15 gennaio, 2008

 

Il Papa, il rettore, i laicisti del menga e l’arte cattolica di rivoltare le frittate

La lettera di 60 docenti contrari al discorso di Benedetto XVI per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Roma, e il manifesto di 60 studenti ("Il Papa contro l’università"), oltre alla minaccia, questa sì grave, di sparare contro l’incontro musicaccia rock a 120 decibel come arma di dissuasione di massa, non hanno avuto la forza di far passare i 120 protagonisti della "Disfida della Sapienza" dalla ragione al torto. Ragione da vendere avevano all’inizio, ragione hanno ora che la grottesca vicenda si è conclusa. Il Papa non veniva per dialogare, ma per fare un comizio senza repliche, ancora una volta a reti tv unificate. Veniva per confermare in modo arrogante agli italiani il potere della Chiesa sul sapere, la censura sulla scienza. Quando è troppo, è troppo.
D’altra parte, nonostante le farisaiche lamentele dei politici in tv, non ha avuto la grazia di trasmigrare dal torto alla ragione la tesi dei cattolici integralisti e dei clericali, quella cioè dell'impedimento al Papa, della censura. Bene perciò ha fatto il Vaticano a rinunciare all’insolita e imbarazzante cerimonia papale di inaugurare un anno accademico nell'università pibblica, cosa impensabile in qualsiasi Paese al mondo, Irlanda e Spagna incluse, essendo ben nota la posizione anti-scientifica della Chiesa, e perciò concepibile – il che aumenta la vergogna degli Italiani – solo nella poco dignitosa Penisola, evidentemente considerata Stato Pontificio, o protettorato di Sancta Romana Ecclesia. Per la gioia degli irridenti vignettisti britannici, che non aspettavano altro. Eccolo là – penserà la perfida Albione – il solito Paese dei preti, preti che dettano legge, corrotto, incapace, dove si vendono le indulgenze, in preda all’immondizia morale e materiale. Loro per molto meno fecero la Riforma protestante, e fecero bene.
Ma adesso tutti daranno la colpa a quei coloriti e casinisti ragazzi di Fisica, magari scoprendo che qualcuno di loro è, diciamo così, "un po’ marxista". Non lo saranno più di quanto lo erano alla loro età, e anche dopo, Bondi, Liguori, Ferrara, Pera e Pennacchi, per dire.
E’ proprio vero che le guerre iniziano per le gaffes di qualche politico poco perspicace. E così, anche nella vicenda dell’invito del Papa all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Roma La Sapienza, è stata l’ottusità a spiccare col suo tipico colore grigio-piombo.
Uno studio ha dimostrato anni fa che un docente universitario medio ha un’intelligenza non dissimile da quella dell’usciere e della donna delle pulizie. Perciò anche l’uomo della strada messo al posto del rettore romano avrebbe capito che questo invito sarebbe apparso a molti una provocazione intollerabile, dopo la "sgridata" di Benedetto XVI a Veltroni, le intromissioni della Chiesa (Ruini, Bagnasco, Bertone, Martino, Ratzinger) nella politica italiana come mai a memoria d’uomo, il gioco di sponda di giornali e politici clericali del Centro-destra e Centro-sinistra, e le polemiche al calor rosso su otto per mille, esenzione Ici, fecondazione medica, sessualità, bioetica, accanimento terapeutico, unioni civili, aborto, divorzio, scuola, ed altro ancora.
Ma forse il Magnifico Rettore non leggeva i giornali. Ignorava che ormai si è rotto il delicato equilibrio su cui si fondava la neutralità e separatezza liberale tra Stato e Chiesa. Tutto preso dalla burocrazia universitaria, non immaginava che la sopportazione dei cittadini pensanti che si rifanno all’evento fondatore della Nazione italiana, il Risorgimento, di fronte alle continue e arroganti intromissioni della Chiesa, era nel frattempo arrivata all'esasperazione.
La vogliamo chiamare, per essere buoni, inadeguatezza psicologica? Non vogliamo pensare ad una gratuita provocazione, no. Diciamo che chi per trarne notorietà ha voluto il discorso papale non si è reso conto dei tempi. E che la goccia faceva ormai traboccare il vaso. Oppure se ne è reso conto fin troppo bene? E allora sì che l’invito è un atto politico. E come tale soggetto a critiche anche feroci, perché abusivamente fatto a nome e disdoro dell’intera comunità scientifica, anzi della cittadinanza.
Altrimenti, se non ci fosse il duro e prolungato contenzioso Stato-Chiesa in atto ad infiammare il nervo scoperto, ci sarebbe da chiedersi: dov’è lo scandalo? Tutti possono parlare, e il Papa no? I laicisti sono forse diventati intolleranti?
Macché, sveliamo i veli della finzione. Sono stati, semmai, non intolleranti, ma troppo tolleranti, anzi vili e perdenti, quei sedicenti "laici" (ma come abbiamo dimostrato in un saggio, laici* - tranne lo Stato e la scuola - sono solo i chierichetti e i sacrestani, perciò vanno chiamati "laicisti").
Perché non esiste solo il diritto, la democrazia e la tolleranza. Esiste anche l’opportunità politica, il senso comune e il buon senso, il buon costume, la salvaguardia dell’indipendenza, la tutela delle forme, il rispetto della sensibilità dei cittadini.
Non si può invitare chiunque impunemente ad una cerimonia pubblica: ogni scelta ha un significato politico. E il papa non è un cittadino qualsiasi. Perciò, a nessuno verrebbe in mente, pur potendolo fare giuridicamente, di invitare ad una cerimonia di cultura ebraica un oppositore dell’ebraismo, per esempio un intellettuale che si rifà al fascismo o al nazismo, idee lecite per lo Stato liberale finché non si sostanziano in atti illegali, ma che la Storia ha condannato una volta per tutte. Il che nel liberalismo ha il suo valore, eccome. Insomma, dopo tutto quello che il Papato è accusato di aver fatto all'Italia, sarebbe stato come se, dopo la cacciata del fascismo, Mussolini si fosse presentato in piazza a tenere un comizio chiedendo libertà di parola e accusando i liberali di non essere liberali, ma antifascisti. Ma un liberale deve essere antifascista o anticomunista. Così come deve essere anticlericale.
Anche perché ce lo ripetono ogni giorno i cattolici integralisti che "non tutte le idee sono uguali". E’ vero, cari amici, per lo Stato liberale idee come il dispotismo intellettuale, l’intolleranza per la Ragione e la Scienza, il discredito verso il Liberalismo, sono di fatto giudicate inferiori, cioè passano in secondo piano rispetto alle idee di libertà. Non prevalebunt lo avete inventato voi, ma lo applichiamo noi.
Così, un Papa negatore della scienza e della libertà, laudatore del Cardinal Bellarmino, entrambi accusatori dello scienziato Galilei, inventore del moderno metodo scientifico, che non sarebbe mai stato invitato nelle università di Oxford o di Madrid, ma neanche di Milano e Bologna, avrebbe dovuto impersonare l’Università romana, perché fondata dai Papi? Dopo i secolari guasti culturali, politici e sociali dello Stato Pontificio e della stessa Chiesa, dopo una guerra di liberazione dal Papa-Re, dopo che a fatica e con spargimento di sangue Roma stessa fu liberata dal potere oscurantista con l’atto più alto del Risorgimento? Certo, se ci sono politici italiani contrari al Risorgimento hanno tutto il diritto di dirlo, ma che siano definiti non diremo traditori, come si sarebbe detto un tempo, ma almeno clericali. E anzi, a rigore, neanche politici del genere andrebbero invitati alle cerimonie, proprio perché il Risorgimento è l'atto fondativo della Nazione e dello Stato Italiano. Tutte le idee e attività sono tollerate dal Liberalismo, tranne quelle tese a sovvertirlo.
E gli stessi clericali che ora vogliono il Papa alla Sapienza e accusano anche dalle colonne del Corriere della Sera i laicisti di voler imporre il "laicismo obbligatorio" come qualcuno considerava la democrazia obbligatoria nell’Islam, non erano qualche anno fa strenui sostenitori della teoria dell’esportazione della democrazia in Iraq? Ora non possono meravigliarsi se la democrazia liberale si deve difendere, anche con la forza proprio da loro, perché non può essere abbattuta con la scusa dei diritti da riconoscere a chi la nega. E il liberalismo senza laicismo crolla. E dunque, è vero, hanno ragione Galli della Loggia e Pera: sì, paradossalmente, in ogni vera democrazia liberale il laicismo – cioè l’ideologia di chi si limita a chiedere o a difendere uno Stato laico, in cui Stato e Chiesa siano indipendenti e separati – è in qualche modo obbligatorio, cioè si dà per scontato che faccia parte dei valori etico-politici condivisi. Caro Della Loggia, ci meravigliamo della sua incompetenza. Ma anche se lei non viene dai liberali, come docente queste cosette dovrebbe conoscerle, o no? Il laicismo, inteso correttamente, è obbligatorio (per gli organi statali, s'intende, non per i cittadini). Se no, non c'è vero liberalismo. Ma dispotismo clericale.
Quindi la presenza del Papa, in altri luoghi normale, alla Sapienza di Roma sarebbe stata una una gaffe colossale, il che dimostra davvero che alle volte i poco magnifici uscieri sono più intelligenti dei magnifici rettori.
E la cosa non può finire qui. Perché le reazioni dei politici all’evento sono il dato più preoccupante. Non è solo la ben nota, raffinatissima, arte cattolica di "rivoltare la frittata". Si sa che le gerarchie della Chiesa si atteggiano a vittime (ecco la pretesa "censura") quando i cattolici sono pochi o perdenti, ma hanno la tendenza a fare i carnefici quando sono in maggioranza.
C’è dell’altro. Il quadro è nuovo stavolta. E’ lo specchio d’una temperie anti-liberale e sottilmente autoritaria. Non si tratta più di conservatori camuffati da liberali, ma addirittura di revanchisti, di reazionari sanfedisti che ancora hanno da ridire sul XX Settembre, su Cavour e su Garibaldi, come del resto quei cretini dei leghisti.
E’ in atto, insomma, una diffusa reazione clericale che vorrebbe utilizzare le libertà liberali per sovvertire il patto civile, l’ordine democratico fondato sulla laicità dello Stato liberale. E i cosiddetti "laici" (imparino l’italiano, intanto) che non a caso giurano di non essere laicisti, alcuni dei quali ritenevamo nostri sodali, amici, sono purtroppo le quinte colonne di questo grande e pericolosissimo complotto.
.
*Nota. Ho aggiunto il collegamento alla lezione letta alla Scuola di Liberalismo 2007 (Roma). Poiché la Destra, già ignorante per conto suo, sta accettando supinamente la machiavellica mistificazione linguistica tentata sfacciatamente a scopo politico da due Grandi Mistificatori curiosamente uniti, la Chiesa e la Cultura Comunista (gli ex stalinisti diventati per carriera personale "atei devoti"), il Salon Voltaire d'ora in poi non accetterà più il termine "laico", se non quando riferito a Stato o scuola. Ma nel caso più frequente di un'idea o visione del mondo userà correttamente "laicismo", e per i suoi sostenitori "laicista" e "laicisti". E ci piacerebbe che anche Uaar, No God, Radicali, Liberali e tutti i laicisti facessero altrettanto. Perché "laico" è un nome inventato dalla Chiesa e si presta ad ogni mistificazione.

Comments:
Per fortuna, credevo di essere solo...
 
E già, ecco perché i veri liberali sono pochi, e la gran parte sono conservatori. L'hai espresso con durezza e poche sfumature, ma sono in sostanza d'accordo.
 
Ivan, avevo poco tempo e l'articolo è venuto più schematico e lapidario del solito. Meglio: mi sono dovuto io stesso confrontare da liberale con frasi molto dure che mi hanno fatto pensare. Io stesso di fronte a certe affermazioni che man mano scrivevo esitavo un poco, valutavo il pro e il contro, e poi alla fine facevo la "prova del nove" storicizzando a ritroso e delocalizzando: cioè situavo la vicenda nel Risorgimento o dopo la Liberazione (analogia) o in Gran Bretagna o Francia. Ho pensato a che cosa avrebbe fatto Cavouir nelle stesse condizioni. E Cavour ha deciso di dare l'ok.
Mi dispiace davvero per gli altri che magari si vantano di essere "liberali di sinistra" o "di destra", ma io che non sono né liberale di sinistra né di destra ho la consapevolezza, grazie a quel triplice vaglio che ho detto, di essere molto più liberale di loro.
Il Liberalismo non è neutrale, non è un mero notaio, ma ha idee proprie, forti e decise, altroché.
Anche perché deve diffondere i valori della libertà, combattendo in tutti i modi chi la libertà contrasta.
 
Non posso non essere d'accordo. Anche perchè vedo che l'analisi è più articolata e fine della mia, ma giunge alle stesse conclusioni :-)

Io insisto sul "Magnifico", come simbolo della non meritocrazia italiana. Uno così maldestro (voglio credere alla sua buonafede) all'estero riuscirebbe con fatica a farsi assumere come bidello.
 
Condivido, veramente una grottesca vicenda, fradicia di malafede, al papa non è stato negato nulla anzi è stato invitato dal rettore, che probabilmente doveva in qualche modo pararsi il cul# per una poco edificante vicenda: le sue due figlie proposte come docenti, mentre altri molto qualificati (sono poi stati assunti a Stanford) furono rifiutati dal "magnifico". Dunque questo "genio" ha pensato bene di invitare il papa e si sa che non c'è niente di meglio di una bella leccata al santo deretano, per lavarsi di tutte le colpe. Purtroppo il Pastore tedesco ha l'hobby di insultare larghe fasce della ns società, dagl'omosessuali, agl'atei, ai conviventi, per non parlare delle deliranti "uscite" su Galileo e contro la scienza in genere, tutte affermazioni criticabili, infatti è ciò che alla Sapienza ci si accingeva a fare, ma il papa non ammette critiche, non dibatte, mai, lui impartisce direttive, lancia anatemi senza contraddittorio, egli è la Verità, bisogna capirlo, in fondo è l'ultimo sovrano assoluto al mondo, è nientemeno che infallibile, è il vicario di DIO in terra, così stizzito perchè le pecore non si prostrano ai suoi piedi, ha preferito non andare, ovviamente ha giustificato la cosa con delle menzogne. Infine, ho avuto la disgrazia di ascoltare stamattina da radioradicale il dibattito dei ns parlamentari, sulla vicenda, ecco, grottesco è il termine esatto, ma anche triste, molto triste, ci rappresenta un ceto (casta) profondamente ignorante, in malafede e che ha un assoluto disprezzo per l'intelligenza degl'italiani. F.Dolcino
 
Un errore politico grave
======================

Ha sbagliato il Papa a rinunziare ad andare alla Sapienza. Ha calcolato occhiutamente che i vantaggi di una ben orchestrata campagna vittimistica sarebbero stati maggiori degli inconvenienti di una presenza comunque contestata all'Ateneo. Tutti coloro che sono stati contestati alla Sapienza ne hanno ricevuto una ferita difficile da rimarginare. Luciano Lama
ne ebbe un vulnus nel suo rapporto con gli studenti e le nuove generazioni.
Il Papa ha calcolato che la rinunzia avrebbe spinto Prodi, la destra, il centro-sinistra ha chiudere in un cerchio di odio l'area ribelle della laicità italiana. Le definizioni in negativo si sprecano: ignoranti, intolleranti, faziosi, nazisti rossi, etcc..
Una parte cospicua di ciò che fu la sinistra italiana prende la distanza dai valorosi difensori della libertà e si mostra contrita e pronta a cedere altre cospicue regalie al Papato: esenzioni fiscali? un pezzetto di 194? Dichiarare per legge l'embrione intoccabile per sempre?
Ma il calcolo vaticano è miope e di corto respiro. Il Papa è innanzitutto una figura internazionale. Non è Ruini: Sul piano mondiale, la rinunzia del Papa alla visita lede molto il suo prestigio di grande leader universale. Più del vittimismo prevale la sconfitta politica. E le sconfitte politiche si pagano. Per questo a mio parere mentre la rinunzia del Papa per l'Italia sarà deleteria e portatrice di eventi illiberali e di r5afforzamento del ratzingerismo sul piano internazionale rimpicciolisce la già non gigantesca figura di Benedetto XVI.
Avrebbe fatto meglio a fidarsi di Amato e della saggezza dei laici che lo hanno contestato ed andare.
Ora dalla vicenda può distillare soltanto odio verso i laici italiani e non è un grande traguardo, un risultato positivo ed incoraggiante verso il futuro!

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Successo dei Laici. La lotta continua.
===============================

Le forze laiche, seppur abbandonate dai politici che cercano il consenso nei Palazzi e nei Poteri ed hanno perduto il polso della situazione italiana, hanno vinto: il Papa ha rinunziato alla sua presenza alla Sapienza di Roma per l'inaugurazione dell'anno accademico. Naturalmente ora fiumi di retorica vittiministica invaderanno i massmedia italiani e consolatori di ogni ordine e grado sorgeranno dappertutto a biasimare il successo della contestazione laica. In ogni caso, per quanti veleni verranno fatti scorrere e per quante vendette il clericalismo vorrà perpetrare per sanare l'onta subita, per il momento la causa dell'indipendenza della Scienza e del Sapere dal Potere Religioso
segna un punto. Gli orizzonti di libertà che si sarebbero ristretti per la prevaricazione romana sono ancora aperti ad un futuro non oscurantista.
Nella mia qualità di Presidente dell'Uaar di Palermo sono stato il primo, a seguito di una vibrata lettera di protesta del Prof. Russo dell'Università di Palermo pubblicata su Repubblica, a rivendicare in Italia l'autonomia dello spazio laico delle Università costringendo il Cardinale di Palermo a
realizzare altrove la messa che voleva celebrare nell'Aula Magna dell'Ateneo palermitano.
In questa iniziativa, come nell'iniziativa dei professori e degli studenti romani, non c'è alcun integralismo o mancanza di rispetto del sentimento religioso. C'è la constatazione che lo spazio pubblico appartiene a tutti i credenti di ogni fede e non credenti. C'è la convinzione che lo Stato non debba essere colonizzato. Ha ragione il valoroso giudice Luigi Tosti che ha condotto una solitaria battaglia pagata duramente sul piano personale per rivendicare la libertà delle aule giudiziarie.
Sbagliano coloro i quali per servilismo, calcolo o mal riposta solerzia religiosa consentono la colonizzazione degli spazi e delle pubbliche istituzioni. Sbaglia Bertinotti a consentire la presenza di un presepio e di un presidio religioso a Montecitorio. Bertinotti dovrebbe inoltre chiedere perdono a tutti gli omosessuali d'Italia per avere scacciato come "sacrilega" e "provocatoria" la presenza di due figurine omosex dal presepio e di avere costretto alle scuse il parlamentare che ne era stato autore.
Non possiamo ignorare come il cattolicesimo sia sempre stato contro lo scienza e contro la donna. Ha boicottato purtroppo senza proteste il referendum sulla fecondazione assistita ed ora vorrebbe lo svuotamento della legge 194.La Chiesa Cattolica mentre è per la pena di morte (prevista dal catechismo ricentemente riformato)
vorrebbe salvaguardare l'embrione a scapito della salute della madre considerata un mero contenitore e non soggetto di diritto primario.
I laici italiani ricavino dalla lotta dei professori e degli studenti romani esempio per difendere la libertà della scienza e per limitare l'ombra di barbarie medioevale che la Chiesa vorrebbe stendere sulla Repubblica Italiana riducendola ad una sua appendice.
Pietro Ancona
www.spazioamico.it
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
http://pietro-ancona.blogspot.com/
 
From: pietroancona@tin.it
To: bertinotti@cameradeputati.it
Cc: ferrero
Sent: Wednesday, January 16, 2008 12:38 PM
Subject: : ventiquattro ore sciagurate per l'Italia



-----
ORE SCIAGURATE NEL PARLAMENTO ITALIANO
==============================================
Una larghissima maggioranza parlamentare ha condiviso l'attacco ai laici della Sapienza di Roma ed alla magistratura italiana per l'arresto della signora Lunardo-Mastella.
In entrambi i casi solidarietà a vittime del tutto presunte: la famiglia Mastella per rancori nutriti dalla magistratura e Papa Ratzinger per non avere avuto diritto di parola (come se non impervessasse come un tornado assieme ad uno stuolo notevole di cardinali su tutti i mass media italiana)
Già questa larga maggioranza vociante ed intollerante si era manifestata in occasione del decreto sul protocollo del 23 luglio e nel rinvio del decreto sulla sicurezza del lavoro mentre
ha toccato unanimità eccezionali sul decreto per la nazificazione del rapporto con gli immigrati.
Nasce un nuovo Partito diviso in due ali: Un Partito Istituzionale Rivoluzionario come quello messicano che governa per conto di un blocco sociale che esclude il lavoro dipendente, il laicismo, le minoranze, i pacifisti.
Questo Partito si collauderà in occasione del referendum contro i "piccoli" che "ricattano" e limitano la governabilità.
Tutti i cedimenti della sinistra in due anni di servile e scodinzolante subalternità nel governo Prodi non serviranno a salvarla dalla emarginazione.
Solo la lotta ed il ritorno ai valori del socialismo, della laicità, della libertà possono ancora salvare la democrazia italiana da una deriva autoritaria e fascista.
Pietro Ancona
www.spazioamico.it
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
http://pietro-ancona.blogspot.com
 
Ma caro Nico, il laicismo e' una chiesa piccina (come statura intellettuale), poco chiara nei suoi principi (tutti possono parlare basta che pensino come noi, mi pare il sunto), un po' ridicola nelle sue ubbie (spediamo la lettera, citiamo a casaccio documenti maldigeriti ed autori non letti, poi succede il casino e si manda un'altra letterina di rammarico).
Caro Nico tu insulti chi non la pensa come te sulla valutazione storica di uomini come Cavour o Garibaldi, cosa comunissima in ogni democrazia (un esempio di "casa" mia le polemiche su Jefferson e il suo schiavismo), ma un dogma in Italia dove non si puo' parlar male di Garibaldi (e' detto comune ma e' una stupidaggine).
Il bello (o il brutto) e' che tutta questa cagnara e' di fatto molto interna al mondo laico, che si scopre molto meno liberale di quanto si pensasse ed evidentemente si fa un po' schifo.
Noi cattolici stiamo a guardare un po' divertiti un po' basiti, questo strano spettacolo.
La situazione e' preoccupante perche' la conventio ad excludendum dei cattolici dal dibattito culturale e politico che funzionava grazie al recinto DC non vale piu' e voi laici continuate a dirci di non disturbare, di stare zittini e nelle sacrestie.
Pero', guarda un po', noi nelle sacrestie non ci rimaniamo e voi dovete chiarirvi se volete essere liberali e "lasciarci" (grazie!) liberta' di parola, o dogmatici anticattolici e cercar di chiuderci la bocca.
Quando vi sarete decisi fateci sapere. Cosi' vi torneremo a dire che comunque, papa o non papa, noi ci siamo, studiamo, facciamo politica ed economia, votiamo.
Vi piaccia o meno come.
Ma prego, continuate pure questo istruttivo dibbbbattito.
 
Hai proprio ragione! Questi del clero, insieme a certi sedicenti "Laici" dovrebbero aprire delle CREPERIE! Fanno ottime frittate. Ma chi le mangia? Chi non è informato sui fatti, sulle leggi di un vero Stato laico. Ora molti viaggiano sull'onda emotiva della RINUNCIA del Papa, parlano di offesa alla laicità! Ma che diamine! Quando mai l'Italia può dirsi laica? L'alleanza Stato e Chiesa è un fatto politico ed economico...ALTRO CHE LAICITA' Comunque avanti così...
Ciao e grazie!
R
 
Questa rinuncia del Papa a recarsi alla Sapienza mi ha fatto vincere una divertente scommessa con mia moglie, assistendo al TG1 (tanto per cambiare: Ti-Gi-Uno, il TG clericale per eccellenza) di stasera: «vedrai lo spazio che dedicheranno a sostegno di Ratzinger e il non-spazio che, per par condicio, dovrebbe essere dedicato alla fazione avversa».
Scommessa vinta!
A parte le patetiche dichiarazioni dei politici, il servizio più lungo di tutto il TG (purtroppo non l'ho cronometrato e ho fatto male!) è stata l'intervista al cardinale Bagnasco. C'era da aspettarsi una replica di qualche autorevole personaggio — ad esempio di un Odifreddi, il più acuto e sagace rappresentante del Nuovo Illuminismo Italiano — ma non c'è stata.
Ora, se i cattolici danno per scontato che il loro lieder spirituale debba avere piena libertà di parola ovunque si trovi, anche se ciò si rivela altamente inopportuno per le ragioni eloquentemente esposte da Nico, perché questo non dovrebbe valere per tutti?
Desidero ardentemente vedere Odifreddi tenere una conferenza nella Sala Stampa Vaticana o — perché no? — sentirgli pronunciare i suoi vivaci aforismi su fede e ragione subito dopo l'Angelus domenicale dallo stesso verone dove si affaccia il Papa.
Siamo d'accordo?
 
Pugnace articolo, molto risorgimentale. Complimenti. Il titolo per un attimo mi ha fatto sobbalzare, poi ho capito che tu non vuoi più usare la parola "laico" che è così inquinata e inflazionata da non significare più nulla, e l'hai già sostituita con laicista che è più corretto. Col risultato però che mentre prima ci lamentavamo dei laici ma avevamo la speranza dei laicisti, ora abbiamo anche i "laicisti del menga". Come lingua ci abbiamo guadagnato, come speranza abbiamo perso...:-)
 
"e poi alla fine facevo la "prova del nove" storicizzando a ritroso e delocalizzando: cioè situavo la vicenda nel Risorgimento o dopo la Liberazione (analogia) o in Gran Bretagna o Francia. Ho pensato a che cosa avrebbe fatto Cavouir nelle stesse condizioni. E Cavour ha deciso di dare l'ok."

La prossima volta che scrivo un articolo scientifico userò questo metodo, certamente rapido ed economico
 
Che tristezza!
Anzi, visto che siete una setta...che tristume!
Avete perso un'occasione buona per far valere il vacuo concetto di laicismo.
Frustatevi...!
 
Caro Anonimo (mai che vi firmiate col vostro nome, li avete tutti così vergognosi?), ma perché
"frustarci"? Non correremmo il rischio di... godere troppo, mescolando dolore, erotismo e perversione mentale, elementi che sono alla base della famosa sofferenza cattolica? Lo sai che cosa ha scritto il cattolico poeta G:G:Belli in tanti sonetti sui cattolici d'una congrega di fanatici che si frustavano a sangue...
 
Hey Nico ho appena letto che uno dei firmatari della scomunica sapienziale al papa e' l'arrotatore di Madame Napolitano!
Poi ho letto cosa scriveva il luminare Cini negli anni settanta: tutta una prosa da incubi di Nanni Moretti tra Ecce Bombo e il vasone di Nutella.
Ma dove li pescano 'sti docenti della Sapienza?
Molto meglio i flagellanti, almeno si sfogavano solo su se stessi, questi invece insegnano pure...
Ahi! laicita' in cui pudore e' orpello, Sapienza stravaccata in un bordello (libero adattamento dantesco).
 
condivido in pieno e sottoscrivola tua analisi, Valerio, e sono tuttora sconvolto e amareggiato da questo clima da regime teocratico vissuto in questi giorni.
mi ha amareggiato anche l' atteggiamento di sedicenti liberali, primi tra tutti gli ex-radicali Capezzone & c., anche loro proni alle "sante" gerarchie.
vorrei solo aggiungere a quello che hai scritto, che l' unica forza politica che non si è uniformata al pensiero unico o non si è nascosta, sono stati i RADICALI di Pannella, ovviamente quasi completamente censurati, come sempre d' altronde.
adriano mencarelli
 
Sì, Adriano, non l'ho detto perché ho trattato la faccenda non dal punto di vista partitico. Non ho certo difficoltà a riconoscerlo (io, poi): unica eccezione al malcostume generale i soliti amici Radicali e, mi sembra, Boselli. Poco, troppo poco per l'Italia della Ragione e della Libertà. Grazie molte, comunque, ai Radicali e a Boselli.
 
A proposito di Pannella che ha contestato l'invadenza del pontefice a Porta a Porta, dichiarando che il TG1 andava sul 30%:
dati provenienti dal sito dell’Isimm che è l’Osservatorio che fornisce i dati sul minutaggio televisivo, all’Autorità garante per le telecomunicazioni:
periodo 1 gennaio - 30 giugno 2007

Tg1: tempo dedicato a Papa Ratzinger e in più in generale all’argomento “religione”: 9 ore, 23 minuti e 34 secondi. Ossia sul totale 2,44%
Informazione politica, stesso periodo: 97 ore, 25 minuti e 05 secondi. Ovvero 25,16%.

Vediamo il Tg5? Ecco:
Religioni e questioni religiose: 8 ore, 4 minuti e 11 secondi. Cioè l’1,43%.
Mentre alla voce “Politica e attività istituzionale” (la stessa anche per il Tg1): 92 ore, 13 minuti e 37 secondi, ossia 16,39% del tempo complessivo.

Anche questa volta qualcuno dovrebbe vergognarsi un pochino dopo, o pensare prima di parlare, no?
 
IL MOTTO DELLA CHIESA? “CHIAGNE E FOTTE”. No, guardati La Stampa del 18 gennaio. Proprio l’altro ieri in piazza San Pietro i radicali (che, tutto si può dire, ma non che non siano precisi e onesti fino allo scrupolo. E oltretutto avendo inventato il Centro di Ascolto hanno la massima professionalità in materia) hanno presentato i dati veri. Il quotidiano La Stampa il 18 gennaio li ha già sintetizzati in uno specchietto molto eloquente.
Il risultato? Il Vaticano (così è accorpato l’aggregato che comprende Papa e alte sfere della Chiesa) nel Tg1 ha totalizzato 26h 35’ 37”, meno del Governo (32h 21’ 59”), ma molto più del Presidente del Consiglio (18h 32’ 46”) e del Presidente della Repubblica (13h 47’ 23”). Che poi è quanto empiricamente è evidente a noi tutti: in pratica ogni volta che vedo il Tg c’è il Papa, e per parecchi minuti. Mentre più raramente si parla delle due cariche dello Stato (molto, invece, di ministri e parlamentari).
Rapporti analoghi (cioè meno del Governo, ma più del Presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica) ci sono nelle citazioni sul Tg2 e Tg3.
La sintesi della Conferenza stampa è qui http://www.radicali.it/view.php?id=114328
Le critiche (“è indecente”, un “pesce d’aprile”, ha detto Pannella, spiegando il perché) la presunta nota attribuita all’Isimm. La vedi qui http://www.radicali.it/view.php?id=114332
Per concludere, la presenza massiccia – unica al mondo – del Vaticano e del Papa nei telegiornali non è casuale. E’ cosa così patologica e plateale, tale da configurare un vero e proprio disegno, una voluta strategia, che merita un articolo a parte. La Chiesa applica egregiamente il detto napoletano “chiagne e fotte”. E non è doppiezza e falsità questa, che il vostro Gesù, almeno per come lo dipingete, avrebbe punito?
 
Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?