10 marzo, 2006
Corano e Vangelo alleati? Basta con le religioni a scuola
"La Chiesa dà il via all'ora di religione islamica nelle scuole" hanno intitolato giornali e tv. Siamo ormai al ripristino dell'imprimatur pontificio. "Si comportano così perché la nostra classe politica ha paura di fare scelte e di prendere posizioni con forza contro il clericalismo" ha commentato in sintesi la Bonino a Radio radicale. In apparenza, il cardinale Martino aveva detto cose di buon senso. "Se in una scuola ci sono cento bambini di religione musulmana, non vedo perché non si possa insegnare la loro religione. Questo è il rispetto dell'essere umano", ha detto il cardinale. "Se attendiamo la reciprocità nei Paesi rispettivi dove ci sono cristiani, allora ci dovremmo mettere sullo stesso piano di quelli che negano questa possibilità". "Ma l'Europa, l'Italia è arrivata a punti di democrazia e il rispetto dell'altro che non può fare marcia indietro. Se quindi ci sono persone di altra religione nella realtà italiana, bisogna rispettarle nella loro identità culturale e religiosa".
Detto così, sembra tutto quasi giusto, molto democratico. Peccato che in carenza di smentite, cioè d'un vero potere dello Stato laico, la stampa ha giustamente interpretato queste dichiarazioni come il "permesso", anzi il "via" dei veri reggitori della cosa pubblica in Italia, cioè le autorità ecclesiastiche, ad un'ulteriore ora di religione, quella islamica. E poi, è sempre un cardinale a parlare, che non parla di questioni interne della Chiesa, ma di novità da istituire in casa d’altri. E’ lui che paga? Offre lui i locali per l’insegnamento? No, si riferisce a soldi e a locali pubblici pagati dagli Italiani: è qui la sua doppiezza e prepotenza. Facile e ipocrita fare i generosi col borsellino degli sconosciuti, quando non si pagano le tasse e già si prendono i soldi degli Italiani con l’indebito Otto per mille. Perché la Chiesa non istituisce dei corsi di islamismo? A sue spese, però. Vogliamo vedere le file di islamici che entrano dentro il Vaticano.
Grazie al cardinal Martino per essere uscito con questa sua provvidenziale boutade, detta con tono decisionista di chi è abituato a comandare a bacchetta in casa d’altri. Proprio mentre noi liberali e laici non ne possiamo più dell'insegnamento pubblico della religione, che esiste solo in Italia, arriva lui bel bello (psicologia, zero) a proporre "altre" ore di religione, per gli islamici. Certo, perché no, anche per buddisti, ebrei, protestanti, ortodossi, animisti, confuciani. E ateisti, no? Scherziamo? Se si insegna tutta questa religione – e diciamo sul serio – pretendiamo che si insegni anche l’ateismo. Siamo d'accordo con G.Cesare Vallocchia di No God. Se non altro come antidoto a tutto il carico di autoritarismo psicologico e sopraffazione fondato sul nulla che questo genere di insegnamenti porta con sé: "Vuolsi così colà ove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare", scriveva Dante. Spirito critico, addio. Davvero un buon percorso educativo per gli studenti del 2000. E poi ci si lamenta se i ragazzi a diciott'anni vengono fuori dalla scuola come babbioni senza idee.
Al cardinale così attento al rispetto dell’identità degli islamici (di quell’Islam che ammazza i preti cattolici), così masochisticamente altruista, a spese nostre, che sembra uscito dal santino in cui un S.Giorgio di oggi offre metà del suo mantello al nemico terrorista, anziché denunciarlo alla polizia, ricordiamo che prima dovrebbe chiedere il parere dei cittadini italiani, poi dovrebbe rispettare la logica e il buon senso, poi la separazione tra Chiesa e Stato, tipica dei Paesi liberal-democratici, infine l’identità e le idee di coloro che non amano la religione a scuola, tantomeno vogliono pagarla sotto forma di tasse. E, fossero pure un’esigua minoranza, poiché non si deve fare violenza alle coscienze, come fa spesso la Chiesa, vanno rispettati.
E invece, ecco il clericalismo più prepotente e ottuso: parlare da politico e statista, "proporre" oggi per imporre domani a tutti gli italiani, compresi gli atei, gli induisti e gli ebrei, (che devono accollarsi le spese, sotto forma di tasse che servono a pagare gli insegnanti) le proprie idee integraliste sulla religione a scuola.
Dice: ma un cittadino italiano, sia pure in tonaca, non può dire la sua? Ma è illiberale. No, come un poliziotto, un prefetto, un magistrato, perfino i Presidenti delle Camere e della Repubblica, i preti, i vescovi, i cardinali e i papi, perché rivestiti di un ruolo elevato e super partes hanno "meno" diritto di parola dei cittadini comuni.
Perciò, è ora di dire finalmente basta alla religione nelle scuole di Stato. E’ una vergogna tipicamente italiana, questa del clericalismo cattolico. Body and Soul, corpo e anima, diceva la canzone, che poi Coleman Hawkins trasformò in un geniale assolo di sassofono. Come i sacerdoti antichi che offrivano agli Dei il perfumun delle vittime sacrificali, ma riservavano a sé l’arrosto, così la Chiesa vuole il corpo (i soldi dell’Otto per mille) e l’anima (le coscienze degli ignari e malleabili studenti). Un raggiro che non esiste in nessun altro Paese, e deve sparire al più presto.
"Riteniamo che l'insegnamento religioso non si debba impartire nelle scuole di Stato, che per definizione dovrebbero essere aconfessionali, ma nelle chiese, nelle sinagoghe, nelle moschee, nei templi, ecc. Naturalmente a spese del richiedente", ha giustamente detto in un comunicato dell’Aduc, Primo Mastrantoni
Una vergogna, una vera vergogna. Che costerà alla Casa delle libertà, che ha puntato stupidamente sul clericalismo e l’asservimento alla Chiesa, parecchi voti di liberali che non ne possono più delle prepotenze psicologiche e morali delle gerarchie cattoliche. E ora vogliamo ridere: che diranno quei cattolici estremisti di destra "alla Fallaci" (peccato che sia atea) che blateravano contro l’Islam? Faranno mea culpa? Ci aspettiamo che per la rabbia diventino anticlericali. Se sono coerenti, tutti i blogghisti di Tocqueville dovrebbero votare la Bonino e Capezzone...
Grazie.
Quello che trovo grave, anzi gravissimo e rivelatore di vero clericalismo, è il come è stata data la notizia nel telegiornale della sera (ore 20.00): la lettrice/giornalista ha presentato la notizia con le parole “via libera della Chiesa all’insegnamento della religione islamica nelle scuole”; esclusa ogni impensabile ipotesi di ironia la giornalista ha inconsapevolmente confuso lo Stato Italiano con la Chiesa. La giornalista in pratica comunicava che la Chiesa autorizzava lo Stato a permettere l’insegnamento della religione islamica nelle scuole italiane (questo mi è sembrato il senso della comunicazione). Ed è questo quello che preoccupa: la confusione tra Stato e Chiesa che sembra fatto naturale, fisiologico e indiscutibile. Fatto favorito dai nostri cari politicanti che hanno scarso senso dello Stato e per qualche voto in più sono di solito pronti ad essere servili nei riguardi della Chiesa, ma lo sarebbero anche verso “Satana” se questo gli portasse vantaggio, trascinando in questo le Istituzioni e il “sentire” di chi ha scarso senso critico e scardo senso della divisione dei ruoli e delle differenze che ci sono tra Chiesa e dello Stato.
Ciao. Guido
I veri fondamentalisti sono coloro che confondono, da zotici, la laicità dello stato con la laicizzazione della cultura.
I veri fondamentalisti sono i quattro pseudoliberali ottocenteschi, rimasti all'apologia di Targhini e Montanari, che per rivitalizzare la loro cultura ormai morta tentano la carta - patetica - di gridare all'assalto dell'alleanza islamico-cristiana contro il loro mondo di liberi bordellatori insaziabili.
Naturalmente quell'alleanza non c'è, naturalmente la religione è e continuerà a essere parte della cultura "viva" di una scuola che non è dello Stato ma della società, naturalmente post come questi resteranno bava silente sulla bocca di certe mummie incartapecorite.
Bernardo
(frasetta che ora sarò costrettoa mettere da qualche parte)...
Che le Superne Autorità, che ormai mi conoscono, m'abbiano fatto cliccare il tasto sbagliato, cancellando la frase principale?
Sai, coi poteri sovrannaturali c'è poco da fare...-:)
Comunque anche sulla "libertà di parola" degli alti gradi, v. quanto accennato nel mio post
Ti dice niente che c'è solo in Italia? Basta coi privilegi, questi sì clerico-fascisti. Il liberalismo non vuole privilegi: tutte le religioni sono uguali.
E se c'è anche uno non cattolico o non credente non gli si può fare - come siete abituati a fare da secoli - violenza morale e psicologica (perché la Chiesa è spesso stata violenta in questo senso)
E sono fatti privati, come le altre idee. Stop. E' inutile che insistete: volete convertirmi? O portate argomentazioni logiche (ma non le avete) o statevene zitti.
C'è l'ora di religione in UK o Usa? No.
Una testardaggine degna di miglior causa.
Tanto mettetevi l'animo in pace, prima o poi verrà tolta. E non c'entra niente con la bipartizione Destra-Sinistra
Vuole fare autogestione? Vuole il '68? Vuole consentire l'ora di satanismo, visto che esistono i metallari? Vuole insegnanti con titoli di studio non riconosciuti?
Lei difende privilegi di casta, e parla come un sindacalista, se lo faccia dire.
Laiche devono essere le istituzioni, mentre la scuola (o la politica) non possono che riflettere la società nel suo oggettivo (e collettivo) essere parte in causa. La laicità della scuola e della società è un concetto ridicolo e contraddittorio fondato sulla confusione (spero almeno in malafede) tra laicità istituzionale e laicizzazione culturale.
Ma, me ne rendo conto, questo è un modo di pensare troppo libero e razionale per dei bersaglieri ottocenteschi in pensione.
Altro che campanella di Pavlov: voi rispondete solo al campanaccio bovino.
Bernardo
Quale sarebbe l'automatismo che per miracolo (oops, che gaffe...) dovrebbe portare da una non precisata "società" (e chi la rileva 'sta "società"? Un Comitato Scienza & Vita made in Vatican?)ai regolamenti scolastici?
Inutile cincischiare: la religione a scuola è un residuo temporalistico e clericale grave.
E, ricordo, annoia gli studenti e non conquista un'anima, credeteci. Anzi per voi potrebbe essere controproducente. Lasciate perdere, è un sistema di plagio del tutto inefficace. Basta e avanza la storia della filosofia, diceva il buon Croce (nomen non omen).
Ti dice nulla che Capezzone ha studiato dai preti, il direttore dell'Unità, Padellaro, ha studiato al liceo Massimo (gesuiti) e io a 5 anni ho fatto l'asilo dalle suore?...-:)
"Dei capi di curia in attesa della porpora cardinalizia solo tre la riceveranno. E tra quelli rimasti al palo il più famoso, l’arcivescovo Michael Fitzgerald, non solo non è stato promosso cardinale, ma è stato retrocesso a nunzio in Egitto.
Passo dopo passo, con poche decisioni mirate, Benedetto XVI ha già espugnato due roccaforti curiali a lui avverse: [...] il pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, con la destituzione da presidente di Fitzgerald. E ora tutti aspettano o temono, in curia, che il prossimo colpo cali sulla segreteria di stato, col pensionamento per superati limiti di età del suo titolare supremo, il cardinale Angelo Sodano"
Questo e' un passaggio di un buon articolo di Sandro Magister sulle ultime decisioni del Papa, che sta cominciando, senza dar troppo nell'occhio, a modificare gli equilibri della curia.
Tu sei proprio sicuro che quel che dice Martino sia nella linea di quel che pensa e fara' Benedetto XVI?
Quanto scommetti?
Siamo seri. Che ci siano cattolici, anche cardinali, che la pensano come Martino e' ovvio. Ma parlare della "Chiesa" vuol dire non capirne una sverza.
Ci si dovrebbe limitare a parlar di cio' che si sa. Tu quando parli di Chiesa ti allupi come un mannaro di luna piena, perdi il lume della ragione ed ululi concetti.
Stefano
Che mi dice di questi due:
1. "i veri reggitori della cosa pubblica in Italia, cioè le autorità ecclesiastiche"
Paranoia purissima, con una punta di mania di persecuzione, velata di ossessione religiosa.
Sembra tratto dall'Invasione degli ultracorpi. Wow!
Cos'e' una congiura demo-pluto-cattolico-massonica?
2. "come un poliziotto, un prefetto, un magistrato, perfino i Presidenti delle Camere e della Repubblica, i preti, i vescovi, i cardinali e i papi, perché rivestiti di un ruolo elevato e super partes hanno "meno" diritto di parola dei cittadini comuni".
La seconda frase e' di uno che si dichiara liberale a tutto tondo.
E che mi mette insieme gli ecclesiastici a militari, polizia, e magistratura. Un eroe della teocrazia, praticamente.
A quando una "moderna" proposta di leggere per la costituzione civile del clero?
Nico, se ti serve un testo gia' collaudato, basta chiedere a parigi. Qualcosa del genere lo fecero nel 1789, se la memoria non mi inganna.
E manco solo i vescovi e i preti, pure i papi (plurale!!!).
Ecchissaraimai, Enrico IV Imperatore? Federico Barbarossa? Di cognome fai Hohenstaufen?
Sono quasi commosso. Grazie delle risate.
Stefano
Ma io vengo dal giornalismo, e qui faccio del giornalismo, sia pure di opinione e commento "pepato". Per me è tutto relativo, momento per momento, ma ogni notizia va commentata. Anche perché non c'è stata, subito dopo, una opinione altrettanto forte di segno opposto. Quando si verificherà quello che dici-auspichi allora farò un altro pezzo (sempreché riguardi anche di striscio il pensiero liberale, perché Salon Voltaire è fatto solo per questo: è monotematico).
Marxiana sarà un'idea come questa, di sicuro non la mia.
Ma che significa "regola della laicità per legge"?
Lo ripeto: fai confusione. Laiche devono essere le istituzioni non la cultura (almeno non a priori). La laicizzazione della cultura è un'altra cosa e non è affatto una necessità.
La società è l'antitesi dello Stato, e il fatto che in materia qui si brancoli nel buio la dice lunga sulla concretezza dello spirito liberale che ispira questi post. Lo stato è un fatto istituzionale, la società è la collettività nel suo storico determinarsi (forse un'idea hegeliana, non marxiana). La laicità dello Stato - necessaria alla democrazia - non implica affatto una parallela laicizzazione della cultura: questa è una semplificazione da trivio (che, lo ripeto, mi auguro sia suggerita dalla malafede e non dall'ignoranza).
Qui si scambia per laicità dello Stato il progetto (che non è liberale ma massone) di secolarizzazione coatta della cultura.
Detto questo, l'insegnamento della religione cattolica è facoltativo. La libertà di scelta, quindi, è rispettata e il problema non esiste.
Quanto al presunto "asse" tra cristiani e musulmani è un'evidente boiata. Io per primo mi opporrei senza mezzi termini. E mi pare proprio che tutta la strategia di Papa Ratzinger non fornisca sin qui alcun appiglio a una simile idea bislacca.
Il futuro del cristianesimo non può prescindere dalla cultura della libertà e della coscienza individuale alla quale ha contribuito in modo determinante. Il futuro sta nel dialogo fitto col pensiero liberale più avanzato, col fine di rinvigorire l'identità culturale dell'occidente, oggi un po' catatonica tra economicismo, materialismo e nichilismo (tutti elementi deteriori che, infatti, il liberalismo più triviale condivide col marxismo).
Per far questo la Chiesa deve, da parte sua, abbandonare la difesa del "formalmente cristiano" e rinnovare gli strumenti dell'evangelizzazione e l'approccio culturale alla società contemporanea. Al pensiero liberale tocca, invece, l'onere di liberarsi dalle scorie massoniche, anticlericali, laiciste, scientiste, e, in materia di etica, dalle facili derive del consequenzialismo.
Bernardo
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