07 ottobre, 2024

 

Israele accerchiato da Paesi islamici è tramortito dal terrorismo. Lo salva il “cattivo”, come sempre

Un paria della politica, per anni politicamente discusso, odiato anche da molti israeliani, ha avuto ragione. Ma un poco – scusatemi – ho avuto ragione anch’io, nel mio piccolo di critico politico. Ho avuto il coraggio, tra pochissimi in Italia, anzi in Europa, di elogiarlo sùbito, il “cattivo” Capo del Governo, Netanyahu, quando un anno dopo l'ignobile strage di giovani israeliani riuniti per una festa il 7 ottobre 2022, da parte dei terroristi islamici di Hamas (votati dai Palestinesi, altroché), la sua giusta, ma non bella, certo, eliminazione dei criminali prese i connotati terribili che sappiamo grazie ai media di tutto il Mondo, che ci tenevano a mostrare “quanto siano cattivi Israeliani ed Ebrei”. Un anno dopo la strage del 7 ottobre 2023. E sulla liceità etico-politica di distruggere in modo implacabile, ad uno ad uno, la peggior razza di criminali oggi esistenti, i terroristi islamici che avevano ucciso tanti giovani israeliani, nell’ottobre 2024 cercavo conforto nei nostri padri Guicciardini, Machiavelli e Benedetto Croce, Ripubblico l’articolo così com'era, anche quelle parole che quasi le mie dita si rifiutavano di scrivere. Ma io misi a tacere quelle parvenze di umane obiezioni che pure erano le mie, forte della Ragione, che è Logos ma anche Storia, che tutto spiega e tutto giustifica in un Ordine superiore, e perciò giusto. Ecco quello che scrissi a caldo quando tutto il Mondo, compresi non pochi Israeliani ed Ebrei (di cui è nota, ma solo a chi li conosce, l'Umanità) lo criticavano (NV).

VILIPESO PERFINO IN PATRIA, Benjamin Netanyahu, Primo Ministro d’Israele; definito forse a ragione uomo senza scrupoli, accusato di ogni genere di imbrogli politici; non è quella che si dice “una bella figura”. Cose, però, che si dicono di tutti i capi politici di successo.

Ebbene, sembra che la Storia abbia sempre chiamato a eseguire grandi azioni, come il compito di abbattere una Dittatura (“Morte al tiranno!”) o come in questo caso il Terrorismo islamista, non saggi filosofi o alte figure morali, del tutto inadatti alla politica, ma uomini del genere.

Un grosso e orribile bastone nodoso serve più d'un esile ed elegante fuscello di giunco.

Perciò, solo gli ingenui o incolti hanno potuto additare Netanyahu come “guerrafondaio”, quando proprio il ricorso estremo alle armi serviva per compiere il primo comandamento della Storia: la legittima difesa, la Libertà. Perché se non mena efficaci fendenti a destra e a manca, il piccolo Israele sarà distrutto.

Ma questo non lo capisce quell’ipocrita Europa snob che cinicamente ritiene la difesa della Libertà con le armi “poco elegante”; che non ha più ideali; che vede solo la corruzione morale altrui, non la propria; e che dimenticati i Risorgimenti nazionali (in cui qualche colpo di fucili o di cannone fu pure sparato) scambia il Liberalismo col semplice farsi gli affari propri. Perciò mette sullo stesso piano le organizzazioni criminali, come quelle islamiste, e chi dà loro la caccia.

No, non tutte le idee sono ugualmente rispettabili, come credono i cretini della nuova società di massa d'Occidente, convinta insieme con i tanti antisemiti-antisionisti-antigiudaisti e antiliberali di Sinistra, Destra e Centro che i criminali politici e i terroristi islamici siano meno criminali addirittura d’un omicida stradale o d’un inquinatore.

Del resto, la politica (lo si sapeva già prima di Guicciardini e Machiavelli) non è un'arte per le anime belle e pure; tantomeno coincide con la Morale (v. anche Croce); anzi, assomiglia più al gioco d'azzardo (basta leggersi la vita di Cavour).

Fatto sta che dopo l’inspiegabile, colpevole disattenzione dei Servizi Segreti israeliani e l’efferata strage di Hamas del 7 ottobre 2023, Netanyahu il reietto, ha dovuto trovare il coraggio dei Romani dopo la disfatta di Canne, quando la Repubblica sembrava dover scomparire, e il confine tra libertà e schiavitù, tra la vita e la morte, appariva esile. Si è assunto su di sé il compito sovrumano di far ritrovare agli Israeliani, agli Ebrei e a tutti i Cittadini del Mondo sedicente “libero” la libertà suprema che sempre è legata alla vita e alla morte; perché la Libertà o c’è, e tutt’intera, o si muore.

E così, accerchiata da nemici all’ultimo sangue, Israele si è risvegliata per lo choc, e ha finalmente capito (all’inizio con qualche difficoltà: anche lì come ovunque la gioventù ama divertirsi e contestare) che anche stavolta o si difendeva con tutte le forze o sarebbe stata distrutta.

Così, Netanyahu, ormai un politico al tramonto; il debole, il meschino, il cinico, l’autoritario, a dar retta agli avversari (come tutti i politici vincenti, del resto), nella tragedia del 7 Ottobre per miracolo è resuscitato. Ha ricordato ai cittadini israeliano e al Mondo libero quello che ripetevano sempre i nostri nonni e padri: la Libertà non è data per sempre; ma dobbiamo conquistarla ogni giorno.

Perciò noi Liberali, e specialmente se siamo accerchiati da nemici giurati che usano il terrorismo, siamo sempre obbligati a vincere, anzi a stravincere, solo per poter sopravvivere.

Così da volgare “politico sotto inchiesta” è diventato un gigante, un esempio paradossalmente morale, che insegna (il paragone con l’ex-attore comico Zelensky diventato per necessità maestro di vita e resistenza è d’obbligo) a tutta l’Europa e all’intero Mondo Occidentale

Perciò ora, un anno esatto dalla strage, dico: grazie Netanyahu!

Nico Valerio, 17 ottobre 2024. 


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