05 gennaio, 2006

 

Champagne liberale: che scegliere tra Veuve Clicquot e dom Pérignon?

A me lo potete dire, per l’inizio dell’anno avete brindato con Veuve Clicquot o Dom Perignon? Come? "Snobismo da quattro soldi del tutto fuori luogo su un sito del genere"? Sì, vabbè, ma credetemi, davvero tertium non datur, come vi spiegherò dopo. Ma intanto devo confessarvi che ne ho combinata un’altra delle mie. Dopo aver raccolto una buona parte dei siti dell’area liberale, che vedete qui accanto raggruppati a caso per favorire nei lettori i percorsi più imprevedibili (il bel sito di Cappato è stato distrutto da hackers politici, però l’ho messo lo stesso, alla memoria), mi è venuto da ridere.
Che galleria di personaggi. Si va dal prete al mangiapreti, dal ministro di polizia al bombarolo, dal principe all'artigiano, dal freddo illuminista francese al simpaticone partenopeo tutto "anema e core", dal passo lento (come il periodare) del vecchio scrittore erudito, allo stile acuminato del giovane idealista nervoso e visionario, dallo statista con l'enbonpoint da scrivania, salottiero tessitore di trame, alla Cavour, fino allo scattante e febbrile risorgimentale d’attacco, con la fondina sempre carica appesa all’uscio (e una porta segreta dietro l’armadio), tipo Sogno del Vallino, che non sapevi mai se fuggiva o inseguiva qualcuno. Questa è vita, ragazzi, altro che quei morti ammuffiti dei non-liberali. Venite da noi, ché qui si vive davvero, ci sono forti emozioni, solo qui se ne vedono e sentono proprio di tutti i colori.
Ma poi mi sono chiesto: non è che ho commesso qualche errore, e questo acrobatico circo Barnum delle libertà spaventerà chi ci capita per caso? Già, e poi chissà come la prendono i lettori più tradizionali e seriosi, diciamo gli "abbonati della galleria". Ma ormai la frittata dei link era fatta. Vaglielo a spiegare che il liberalismo è come un ipermercato. Ha di tutto, e per questo ha sbaragliato la concorrenza. Così grande e così fornito che l’acquirente ci passa una vita: era entrato per comprare un pamphlet e se ne esce con l’Encyclopédie. "E’ il bello del mercato moderno, bellezza".
Poi, però, mi sono chiesto perché era venuto fuori quel pot pourri così vario e imprevisto, quali erano i criteri che istintivamente avevo usato per la cernita. Quelli di voi che si dilettano di cucina mi capiranno: ho assaggiato qua e là le creme, i dolci e gli sformati e ho capito gli ingredienti comuni al volo: il latte dei Diritti, la panna della Ragione, lo yogurt della Laicità (o del laicismo? non mi ricordo più: devo chiedere a Buttiglione), e il formaggio del Mercato. A caso e senza volerlo avevo selezionato club, gruppi, movimenti, centri culturali, lobbies politiche, che rispondevano in pieno almeno ad uno dei quattro "vagli": liberalismo, liberismo, laicismo, razionalità. Però, fatemi un favore: non diteglielo, perché se quelli s’incontrano si accapigliano. Che ne sanno che sono tutti liberali? Alcuni, addirittura, credono di essere avversari tra loro. Dite che basta che lo sappiamo noi? E' vero: a noi stanno bene così, il che non significa che se dicono o fanno qualche sciocchezza non li criticheremo. Amabilmente, però. Insieme fanno il bouquet giusto: lo chiameremo Lib-Lib-Lib-Lib. E lo champagne? Ah, sì, non vi ho detto che mentre facevo la cernita ho sorseggiato, io astemio, un paio di calici della vedova Cliquot. Che mi ha proprio preso, insanziabile come le allegre vedove libertine. Voi direte: ma non c’era una ragazza più giovane? L’avrei preferita, ma l’alternativa era il monaco dom Perignon, voi capite…

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