13 maggio, 2009

 

E' inutile, autolesionistico o compiacente? L’imbroglio d’un ottuso Referendum

Se qualcuno fosse stato indotto a pensare che il referendum sulla legge elettorale del 21 giugno dà più potere ai cittadini e meno ai partiti, si sbaglierebbe di grosso. Il risultato del referendum, qualora raggiungesse il quorum e vincessero i , esproprierebbe ancor più i cittadini del diritto di eleggere i propri rappresentanti.
Se qualche altro ritenesse che, dopo il referendum, il Parlamento dovesse intervenire per cambiare la legge elettorale, prenderebbe un altro abbaglio, perché il risultato della prova referendaria è, come si dice, “auto-applicativo”, in quanto la legge che ne scaturirà sarebbe del tutto funzionante.
Se una terza persona sperasse con il referendum di avviare l’Italia al bipartitismo perfetto, si ingannerebbe ancor più, perché con i marchingegni elettorali non si cambia il sistema politico. La vicenda del Popolo della Libertà, in positivo, e quella del Partito Democratico, in negativo, lo provano a sufficienza.
La verità è che questo referendum è un imbroglio. Perché oggi, in Italia, la cosa più importante in materia elettorale è di restituire ai cittadini il potere di eleggere i propri rappresentanti, come in ogni decente democrazia, facendola finita con le liste bloccate preparate da pochi cacicchi di partito.
Quel che propone il referendum è, invece, l’opposto: da una pessima legge, definita “porcellum”, si passerebbe a un “superporcellum”, ancora più sprezzante degli elettori. Oggi il premio di maggioranza è attribuito alla coalizioni di liste che ottengono più voti. Domani, se il referendum passasse, lo stesso premio sarebbe attribuito all’unica lista che ottiene più voti, indipendentemente dalla percentuale.
Oggi, con il sistema attuale, il Parlamento è nominato da una decina di capipartito che compilano le proprie liste elettorali scegliendo i loro amici e affini. Con la vittoria del Sì al referendum il capo dell’unico partito vincente, leggi Berlusconi, nominerebbe la maggioranza assoluta della Camera, ovvero 346 deputati su 630 (55%), acquisendo legittimamente il potere di fare il bello e il cattivo tempo senza contrappesi.
E’ ovvio che il leader del Popolo della Libertà abbia dichiarato che andrà a votare secondo il proprio interesse per il . E’ più difficile comprendere perché mai Dario Franceschini voglia mobilitare il Partito democratico nella stessa direzione al punto da suscitare molteplici e vigorose reazioni.
Da parte mia mi asterrò per fare fallire questo referendum, inutile o dannoso. Sono consapevole che l’astensione è un’arma impropria che non bisognerebbe mai usare in democrazia. Ma questa volta è proprio nel nome della democrazia che non voglio contribuire a peggiorare ancor più un pessimo sistema elettorale.
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Questo editoriale firmato da Massimo Teodori sul Tempo del 13 maggio, col titolo "L'imbroglio dell'inutile referendum", illustra in una sintesi efficace, senza i soliti obliqui contorcimenti, il significato perverso e ottuso di questo referendum. Non devono essere grandi menti quelle che lo hanno pensato e proposto. Mediocri politici anche quelli che lo appoggiano. Il che pone ancora una volta il problema della qualità del personale politico in Italia. Non saper prevedere o prefigurare con eccessiva furbizia le conseguenze pratiche delle proprie azioni è tipico dei politici mediocri. Un uomo politico che non voglia essere un volgare politicante non deve essere, insomma, né Bertoldo, né Machiavelli.

Comments:
Finalmente una spiegazione chiara. Sono arcidaccordo.
 
Strano, ma come mai il Tempo che è filo-berlusconiano ospita editoriali del genere? Che c'è dietro?
 
Bisognerebbe chiederlo a Teodori.
 
fate campagna per l'astensionismo!
ne va del nostro futuro democratico
 
Sono lieto che anche Critica Liberale è per il non-voto (anzi, auspica un Comitato per l'astensione), come si legge sul suo sito:
http://www.criticaliberale.it/GetIndexedPage.aspx?xml=orientamenti&id=23
e che anche un editoriale di Sartori sul Corriere metta in luce i danni sia del sì, sia del no:
http://www.corriere.it/editoriali/09_maggio_17/Gli_esiti_nocivi_del_referendum_giovanni_sartori_4f5ab52a-42b3-11de-94da-00144f02aabc.shtml
 
Nel nostro Orientamento dell’11 maggio abbiamo spiegato le molte ragioni della scelta astensionistica nella prossima consultazione referendaria e soprattutto abbiamo sottolineato l’urgenza che le forze politiche e la società civile si mobilitassero per organizzare al più presto dei Comitati per l’astensione e il boicottaggio del voto. Da allora sono sorti due Comitati:, uno (“Amici della Costituzione per l’astensione dal voto nel referendum”) per l’impegno di Stefano Passigli e un altro (“NO al referendum elettorale”) grazie a Gianni Ferrara, Domenico Gallo, Franco Russo, Cesare Salvi, e a molti autorevoli membri di “Salviamo la costituzione”, di cui la nostra Fondazione fa parte. Critica liberale, che ha partecipato alla nascita di entrambi i Comitati, ritiene utile questa distinzione perché più fruttuosa durante la durissima campagna che avremo di fronte. Fondamentale – e il risultato è stato raggiunto – è che culture e sensibilità politiche diverse siano unite dalle medesime preoccupazioni che portano a sottolineare la necessità che il referendum fallisca, attraverso la non partecipazione al voto o il rifiuto della scheda.
“Critica liberale” partecipa al Comitato “Amici della Costituzione” con Enzo Marzo, con Beatrice Rangoni Machiavelli e come Fondazione, Gim Cassano rappresenta “Spazio lib-lab” nel Comitato “NO al referendum elettorale”. Invitiamo tutti gli amici che condividono le nostre apprensioni per la “doppia-porcata” che regalerebbe definitivamente il paese al Pdl, di battersi contro il duo Berlusconi-Franceschini collaborando a questi due Comitati secondo le opportunità locali e organizzative. Al contrario, occorrerà con sempre maggiore chiarezza spiegare che eventuali Comitati creati per spingere l’elettore a votare, anche se il No, non fanno altre che rafforzare il SI’, aiutandolo a raggiungere il quorum.
CRITICA LIBERALE
 
E anche l'amico Paolo Arsena, portavoce del Forum per l’Unità dei Repubblicani, col quale mi trovo d'accordo su 99 temi su 100, è per l'astensione o comunque per il boicottaggio di questo stupido Referendum Guzzetta-Segni:
http://www.terzarepubblica.it/articolo.php?codice=2476
 
In linea di massima anche io sarei d'accordo per l'astensione anche se però mi sembrerebbe più giusto dire di no. Temo che l'astensione perpetri il porcello. Mi sento anche particolarmente seccata del fatto che mentre si raccoglievano le firme non ci sono state grandi osservazioni sulla raccolta. Anzi!
Saluti, Tizianahttp://www.nessundio.net/tiziana2009.htm
 
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