08 marzo, 2006

 

Contro l'islamismo: il manifesto degli intellettuali liberali

Visto che la satira piace così poco alle chiese, specialmente all’Islam, e che è di per sé la cartina al tornasole della tolleranza d’un regime politico o d’una religione, è naturale che un giornale satirico (il francese Charlie Hebdo, nell’ultimo numero) abbia tutti i titoli per farsi promotore d’un manifesto per la libertà delle idee, oggi minacciata dall’islamismo. L’appello, sottoscritto da Salman Rushdie e Bernard-Henry Levy ed altri intellettuali (tra cui alcune donne di origine islamica) ci sembra laico, democratico e liberale, del tutto privo di estremismo preconcetto anti-islamico. La traduzione è di Siro, che l’ha pubblicata sul suo blog
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Dopo avere sconfitto il fascismo, il nazismo, lo stalinismo, il mondo fa fronte a una nuova minaccia globale di stampo totalitario: l’islamismo.
Noi, scrittori, giornalisti, intellettuali, ci appelliamo alla resistenza al totalitarismo religioso, e alla promozione della libertà, delle pari opportunità e dei valori laici per tutti.
I recenti fatti, che si sono verificati dopo la pubblicazione dei disegni su Maometto nei giornali europei, hanno rivelato la necessità di combattere per questi valori universali. Questa battaglia non sarà vinta con le armi, ma in campo ideologico. Non è uno scontro di civiltà né un antagonismo tra Occidente e Oriente ciò che noi stiamo testimoniando, ma uno scontro globale che mette a confronto democratici [volevano dire "liberali", ma non gli veniva la parola... NdR] e teocratici.
Come tutti i totalitarismi, l’islamismo si alimenta di paure e frustrazioni. I predicatori di odio contano su questi sentimenti per formare battaglioni destinati a imporre un mondo liberticida e non egualitario. Ma noi dichiariamo chiaramente e fermamente: niente, nemmeno la disperazione, giustifica la scelta dell’oscurantismo, del totalitarismo e dell’odio. Ovunque si presenti, l’islamismo è un’ideologia reazionaria che uccide l’uguaglianza, la libertà e il laicismo. Il suo successo può condurre unicamente a un mondo di dominazione: dominazione dell’uomo sulla donna, dominazione degli islamisti su tutti gli altri. Per contrastare ciò, dobbiamo assicurare diritti universali alla gente oppressa e discriminata.
Noi rigettiamo il "relativismo culturale", che consiste nell’accettare che uomini e donne di cultura musulmana debbano essere privati del diritto all’uguaglianza, alla libertà e ai valori laici nel nome del rispetto di culture e tradizioni. Noi rifiutiamo di rinunciare al nostro spirito critico per paura di essere accusati di "islamofobia", un concetto infelice che confonde le critiche all’Islam in quanto religione con la disapprovazione dei suoi seguaci.
Noi chiediamo l’universalità della libertà d’espressione, in modo che uno spirito critico possa esercitarsi in tutti i continenti, contro tutti gli abusi e tutti i dogmi.
Ci appelliamo ai democratici e agli spiriti liberi di tutti i Paesi affinché il nostro possa essere un secolo di Illuminismo, non di oscurantismo.
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Firmatari:
Bernard-Henri Lévy (1), Salman Rushdie (2), Ayaan Hirsi Ali (3), Chahla Chafiq (4), Caroline Fourest (5), Irshad Manji (6), Mehdi Mozaffari (7), Maryam Namazie (8), Taslima Nasreen (9), Antoine Sfeir (10), Philippe Val (11), Ibn Warraq (12).
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Note.
1. Filosofo francese, nato in Algeria, impegnato contro tutti gli "ismi" del ventesimo secolo (fascismo, antisemitismo, totalitarismo, terrorismo), è autore di La barbarie dal volto umano, L’ideologia francese, La purezza pericolosa, e più di recente American Vertigo.
2. Saggista e novellista, ha scritto numerosi romanzi tra i quali I figli della mezzanotte e I versetti satanici. L'ultimo, Shalimar the clown, è del settembre 2005 e non è ancora stato tradotto in italiano. Ha ricevuto numerosi premi letterari: il Booker Prize, il Whitbread Prize for Best Novel, il Germany's Author of the Year Award, l’European Union’s Aristeion Prize, il Budapest Grand Prize for Literature, il Premio Mantova, l’Austrian State Prize for European Literature. Salman Rushdie è inoltre "Commandeur de l'Ordre des Arts et Lettres", professore onorario al Mit, presidente del PEN American Center. I suoi libri sono tradotti in più di 40 lingue.
3. Di origine somala, è membro del parlamento olandese e del partito liberale VVD. Sceneggiatrice del film Submission che nel novembre 2004 causò l’assassinio di Theo Van Gogh per mano di un islamista, vive sotto la protezione della polizia.
4. Scrittrice di origine iraniana, esiliata in Francia, scrive romanzi e saggi. E’ autrice di Il nuovo uomo islamista – La prigione politica in Iran (2002). Ha anche scritto romanzi come Camini e nebbia (2005).
5. Saggista, caporedattrice di ProChoix (una rivista che difende le libertà contro le ideologie dogmatiche e integraliste), autrice di diversi libri sulla laicità e il fanatismo: Tiri incrociati: la laicità alla prova dell’integralismo ebreo, cristiano e musulmano (con Fiammetta Venner), Frate Tariq: discorsi, strategia e metodo di Tariq Ramadan, e La tentazione oscurantista (2005). Ha ricevuto il Premio nazionale della laicità nel 2005.
6. Ha studiato all’università di Yale ed è l’autrice del best seller internazionale Quando abbiamo smesso di pensare? - Un'islamica di fronte ai problemi dell'Islam, l’appello di una musulmana alla riforma della sua fede. Si batte per la libertà d’espressione fondata sul Corano. E’ nata in Uganda, paese dal quale è fuggita all’età di quattro anni con la sua famiglia, musulmana di origine indiana. Oggi vive in Canada, dove i suoi libri e i suoi programmi per la televisione hanno un grande successo.
7. Professore universitario di origine iraniana, è autore di numerosi articoli e libri sull’Islam e sull’islamismo. Tra questi: L’autorità nell’Islam: da Maometto a Khomeini e Fatwa: violenza e scortesia e globalizzazione e civiltà.
8. Scrittrice e produttrice di origine iraniana, vive in esilio in Danimarca. Responsabile del Worker-communist Party of Iran's International Relations, nel 2005 è stata designata "Laica dell’anno" dalla National Secular Society.
9. Medico, è nata in Bangladesh. Per aver difeso le donne e le minoranze è stata attaccata e perseguitata come apostata da un comitato di integralisti denominatosi "Destroy Talima".
10. Cristiano, nato in Libano, ha scelto la nazionalità francese per vivere in un paese universalista e laico. Dirige la rivista I quaderni dell’Oriente e ha pubblicato numerosi libri tra i quali Le reti di Allah" (2001) e Libertà, uguaglianza, Islam: la Repubblica di fronte al comunitarismo (2005).
11. Direttore del settimanale Charlie Hebdo.
12. Ricercatore al New York Institute, studia le origini dell’Islam e del Corano. Tra i suoi libri, Perché non sono musulmano (2002), Lasciare l’Islam: gli apostati si confessano e Le origini del Corano.

Comments:
Salon Voltaire e Nico Valerio aderiscono totalmente a questo Manifesto, nonostante i virtuosismi lessicali di chi ha stilato il testo per evitare a tutti i costi le parole "liberalismo" e "liberale", che nella Francia socialista, per incultura dei francesi, sono tabù e hanno a che fare ormai solo col mercato (come il "liberismo" in Italia).
 
nON SIETE LIBERALI. sE LO FOSTE NON SCRIVERESTE UN RIDICOLO MANIFESTO CONTRO LA RELIGIONE DI UN MILIARDO DI ESSERE UMANI. IN VERITA' SIETE INSINCERI NON SIETE CONTRO L'ISLAM MA CONTRO I POPOLI ARABI E PREPARATE IL CLIMA PSICOLOGICO PER IL PROSSIMO BOMBARDAMENTO DELL'IRAN.
SIETE COME LA PROPAGANDA NAZISTA DEGLI ANNI TRENTA.
SALUTI.
PIETRO
 
nON SIETE LIBERALI. sE LO FOSTE NON SCRIVERESTE UN RIDICOLO MANIFESTO CONTRO LA RELIGIONE DI UN MILIARDO DI ESSERE UMANI. IN VERITA' SIETE INSINCERI NON SIETE CONTRO L'ISLAM MA CONTRO I POPOLI ARABI E PREPARATE IL CLIMA PSICOLOGICO PER IL PROSSIMO BOMBARDAMENTO DELL'IRAN.
SIETE COME LA PROPAGANDA NAZISTA DEGLI ANNI TRENTA.
SALUTI.
PIETRO
 
Pietro, se leggessi con un minimo di attenzione questo manifesto ti rendersti conto che non è contro l'Islam, né propugna lo scontro di civiltà. E contro l'islamismo, versione armata dell'islam. Il paragone con il nazismo, semmai, calza con chi sta dalla parte di quella gente, come te.
 
Condivido il manifesto pienamente e ritengo che il rispetto debba essere reciproco;dalla parte nostra ve n'é molto ma dalla loro?Non mi sembra che i cristiani,gli omosessuali,le donne se la passino bene nei loro paesi,quindi se si vuol fare i progressisti bisogna difenderli non solo contro la chiesa ma anche contro l'islam.
 
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