06 dicembre, 2006

 

Ha sfilato la "gente", non la società. Perciò la CdL ha vinto e ha perso

Lasciamo che i superficiali di Destra e Sinistra gioiscano (o si preoccupino), con le medesime motivazioni, per il successo della sfilata di Roma, con tanto di retorica democratica sul "popolo sovrano che manifesta ed esprime il suo sacrosanto dissenso".
Il "popolo"? Ma, scusate, in quale Paese e in quale secolo siamo? Forse in Francia, e alla presa della Bastiglia? No. E neanche agli Stati Generali, che semmai erano un luogo ristretto di rappresentanza, e che rappresentanza: addirittura un organo di consulenza del re! O la populace della Vandea, o i briganti combattenti accanto ai nobili lazzaroni nelle bande della Santa Fede del cardinale Ruffo di Calabria? Men che meno quello bolscevico di San Pietroburgo, già egemonizzato, come no, dalle prime avanguardie rivoluzionarie, ovviamente borghesi.
Quel "popolo", dunque, che non venne in luce neanche nella Rivoluzione francese – che infatti fu rivoluzione borghese, liberale, e perciò mediata dai ceti e dagli strati intermedi e produttivi della società – e che non fu all’origine neanche della rivoluzione comunista sovietica, dovrebbe essere oggi alla base della rinascista del Centro-destra in Italia? Ma per favore…
E’ un concetto vago, plastico, pericoloso, questo "popolo" indistinto a cui sembrano riferirsi politici e giornali. Forse, piacque soltanto a Peron. Perché già Mussolini, da buon ex socialista, ne diffidava e ne aveva paura. Fatto sta che è ancor oggi un’entità ambigua, un elemento sociologico e pre-politico, se non anti-politico, insomma un qualcosa di oggettivamente reazionario. Utile? Solo per fare titoli sui giornali. Buono per fare cronaca ma non storia, protesta ma non politica.
Col "popolo", con la "gente", non si governa, né si fa opposizione, ma tutt’al più si fa audience televisiva. Perciò il Centro-destra a piazza San Giovanni, a Roma, ha vinto, sì, ma ha anche perso. Perché ha dimostrato i suoi limiti strutturali, politici e sociologici. Anzi, paradossalmente, più alto è il numero dei componenti della nuova, santificata categoria "gente comune" che sfilano con Berlusconi, Fini e Bossi, più bassa è la rappresentanza della "società civile" che il Centro-destra può vantare nell’Italia di oggi.
I 700 mila cittadini (la CdL ha ormai imparato la furbizia del Centro-sinistra di raddoppiare o triplicare le cifre dei partecipanti) che hanno marciato a Roma per il Centro-destra, a differenza di quelli che di solito sfilano per il Centro-sinistra, rappresentavano solo se stessi, non le articolazioni e le elites in cui – che lo si voglia o no - si sostanzia in realtà la società italiana.
Che è, almeno in questo, una società europea, non americana, e cioè si porta appresso storicamente tutto il peso, ma anche tutta la ricchezza, di gruppi, categorie, snodi intermedi, rappresentanze, settori creativi e produttivi della società. Gli Stati Uniti sono davvero una "società di eguali", di cittadini che sono veri soggetti politici, mentre l’Europa è una società di cittadini indistinti, soggetti politici solo virtuali, al di sopra dei quali si erge tutta una ragnatela di strati intermedi, di rappresentanze e minoranze elettive (anche se non sempre "elette", in tutti i sensi), questi sì, davvero titolari di diritti e poteri. E’ la caratteristica precipua della stratificazione politica europea, e italiana in particolare.
E il palco di San Giovanni dimostrava in modo scenograficamente impietoso questa grave lacuna. Accanto all'orchestra del Maurizio Costanzo Show, unica grottesca citazione della "società", sia pure come audience tv, c’erano i "politici di professione". Ma mancavano sia l’elite intellettuale o dirigente (intellettuali veri e propri, professori universitari, scrittori, attori, cantanti, musicisti, sindacalisti, giornalisti ecc), sia le diverse articolazioni della società (ministeriali, insegnanti, casalinghe, pensionati, studenti ecc). Lo hanno detto chiaro e tondo ai giornalisti i pochi intellettuali presenti: "nessuno ci ha invitato sul palco", "nessuno ci ha messo in mostra".
Individualismo o egualitarismo? Nè l'uno né l'altro. Solo autodifesa miope del ceto politicante. Le "categorie" e i gradi intermedi non piacciono ai partiti di Destra? Peccato, perché esistono, eccome, e possono fare molto per convincere i votanti e dare prestigio a uno schieramento che non brilla per qualità personali. Certo, sono difficili da gestire, e vogliono un personale politico apposito e specializzato che li "accudisca" e li "aiuti" ad esprimersi in politica. Cosa che il Centro-destra di "dilettanti che hanno scelto di diventare professionisti della politica" non ha il tempo né la pazienza di fare.
Il "popolo", quindi, perché è molto più facilmente gestibile, e dà meno grane. Ma anche qui il ceto politico della CdL ha mostrato tutta la propria insufficienza: non ha considerato che sono stati proprio i politologi e teorici della Destra storica a teorizzare le élites. E in particolare sono stati proprio i teorici della Destra liberale a sostenere che "la politica non è tutto", e a tuonare contro la "partitocrazia".
E così quella del Centro-destra si è rivelata una vittoria, sì; ma per chi sa guardare con sottile spirito critico, una mezza vittoria di Pirro.

Comments:
Caro Voltaire, condivido la tua analisi che, tra l´altro, sposo anche sul mio blog. Il fenomeno Berlusconi e Forza Italia sta andando verso una deriva populista in cui non si è riuscita finora a creare una classe di governo e una elitè intellettuale-economica per governare il paese. E, cosa ancor peggiore, nessuno pone la questione del futuro del Centro Destra una volta sparito il Berlusca.
 
Secondo te da chi è composta la società? Dalla gente, o nò.Galli della Loggia ti a dato alla testa.
 
"There is no such thing as society: there are individual men and women, and there are families".

Margaret Thatcher
 
Mi pare un tentativo snobistico il tuo di dover prender posto per forza nei salotti "cattocomunisti dell'intellighenzia" che imperano in questo dannato paese. Se è pur vero che Forza Italia dietro non ha classe dirigente e anche pur vero che sostituirsi a quel sistema non fa altro che rirpoporlo. E' un interessante analisi cmq la tua, ma non mi trova d'accordo. Piuttosto sarebbe meglio crearla "ex novo" una classe dirigente e non far si che quella esistente si sposti o far si che prenda il posto di quella attuale che per la maggior parte sta a sinistra. Altrimenti in questo paese non cambierà mai nulla e le regole rimarranno sempre quelle. Invece le regole devono cambiare.
Ciao.
 
Giuro, caro Anonimo, che avevo da anni questa intuizione. Già da quando ero presidente di un club di FI, nel 94 ("Natura e libertà"). Galli della Loggia arriva sempre troppo tardi.
Non mi sembre di aver offeso nessuno. Ho detto che è stata una vittoria. Ma anche che ha in sé il germe della sconfitta.
 
Ad A-man. La gente, come la folla, non fa la società. E' l'incipit di ogni manuale universitario di sociologia. Lo si sapeva già nell'800.
Ad A-man e a Chris. Ricordo che guardai con soddisfazione, lo confesso, e con godimento, a molte cose della Madama di ferro, che era malvista anche da una grossa parte del PLI d'allora. In effetti, ammettiamolo, era più una conservatrice che una liberale. Però sindacati e categorie privilegiate in UK avevano veramente esagerato (un po' come da noi...) e ci voleva una sana lezione.
Normale, come conservatrice, che dicesse che la società è composta da...individui. Va bene se detto da una casalinga, ma purtroppo (basta studiare un poco...) non è vero. O meglio, è vero da un punto di vista meramente naturalistico, ma non politico-sociologico.
Non c'è bisogno di annullarsi nel socialismo, che nessuno di noi vuole (pfui!). Ma la società moderna, anche e "soprattutto" quella liberale, che ha inventato i limiti dei diritti, il bilanciamento dei poteri, il controllo continuo ecc, è fatta di gruppi, di deleghe, di rappresentanze, di strutture, di lobbies, ecc. La società è una cosa terribilmente complicata. Non siamo nella polis di Atene in cui i 1000 cittadini-individui (che però erano già dei privilegiati, o per stato o per censo) votavano su tutto o quasi.
Non siamo alla civiltà delle caverne e dobbiamo prendere atto del costume e delle abitudini: se la gente oggi si riunisce nei salotti (dico per dire), andiamo nei salotti, anzi facciamone di nostri. Perché i salotti devono essere per forza catto-comunisti? Che è questa idea mussoliniana - scusate - della cultura?
La cultura, la scienza, sono alla base della libertà e del liberalismo.
Il contrario non è un presunto "popolo", ma l'ignoranza, il fascismo, il clericalismo, il comunismo.
Bisogna sapere per essere liberali, ed essere liberali aiuta e spinge al sapere.
Fondiamo riviste, giornali, fondazioni, think tank, pensatori, e soprattutto andiamo nelle Università, leggiamo i giornali e i libri.
Se la borghesia italiana, la meno liberale e incline alla concorrenza, tra le più ignoranti e ottuse al mondo (per motivi storici: dalla Magna Grecia alla Spagna...:-)), non esce fuori dai suoi comodi studi professionali ereditati da papà, siamo fottuti.
Altro che individui.
Certo, poi ognuno di noi come individuo ha anche l'obbligo di esprimersi al meglio e coltivarsi
(libri, giornali, teatro, musica, arte, psicologia, saggistica, please...). Ma poi deve portare la sua personalità a contatto degli altri: deve fare gruppo. Se no, la borghesia è finita
 
Dimenticavo il mio piccolo test privato su amici del ceto medio: 3 miei amici di Destra su 5 non sanno per chi votare, spesso non vanno a votare, non leggono regolarmente giornali o libri ("non ho tempo"), e la sera stanno a casa. Però guadagnano molto. Mentre 4 su 5 amici di Sinistra sanno benissimo per chi votare, fanno parte di club, e leggono molto. La sera escono e incontrano gente. Però guadagnano meno di quelli di Destra.
Sto parlando solo del ceto medio, non dell'alta borghesia, dove forse la Sinistra fa più soldi della destra. Ma gli altri parametri restano. E dicono tutto.
 
Caro Nico Valerio, io alla manifestazione del 2/12 c'ero e mi spiace doverle dire che non sono d'accordo con lei su molto di ciò che ha scritto.
10 anni fa avevo partecipato alla prima manifestazione del Polo contro Prodi, e posso garantirle che questa volta é stato diverso.
Questa volta le persone si sono mobilitate da sole: io ero su un pulman con diversi "singles" che pur di venire (anche da soli) avevano chiamato la sede di Forza Italia per partecipare...
Il resto non é importante, sono sottigliezze.
Ciò che é importante é che in tanti (che una volta avrebbero chiamato borghesi)il 2 dic. si siano mobilitati per far sentire la loro voce, per difendersi, per protestare.Non restiamo chiusi nei salotti e nelle aule magne a fare conferenze e convegni sul liberalismo,non lasciamo le piazze in mano alla Sinistra,altrimenti avremo sempre un handicap nei suoi confronti.

Cordiali saluti
Giuliano Ghezzi
 
Scusate, sono nuovo sul forum.
So che non è il posto giusto, ma io vorrei sapere una cosa: PERCHE' Pannella ha fatto fuori Capezzone ? parlo di motivazioni politiche, non personali.
Accidenti, ho visto e ascoltato i blob, letto maree di articoli etc, ma non l'ho proprio capito !
sembra una "liquidazione" basata sul nulla o su futilissimi motivi, ma visto che Pannella non è un pazzo, anzi credo che sia un tipo cerebrale, delle vere motivazioni devono pur esserci.
Ma vi garantisco che chi non è addentro alle politiche radicali davvero non le capisce.
Vorreste essere così gentili da dare una spiegazione oggettiva (cioè dati e non interpretazioni) ? sonos ciuro che moltissimi italiani oltre al sottoscritto vi ringrazieranno !!!
ciao
William (Genova)
 
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