30 maggio, 2007

 

Il secondo errore dei Radicali. (Il primo? sostituire il Segretario Capezzone)

Davvero i Padri della Patria laica e libertaria, i mostri sacri dei diritti civili, invecchiano come casalinghe ottuse e livorose? A leggere lo strano dossier, quasi la grottesca caricatura d’un fascicolo "alla Putin radicale", che Marco Pannella ha diramato alla mailing list degli amici dei Radicali Italiani su Daniele Capezzone, con tutti i suoi "capi d’imputazione", i mutamenti dei giudizi, le mancanze, compreso il numero delle volte che il reprobo ha marinato le votazioni alla Camera, non si sa se rabbrividire o sorridere. Preferiamo la seconda.
No, caro Marco, così non va. Abbiamo sempre difeso Pannella, il politico italiano più originale e creativo, di fronte agli attacchi del Sistema. Nonostante le sue incomprensioni e i suoi errori (e ancor più quelli di certi suoi luogotenenti), sperimentati direttamente tanti anni fa. Ma nelle persone intelligenti - ci siamo detti - la personalità deve sempre prevalere sul carattere, sulle meschinità personali.
Perciò, ci è sempre risultato odioso e insopportabile che la conventio ad excludendum della Partitocrazia lo emarginasse - lui e i Radicali - e lo indicasse come diavolo laicista, anzi peggio, rompiscatole incorruttibile, insomma il nemico da ignorare più che combattere. Lui che rappresentava il Nuovo, la gente comune, le donne, i giovani.
Per questo, ora non può, non deve essere lui, né il suo entourage, a trattare Daniele Capezzone proprio come il Sistema un tempo trattava Pannella. Non può, non deve essere lui, il Grande Vecchio del laicismo liberale, della tolleranza e della non-violenza, a rappresentare il Vecchio.
A parte la forma infelice, che ricorda un’informativa grezza come quelle delle questure d’un tempo (lo so, non c’è proprio nessuno nel Partito che osi rivedere i suoi testi, così controproducenti), a rileggere con calma il dossier inviato da Pannella sembra che tutti i capi d’accusa contro Capezzone siano capi d’accusa contro se stesso.
E’ infatti un non senso autolesionistico incolparlo di essersi allontanato e di viaggiare ormai in modo indipendente, quando proprio Pannella e la dirigenza radicale, sorta di soviet casalingo che non ha mai amato gli individualisti, lo ha emarginato e di fatto cacciato, al culmine della sua brillante Segreteria. Questo è stato il primo grave errore dei Radicali.
Dicono bene due famosi ex-radicali, Teodori e Mellini. Pannella fa tutto da solo. Segue sempre lo stesso copione. Pur di azzoppare i bravi, gli emergenti, gli individualisti che lui stesso si alleva (perché l’ Homo radicalis o Liberalis che altro può essere se non individualista?), ma che crescendo fanno di testa propria, ad un certo punto gli taglia le gambe.
Ma così si dà la zappa sui piedi. E azzoppa se stesso e il movimento radicale. E perciò ricomincia sempre da zero. I tavolini, i megafoni, gli scioperi della fame, le casalinghe "pasionarie", i volontari eroici di provincia. Così il Partito non crescerà mai, non porrà mai radici. Insomma, è Marco, prima ancora del Sistema, il maggior nemico di se stesso. Come un giardiniere impazzito: pota gli arbusti troppo presto.
Ho avuto un padre autoritario ed egocentrico, che non si rendeva conto che gli altri potessero avere delle reazioni emotive, una propria indipendente vita interiore. La psicologia per lui era solo la propria. Per analogia posso immaginare che la comprensione psicologica degli altri radicali non sia mai stata la migliore freccia nella faretra di Marco.
Eppure, perfino lui dovrebbe capire che un giovane molto intelligente, se viene emarginato, tanto più ingiustamente, tende a vedere come insopportabile l’ingiustizia subìta. E quella patita da Capezzone è certamente un’ingiustizia: il merito non premiato, ma anzi punito. Perciò, caro Marco - lo avrebbero previsto anche i bambini - Daniele non cercherà di riavvicinarsi e tornare all’ovile, ma piuttosto di allontanarsi ancora di più dal padre padrone che lo ha cacciato e umiliato in pubblico. E che sta coprendo un Governo debole e caotico.
Di che si meraviglia, dunque? Pannella, che è un Genio, è anche la causa di tutto, nel bene e nel male.
E’ la levatrice e il necroforo. Lui li fa, i tanti geni radicali, ma quando sono al culmine della loro parabola li distrugge.
Ebbene, ora ce n’è uno, capatosta come l’abruzzese Marco ("capezzone", nomen omen), che ha deciso di non farsi distruggere. E per far questo, è ovvio, deve sùbito sganciarsi dall’influenza pannelliana e radicale, se no per lui sarebbe la fine. Ciò che non seppero fare in tempo i Teodori, i Mellini, gli Zeno, i Giovanni Negri e gli altri "rami potati", vecchi e giovani.
Ora lo sconcerto nella nuova base radicale, che non afferra quanto sia ciclico questo meccanismo d’azione, è forte. E sono molti, i più giovani, quelli che si erano avvicinati ai Radicali ai tempi dei dioscuri liberisti-liberali Capezzone e Della Vedova, che non hanno ancora digerito la sostituzione di Daniele da segretario politico, il più grave errore strategico dei Radicali negli ultimi 20 anni.
L’anno scorso, prima dell’ingresso nel Governo, ci fu un soprassalto di dignità da parte di Pannelle e Bonino. Sul Salon Voltaire uscì un consuntivo sfaccettato ma tutto sommato positivo dell’opera dei Radicali dalla fondazione.
Poi, però, con l’entrata al Governo e l’emarginazione di Capezzone che criticava la doppia inazione, di Prodi e dei compagni radicali, capimmo che gli amici di via Torre Argentina non sarebbero più stati quelli d’un tempo. Qualcosa in loro sembrava essersi rotto. Non li avevamo mai visti così "ministeriali". Con la scusa di difendere a tutti i costi Prodi come gli "ultimi giapponesi", obbedienti perinde ac cadaver, si stavano pericolosamente abituando a reprimere la propria radicalità, la propria visione del mondo. E con l’economia italiana in pezzi, la povertà crescente, i privilegi pubblici da abbattere, le riforme e le nuove leggi liberali e radicali che non si fanno, il silenzio dei Radicali è apparso strano. Un tempo erano i comunisti ad accusarli di non occuparsi abbastanza di economia, ora sono i liberali. E se non ci fosse stato Capezzone?
Non bastano il digiuno per la messa al bando della pena capitale nel mondo, il comizio di piazza Navona o le proteste per il Gay pride a Mosca. Non si tratta di ridurre gli amici Radicali, consapevoli di rappresentare un movimento d’opinione molto più vasto della loro rappresentanza numerica in Parlamento, ad un partitino come gli altri. Ma si tratta di convincerli a sporcarsi le mani con la politica e l’amministrazione, cioè con i fatti concreti. Ad essere un partito vero, non solo l’eterno movimento delle petizioni di principio.
Prima con il tavolo trasversale dei "Volonterosi", oggi con le nuova legge capezzoniana che elimina molti impedimenti all’attività economica e aumenta la sfera di libertà del cittadino, l’ex segretario radicale ha mostrato idee chiare e determinazione. Suona da solista? Non è colpa sua se il resto dell’orchestra radicale non gli sta dietro, anzi perde tempo, con tutti i problemi che ci sono in Italia, a criticarlo e metterlo alla berlina. La replica di Capezzone a Pannella è stata nobile, acuminata ma anche moderata: resta nella politica, mentre gli altri stanno alla denigrazione personale.
C'è oggi una dissaffezione totale verso questa Destra e questa Sinistra, poco o nulla liberali, che i Radicali non sembrano poter o voler più rappresentare. Noi che nel 2004, attraverso il quindicinale di Salon Voltaire, che intendeva riunire tutti gli intellettuali e i club liberali, delle più diverse aree e tendenze, vedemmo tra i primi nel geniale Capezzone il possibile alfiere carismatico d’un liberalismo finalmente combattivo e vincente, siamo contenti della sua tenacia e dei suoi futuri progetti liberali. A nome di tutti i Liberali e anche di tanti Radicali lo ringraziamo.

Comments:
Capezzone è amareggiato, purtroppo Pannella ha rinnegato ciò che erano i radicali: spiriti liberi, ma affermando che loro sarebbero stati gli ultimi giapponesi di Prodi, ha portato il partito ad essere uno dei tanti partiti della sinistra che in nome del potere sono disposti a chiudere gli occhi su qualunque porcata commessa da un compagno. Dov'è il partito radicale liberale liberista e libertario... il crollo elettorale la disfatta della linea voluta da Pannella, bocciata dagl'elettori (me compreso) non l'hanno fatto rinsavire, anzi è ancora più cocciuto a creare questo sarchiapone di rosanelpugno, che caga#@, mettersi con dei socialisti, allearsi coi comunisti e con Prodi che continua a mettere i suoi tentacoli ovunque, con quell'atisemita di D'Alema, disgusto... e dopo il fallimento persevera, capisco l'amarezza di Capezzone, la condivido e penso che molti ex elettori, ma non ex liberali liberisti libertari, facciano altrettanto.
 
Seguiamo Daniele. Dobbiamo convincere tutti i gruppi e le sigle liberali a seguirlo, amche nel suo imminente progetto.
Che bello sarebbe se tutti i liberali - individualisti come sono - si ritrovassero insieme a Capezzone. Aiutiamolo. Ma per farlo dobbiamo fare scelte coraggiose
 
Ottimo, sottoscrivo in pieno
 
No, Frà Dolcino, Capezzone è più determinato che amareggiato ormai.
 
Bravo, è proprio quello che avevo in mente: Capezzone è il nuovo Radicale, mentre Marco sembra alle volte quasi un Mastella. Che pensa una cosa ma ne dice un'altra per convenienza.
Tanto, poi, quando si riuniscono gli Organi statutari dei R.I. tutti se la fanno sotto, e si adeguano.
 
Capezzone premier!
 
A Carlo. Daniele ha una caratteristica culturale e psicologica unica: è l'unico politico italiano che davvero può rappresentare tutti i liberali italiani, da Costa a Pannella stesso, da Biondi a Zanone, da Sterpa a Debenedetti.
Non ce ne sono altri in Italia.
Non ha un difetto intellettuale, anzi ha le 3 virtù regie tipiche dei veri intelligenti: 1. è versatile ed eclettico, 2. sa parlare semplice e chiaro, 3. ha senso dell'umorismo.
Tre virtù che tutte insieme nessun politico italiano liberale possiede.
Sul piano ideologico poi è altrettanto perfetto: liberale, liberista, libertario (anche se noi liberali il neologismo pannelliano "libertario" non lo
usiamo, perché è già compreso nel termine liberale).
E' pure giovane. Che vogliamo di più?
 
E tu pensi che la vecchia volpe Pannella si lascerà scippare la leadership?
ciao
C.C.
 
Il Partito Radicale ha avuto un'ascesa negli anni '70,un ruolo importante negli anni '80 e poi un lento declino negli anni '90 ed ormai ...vede il capolinea perche' occupa uno "spazio politico" oggi troppo affollato;per Pannella & C. la fine della DC e' stata ... sottovalutata..
saluti
Mario Lauro
 
Ad Anonimo. Ma quale leadership? Quella radicale non è in discussione: Pannella la conserva dopo la defenestrazione di Capezzone. Ma qui - non so se l'hai afferrato - è in gioco la rappresentanza dell'intero mondo liberale. E se Pannella non vi è interessato, la cosa invece interessa Capezzone
 
credo che se solo cambiasse il sistema elettorale vi sarebbe un terremoto politico generale...l'ha detto D'Alema che è in atto una crisi politica no??? non è vero che le forze laiche e liberali sono andate così male: guardate le liste civiche liberali e i partiti laici tipo il PRI il successo che hanno avuto in diverse realtà locali. con un sistema elettorale diverso può nascere benissimo un terzo polo liberalsocialista, che forse a voi lib-lib-lib del centro-destra dispiacerebbe comunque...ma sarebbe sempre meglio dell'attuale collocazione della RnP. E in quel caso il terzo polo non escluderebbe alleanze con nessuno.

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Capezzone dovrebbe fare il leader di tutti i liberali italiani. Non avete fatto proprio voi un Coordinamento? E allora che aspettate?
 
Anch'io ritengo la sostituzione di Daniele Capezzone un grosso errore
Marco Pannella è un gigante politico, direi che è un'icona della politica italiana, ma come tale dovrebbe restare un punto di riferimento a cui tendere e non un leader politico che conduce il partito
 
A Marcello: le icone non si appendono al muro da sé, mai.
Fatto sta che Pannella fa ancora analisi politiche giustissime, ha ancora un intuito formidabile (di qui il detto radicale che "Pannella ha sempre ragione"). Ma sbaglia nel volersi proporre sempre come leader politico attivo e nello stroncare i bravi e dotati di personalità. Come un qualsiasi capetto mediocre, coltiva una corte di yesmen. E sono i dirigenti zelanti e ottusi che lo rovinano con i loro sì fanatici, "perinde ac cadaver". Mi dispiace: avevo in serbo per lui un "coccodrillo" più elogiativo: ora sarà costretto a moderarlo.
 
A me non meraviglia affatto il comportamento di Pannella.Ho conosciuto tra liberali e socialdemocrati "d'antan" leaders (potrei fare i nomi) che si comportavano esattamente come Pannella coè volevano attorno a sè ,in pratica,solo degli "yes men" e "tant pis" per il partito. Erano ,in realtà,solo uomini di potere non degli statisti.L'importante per loro era essere ,comunque ,i primi anche se di un drappello e non di un esercito! Quanto ai Radicali le loro battaglie sono spesso non condivisibili ed il copione è diventato stucchevole. Inoltre quali liberali e liberisti sono se fanno comunella con partiti dichiaratamente marxisti? Da ultimo :quale prestigio possono ancora sperare di avere dopo aver fatto eleggere una Cicciolina ? Mi dispiace per Capezzone ma doveva attendersi la sfuriata di Pannella. Cordiali saluti.
Giorgio Castriota Santa Maria Bella
 
Dobbiamo assolutamente sfruttare questa occasione storica per riunire i liberali insieme a Daniele.

Pannella ormai si è deciso a puntare sul socialismo...tanti auguri e tanti saluti a lui e ai "suoi".
 
Sgembo, Capezzone mi ha detto che il 22 sarà ospite al Congresso PLI a Roma e annuncerà una importante iniziativa per i primi di luglio. Un soggetto politico liberale indipendente, né di destra né di sinistra. Forse è l'ccasione buona. Ma lo capiranno certi anziani liberali abituati a spaccare il capello in quattro (e perciò abituati alle sconfitte)?
Penso ad alcuni del nostro Coordinamento dei liberali...:-)
 
Molto interessante...
Victorinox
 
"Capezzone mi ha detto che il 22 sarà ospite al Congresso PLI a Roma e annuncerà una importante iniziativa per i primi di luglio. Un soggetto politico liberale indipendente, né di destra né di sinistra."

Nicovalerio, ma è uno scherzo o lo dici seriamente??

Se è così il vecchio leone d'abruzzo mi sa che sta facendo 'sto mobbing a bella posta per spingere Capezzone a creare un nuovo soggetto politico che riunisca i liberali. D'altronde non dicevamo lo stesso su Della Vedova?
Che alla ine era tutto nei piani di Pannella che Della Vedova si sganciasse per infiltrarsi nel centro destra...
 
Buono a sapersi :)
 
Fabristol mi sono impegnato a non anticipare la notizia. Che però è ormai nell'aria. Tanto è vero che il Foglio (non l'hai letto eh?) ci ha fatto sopra addirittura un articolo. L'articolo è stato ripreso dalla Rassegna stampa dell'agenzia quotidiana Notizie Radicali di qualche giorno fa.
Ma non facciamo un can can.
Aspettiamo che C. lo dica ufficialmente al Congresso PLI il 22.
Era quello che volevamo noi liberali. Anche noi del Coordinamento Liberali Italiani. Ma, sentite quello che vi dico fin d'ora, scimmiottando i vaticini di Gesù Cristo: "Ci sarà qualcuno, anzi parecchi, tra i liberali, che diranno che questo non è ancora sufficicnte..."
Scommettete?
E guai a quei cialtroni che ora vanno a tirare la giacchetta a Capezzone: fà questo, fà quello.
Silenzio a tutti.
Quello che si scrive nei commenti non viene percorso dai motori di ricerca Google... La sapevate questa? Anzi, non viene neanche trovato dalla ricerca interna in ogni sito: fate la prova. Ho scelto quindi il modo di farlo sapere solo ai pochi intimi liberali che mettono i commenti.
 
caro nico ho letto con piacere: riflette esattamente quanto ti avevo scritto alcuni giorni prima. Penso che il caro Marco a forza di digiuni sia un poco fuso e te lo dice uno che ha familiari che con Marco hanno collaborato ed erano in amicizia ai tempi della legge sul divorzio
giovanni paracchini
 
Questa volta sono io a farle i complimenti, ha fotografato bene la situazione del movimento
di cui anch'io per qualche anno ho parte: la scarsa democraticità interna che blocca qualsiasi evoluzione veramente liberale non può che dispiacere e rendere ancora più orfani di veri punti di riferimento politico, almeno in parlamento.
La situazione di disagio è vissuta anche in ambito locale, e ha causato così tanti abbandoni dell'attività politica attiva -compreso il mio diversi anni fa- da far segnare un imporimento clamoroso dei RI.
saluti,
Rossano Raspo
-il giovane storico- ;-)
 
Caro Raspo ben ritrovato.
Lei che è un giovane di qualità dovrebbe aprire un sito-blog.
Non mi dica che lei è l'unico italiano senza un blog!
cari saluti e a presto
 
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