06 giugno, 2006

 

Taxi e aspirina: da qui inizierà la prossima Rivoluzione liberale?

Se la rivoluzione liberale americana iniziò dalle casse di tè, e il nostro Risorgimento dallo sciopero del tabacco, perché la prossima rivoluzione liberale non potrebbe partire dall'aspirina e dai taxi?
Vi ricordate quando nella cosiddetta Casa delle Libertà, che secondo certi blogger ignoranti di Tocqueville sarebbe composta di tutti "liberali", il ministro Alemanno (prima Movimento sociale, poi Destra sociale, in pratica nazionalista e socialista: che brutto abbinamento) assicurò la piccola e coriacea corporazione dei tassisti che mai e poi mai il governo avrebbe liberalizzato il servizio? E pensare che la CdL aveva preso i nostri voti dicendo che avrebbe fatto un partito liberale di massa. E in Parlamento aveva una maggioranza enorme, che nessun schieramento avrà mai più in futuro. Un'occasione persa per sempre.
Ma ora voglio ricordare un'altra tipica chiusura, un'altro dei tanti divieti di quello che ancor oggi qualche nostalgico definisce come uno schieramento aperto e liberale: il no deciso del ministro Storace (altro nazionalista sociale) alla vendita dei farmaci nei supermercati. Si arrabbiò molto della proposta, ricordo. Si sa, la lobby dei farmacisti è molto potente. Era la Destra "tassinara" (aggettivo e sostantivo inventati a Roma) e farmaceutica.
Ora come meravigliarsi, dopo i sinistrismi conservatori e illiberali della Destra, che la Sinistra, illiberale per definizione (tranne, ovvio, i bravissimi amici radicali), sia per conservare i favori alle lobbies e quindi anche alle farmacie? La ministra della Sanità Livia Turco vuole impedire che i farmaci da banco - perfino quelli - siano venduti nei supermercati affinché «le farmacie rimangano il miglior presidio per la salute e la sicurezza dei cittadini». Evidentemente in quei Paesi dove si vendono nei supermercati (Usa, Australia, Austria, Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Olanda, Spagna, Portogallo) la salute dei cittadini è a rischio. E poi si scopre che un'aspirina in Italia costa 28 volte di più che in America", nota con amarezza Luciano Caldirola sul Corriere della Sera (lettere). Dalla padella alla brace. Ecco la Sinistra farmaceutica.
E a proposito di farmaci per questo sistema politico ed elettorale malato. A quando un grande Terzo Polo liberale? Se togliesse, per ipotesi, naturalmente dopo un'implacabile "campagna verità" condotta alla radicale, i tanti elettori liberali alla Destra e i pochi alla Sinistra, avrebbe qualcosa come il 20-30 per cento di tutti i voti. Vi rendete conto? Dentro ci starebbero i radicali da soli, più tutti i liberali e repubblicani sparsi nel Parlamento e nel Paese. Diventerebbe il vero centro motore della politica italiana. Basta volerlo. Del resto, fin d'ora, i deputati liberali potrebbero costituire un gruppo alla camera.
Certo, non sarebbe facilissimo far capire la novità ai tanti italiani non esperti di politica e di ideologie, essendo stati diseducati da anni dai cretini della Destra e della Sinistra che "ormai le idee non contano", ma contano gli schieramenti, cioè le cordate di amici, le oligarchie mafiose fatte solo per il Potere.
E peccato che gli Italiani - così immaturi perché hanno una classe dirigente corrotta e immatura - non votino con la testa, cioè seguendo la ragione, le idee e i propri interessi, ma con altri organi irriferibili. Quelli che presiedono alla simpatia e all'antipatia, ai noi e ai loro, al clan e alle raccomandazioni, insomma al tifo. Ma le cose stanno cambiando...

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