29 dicembre, 2005

 

Laicismo? E' il fondamento per i liberali. Ma Matteucci non lo sa

La vecchiaia non sembra portare saggezza allo studioso Nicola Matteucci, che in un'intervista sul Giornale mette tra i nemici del liberalismo addirittura il "laicismo". Ma i liberali non sono laici? gli obietta giustamente il giornalista. Laici, sì, ma non "laicisti", risponde Matteucci improvvisatosi Sibilla. Cioè? Abbiamo già dimostrato nella News-letter del Salon Voltaire che questa è una distinzione fasulla, inesistente, che non sta in nessun testo scientifico, ma solo nelle recenti dichiarazioni senza capo né coda di Casini, Buttiglione, Pera e di qualche "fogliante" convertito per vendere più copie. Visto che il laicismo altro non è che l'essere laici, come spiegano i dizionari.
Certo, lo capiamo, ai clericali e agli ultra-conservatori il laicismo non piace (però ai cattolici liberali, sì), ma perché inventarsi addirittura la sciocchezza che sia "nemico del liberalismo" (non "liberalesimo", amici che fate i titoli del Giornale: dite forse "socialesimo", "comunesimo?). Anzi, ne è proprio uno dei fondamenti storici e dottrinari, visto che il liberalismo prese corpo anche dalla opposizione alla corruzione e all'autoritarismo delle norme della Chiesa, estese alla sfera civile. In altre parole, i liberali del Risorgimento, di destra, di centro o di sinistra, secondo Matteucci non sarebbero liberali. Aberrante. Eppure, perfino i liberali moderati (Centro-destra) confiscarono i beni alle Congregazioni religiose, cancellarono la manomorta ecclesiastica, incarcerarono vescovi che esortavano i fedeli a disobbedire alle leggi, bombardarono le mura del Papa ed entrarono a Roma. Tutte cose "illiberali", vero? Temiamo che Matteucci non passerebbe la maturità classica se dicesse cretinaggini simili. E che sia vecchio non è un'attenuante, ma un'aggravante, perché da vecchi si dice finalmente quello che si pensa.
La verità è che se qualcuno, oggi come ieri, pensasse di estendere le norme interne della Chiesa o della religione a leggi dello Stato, agendo come un vero e proprio potere extra-religioso, sappia che questo si chiama "clericalismo", e lui stesso "clericale". Un liberale vuol dire tante cose, ma in una situazione del genere è solo colui che si oppone fermamente e reagisce a questo disegno illiberale: il suo, quindi, in senso stretto è "anti-clericalismo", e lui stesso letteralmente "anti-clericale". Non ci sono altre parole. Non è un estremismo, ma la reazione naturale che un liberale deve tenere di fronte a chi ha infranto la norma liberale fondamentale del laicismo. Un liberale è laico o non è. Come di fronte al comunismo e al fascismo, non sarebbe liberale chi fosse neutrale, bipartisan, ma solo chi si manifestasse risolutamente anti-comunista e anti-fascista. E Croce lo ha detto più volte, chiaramente. Fa male Il Giornale a confondere in questo modo le idee ai suoi lettori: vorrei vedere se venisse arrestato il poliziotto che ha ammanettato un ladro. Certo, l'ideale sarebbe che non esistessero quei violenti di poliziotti, ma lo capiscono Matteucci e Il Giornale che, prima, non dovrebbero esistere...i ladri?

Comments:
Ma allora, fammi capire, se il laicismo è tipico del liberalismo, secondo te questa strana razza di "liberali anti-laicisti" che sarebbe?
 
Si tratta di normali conservatori, detto senza alcuna valutazione negativa.
 
MATTEUCCI VERO LIBERALE

Si tratta si di un vecchio , ma di un grande vecchio. La sua asserita “vecchiaia” – mi sembra in realtà maturità e saggezza . Ritengo più vecchio chi è ancor oggi ossessionato dalla antistorica ” religione del laicismo anticlericale italiota “
Open your mind ,Please “
In nome della “religione del laicismo” e in difesa del sillabo del sempiterno anticlericalismo si
è imbastito contro Matteucci un processo degno dell’inquisizione ,per avere distinto laici dai aicisti e avere giudicato indispensabile l’incontro tra liberali e cattolici
Pollice verso per Matteucci e plauso invece per Morelli che “liberalmente “ ha scelto di
schierarsi a fianco dei comunisti italiani e dei “No global “ senza volto..
Giusto vigilare sul pericolo clericale., ma anche affinché i fondamentalisti non prevalgano tra gli islamici che. nel 2100 , si prevede saranno più numerosi degli europei nativi
Argomentazioni proposte dal più volte vituperato Marcello Pera , descritto come un fregoli
delle idee ,a rinforzo delle sublimi argomentazioni rese dal compagno di merende di Pannella ,
l’inefffabile e autorevole Gioia . Pera appare comunque in buona compagnia Oltre al dialogo con Ratzinger che ha sopratutto il grave torto di essere Papa, della sua fondazione Magna Carta fanno parte ,tra gli altri, personaggi del calibro del mussulmano Magdi Allam e della giornalista italo- israeliana Fiamma Nirenstein. Strana accolita di temuti fondamentalisti cattolici ! In realtà rivendicazione di identità e di valori distintivi della civiltà
occidentale di cui fanno parte i diritti naturali preesistenti alle legislazioni dello stato ,
prima di tutto il rispetto della persona ,che sono comuni, all’ebraismo , al cristianesimo , ma guarda caso fanno parte fondamentale del pensiero classico liberale. Le radici giudaico –cristiane dell’Europa di cui i giacobini di ieri e di oggi negano l’esistenza.

Piccopillo
 
Caro Piccopillo, ti dice niente il fatto che quest'esigenza di laicismo c'è solo (o di più) in Italia? Perché proprio in Italia c'è stato il dominio temporale della Chiesa e tuttora c'è il papa. Il quale, con la sua curia, continua a occuparsi di politica italiana. Ti sei chiesto perché lo fa molto meno (o quasi mai) con la politica dell'Inghilterra (eppure la moglie di Blair è cattolica) o degli Usa? Perché lì "non c'è trippa per gatti", cioè non c'è l'humus adatto all'accoglimento dell'intromissione clericale. Che invece c'è in Italia.
Quindi il laicismo è un problema di tutti i liberali (senza laicismo non esisterebbe il liberalismo)ma ancor di più di quelli italiani.
In quanto a Matteucci, da giovane liberale lo definivo un liberale di destra (senza alcun disprezzo: io stesso non sono mai stato un sinistrorso). Poi ho capito: lo "sembrava" solo perché allora non si pronunciava sul laicismo, o perché il problema non era sollevato. Oggi, se fa queste strane distinzioni, inesistenti nel liberalismo, devo concludere che non è un vero liberale, ma semmai un conservatore. Ce ne sono tanti, anzi forse oltre la metà dei sedicenti liberali sono in realtà dei conservatori. E lo si vede anche da un altro sintomo: non amano la critica, per loro il liberalismo sarebbe una bella, elegante costruzione, ma guai a chi usa la ragione, a chi fa obiezioni, a chi usa il giudizio critico che è alla base del liberalismo. Che è - lo ricordo, in estrema sintesi - fatto di tante libertà individuali, di poche ma severe regole, di tanta razionalità, di tanto spirito critico. La mancanza di laicismo contrasterebbe con tutti e tre i princìpi: sarebbe contro le libertà individuali, contro la ragione (te l'immagini, una religione che diventa legge?), contro lo spirito critico.
Quindi chiunque non accetta laicità o laicismo urta anche il liberale di destra (Cavour ecc): semplicemente non è liberale, ma conservatore. Del resto molti cosiddetti cattolici liberali italiani sono di un'ambiguità unica: non hanno mai accettato - ha scritto Gobetti - la mentalità liberale, ma hanno solo approfittato delle istituzioni.
 
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