29 dicembre, 2005
Laicismo? E' il fondamento per i liberali. Ma Matteucci non lo sa
Si tratta si di un vecchio , ma di un grande vecchio. La sua asserita “vecchiaia” – mi sembra in realtà maturità e saggezza . Ritengo più vecchio chi è ancor oggi ossessionato dalla antistorica ” religione del laicismo anticlericale italiota “
Open your mind ,Please “
In nome della “religione del laicismo” e in difesa del sillabo del sempiterno anticlericalismo si
è imbastito contro Matteucci un processo degno dell’inquisizione ,per avere distinto laici dai aicisti e avere giudicato indispensabile l’incontro tra liberali e cattolici
Pollice verso per Matteucci e plauso invece per Morelli che “liberalmente “ ha scelto di
schierarsi a fianco dei comunisti italiani e dei “No global “ senza volto..
Giusto vigilare sul pericolo clericale., ma anche affinché i fondamentalisti non prevalgano tra gli islamici che. nel 2100 , si prevede saranno più numerosi degli europei nativi
Argomentazioni proposte dal più volte vituperato Marcello Pera , descritto come un fregoli
delle idee ,a rinforzo delle sublimi argomentazioni rese dal compagno di merende di Pannella ,
l’inefffabile e autorevole Gioia . Pera appare comunque in buona compagnia Oltre al dialogo con Ratzinger che ha sopratutto il grave torto di essere Papa, della sua fondazione Magna Carta fanno parte ,tra gli altri, personaggi del calibro del mussulmano Magdi Allam e della giornalista italo- israeliana Fiamma Nirenstein. Strana accolita di temuti fondamentalisti cattolici ! In realtà rivendicazione di identità e di valori distintivi della civiltà
occidentale di cui fanno parte i diritti naturali preesistenti alle legislazioni dello stato ,
prima di tutto il rispetto della persona ,che sono comuni, all’ebraismo , al cristianesimo , ma guarda caso fanno parte fondamentale del pensiero classico liberale. Le radici giudaico –cristiane dell’Europa di cui i giacobini di ieri e di oggi negano l’esistenza.
Piccopillo
Quindi il laicismo è un problema di tutti i liberali (senza laicismo non esisterebbe il liberalismo)ma ancor di più di quelli italiani.
In quanto a Matteucci, da giovane liberale lo definivo un liberale di destra (senza alcun disprezzo: io stesso non sono mai stato un sinistrorso). Poi ho capito: lo "sembrava" solo perché allora non si pronunciava sul laicismo, o perché il problema non era sollevato. Oggi, se fa queste strane distinzioni, inesistenti nel liberalismo, devo concludere che non è un vero liberale, ma semmai un conservatore. Ce ne sono tanti, anzi forse oltre la metà dei sedicenti liberali sono in realtà dei conservatori. E lo si vede anche da un altro sintomo: non amano la critica, per loro il liberalismo sarebbe una bella, elegante costruzione, ma guai a chi usa la ragione, a chi fa obiezioni, a chi usa il giudizio critico che è alla base del liberalismo. Che è - lo ricordo, in estrema sintesi - fatto di tante libertà individuali, di poche ma severe regole, di tanta razionalità, di tanto spirito critico. La mancanza di laicismo contrasterebbe con tutti e tre i princìpi: sarebbe contro le libertà individuali, contro la ragione (te l'immagini, una religione che diventa legge?), contro lo spirito critico.
Quindi chiunque non accetta laicità o laicismo urta anche il liberale di destra (Cavour ecc): semplicemente non è liberale, ma conservatore. Del resto molti cosiddetti cattolici liberali italiani sono di un'ambiguità unica: non hanno mai accettato - ha scritto Gobetti - la mentalità liberale, ma hanno solo approfittato delle istituzioni.
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