12 gennaio, 2006

 

Per Allah trecento morti e mille feriti. Ma c'è una vergogna più grave...

Guai a banalizzare o a cadere nel tranello della logica apparente. Non cediamo alla suggestione dell’attualità, della "curiosità di cronaca", come cinicamente dicono i giornalisti. L’abituale strage annuale di vite umane, vite incolpevoli, vite musulmane, durante l'ultimo giorno dell'haj, il tradizionale pellegrinaggio alla città santa della Mecca, dove la ressa di due milioni di pellegrini quest’anno ha provocato 300 morti e oltre 1000 feriti, non è la conseguenza più grave o più scandalosa del fanatismo e dell’irrazionalità, ma anzi la più piccola e più lieve. Il male più profondo e vasto, infatti, è ben altro. La credulità popolare, sapientemente alimentata da chi in ogni parte del Mondo dalla religione come rito di massa e messinscena trae profitto sotto forma di potere e guadagni, utilizzando crudelmente l’uomo come mezzo, è già di per sé strage di coscienze, distruzione di verità, morte dello spirito, umiliazione della dignità dell'uomo e della donna. Chi conterà mai tutte le menti ottenebrate, i terribili guasti psichici, le orribili depravazioni, le decisioni folli, i delitti, che il fanatismo, e in particolare quello di alcune religioni monoteiste, ha prodotto? E dire che in origine si accusavano di crudeltà i pagani: oggi, anche guardando all’antica Roma, ci appaiono i più saggi.

Comments:
Da liberali dobbiamo essere obiettivi e giusti. Per noi tutti i fanatismi sono uguali. A parità di pericolosità, s'intende. Ecco quello che avevo scritto nel n.2 del Salon Voltaire (Newsletter) del febbraio 2004:

Catania come La Mecca
MORTI E FERITI NEI RITI RELIGIOSI

Chissà se il sindaco di Catania, Scapagnini, sta prendendo provvedimenti per il futuro, ma certo noi liberali abbiamo l’obbligo dell’obiettività: non solo l’Islam è fanatico e fondamentalista. Anche nell’Italia cattolica sopravvive - con la scusa dei riti tradizionali - un po’ di quel fanatismo religioso contro cui gli antichi pensatori illuministi, Voltaire tra i primi, si scagliavano. Ora, contando le vittime, le autorità religiose, parlano furbamente di "superstizione". E prima dei morti?
Un morto e venti feriti, hanno riferito le cronache, è il bilancio dei festeggiamenti in onore della patrona di Catania Sant’Agata. Un giovane di 21 anni è morto per lo spappolamento del fegato dopo essere stato travolto dalla folla dei fedeli durante la processione della "Santuzza". L’incidente ha coinvolto una ventina di persone molte delle quali hanno riportato fratture ed escoriazioni. E non è una novità. L’attaccamento alla santa è così forte da spingere i devoti a crescenti prove di forza e di resistenza fisica per ore e ore. Ogni anno questa fanatica devozione per Sant’Agata richiama per le vie del centro migliaia di fedeli col tradizionale sacco bianco in ricordo della notte del 1126 in cui le reliquie di Sant’Agata vennero riportate da Costantinopoli ed i catanesi si riversarono in strada in camicia da notte.
Non siamo esperti di santi ma un poco di storia dell’abbigliamento, tanto da poter escludere che in tempi così antichi e con quel clima fosse generale l’uso di dormire con la "camicia da notte". Se così è, il rito "sanguinoso" in camicione bianco è piuttosto recente e a nulla vale accampare "tradizioni antichissime"
 
L'hajj non e' un semplice rituale, e' uno dei pilastri dell'Islam.
Per quale motivo lo paragoni al fondamentalismo?
E'scorretto e offensivo se permetti.
 
No, scusa, leggi bene: chi ha parlato di fondamentalismo?
Parlavo solo di fanatismo.
Be'un fanatismo di massa del genere è un fatto, no? Come anche da noi, del resto. Senza voler offendere nessuno. Una folla del genere è abnorme, quasi inumana (psicologicamente, etologicamente starei per dire, e infatti ci sono conseguenze...).
Il fatto che siano in tanti non toglie che siano tutti, come dire, "religiosi estremi", cioè fanatici. Senza nessuna accezione denigratoria.
Del resto sono una infima minoranza. I musulmani non sono solo 2 milioni. E altre centinaia di milioni di musulmani stavano a casa...
 
Fuori delle religioni, come i "fans" (fanatics) di Elvis Presley, dei Beatles o del rock...
Già, in fondo non fanno niente di eccezionalmente folle, ma tutti insieme e con molta eccitazione.
E anzi partecipano già immaginando che saranno in tanti... Se invece
c'è solo uno di fan, magari la polizia l'arresta ("Era un pazzo", diranno poi i testimoni...). Ma se sono in tanti... popolarità, successo, devozione popolare.
Così va il mondo
 
E' nostro dovere andare alla Mecca almeno una volta nella vita.
Ora capirai che il rito dello stoning http://www.submission.org/hajj/stoning-q.html puo' comportare disagi e tragedie come questa.
Se il governo Saudita non riesce mai a pianificare al meglio il pellegrinaggio non e' perche' siamo fanatici anche se come ho sentito dai TG, gli organnizzatori avevano pregato di non accalcarsi.
Oh non e' che ogni passo che facciamo finisce che siamo terroristi necessariamente.
 
A pizzaqueen.
No carisima, non vorrei proprio
lasciarti con questa impressione, credimi. Io rispetto tutte le religioni.
Fanatici sono certi Cristiani
che per esempio si fustigano con ramoscelli di spine in processione
(si faceva nei secoli passati, oggi solo in 1-2 paesi del Sud, credo), o anche le folle di giovani che fecero la fila sotto il sole per 1 giorno (con telefonino-foto ricordo
per riprendere il feretro del papa
Giovanni Paolo II.
Fanatici sono gli ebrei super-osservanti che vestono in modo molto strano, con cappello e riccioli, e che vietano qualunque cosa il sabato, magari anche le cure mediche.
Fanatico è l'appassionato di rock che entra di forza nel camerino del cantante preferito, o gli strappa la camicia per ricordo
(un po' come le reliquie dei santi cattolici...) oppure ascolta musica anche di notte disturbando gli altri.
Insomma, per fanatismo si intende solo un eccesso di amore, di dedizione, di interesse.
Non c'entra nulla col terrorismo.
ciao e buona permanenza nella
penisola arabica.
Beata te, qui fa molto fredddddo...
Poi se vuoi mi racconti
(invia una email da "Contatti", così non disturbiamo i lettori)
che stai facendo di bello là.
ciao
 
ricodo, bertoli in una sua canzone: credo ke in certi momenti in cervello non sa più pensare e corre in rifuggi da pazzi e non vuole tornare.
 
Corretto. Mi chiedo però quanto il popolo minuto, oggetto di sfruttamento dalle gerarchie ecclesiastiche di tutte le religioni voglia essere liberato dal loro sfruttamento. Tutte le religioni vendono illusioni, consolazioni, esattamente come le varie vanna marchi e soci, solo che lo fanno con una struttura decisamente più grande e non vanno sotto processo. Ma d'altra parte la maggior parte degli uomini e donne disposti a fustigarsi, farsi pressare dalla calca o aspettare una giornata sotto il sole per vedere il leader religioso o ancora farsi saltare in aria sono contenti così. Allora tanto vale pigliarli continuare a pigliarli per il c..o e peggio per loro. Anzi... quasi quasi mi metto anch'io a vendere costosissimi amuleti!! :)
 
divulghiamo il film: rapa nui.
 
Gli arabi che comandano sono rimasti a un livello di cultura medioevale. Ecco perchè i fondamentalisti dicono di combattere contro i crociati. Ovviamente in tutto questo la miseria e il sottosviluppo giocano ruoli importanti, ma io non credo che oggi ci sia ancora bisogno di una religione che fa di tutto per soggiogare le donne in semischiavitù costringendole a vestirsi in modi allucinanti per qualsiasi donna non araba, o a imporre stili di vita assurdi che nemmeno un cane accetterebbe.
Cara signora pizzaqueen, invece di criticare dovrebbe fare lei la rivoluzione insieme alle altre donne arabe per rovesciare la dittatura religiosa.
Gli arabi, se vogliono integrarsi culturalmente con il resto del mondo, devono fare una rivoluzione religiosa mandando a quel paese il loro clero che da sempre utilizza la religione per campare alle spalle della povera gente.
Un po' quello che facevano da noi fino a non molto tempo fa (e ci provano anche oggi, vedi Ruini, che farebbe meglio a pensare agli affari vaticani piuttosto che a quelli italiani).
La libertà passa per la laicità.
La religione, per essere accettata nel mondo di oggi, deve essere per forza annacquata, senza ingerenze eccessive negli ambiti sociale e politico.
Secondo me prima che gli arabi facciano la loro rivoluzione passeranno ancora tre o quattro secoli, sono ancora socialmente troppo sottosviluppati (quando sento parlare di tribù rabbrividisco, ma chi comanda Toro Seduto ?).
 
Sono d'accordo: tutte le religioni non sono altro che credenze facilmente sfruttabili per drogare le masse (naturalmente "a mo' di oppio" ;-), a prescindere dal loro gradi di rigidità e di moralismo. I musulmani non sono peggio (né meglio) dei cristiani.
Basterebbe pensare ogni tanto a quanta gente si è ammazzata, a quante guerre si sono fatte nei vari nomi di dio per diventare tutti gioiosamente agnostici!
 
Nico, tu hai scritto "per fanatismo si intende solo un eccesso di amore", ma il fanatismo con l'amore non c'entra niente. Magari ci fosse nel mondo un "eccesso di amore"! Amare significa essere disposti a rinunciare a sé stessi, rinunciare a tutto per la felicità dell'altro. Cristo è morto in croce perché l'uomo sia felice e si accorga che Dio è Amore! Ora tocca all'umo DECIDERE di essere felice!
Intendiamoci: l'amore è per tutti, non solo per i cristiani o per una religione, per TUTTI.
 
Tigre hai ragione. andavo di fretta e rileggendo mi sembrava che mancasse qualcosa o fosse addirittura sbagliato per difetto...
Poi ho dimenticato di correggere.
E' un errore evidente: insomma, mancavano le "virgolette": per amore intendevo dire quello che sostengono "loro", i fanatici.
Sapevo che qualcuno pignolo (complimenti)
me lo avrebbe fatto notare...
Ma, come ho detto qui in un precedente commento,per capire basta fare il paragone con i "fans" del rock o del pop.
Loro dicono di "amare" pazzamente i loro idoli. O no? Dunque è "amore" folle, il loro. Dedizione ad una causa oltre ogni buonsenso, fissazione su un oggetto.
Il ragazzino fanatico di internet dimagrisce, non dorme più, non esce di casa, mangia sulla tastiera, vede solo le ragazze sul web ignorando quelle vere ecc.
Ma ricordiamoci che fanatico deriva dal latino fanaticus, cioè seguace del dio Fanus, che era per i Romani, laici per natura e cultura, un mezzo matto che si abbandonava ad ogni eccesso.
Perfetto per il Cristianesimo delle origini. Attenzione: i Cristiani erano proprio la setta fanatica degli Ebrei, non dimentichiamolo mai. I Cristiani arrivarono a compiere attentati a Roma e in altre città, tipo Brigate Rosse (secondo una accurata ricostruzione storica del coltissimo Luigi Cascioli, lo stesso Gesù, alias Joshua il Nazareo - cioè l'estremista, se ricordo bene - era un agitatore pericoloso in Galilea. Se no non si spiega la pena gravissima della croce. I Cristiani a Roma ne combinavano di tutti i colori e giustamente venivano espulsi o condannati.
Poi il Cristianesimo si è rammollito per merito nostro, ma bisogna sempre stare all'erta, perché "vuole la libertà" quando è in minoranza, la nega quando è al potere: classico dei Cristiani: deboli coi forti e forti coi deboli.
Ora è la volta dell'islamismo. Delle tre religioni monoteiste, viste da noi laici, si salva solo l'ebraismo: grande popolo, grande religione. Un popolo così intelligente e critico, col più alto tasso mondiale di intellettuali, artisti e commercianti per metro quadrato, non permetterebbe troppe cazzate che intralciassero il progresso e la civiltà. Basta vedere quante volte sono arrestati in Israele i religiosi fanatici e violenti.
 
Chissà che ne pensano gli arabi liberali, li ho visti in un link proprio qui da voi. non sapevo che esistessero, sono curiosa
 
Paragonare ciò che succede ogni anno alla Mecca con la festa di S.Agata a Catania mi sembra esagerato, tuttavia concordo con il fanatismo religioso e qualunque altro tipo di fanatismo: in realtà dobbiamo avere il coraggio di ammettere che al di là del computer e dei cellulari nessun progresso socio culturale è stato compiuto negli ultimi cinquemila anni.
A proposito della festa di S. Agata, e scrivo da catanese, di religioso non ha più nulla da diversi anni tant'è che la festa stessa non è guidata né dalle istutuzioni religiose né da quelle statali: provate ad immaginare da chi? E' inutile chiamare in causa il primo cittadino, in quei tre giorni non conta proprio nulla!
 
Nico, è vero che Gesù era un sovvillatore, ma nel senso che andava contro corrente. Era quello del "porgi l'altra guancia", quando tutti professavano la legge tel taglione (tipo tu rubi con la mano, io ti taglio la mano), e del "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio".Difendeva la vita umana, di ogni essere umano, anche del più peccatore tra i peccatori, come l'adultera o il ladrone in croce con lui e li perdonava. Purttroppo perdono è una parola che noi dimentichiamo spesso, troppo spesso. Per la cronaca, è stato messo in croce perchè dicendosi figlio di Dio secondo gli ebrei bestemmiava e le bestemmie erano punite con la morte.
Secondo me si può ritenere estremista chiumque non sia capace di dare il proprio perdono.
 
All'amico di Catania. L'accostamento tra i piccoli incidenti della processione locale e la Mecca era solo ironico e divertente. Però i cristiani si fustigavano a sangue fino all'altro ieri (oggi sopravvive un rito del genere in qualche città del Sud). A Roma i penitenti fanatici masochisti che si riunivano all'Oratorio del Caravita sono spessissimo citati con pesantissima ironia dal poeta G.G.Belli nei suoi sonetti, spesso anti-cristiani. Quindi, attenzione, un certo grado di fanatismo anche individuale è presente lungo tutto l'arco storico cristiano-cattolico.

Sull'ultima obiezione (la pena della croce e la reale natura di Gesù) citavo solo l'affascinante ricostruzione storica e filologica di Cascioli, che sembra saperne più d'un prete in materia.
Si vedano i vari articoli sul sito

http://www.luigicascioli.it/home_ita.php
 
Per me il grosso problema occorre quando la religione passa dall'essere una pratica individuale all'essere fondamento della struttura dello stato e sorgente di leggi. E' nel secondo caso che che si hanno le persecuzioni, discriminazioni e violenze.

A proposito del rituale della lapidazione del diavolo: se un rituale é troppo pericoloso, non é il caso di cambiarlo? Pregare la gente di non accalcarsi non serve nulla.
 
"Mai visto tanto interessamento sui media e sui blog occidentali, come mai?", chiede un'amica dall'Oman.
Forse perché 350 morti e un migliaio di feriti sono tanti... Anche sui media arabi se ne parla tanto, vi sono numerosissimi articoli e commenti sull'ecatombe di quest'anno di pellegrini alla Mecca. I media arabi mettono l'accento sulle carenze organizzative, la speculazione economica e la mancanza di una vera e propria protezione civile.

D'altra parte, da un punto di vista più generale, antropologico, negli esseri umani esiste una strana fascinazione per i giochi di vertigine, il pericolo e la morte. Per esempio, andare in automobile è pericoloso, vi sono migliaia di morti e centinaia di migliaia di feriti all'anno, eppure ci si va lo stesso. In fondo, gli esseri umani sono in questo davvero uguali. Musulmani accalcati in pellegrinaggio ai luoghi sacri della Mecca oppure non-musulmani ammassati in corsa su veloci autostrade laiche o laiciste disperate e clacsonanti, si può fare una fine balorda comunque.

Questo non significa che i governanti e la politica, i responsabili laici e quelli religiosi, non debbano operare responsabilmente per limitare i danni ed evitare il solito, ripetitivo gioco al massacro.
 
http://giannidemartino.splinder.com

scusate, l'altro indirizzo blog per il momento è vuoto.
 
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