06 gennaio, 2006

 

Tartarino da Mola di Bari e le sue risibili avventure nel mondo

Nessuno scrive articoli commoventi quando i militari amerikani, giovani arroganti, senz'anima, che invadono prepotentemente il suolo islamico, ci lasciano le penne (e lo fanno, va detto, non per piacer loro, ma per tentare di assicurare a tutti un mondo migliore). La loro morte non fa notizia, mi scrive l’amico Piero Mazza. E’ normale, opportuno, forse desiderabile per molti – aggiungo - che dei soldati americani, anzi degli americani in generale, muoiano in terra straniera. Ben gli sta. Perché erano andati fin lì, chi glielo aveva fatto fare? Perché non hanno lasciato quei popoli ai loro despoti crudeli ed eccentrici, alle loro lapidazioni, ai burqa, ai roghi delle prostitute, insomma alle loro belle "tradizioni"? Come era normale, del resto, anzi auspicabile, che qualche soldato romano morisse tra i Syriaci e gli Illiri, tra i Galli e i Daci. Dove bene o male era andato per portare il latino, il diritto, la tecnologia, l’architettura, la civiltà. Come oggi, troppo tardi, nonostante i fumetti dell’ottuso Asterix, quei popoli riconoscono.
Ma se un giornalista o fotografo, meglio se dell’area antagonista (antagonista a che, allo stipendio?) o finto-pacifista, subisce un incidente mentre lavora in un Paese islamico, siamo pronti a organizzare cortei e sfilate su tutto il suolo italiano. Eppure un giornalista sa bene che il rischio è il suo lavoro.
E allora perché quando incappa in un rapimento un nostro Tartarino di Tarascona, uno dei tanti turisti italiani – famigerati over the World – amanti di sensazioni forti e di "Disavventure nel Mondo", per i quali il rischio è la migliore cartolina da spedire ai colleghi d’ufficio, l’Italia deve sobbarcarsi tutto il carico di piagnistei, articoli lacrimosi, apprensione, ricatti di capibanda, riscatti e spese logistiche, nonostante la preventiva messa in guardia del Ministero degli Esteri? Cos’è che seduce gli impiegati di banca o del catasto, che gli dà quel certo prurito irrefrenabile, forse la provinciale e improbabile imitazione del mitico "fotoreporter in giubbetto multi-tasca" eternato dalla tv? Sì? E allora paghino. Al luna park per le montagne russe o il "tunnel degli Spiriti" c’è un biglietto. E mobilitare per una bravata in Oriente ministeri, consolati, ambasciate, polizie e ambulanze, costa. A parte il procurato allarme, l’enorme fastidio e disturbo che arrecano questi risibili avventurieri di Fornovo di Taro, Tarcento, Afragola o Mola di Bari, almeno rifondino le spese vive, auspica Mazza. Ma oltre al risarcimento, aggiungo io, se ci fosse davvero "un giudice a Roma", dovrebbero essere condannati per la legge del contrappasso a passare le prossime vacanze a Rimini, "turisticamente rieducati" in un albergo a loro scelta (e a loro spese). Arresti turistici domiciliari.

Comments:
Il presidente della Commissione Esteri della Camera, Gustavo Selva, ha dichiarato (Corriere di oggi): «Chi vuol fare l’Indiana Jones, non lo faccia a spese della collettività» azzanna quello che un tempo era «radio belva». Che precisa: «Chi si avventura nelle mete sconsigliate dalla Farnesina, spesso senza aver aver informato le nostre autorità diplomatiche, come è avvenuto in questa occasione (me lo ha assicurato il nostro ambasciatore a Sanàa) e poi si trova nei guai, ebbene sia costretto a pagare, in base alle capacità contributive, le spese che lo Stato deve sostenere per il soccorso. Ad esempio: questo salvataggio, che ho seguito personalmente, penso ci sia costato non meno 30-40 mila euro, forse 100 mila. Ormai da anni l’Unità di crisi spende un sacco di soldi per chi, con negligenza, si perde in foreste o deserti o viene rapito». L’onorevole Selva non allude al pagamento di un riscatto: «Ufficialmente è stato dichiarato che non c’è stato e non posso non crederci». Parla, invece, delle spese per il personale e i mezzi dei Servizi inviati nello Yemen. «La mia idea vuole aprire un dibattito, deve essere discussa anche con le compagnie di viaggio e si potrà concretizzare in un decreto ministeriale o in un disegno di legge da presentare nella prossima legislatura. Sicuramente risponde a un sentimento dell’opinione pubblica».
 
600 mila euro è il costo dell'operazione che i cinque (o quattro, non ricordo) spensierati incoscenti italici dovrebbero pagare secondo una associazione dei consumatori. Mi sembra giusto
 
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