La tradizione etnica, la violenza cieca del clan. Sì ma contro una legge non liberale, bensì conservatrice. Un caso curioso, un pasticcio un po' paradossale, ma ugualmente indicativo della complessa società islamica, se lo si va ad analizzare sul piano psico-sociologico.
E' accaduto in Pakistan. Rubina Kousar, 26 anni, infermiera a Mattrai, sperduta zona rurale nel Punjab, è stata violentata per vendetta, come riferisce il Corriere. Si era rifiutata di praticare due aborti, una pratica illegale in Pakistan, a meno di rischio di vita per la madre. «Per sei mesi mi hanno messo sotto pressione, racconta Rubina. I familiari delle due donne erano venuti anche a minacciarmi ma non avrei mai pensato che sarebbero arrivati a questo». Gli agenti hanno arrestato i tre uomini, ma difficilmente Rubina riuscirà ad avere giustizia. Anzi la ragazza rischia la galera. I tre, infatti, negano tutto. E la legge Hudood, approvata nel 1979 durante il regime del generale Zia-ul-Haq, è sicuramente a favore dei violentatori. La vittima dello stupro, per essere creduta, deve trovare quattro testimoni disposti a confermare la violenza. Altrimenti rischia di essere accusata di aver avuto rapporti sessuali fuori dal matrimonio, un reato ( Zina ) punito con la lapidazione.
Ecco, questa gli islamici tradizionalisti chiamano "nostra cultura". Quella che l'Occidente liberale, capitalistico e consumistico vorrebbe cancellare. Protestano contro la Coca Cola (non contro internet, come mai?) ma non contro una vendetta con stupro contro una legge già tradizionalista, illiberale. Segno della complessità dei problemi dell'Islam: il clericalismo teocratico si innesta sull'arretratezza sociale e su una struttura familiare che è essa stessa fonte di crimini. Anche noi, per carità, avevamo il delitto d'onore fino a pochi decenni fa, e ancora abbiamo l'omertà mafiosa nel Sud e il "familismo amorale" d'una certa società italiana, e perfino la piaga - tipicamente italiana - del do-ut-des delle raccomandazioni amicali, che è la vera e trasversale "mafia del 2000" che ci distingue in tutto il mondo.
Magari, insomma, fosse colpa del solo Islam, come pensa la Fallaci, più brava nel fotografare i fatti, da giornalista, che nel proporre terapie possibili. Inutile inveire, come fa lei fiutando da giornalista gli umori del pubblico, contro il "malato", la "vittima" dell'autoritarismo reazionario, tribale e teocratico. Perché in fondo, questo è il popolo islamico: una vittima ignorante delle dittature. E' il difetto di liberalismo nelle classi dirigenti - la democrazia, che è solo voto, non basta - da cui scaturisce il difetto di modernità nella società, il problema principale dell'Oriente musulmano. Sul quale si è innestato poi il fanatismo politico-religioso.
Ma quello della legge penale barbarica è un campo in cui l'intromissione dell'Europa e dell'America sarebbe necessaria. Dovremmo costringere con ogni mezzo gli islamici a cambiare le leggi penali e civili al loro interno. E anche a sostituire mullah e religiosi, scegliendo quelli diplomati in nuove Scuole coraniche dove è vietato fare politica. Perché "tutte le idee e le religioni sono uguali di fronte alla legge", certo. Ma non quelle che limitano la libertà e provocano delitti. E queste vanno perseguite con mano pesante. Non è meglio bombardarli di idee liberali e diritto romano piuttosto che di bombe?
# Nico Valerio 18:27