06 gennaio, 2006
Tartarino da Mola di Bari e le sue risibili avventure nel mondo
Ma se un giornalista o fotografo, meglio se dell’area antagonista (antagonista a che, allo stipendio?) o finto-pacifista, subisce un incidente mentre lavora in un Paese islamico, siamo pronti a organizzare cortei e sfilate su tutto il suolo italiano. Eppure un giornalista sa bene che il rischio è il suo lavoro.
E allora perché quando incappa in un rapimento un nostro Tartarino di Tarascona, uno dei tanti turisti italiani – famigerati over the World – amanti di sensazioni forti e di "Disavventure nel Mondo", per i quali il rischio è la migliore cartolina da spedire ai colleghi d’ufficio, l’Italia deve sobbarcarsi tutto il carico di piagnistei, articoli lacrimosi, apprensione, ricatti di capibanda, riscatti e spese logistiche, nonostante la preventiva messa in guardia del Ministero degli Esteri? Cos’è che seduce gli impiegati di banca o del catasto, che gli dà quel certo prurito irrefrenabile, forse la provinciale e improbabile imitazione del mitico "fotoreporter in giubbetto multi-tasca" eternato dalla tv? Sì? E allora paghino. Al luna park per le montagne russe o il "tunnel degli Spiriti" c’è un biglietto. E mobilitare per una bravata in Oriente ministeri, consolati, ambasciate, polizie e ambulanze, costa. A parte il procurato allarme, l’enorme fastidio e disturbo che arrecano questi risibili avventurieri di Fornovo di Taro, Tarcento, Afragola o Mola di Bari, almeno rifondino le spese vive, auspica Mazza. Ma oltre al risarcimento, aggiungo io, se ci fosse davvero "un giudice a Roma", dovrebbero essere condannati per la legge del contrappasso a passare le prossime vacanze a Rimini, "turisticamente rieducati" in un albergo a loro scelta (e a loro spese). Arresti turistici domiciliari.
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