02 maggio, 2006

 

Intervista esclusiva. Berlusconi: “Basta, mi ritiro a fare il sindaco a...”

Si ritira dalla politica? Non si ritira? Le folate del venticello malandrino si rincorrono in un Transatlantico semideserto, ex "corridoio dei passi perduti". Dopo tante sconfitte “onorevoli”, che dico, vere e proprie "vittorie morali", il fido, macché, l'infido Letta gli sta suggerendo di prevenire le Procure di mezza Italia e di uscire dal proscenio con un altro dei suoi famosi coups de théatre. Ma ora, approfittando della crisi, finalmente, sembra che si sia deciso. A che cosa? Alle dimissioni formali. Chi? Ma il Berlusca, cribbio. Possibile? Sicuro. Come anticipato da varie telefonate intercettate, toglie il disturbo. Una volta tanto con eleganza. L’ultima. Per fare che? Il sindaco.
No! Certo che, se è vera, è una notiziona da far diventare rossi per l'ipertensione molti direttori di giornali, da far impallidire per il panico molti politicanti di mezza tacca del Centro-destra: che lavoro fare ora nella vita, loro che non sanno fare niente?
Oddio, che disastro! Che ne sarà, ahimé, dei vignettisti? E di Travaglio? E delle Olgettine? E delle escort baresi? E, figuratevi, non solo la “stampa” (be’, sì,  il nome è un po’ eccessivo) amica, ma anche la nemica, che ora si vedrebbe mancare all'improvviso, sia pure dall'opposizione, il miglior collaboratore, volevo dire il più facile obiettivo per i propri strali. Per esempio, come intitolare, senza Berlusconi, loro che non sanno fare i titoli? Insomma, davvero un dramma corale. Una tragedia giornalistica. Immaginiamo già il titolone (sbagliato) dell’Unità: prenderà mezza pagina, sarà troppo nero, e così il giornale sporcherà le mani ancor di più. Forse anche con risvolti economici. Ci costerà un punto di PIL solo in sbandamento psicologico. Produzione negli uffici italiani il giorno del comunicato definitivo: zero.
Comunque il Cavaliere, martire sì, ma fino a un certo punto, non vuole fare la fine di Craxi. A differenza del leader socialista, ha individuato per tempo, grazie al mastino ministro dell’Interno (buono quello!), nomi e indirizzi dei finti "amici". Mica per altro, non temete, solo per mandargli una lettera a sorpresa, più ironica e soft di quello che loro si aspettano, conoscendo il personaggio: "Cari amici, approfittando della crisi vi lascio. Lieto della vs. collaborazione… ecc.". Così, grazie all’aiuto non disinteressato di un collega, siamo riusciti ad intervistarlo. Ammettiamolo: è il colpo della nostra carriera:
 
- Sono vere, Presidente, le voci che…?
- Ma sì, basta con tutti questi traditori, mangiapane a ufo. Mi costano un occhio della testa. E io, pirla, che li ho invitati tutti nella villa in Sardegna… Sapete che faccio? Li lascio tutti con un palmo di naso. Non mi faccio bollire a fare il capo dell'opposizione. Mi ritiro in un paesino sperduto… Be’, sperduto proprio no, deve essere a un’ora di macchina o un quarto d’ora di elicottero dall‘aeroporto…
- A fare che, scusi…
- Il sindaco
- Il sindaco, Presidente?
- Sì, il sindaco. Tutti i francesi lo fanno prima di diventare ministri, e non lo posso fare io dopo aver fatto di tutto?
- Scusi, Presidente, ma lei, come dire, a quel paese ci va di sua volontà o, come dicono a Roma, ce lo hanno mandato?
- Non faccia lo spiritoso, è una mia scelta, figuriamoci se gli davo una soddisfazione del genere ai corvi della Sinistra e della Destra. Eppoi, mi consenta, vuol mettere la soddisfazione di lasciare nella merda la Destra, la Sinistra e soprattutto i comunisti?
- Come sarebbe, "nella merda"?
- Sì, mi scusi la parola inelegante, ma lei capisce che senza di me, senza il Berluska, che cosa farebbero tipi come Cicchitto e via esemplificando per sbarcare il lunario? Non sanno fare nulla nella vita, tranne che parlare. Parassiti, parolai. Ma me la godo di più pensando al centro-sinistra.
- Come, "se la gode", Cavaliere? Quelli saranno contenti, altroché, di non vederla più a Montecitorio. Faranno i cortei con le fiaccole, e andranno alla messa di ringraziamento pure gli atei...
- Lei dice? Sì, forse, il primo giorno. Ma poi? Immagini uno come Bersani, che parla tanto senza mai dire nulla. Allora sarà costretto a inventarsi delle idee. Ma le ha? Ne dubito. E gente come Vendola? Ce li vede lei creare uno schema politico, un piano, o predisporre una grande strategia per la rinascita economica del Paese?
- Be', però, neanche lei ha fatto molto, Presidente, lo ammetta...
- E per forza. Avrei voluto vedere lei, con tutti quei democristiani attorno a controllarmi, a frenarmi, al di qua e al di là del Tevere: "Ruini vuole questo, Bertone vuole quest’altro, Sua Santità suggerisce quest’altro ancora…” E i monsignori, i commercianti, i farmacisti, i notai, gli avvocati, i tassisti, i guardamacchine... Tutti a tirarmi per la giacchetta. Comunque, senza il mio nome odiato che la teneva artificialmente incollata, la Sinistra non saprà più che dire e che fare. Resterà con un palmo di naso. Si accorgerà di non avere nessun argomento in comune. La fine, mi creda. Una figuraccia col pubblico degli elettori moderati, e perfino con gli ultrà, gli anti-Tav, i no-global, che scopriranno che razza di gente c’è alla mia sinistra. Insomma, per loro sarà la crisi più nera, polemiche a iosa, secessione continua. Quelli, creda a me, non hanno uno straccio di idea in comune, che è una. Sono uniti solo dall’odio verso di me. E sa che le dico? Che estromesso me, anzi auto-esiliatomi, dopo un mese sentiranno la mia mancanza. Sarà la mia vendetta postuma! E l’uomo della strada dirà: “Si stava meglio quando si stava peggio...”
- Vabbè, Cavaliere, già sentita questa, non è una delle sue migliori. Ma ci parli del paesino.
- Ma come, non capisce? Almeno lì non mi rompono gli zebedei. Posso decidere, finalmente, almeno sul tipo di lampioni da mettere sul Corso e sul colore delle panchine. Finora neanche questo ho potuto fare.
- Be’, ora non si butti giù, Presidente, sarà un momento di depressione….
- Almeno lì, in quel paesino sperduto ma non troppo, gli onesti cittadini che lavorano terranno conto dei miei consigli.
- Lei crede, Cavaliere? Guardi che anche nei villaggi sperduti la famosa litigiosità italiana non dà tregua.
- Comunque ho messo al lavoro uno staff di tecnici della Protezione Civile, coordinato da Bondi, che oggi è senza lavoro, tutti muniti di mappe militari IGM a 1:25000, lente di ingrandimento, lista dei comuni italiani, annuario della Società Geografica, Touring Club, e un potente GPS dell’ultima generazione…
- E’ una notizia: Bondi sa usare il GPS?
- Be’, veramente no, ma sta frequentando un corso… Sa, lui in origine era contrario…
- Vuol dire che gli è rimasto il tic di quand’era comunista: tutte ‘ste diavolerie elettroniche sono il Diavolo capitalista-americano…
- Lei adesso esagera… Ma comunque sta imparando…
- E allora, Presidente, che ha trovato la commissione Bondi?
- Un grazioso paesino, proprio vicino a Roma…
- Si chiama?
- S.Polo…
- S.Polo? Non è possibile… E dove l’ha trovato?
- Qui vicino, a trenta chilometri. E non basta, sapesse. Il nome intero è ancora più bello per me: S. Polo dei Cavalieri. Mi consenta, una scelta obbligata.
 
NICO VALERIO

Comments:
complimenti...bella davvero l'ieda dell'intervista a berlusconi......
 
Geniale, dovrebbe pubblicartela un grande giornale...
 
Credi? I giornali italiani (sinistra e destra) sono famosi per il loro conformismo ottuso e bigotto. Perciò sono poco letti. In realtà servono solo per lanciare messaggi ai potenti dell'economia e ai politici.
Un innocuo e divertente articolo del genere andrebbe a ruba all'estero (e pagato a caro prezzo), ma in Italia è quasi impossibile pubblicarlo. D'altra parte interessa solo il mercato italiano.
I direttori italiani sono un disastro: non sono mai i migliori giornalisti. Da noi anche i giornali più goliardici, come il Foglio, si atteggiano a seriosi...
 
Magari si ritirasse a fare il sindaco in un paesino... Solo che a S.Polo dei Cavalieri (mie indagini personali) non lo vogliono. Hanno detto: non cominciamo a diffondere idee del genere, che poi la gente - sai com'è nei paesi - ci crede davvero e si preoccupa...:-)
 
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