Da liberale, e perciò riformatore e progressista, mi sono battuto sempre per rafforzare gli anelli più deboli della catena anche se non mi riguardavano, non i più forti. Quindi, p.es., per la libertà di divorzio
e di aborto. Mentre non ho speso una parola in favore del matrimonio, che vive
di una forza sua e che è stranamento difeso, e pure troppo, da chi non lo può
usare e neanche lo trova nei suoi Libri Sacri, come la Chiesa Cattolica (il che
fa trapelare inconfessabili morbosi complessi). Matrimonio che ho sempre visto
come una struttura recitativa, oppressiva e formalistica all’interno della
quale da sempre si nascondono le peggiori ipocrisie e violenze, e che per le
sue dinamiche (altro che “fondamento etico della società”, ma che ne sa la
Chiesa? A meno che non ammetta che il suo Dio eponimo, il pretesi Joshua il
Nazareo, cioè il ribelle, non fosse sposato) ha assomigliato in passato e talvolta
ancor oggi a un prosaico contratto di compravendita, quando non a una forma di
prostituzione istituzionalizzata.
Mi meraviglia e incuriosisce da sempre, perciò, che
categorie che si ritengono moderne come gli omosessuali impegnati nella società
si siano incaponiti a utilizzare un istituto così conservatore. Ma, contenti
loro, a un liberale spetta solo un dovere, questo sì, morale: assecondare i
desideri di qualsiasi minoranza che fornendo
prove e documenti si ritiene discriminata o che vuole nuovi diritti compatibili
col Diritto e la Costituzione. Per un liberale è obbligatorio. Altro
comportamento un liberale non può avere.
Ora nell’
articolo su "LibereLaiche" della coraggiosa Tiziana
Ficacci, anche lei laicista e anticonformista in tutto, viene ripreso un intero
articolo del blog di Francesco Costa
(che non conosco), di cui mi ha colpito in particolare un capoverso che è sulla
linea del mio ragionamento e contiene una paradossale presa di posizione del
Capo di Governo inglese, Cameron, conservatore:
“I conservatori – al netto dell’omofobia – dovrebbero
preferire i matrimoni gay alle unioni civili. Nel campo dei diritti civili e
sociali, la difesa della famiglia fondata sul matrimonio e del matrimonio come
pilastro fondante della società è stata per decenni una battaglia dei
conservatori. Forse la battaglia centrale dei conservatori sui temi sociali. Al
contrario, i progressisti si sono sempre battuti per un’organizzazione sociale
più fluida, più libera e soprattutto meno imperniata sul matrimonio e sulla sua
indissolubilità, vista come reazionaria, costrittiva, ipocritamente riparatrice
di sottomissioni e violenze, che invece giustificava: lo hanno fatto prima
lottando per il divorzio, poi lottando per accorciare il più possibile i tempi
per il divorzio, poi battendosi per l’allargamento dei diritti alle coppie di
fatto, tra le molte altre cose. Per dirla come l’ha detta David Cameron: «Io
non sono a favore del matrimonio gay nonostante sia un conservatore; io sono a
favore del matrimonio gay perché sono un conservatore”.
Ma se Cameron fosse stato un ultra-conservatore cattolico, del genere di quelli ipocriti che oggi si oppongono in Italia a ogni modifica del concetto di matrimonio collegando abusivamente l'etica civile con una presunta integerrima ed esclusiva "morale cattolica", avrebbe parlato diversamente. Dopo le parole chiare e severe del filosofo Galimberti che aveva fatto notare la "prepotenza dei cattolici", il giornalista Augias rispondendo in un programma televisivo alla domanda del conduttore Floris ha fatto notare che, anzi, se è per questo, la tradizione cristiana dovrebbe essere apertissima, visto come il Vangelo fa nascere Gesù: da una donna incinta fuori dal matrimonio (Maria), con un padre adottivo (Giuseppe), essendo quello vero sconosciuto e comunque esterno (il cosiddetto Spirito Santo). Insomma, al confronto del matrimonio allargato, libero e problematico del fondatore del Cristianesimo, ogni attuale proposta di legge su un matrimonio diverso è "acqua fresca"!
Se si cerca in questo blog (e nella Newsletter che esisteva
fino al 2006) nel motore interno di ricerca alle parole “matrimonio gay” o
simili, si trovano almeno quattro articoli interessanti (di cui tre brillanti:
scorrere la Newsletter) di tanto tempo fa, come questo e questo ancora, poi la protesta di una lesbica liberale con la relativa risposta (la data è errata: ma
importa poco) e un articolo precedente sul blog.
AGGIORNATO L'11 FEBBRAIO 2016
# Nico Valerio 13:19