti e Pannella, il nuovo soggetto liberale (con segretario obbligatorio Capezzone, se no faccio una strage: sono un capezzoniano Doc), in 4 anni di propaganda avrebbe il 30 per cento dei voti, e condizionerebbe la politica italiana. Tutto sarebbe diverso.
Chi lo impedisce?
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