04 gennaio, 2006

 

Il segreto dell'azienda Italia? 5 dirigono, 4 controllano, uno lavora

A sentir parlare di sprechi e di lavoro non ben fatto, noi liberali saltiamo sù come punti da una tarantola. Ma questa è solo una foto umoristica, una di quelle che indulgono alla facile satira da bar, tra le tante che girano su Internet (a proposito, ma quanto tempo perdono in queste cose gli impiegati in Italia?). Dove - si sa com'è nel lavoro dipendente e sindacalizzato - le colpe stanno sempre in alto, mai in basso, e grava su tutto e tutti l'ombra malefica del dirigente, o del padrone avido e ottuso. Non è sempre così, ovviamente. Però, la foto simboleggia con efficacia come vanno le cose nell'azienda Italia e perfino nelle aziende in Italia. Insomma, tutti "controllano", "supervisionano", "dirigono", "rappresentano", fanno "pubbliche relazioni", si occupano dello "sviluppo", delle "nuove tecnologie", della "sicurezza". Espressioni così, legate per una famosa e verissima "legge di Peters" al massimo grado dell'incompetenza. E a questo punto, per paradosso, è quasi un bene per l'Italia che uno solo effettivamente lavori: è l'unico davvero esperto. Che succederebbe se lavorassero tutti? Pensate ai raccomandati alla Rai, nei giornali, nelle Regioni, nelle Asl. E la cosa è particolarmente vera nelle società oggi finto-private, ma ieri davvero di Stato, oltre ai soliti vituperati impiegati ministeriali, regionali, provinciali e comunali che non fanno più notizia. Certo, molto del lavoro vero non appare agli occhi superficiali di chi osserva, perché è stato fatto in un momento precedente o dietro le quinte. Ma lasciateci involgarire, una volta tanto, nella denuncia becera e popolaresca. Purché sia chiaro che l'ironia stavolta si rivolge sia ai tanti non-lavoratori pagati, sia ai critici da bar loro colleghi. E spesso - mimetismo italico - si tratta delle stesse persone: se la suonano e se la cantano. Anzi, e se questa foto fosse un alibi?

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