21 aprile, 2007
Il professore: “Ma che ci fanno i Radicali al Governo? Non se li fila nessuno”
Anche perché trarne politicamente le conseguenze significherebbero porre in gioco la presenza nel Governo di Emma Bonino e di Daniele Capezzone, che stanno facendo molto e bene, specialmente quest'ultimo. Tanto bene, che se anche il bilancio dell'azione dei Radicali al Governo consistesse solo nella geniale invenzione del tavolo dei "volenterosi", nell'ottima gestione della Commissione per le Attività Produttive della Camera, e nella rivitalizzazione del Commercio Estero, be', per me sarebbe un bilancio in attivo.
Ciò detto, ospito volentieri il "diverso parere", o meglio il parere più severo e tranchant dell'amico S., docente dell'Università di Roma II, che come in passato chiameremo "il professore". Secondo lui, certificata la fine della vitalità autonoma dell'organismo politico creato da SDI e Radicali, una volta appurato che è tenuto in vita solo in modo artificiale da un respiratore computerizzato, tanto varrebbe decidere la fine dell'accanimento terapeutico e restituire alla RnP-Welby la dignità dovuta, almeno nel momento del trapasso.
Io, personalmente, ho già scritto nel penultimo articolo un vero appello a Marco Pannella perché si faccia attore o suscitatore, semmai, d'un'altra operazione: la riunificazione dei Liberali.
Ma confesso che gli intenti erano paradossali e provocatori, perché so bene che Marco diffida dei Liberali, che ha conosciuto bene, del loro spaccare il capello in quattro, del loro individualismo sfrenato, della loro litigiosità autolesionistica. Ed ha ragione, lo ammetto. Il fatto è che Pannella, pur essendo un liberale Doc, trova più punti d'incontro tematici e di spirito (di mood) con i socialisti. L'amico "Professore" non tiene conto di queste differenze psicologiche, e quello che per me era solo una provocazione, una proposta in contro-tendenza, diventa ora nel parere autonomo dell'amico docente, che riporto qui di seguito, una proposta seria, o meglio espressa come realistica.
La politica, ahimé, caro amico professore, non è pura attività razionale, matematica e galileiana con i suoi numeri, ma "arte del possibile", incontro di simpatie e antipatie, possibilità pratiche sì, ma solo con "chi ci sta". Finora il gioco politico ha allontanato Marco dai Liberali, mentre lo ha avvicinato ai Socialisti, questa è la realtà. Che ha anche dei precedenti storici importanti (il liberal-socialismo di alcuni fondatori). Nonostante che la razionalità vorrebbe oggi Marco, a socialismo morto, alleato naturale dei Liberali, anzi uno dei loro leaders (ma per me l'unico leader adatto e vincente per la bisogna sarebbe Daniele Capezzone: ne riparleremo quando il Coordinamento dei Liberali Italiani sarà più numeroso e maturo...). Così va il mondo. Ma ecco il parere dell'amico professore. (Nico Valerio)
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Spesso nella vita occorre scegliere non fra il bene ed il male, ma tra il danno minore e quello maggiore. I radicali, nella loro maggioranza, hanno ritenuto di unirsi allo SDI nella Rosa nel Pugno, ritenendo di poter condizionare il governo Prodi sul piano della laicita' dello Stato, dell'economia di mercato, sulla meritocrazia e sulla fedelta' alle alleanze internazionali.
Come si puo' notare, ho indicato al primo punto la laicita' dello Stato, perche' ritengo (credo non a torto!) che "l'eccessivo odore di sagrestia" che si percepisce nel CD sia stata la molla principale a spingere i radicali (o meglio gran parte di essi) ad optare per il CS.
Il punto e', cari amici, che su tutto il resto la RNP non conta nulla nel CS. La politica estera e' sotto gli occhi di tutti, l'ingiustizia fiscale, o meglio l'oppressione fiscale sui "soliti noti", e' aumentata anziche' diminuire, gli investimenti in ricerca ed innovazione sono stati tagliati per mantenere un assurdo ed immorale sistema pensionistico a favore di baldi cinquantasettenni (per lo piu' impiegati, si badi bene!) che ormai costituiscono la maggioranza degli iscritti ai sindacati confederali, ed in particolare nella CGIL. Potrei continuare, parlando di banche ed affari, dove il conflitto di interessi di Berlusconi, pur palese, viene sopravanzato di molte lunghezze da quelli che io chiamo i "luogotenenti della Grande Finanza", tutti schierati con il CS.
Si formi, allora, un Partito Liberale, si cerchi di aggregare tutti coloro che realmente hanno un animo libertario (e sono tanti in Italia!), ma, per carita', via dall'alleanza con lo SDI, guidato da un leader mediocre che,oltre a non avere alcuno spessore politico, persevera nel sempiterno errore di mantenersi succube dei post-comunisti.
IL PROFESSORE
insomma... il passo di rottura spetta ai laici del centrodestra ed ora che sono all'opposizione è il momento buono per farlo
saluti
1- quanti di quelli che adesso dicono che i radicali al governo non contano etc etc..., hanno votato per loro?
2- senza il (gravissimo) fatto dei 4 senatori non assegnati alla rnp (+ altri 4), adesso sicuramente questa conterebbe molto, molto di più, e non credo che sia un caso....
3- ho paura che alla fine i radicali si ritroveranno da soli, come sempre in questo disgraziato e dissennato paese.
salutoni
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