09 giugno, 2006
Etica di Stato. Commissione Amato poco amata dai liberali
Entrambe le ipotesi sono allarmanti. Intanto perché esiste il Comitato Nazionale per la Bioetica che ha il mandato di promuovere un confronto, anche se purtroppo si è soprattutto prestato per fare da megafono alle posizioni vaticane. Proprio con le nuove nomine e magari attraverso una riforma che definisca meglio e in senso operativo, le funzioni del CNB il Governo Prodi ha un'occasione di discontinuità con il passato. Se invece si vuole una commissione governativa di bioetica per tranquillizzare il cardinal Ruini, e disinnescare la miccia della sfiducia contro Mussi, si tratterebbe ugualmente di un pessimo segnale. Sarebbe l’ennesima dimostrazione che l’Italia è diventato un Paese a sovranità limitata, dove cioè sulle materie che riguardano i diritti della persona è il Vaticano che stabilisce cosa è consentito fare e cosa no.
Il trasferimento di funzioni di confronto sulla bioetica a livello governativo sarebbe un’anomalia nel quadro di una democrazia liberale: non esiste al mondo un governo democratico che si assume il compito di istruire un dibattito sulle dimensioni etiche di qualsivoglia argomento, dato che non è questo un compito costituzionalmente affidato all’esecutivo. E’ vero che in Italia si sta perdendo il senso funzionale della laicità dello Stato, ma che dopo le "leggi etiche" ci tocchi di subire anche la formalizzazione del "governo etico" (seppure sotto forma di etica "concertata") sarebbe davvero troppo.
GILBERTO CORBELLINI, Co-Presidente dell'Associazione Coscioni, membro della Direzione Nazionale della Rosa nel Pugno (Notizie Radicali, 7 giugno)
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