09 febbraio, 2009
Privato & Pubblico. Noi che siamo insieme liberali e radicali, sul caso Eluana Englaro
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Ma l’altro Nico (siamo davvero 2, non è uno scherzo) fa una mozione d’ordine. “Vero, caro Nico-1, ma qui non siamo – magari – nell’Iperuranio, o nella serenità del monte Olimpo, dove tutti gli Dei sono buoni e belli, le rondini svolazzano allegre e i fiorellini ridono al sole. Tu non puoi ritirarti sulle cime e vedere le cose dall’alto. Qui, sopra al caso umano, drammatico, degli Englaro, si è ormai sovrapposto un dramma politico, istituzionale senza precedenti. Eluana è una scusa, non cadere nell’inganno, per strizzare l’occhio in un vergognoso do-ut-des con la Chiesa, ma anche per tentare scorciatoie autoritarie, la finta democrazia del consenso estorto, carpita non solo grazie alla Tv, ma anche a raffiche di decreti-legge. Perfino, cosa del tutto eversiva per Montesquieu e quindi per tutti i liberali di Destra, Centro e Sinistra, contro una sentenza definitiva della Cassazione. Roba che solo Mussolini faceva”. Protestare ora, sul caso Englaro, non è tanto entrare con gli scarponi chiodati nella stanza dove le macchine crudelmente la mantengono artificialmente in vita, ma è riaffermare la laicità dello Stato, la indipendenza della scienza, la supremazia del Diritto, sola garanzia per lo Stato liberale”. Vero anche questo. E quindi, guardando a questo secondo aspetto, sto coi Radicali. Senza perdere mai la ragione, grido. Senza ipocrisia dico ad alta voce la spiacevole verità. Perché è in atto una tremenda ingiustizia. E poi lo so bene, Ghersi e Panebianco: vi possiamo garantire che nessuno di loro, di noi, gioirà mai se la povera Eluana riuscirà a togliersi dalla non-vita prima d’un rozzo decreto-legge che la considera solo un pretesto.