04 gennaio, 2006

 

Deficit di energia? Il fanatismo d'oggi è peggio delle paure di ieri

Va in bagno l’addetto ai monitor d’una centrale nucleare in Slovenia, fa la pausa caffè un ingegnere d’un elettrodotto in Svizzera, c’è un colpo di Stato in Algeria, urla invettive antisemite il dittatore teocratico in Iran, litigano Russia e Ucraina sul gas metano (e un domani potrebbero litigare con noi, come altri Paesi fornitori) e gli italiani tremano dalla paura, pensando a quanto in futuro potrebbero tremare dal freddo. Ma nessuno vuole vicino a casa impianti energetici di alcun tipo, non parliamo poi delle scorie nucleari, magari sanitarie, che loro stessi hanno prodotto: vedi la vergogna di Scanzano Ionico.
Dice: ma almeno le nuove generazioni. Macché, i più ottusi e reazionari sull’energia sono proprio gli studenti. Con i no-global e i movimenti estremisti, e gli infiltrati nel movimento dei Verdi, i giovani ormai, se "danno la linea" sull’energia, la danno reazionaria e precauzionista manco fossero vecchine che escono di sacrestia. Eppure col chiasso che fanno, fanno opinione, scrivono su Internet, diffondono leggende metropolitane e contro-informazioni pseudo-scientifiche. Organizzano comitati che ricattano i sindaci e perfino i parroci delle zone depresse (Sud, Val di Susa ecc). Povero Piero Gobetti, che affidava ai giovani, nientemeno, la Rivoluzione liberale. Qui neanche la Manutenzione tecnologica ed energetica ci fanno fare. D’altra parte, l’eolico in Italia è distruttivo del paesaggio (e non rende, v. famosa inchiesta di Der Spiegel), il solare per riscaldare almeno l’acqua sanitaria stranamente non è usato, non solo sui tetti dei bellissimi centri storici – dove stonerebbe – ma anche sui milioni di brutte e squallide nuove casacce che gli italiani arricchiti con le pensioni abusive e i lavori in nero hanno costruito ovunque. Che resta per produrre tanta energia in Italia?
Dice: ma proprio tu parli, che pur essendo liberale ultrà, votasti come ecologista ultrà – lo hai confessato – contro il nucleare nel referendum del 1987? Vero, litigai con i "compagni" rossi che in realtà col loro no votavano contro il capitalismo, e con gli "amici" cattolici che volevano dire no all’Apocalisse e al progresso laico. E mi ritrovai vicino ai "compagni" radicali, che almeno lo fecero per rilanciarsi politicamente, e un po’ di scienza l’avevano consultata. Che dovevamo fare, Signori della Corte? Io ero e sono scientista, oltre che naturista (che è un grado superiore, più coerente, di ecologista…), e la scienza allora dava le centrali tipo Chernobyl come molto insicure, e perfino nella nostra America, signori Giurati, era successo il casino della centrale di Three Miles Island. E lì non giocavano a carte, né avevano disattivato i controlli "per essere più tranquilli", come i tecnici russi.
Oggi, per fortuna, tutto è cambiato ("Sì, la tua testa", dirà il lettore malevolo, sbagliando). La tecnologia della sicurezza e le tecniche di costruzione e gestione degli impianti nucleari sono migliorati molto. Di fronte all’inquinamento generale ormai insopportabile, proprio per ragioni "ecologiche" il nucleare merita attenzione. I tempi di costruzione d’una centrale si sono ridotti di molto. Quello delle scorie, in un paese di montagne, non dovrebbe essere un problema, se i soliti gruppetti politicizzati non si buttano come falchi ad aizzare le popolazioni locali. E soprattutto lo vogliono l’economia e il buon senso, visto che paghiamo molto di più l’energia nucleare che producono Francia, Svizzera e Slovenia appena fuori dell'Italia. E tutti ormai hanno capito che, fuori o dentro i confini, il rischio è lo stesso.

Comments:
mentre gli stati avanzati per ridurre la dipendenza dal petrolio puntano sul nucleare, la repubblica italiana lega il nostro futuro agli stati che producono il petrolio, che sono quasi sempre non affidabili se non ostili a noi.

La repubblica italiana continua a compiere gravissimi errori.
 
Certo, sono d'accordo: in fondo gli Stati liberali dell'Occidente si sono messi, con la loro ottusa politica energetica (e non solo), nelle mani degli Stati autoritari.
Però, scusa, non credi che un po' di educazione ad evitare gli sprechi (magari con imposizioni differenziate, che privilegiano chi consuma in modo intelligente...)servirebbe?
E questa sarebbe efficace subito, tagliando - dicono le statistiche - un buon 20% delle necessità. Questo ci darebbe un po' di respiro per impostare in modo razionale, lontano da qualsiasi approccio "ideologico" o "fanatico", una politica energetica meno dipendente dagli umori d'un Rais per i prossimi 20-50 anni
 
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