03 marzo, 2007
Oddio, ora c’è un ateo un po’ strano, che in fondo crede in una religione: quella dell’antisemitismo.
Israele, unico Paese liberale e democratico di tutto il vicino e medio Oriente, sarebbe un Paese "fascista"? Prima di arrabbiarci, ci viene da ridere. Ma poi, un'ombra di tristezza cala sui nostri occhi. Che vergogna. E che brutti ricordi provoca quest'accusa cretina e illogica. Chi è che accusa Israele e l’ebraismo? Il professor Odifreddi, che è ritratto qui.
Sembra di essere ripiombati negli anni bui in cui noi liberali razionalisti o non credenti dovevamo per forza abbracciare la religione dello stalinismo, con tutti i suoi codicilli (antieuropeismo, antisemitismo ecc), se volevamo definirci agnostici o atei. Anche in Italia, dove molti politici liberali e laicisti erano atei (p.es. Malagodi, Pannunzio, La Malfa), erano per lo più i filosovietici ad occuparsi di ateismo militante. Si erano infiltrati benissimo, ma a noi che venivamo dalla Gioventù Liberale e dal Partito Radicale apparivano come dipinti di vernice fosforescente, tanto erano riconoscibili. Lo sapevamo bene che volevano fare delle "cinghie di trasmissione" per il Partito Comunista, neanche quello italiano, ma quello sovietico, di club e associazioni ateiste o del "libero pensiero", tanto libero che la Siberia era piena di "liberi pensatori... E perciò noi liberali ventenni, idealisti sì ma per niente ingenui politicamente, ci ritrovavamo a incrociare con vigile prudenza le nostre belle giovinezze con quei personaggi oscuri e ambigui, che parlavano sempre a bassa voce e in modo innaturalmente moderato e circospetto, con la perenne aria del cospiratore delle satire di Trilussa o Pascarella.
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Pensavo a quelle esperienze giovanili leggendo il commento del bravo Giulio Cesare Vallocchia, di cui come sempre condivido tutto, alle assurde dichiarazioni su Israele del matematico Piergiorgio Odifreddi, ateista militante e dirigente dell’Uaar. La gente - si sa - attribuisce ai matematici la testa in aria e nessun rapporto credibile con la realtà d’ogni giorno, specie quando i matematici si mettono a parlare di politica o di società. Leggende metropolitane? No, tutto vero, almeno nel caso di Odifreddi. Stavolta l’ha detta davvero grossa e campata in aria. Perfino il giornalista intervistatore della Stampa (figuriamoci) lo corregge. Così, non me ne voglia Odifreddi, ma per libera associazione di idee, il pensiero è riandato all’antisemitismo e antisionismo di quei vecchi ateisti vestiti di nero e che non sorridevano mai, in stile Pcus. Ma facciamo parlare Vallocchia. (Nico Valerio)
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"Noi che ripudiamo il pensiero unico imposto dalle filosofie religiose e/o politiche, totalitarie e totalizzanti (quindi quasi tutte le religioni e i nazi-fascismi neri e rossi) abbiamo il dovere di far circolare liberamente le opinioni di tutti e, in particolare, di quelli che si richiamano alla libertà di pensiero. Ma questo non ci può esimere dalla critica ai nostri compagni atei, anche se autorevoli membri del Comitato di Presidenza della nostra Associazione più rappresentativa, l' Uaar, quando non condividiamo le loro opinioni politiche. Ci riferiamo a Piergiorgio Odifreddi di cui in questo sito abbiamo presentato con molto piacere il suo ultimo libro "Perché non possiamo essere cristiani (e tanto meno cattolici) ". Intervistato da Mario Baudino per La Stampa, Odifreddi usa espressioni molto dure contro Israele, l'unico Stato del medio-oriente in cui atei e omosessuali possono vivere liberamente e alla luce del sole la loro condizione di non credenti e il loro orientamento sessuale, fondando combattive associazioni specifiche senza che nessuna istituzione civile si azzardi nemmeno lontanamente a impedire la loro libertà d'azione. In tutti i Paesi islamici di quell'area, invece, gli atei e i gay possono essere tranquillamente messi a morte in nome di Allah. Ci spiace che l'ateo Odifreddi definisca "fascista" Israele, e non dica una parola sui paesi islamici che gli atei li condannano a morte per il solo fatto di negare l'esistenza di Dio. Tiziana Ficacci ci ha offerto sul sito di No-God un condivisibile commento sull'Odifreddi-pensiero che emerge da quella intervista". (G.C.Vallocchia)
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"Israele è uno stato fascista. E’ la presuntuosa dichiarazione di Odifreddi (v. nella sezione libri del sito, scheda di "Perché non possiamo essere cristiani") intervistato da Mario Baudino per La Stampa. Il giornalista gli fa presente che il fascismo comporta il partito unico, e Odifreddi risponde, "allora è un paese di destra". Due cose: il professore dimentica che uno Stato non è di destra o sinistra, in caso lo sono i governi, e la destra non è automaticamente fascista. Inoltre, forse il matematico lo ignora, Israele non è mai stato governato da partiti di estrema destra o religiosi. Per motivare la sua partecipazione ai più banali stereotipi antiebraici, lo studioso dice ovvietà come "non sono antisemita: sono uno scienziato e perciò non credo alle razze. Ma sono antisionista". Baudino gli ricorda come Theodor Herzl, fondatore del sionismo, fosse laico, e lo scienziato risponde: "Non importa, il risultato è che oggi Israele è uno Stato fascista". Odifreddi si mostra invece molto "politicamente corretto" davanti all’Islam del quale, nel libro, non parla.
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Probabilmente questo saggio, che pure contiene analisi estremamente condivisibili sul peso della Chiesa nel nostro Paese, non gioverà alla causa di chi si batte per la laicità o chiede rispetto per l’ateismo, per la superficialità delle critiche alle scritture (antico e nuovo testamento) che andrebbero fatte con maggiore conoscenza, anche storica, delle stesse. Spiace che il razionalista Odifreddi sia così assertivo con le teorie dell’antigiudaismo così diffuse nel cattolicesimo che, condivisibilmente, critica". (Tiziana Ficacci).
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Dopo quando detto, inutile aggiungere che oltre agli amici di No-God, anche il Salon Voltaire condanna con forza l'anti-ebraismo di Odifreddi. Sarà ateo su certe cose, ma su questo tema, ahimé, il professore crede fermamente in una religione: quella dell'antisemitismo.
AGGIORNATO IL 27 DICEMBRE 2014
Ma oggi, dopo questi precedenti imbarazzanti che hanno toccato proprio gli atei organizzati legati al comunismo, vorrei dire a Odifreddi e ad alcuni amici dell'Uaar: ora stiamo bene attenti a non cadere negli antichi errori. Come, con la scusa dell'ateismo (di Stato? imposto a tutti?), offendere Israele democratico e difendere la Palestina fascista, con il tanto amato Arraffat che si è portato via centinaia di miliardi. La Storia si ripete come farsa.
Da bravo autonominato intello della sinistra italiana vi aspettavate che parlando di Israele potesse distinguersi dal gregge?
Siete degli ottimisti incurabili...
E ci vuole una bella faccia tosta a sfruguliare "da sinistra" Israele, col ricordo ancora fresco dei vergognosi pogrom comunisti contro gli ebrei.
Ringrazio vivamente Nico Valerio per averlo scritto.
Il motivo è semplice: le persone, in Italia, hanno diritto a poter essere atee o agnostiche *senza* dover essere costrette, in pratica, o ad essere considerate comuniste o di sinistra.
Non credente, in Italia, è sinonimo troppo spesso di collocazione politica a sinistra.
Basta con questa situazione!
Lasciatemi parafrasare Cavour: "Libera non credenza in libera collocazione politica"!!!
IloveCavour
Sandro
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=2548&ID_sezione=&sezione=
saluti ;)
Speculativi anche perché scattano a orologeria nelle grandi occasioni mediatiche (tra poco si apre a Roma il Festival della matematica) e sempre nel momento politico “giusto”. Giusto per che cosa? Ma per avere visibilità, perdinci!
Quella visibilità che non può avere all’Università, un po’ per i limiti dell’uomo e del matematico, un po’ per i limiti dei bilanci statali che, ammettiamolo, chiunque vada al Governo, tolgono finanziamenti alla Ricerca anziché dargliene di nuovi. Uno scandalo forse più grande di quello di Odifreddi.
Ma lo scandalo innescato dal matematico, che sulla Stampa ha accusato lo Stato di Israele di essere fascista, pur essendo ridicolmente infondato è miracolosamente tempistico. Abbiamo o no un nuovo ministro degli esteri, D’Alema, che per dare un segno di discontinuità col passato e ingraziarsi la base becera dell’ultrasinistra antisemita (lui ha sempre paura di essere scavalcato a sinistra…) appena nominato si è fatto subito fotografare col capo di Hezbollah, “partito armato” palestinese zeppo di terroristi e nemico dichiarato di Israele?
Insomma, parafrasando Jerome, è un uomo che sa vivere il matematico, che ha un perfetto cronobiologismo acquisito: la scelta del tempo. Politico, s’intende.
Matematico nel settore della Logica è divenuto professore ordinario nel 2001, e da allora si dedica quasi esclusivamente alla comoda sinecura della pubblicazione di saggi, articoli divulgativi, interviste e trasmissioni televisive. Tanto che forse è conosciuto più dalla casalinga italiana che dai grandi matematici stranieri.
Com'è noto, in Italia, il mestiere del vero Scienziato è avaro di riconoscimenti, sia di carriera che di tipo economico, tanto che le migliori menti dello stivale sono costretti ad emigrare all'estero per vedere riconosciuti i loro meriti. La classe
politica nel suo complesso mostra una spaventosa ottusità, che con questo governo ha raggiunto livelli difficilmente emulabili, giungendo al punto di tagliare le gia'
ridotte risorse destinate alla ricerca. Ma gia' la precedente legislatura aveva mostrato quella folle politica dei risparmi nei settori strategici, iniziata con
i governi dei grandi banchieri (Ciampi, Dini) e dei loro variopinti, in
senso politico, alleati (Amato in testa).
Il Nostro, uomo di sinistra dichiarata ed inflessibile e, quindi, per
definizione, dalla parte giusta, ha costruito la sua fama, utilizzando molto scorrevoli “autostrade mediatiche” sulla grande stampa. La ricerca dell'effetto e del plateale spinta sino agli estremi e cioè l'esatto contrario del duro (spesso oscuro!) lavoro di Ricerca lo ha condotto sempre di più a riscuotere quei successi
che sono esemplari nella società italiana attuale, fondata sui "talk-show" e sul "politically correct". L'ultimo suo capolavoro, in cui, per conseguire il massimo dei paradossi, si arriva ad invertire il titolo di un celebre saggio di Benedetto Croce, è, da questo punto di vista, esemplare. In particolare, è interessante notare come il grande Odifreddi dichiarando “fascista” lo Stato di Israele e, criticando, da ateo, il Cristianesimo, si guarda bene dal toccare l'Islam, la più autoritaria e vessatoria delle religioni. Strano per un ateo, no? Eh, cari amici, ma non è affatto strano per uno che le studia tutte pur di fare carriera, dicendo la parola giusta al momento giusto. Mediaticamente s’intende.
E se Odifreddi, con i suoi calcolati, freddi odi ideologico-mediatici, ha ritenuto che i tempi fossero maturi per dire quello che ha detto, si preparano tempi duri per Israele, e forse per tutti noi.
D'accordo anche sul fatto che lo Stato d'Israele è nato per una commistione di religione e politica.
E allora? Dov'è la stranezza? Tutti gli Stati sono nati così, chi più chi meno. Basti pensare che a Roma antica il capo della religione era anche il capo dello Stato, il rex-pontifex maximus" (cioè letteralmente "colui che getta ponti", ovvero capo supremo militare w quindi anche del "genio militare", diremmo oggi...
Ancor oggi, la Regina d'Inghilterra è anche il capo della religione anglicana. E in pieno 900 i re italiani erano tali "per grazia di Dio e volontà della nazione".
E allora?
Gli israeliani, come tutti i popoli moderni ma di tradizioni antiche, convivono benissimo con quelle origini "divine", insieme lontane e vicine. Perché hanno saputo creare, a dispetto degli integralisti clericali, uno Stato laico e liberale.
Certi rabbini fanatici che commettevano reati sono stati perfino arrestati.
Quello che conta che lo Stato di Israele dà libertà a tutti: religiosi, integralisti, indifferenti, atei, ebrei, cristiani, musulmaani ecc.
Dov'è lo Stato "fascista"?
Odifreddi non ne parla più nella sua lettera. Segno che è davvero convinto.
Mi sorprende un po’ che Odifreddi definendosi un logico dica “credo che la verità stia da una parte o dall’altra, e che quando in una disputa uno ha ragione l’altro ha torto”. Immagino che queste sicurezze unite alla metodologia cattolica utilizzata per affermare le sue idee, siano l’eredità dell’educazione religiosa che ha avuto fino alla tarda adolescenza e di cui non si è ancora liberato, e che addirittura muove alla tenerezza nel suo tentativo goffo di paragonarsi a importanti scrittori (Augias, Dawkins) così come i cattolici che parlano per nome e conto dell'altissimo.
Da non cristiana ho considerazione del dibattito, del confronto, del dubbio, del ripensamento, degli altri.
Tiziana Ficacci,
Nogod.it
E a proposito, caro Vallocchia, tu che come persona intelligente hai spirito e ironia, fammi un piacere: "resuscita" (ma davvero, non come quella volta in Palestina) No God. Se no, accadrà che noi veri razionalisti laici non avremo un'associazione che ci rappresenti al 100%
spero che NoGod possa rappresentare anche gli agnostici razionalisti liberali e libertari.
Nell'Uaar c'è troppa aria filo-sinistra.
IloveCavour
Forse è il caso di puntualizzare alcune questioni per cercare di purificare il linguaggio da trivio che spesso è adoperato:
1) antisemita mi pare significhi un individuo o un gruppo che odiano i semiti. I semiti mi risulta siano gli ebrei, gli arabi (dunque anche i palestinesi), gli etiopi, accadici, aramei, siriani, iraqueni, quatariti, yemeniti, giordani, omaniti e iraniani. Ne consegue che il professore Odifreddi debba essere un feroce antipalestinese, antietiope, antiaccadico etc. ma dai suoi scritti e da ciò che riferisce oralmente ciò non risulta. Forse si dovrebbe dire, allora che è antiebraico: ancora una volta credo che questa etichetta non possa addirsi al professore dal momento che nel dire quello che pensa su Israele, ha non solo espresso la sua contrarietà al governo israeliano (che non rappresenta tutti gli ebrei del mondo!), ma ha anche citato un prestigioso intellettuale ebreo del calibro del rabbino Leibowitz che definì addirittura nazista lo Stato di Israele. E sfido chiunque a perdersi in artifizi retorici sostenendo che il rabbino Leibowitz fosse antiebraico!
2) Totalitario: questa accusa è rifilata da gente che paga della sua fede liberale crede di essere al di sopra di ogni sospetto. A parte il fatto che ci sarebbe da discutere a lungo sul fatto che dal pensiero di Marx dovessero necessariamente scaturire Stalin o Mao o Pol Pot, credo che il fatto di essere liberali non esonera mica dall’accusa di totalitarismo. Al pensiero liberale hanno contribuito molto Locke e Tocqueville ad esempio. Quanti sanno della tratta degli schiavi neri sanno forse che esistevano compagnie che trafficavano in schiavi nel XVII e XVIII secolo, una delle quali era la RAC Royal African Company di cui, guarda un po’ John Locke era il maggior azionista. E che dire inoltre delle sue invettive anticattoliche, allorché sosteneva che i papisti non dovessero essere tollerati in nessun modo? Forse che si può da ciò indurre che Locke sia stato responsabile del Black Holocaust o ddal suo pensiero darebbe derivato proprio questo? O forse che è giusto quanto gli irlandesi papisti hanno subito durante gli anni della colonizzazione britannica e seguitano a subire? E che dire di Montesquieu che aveva definito razze minorenni le tante tribù native americane? Forse che egli è stato l’ideologo di quello che David Stennard ha definito Olocausto americano e che ha decimato 18 milioni di nativi (3 volte gli ebrei decimati nei campi di concentramento)? Nessuno di noi si sentirebbe di dedurre tutto ciò. Quanto ai liberali poi non erano pochi coloro i quali hanno ammirato e lasciato fare Stalin durante la Seconda Guerra Mondiale, a cominciare dal presidente Henry Truman e da un certo Winston Churchill ( vabbè si tratta di un tory) che definirono rispettivamente “un uomo di pace” e “un uomo d’onore, un vero galantuomo” il “piccolo padre” il quale ricambiò la cortesia in molti casi come quando fece restaurare a Churchill e compagnia i fascisti greci e i collaboratori filonazisti in Grecia e lasciò spezzare la resistenza greca (sì anche quella comunista!). E che dire del regno della libertà e della democrazia, gli Stati Uniti d’America che dal 1969 al 1975 invasero e bombardarono pesantemente la cambogia lasciando almeno 200000 vittime e conseguentemente sostennero indirettamente il macellaio Pol Pot preoccupandosi di dare ai khmer Rossi un seggio all’ONU anche quando la Cambogia fu liberata dai vietnamiti? A questo punto per non perderci in excusationes non petitae direi di lasciar cadere questa accusa sterile quanto rivelatrice di mala fede.
3) Ideologo: ideologia in tedesco si dice Ideenkleid ovvero vestito di idee con cui si pretende di inguantare la realtà. E non credo che Odifreddi voglia far questo: il metodo di indagine scientifico si fonda infatti su osservazioni e dimostrazioni, l’ideologia non c’entra molto.
4) Israele è uno stato fascista: in Israele sono i pochi a comandare sui molti, come in altri contesti, inoltre lo stato persegue una politica sfacciatamente razzista nei confronti dei nativi arabi. Non so quanti di voi abbino mai sentito parlare o abbiano mai letto del problema demografico che affligge Israele: quel problema sono proprio i palestinesi e l’espressione usata certo non è delle più felici, fa venire in mente la soluzione finale di hitleriana memoria. Mi risulta inoltre che gli accordi di Oslo del 1994 non riconoscano il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e di fatto i territori di Gaza e della Cisgiordania sono comandati da un’ élite che segue gli ordini dello stato che li colonizza. A proposito: questi territori hanno un’economia fortemente depressa e gli israeliani non hanno fatto nulla per favorirne la ripresa (come almeno avveniva nel Sudafrica del banthustan) per evitare una possibile concorrenza da parte palestinese ai loro prodotto: mi risulta che il fascismo non tollerasse molta concorrenza!
E mi risulta anche che il fascismo fosse intrinsecamente razzista. Di fatto i palestinesi non possono scavare pozzi che non superino una certa profondità stabilita con atto di imperio e possono usare solo una piccola quantità di acqua, Israele dipende almeno per il 40% dall’acqua dei territori palestinesi (soprattutto della Cisgiordania).
Israele non ha mai praticato l’imperialismo, dunque: eh sì si direbbe proprio di sì.
La questione del partito unico poi è ridicola: credete che ci siano eccessive differenze tra il Likud e il Partito Laburista, a parte il fatto che il primo è sostenuto insospettabilmente anche dai lavoratori, il secondo è gradito alle grandi imprese e rappresenta gli interessi di un’élite europeizzata? Ma parlo di differenza programmatica? Sarebbe un po’ come sostenere che il Partito Repubblicano e quello Democratico americano siano agli antipodi: io personalmente non ho mai notato molte differenze tra ad esempio Kennedy e Reagan a parte il fatto che il primo si arruffianava meglio gli intellettuali, il secondo invece li disprezzava, ma si tratta di scelte marginali.
Come dicea un grande pensatore liberale, John Dewey, la politica l’ombra proiettata sulla società dei grandi interessi economici: se ne traggano allora le conseguenze.
E da ultimo, cosa credete che stiano facendo gli israeliani in Libano: si stanno forse difendendo o lo stanno colonizzando perché anche quei territori sono parte della “terra promessa” al “popolo eletto”?
La questione è davvero molto delicata e certo non bastano queste poche righe ad esporla fino in fondo. Ma a lor signori sono bastati pochi svolazzi di penna e poche battute per trarre la conseguenza che Odifreddi sia tutte quelle cose che si è detto. Mala tempora currunt: tanto cattivi da non consentire più alcuna critica ad uno Stato senza sentirsi dare dell’antisemita (come è accaduto a José Saramago, Norman FInkelstein, Noam Chomsky, Jostein Gaarder tanto per citare alcuni signori che si sono macchiati di questa colpa! E meno male che il liberalismo implicava anche la libertà di pensiero e di critica!
Onorato di averla qui, in un sito liberale e razionalista aperto a tutte le idee e le polemiche, ma con la barra dritta sulla Ragion critica, e la satira (troppo poca, ahimé, negli ultimi tempi).
Ma, scusi, dove vede il “linguaggio da trivio” e le “contumelie”? E’ lei che va subito fuori i righi del pentagramma: essere atei non deve significare perdere subito la ragione. Troppe interviste, troppe presenze tv, troppa visibilità mediatica, le hanno dato alla testa?
Non faccia il finto scandalizzato: se è stato definito “antisemita” è per l'abituale, legittima, semplificazione simbolica del termine: nessuno, tranne lei, accanito lettore di fonti religiose (ma faccia come me, le ignori), intende riferirsi con questo termine agli altri “figli di Sem”, come etiopici e arabi. Parli come mangia: l’antisemitismo è solo quello contro gli ebrei. Ebbene, da lei trasuda un’avversione per il popolo ebreo che non ha eguali. Che poi, detto in margine, se esiste una cultura tollerante al mondo, è proprio quella ebraica: lei stesso lo prova citando il rabbino Leibowitz.
Sarebbe possibile una dissidenza del genere nei Paesi comunisti da lei amati e nel mondo dell’Islam? Risponda, se può.
Nella risposta, poi, lei mette in un solo mazzo tutte le critiche dei vari commenti, tra cui c’era anche quella d’un giovane sacerdote. Io rispondo solo del mio articolo, non dei commenti del pubblico.
Apprezzo da razionalista e ateo quello che lei fa per illuminare le menti, ma non apprezzo da liberale quello che dice per oscurarle e confonderle. Per esempio sovrapponendo di continuo il piano culturale-filosofico (razionalità, ateismo ecc) con quello politico. Che “ci azzecca”? direbbe il fine linguista di Montenero di Bisaccia.
“Pasticcere, fa il tuo mestiere”. Ci parli di ateismo e Ragione, non della politica estera americana o della Cambogia.
Israele sarebbe “fascista” perché i “pochi” comandano sui “molti”? Questa è bella. Perfino a San Marino la prenderebbero in giro. In quale Stato, per quanto piccolo, mi dica, non esiste la rappresentanza politica? Solo nella polis di Atene di mille cittadini: ma anche lì i molti, cioè i non cittadini, non votavano. Lei dunque, in modo strumentale, solo per colpire Israele, accusa lo Stato e la società ebraica di non avere quella utopistica democrazia diretta che nessuno al mondo ha. Be’, se non è antisemitismo questo…
Scomoda Dewey per dire che gli interessi economici sono alla base della politica? Ma va. Della vita umana, direi. Perché, lei non lavora per i soldi? No? E allora devolva ai poveri tutto quello che guadagna, anziché fare il moralista dalla comoda cattedra-sinecura di docente, che nessun criterio di produttività scientifica, nessun controllo di efficienza, purtroppo in Italia, verrà mai a sindacare.
Aggressivi gli Amerikani, aggressivo Israele, aggressivi gli Occidentali? Perché, lei è un agnellino? C’è solo da sperare, per la nostra sicurezza, che uno come lei non diventi mai un politico: sarebbe capace di tutto. Ma lo sa che anziché essere “tutto politica”, tutto è psicologia? E’ sicuro di essere una persona equilibrata, di poter superare a pieni voti un eventuale esame psico-attitudinale? Purtroppo in Italia si può fare il giudice o il professore per decenni, mandare in galera la gente innocente, assolvere i delinquenti, promuovere gli ignoranti, bocciare i bravi e insegnare male, o comunque essere fanatici, senza che nessuno valuti periodicamente se il soggetto è “compos sui”, se, insomma, ha tutte le rotelle a posto. E se soprattutto è bravo e aggiornato.
Ma è sul piano culturale, come dire, metodologico, che lei compie gli errori più marchiani. Strano per un prof (ma v. sopra, alla voce “controlli periodici”), e per di più marxista, che dovrebbe saper storicizzare. Lei ragiona sempre in termini sincronici, come i bambini e come la Chiesa (il “Bene”, il Male), non diacronici, come se la Storia non esistesse, in un eterno presente. Locke era “schiavista”, Montesquieu “razzista” (certo, e Jefferson magari non pagava l'Inps ai dipendenti), dice lei trasportandoli di forza ai tempi nostri, alle nostre idee, alla nostra morale moderna. Ma lo sa che se lei, allo stesso modo, fosse trasportato per miracolo ai tempi di Locke verrebbe impalato come ateo? E per farla sorridere, lo sa che se oggi Romolo dovesse fondare Roma, per tutta una lunga serie di ragioni (assenza di piano regolatore e di scarichi fognari, valutazione di impatto ambientale, difesa della flora e della fauna, emissione di fumi, ricorsi al TAR dei contadini espropriati ecc), vedrebbe la sua proposta bocciata? Caro prof, impari a storicizzare: ogni giudizio, anche sul passato recente, deve essere diacronico.
Sul resto, un po’ la capisco: vuole giocare a sembrare il tipico tifoso irriducibile della “curva sud” (una “citazione”, direbbe il critico Ghezzi) o, per non mancarle di rispetto, al ruolo romantico, cinematografico, dell’ultimo irriducibile comunista cinese - con berretto e libretto rosso di Mao - rifugiatosi per 40 anni nella giungla. Padronissimo. Però non mescoli la Ragione e l’ateismo con queste sue legittime ma patetiche nostalgie autoritarie. Lei non può, non ha il diritto di avvalersi della sua credibilità di razionalista e ateista per dire sciocchezze sullo scibile. Così, caro professore, lei mette in imbarazzo molti atei: atei liberali, atei laici, atei ebrei (ci sono, eccome). E se lei scontenta noi atei, ci dica professore, chi accontenterà?
Articolo 14 dello statuto
Comitato di presidenza
1. Il Comitato di presidenza è composto da personalità di chiara fama nominate dal Comitato di coordinamento.
2. Ha funzioni di mera rappresentanza.
3. Non ha obbligo di riunione né dispone del diritto di voto.
4. I suoi membri supportano pubblicamente l'UAAR e i suoi scopi.
Quindi, è normale, inevitabile, che la benemerita Uaar abbia soci prevalentemente di sinistra (perché storicamente in Italia il clericalismo sta più a destra): io da liberale aderisco volentieri ai suoi appelli. Purché riguardino i temi istituzionali e non siano un paravento per fare politica.
D'altra parte so che alcuni dirigenti Uaar sono persone ineccepibili da questo punto di vista. Ed è bene ricordare che secondo lo Statuto dell'Uaar
il prof. Odifredi fa parte - come ricorda opportunamente Joe Silver in un commento - di una presidenza
simbolica, che non governa ma che neanche regna, diciamo, insomma di una specie di organo di garanzia.
Sono contento di questa precisazione.
Ho trovato pessima l'intervista di Odifreddi, una toppa peggior del buco la sua lettera di precisazione alla Stampa, imbarazzante il suo intervento domenica sera da Piroso, c'è stato un terribile momento in cui ho dovuto dar ragione al giornalista Giorgino. Il libro, che ho letto con attenzione forse eccessiva, mi sembra che ha poco a che fare con la ricerca scientifica che ha regole rigorose (raccolta dati, analisi, esposizione) Comunque è un libro per palati facili, divertente quel trascinarsi tra cristiani e cretini, ed è magari meglio che non leggere. Se Mauro ricapita per caso e magari incontra Odifreddi può fargli gli auguri per il festival della matematica di cui è direttore (Veltroni ha fatto benissimo, secondo me, a dargli questo incarico) . Ma non parli con Veltroni di politica internazionale e di democrazia altrimenti lo manda ai lavori forzati sulla bella politica
Tiziana
è davvero lusinghiero che lei pensi che io sia proprio Odifreddi, beh questo lo trovo ragione di vanto e orgoglio. Lasciando da parte gli accostamenti ad opere di dubbia letteratura da lei citate, sa di solito non mi interesso più di tanto alla politica, ma quando un sito come questo che stando a quello che lei dice non sovrappone il campo culurale-filosofico a quello politico si legge di “cinghie di trasmissione” di stalinismo e gulag vari uno con tutta la buona volontà non se la sente di essere da meno.
Vedo che lei insiste nel ritenere l’antisemitismo un atteggiamento irrazionale e potenzialmente ed attualmente violento contro i soli ebrei. Beh che dire se proprio è convinto di quello che dice non sarò certo io a dissuaderla, anche se poi dovrebbe essere lei a giustificare la sua sovrapposizione del piano politico a quello religioso. Se poi vogliamo parlare solo di religione non credo di aver mai postulato l’intolleranza di quella ebraica e nemmeno di averne esaltata la tolleranza lì dove essa manca, ma solo di aver avversato alcuni aspetti della politica di uno Stato: anzi le dirò di più, la quasi totalità della comunità scientifica internazionale come lei sa è atea e agnostica, ma tra i pochi religiosi che vi sono la maggior parte di loro professa l’ebraismo o il protestantesimo segno evidente di una maggior attenzione ai testi e di un’educazione alla discussione dell’autorità che invece manca nella religione cattolica romana apostolica. E allora le dico: MA CHE BELLA SCOPERTA CHE HA FATTO! E dal momento che, da buon discepolo di Ferdinand de Saussure, lei mi esorta a storicizzare gli eventi (cosa intenda dire con questa espressione non è eccessivamente trasparente ad una prima lettura)le dico anche che il buon rabbino Leibowitz non era molto amato nel suo paese considerata l’opposizione di una fetta del paese che conta al conferimento del Premio Israele, credo negli anni Novanta e l’avversione al suo pensiero che personaggi insospettabili come Ytzakh Rabin avessero per lui. Se vogliamo poi parlare di dissidenza anche sul punto il suo discorso risulta oltremodo ideologico, perché dimostra di non conoscere persone come Mordechai Vanunu anche conosciuto con il suo nome di battesimo di John Crossman, ingegnere nucleare israeliano, che nel 1986 rivelò al Sunday Times, l'esistenza di un piano segreto di armamento nucleare da parte dello stato di Israele, che all'epoca avrebbe posseduto 200 testate nucleari. All'epoca lavorava alla centrale di Dimona.
Venne sequestrato a Roma da un agente del Mossad e trasferito in Israele dove venne imprigionato e accusato di alto tradimento. Fu giudicato a porte chiuse (mmhh!)e condannato a 18 anni di carcere, 11 dei quali passati in completo isolamento. Uscito di prigione il 21 aprile 2004, è tuttora sottoposto dalle autorità israeliane a notevoli restrizioni della libertà; in particolare:
non può avere contatti con cittadini di altri paesi che non siano Israele
non può avvicinarsi ad ambasciate e consolati
non può possedere un telefono cellulare
non può accedere ad Internet
non può lasciare lo stato di Israele
Sa se vivessimo ancora nel ventennio fascista questo sembrerebbe proprio confino…dico bene confino! Altro bell’esempio di politica democratica dello stato in questione! Ma mi creda (faccia uno sforzo per una volta) non è il solo caso.
Parlando di dissidenza nei paesi comunisti come lei dice beh credo che ce ne fosse almeno in Unione Sovietica, certo gente simile, spesso estremamente intelligente aveva più di un problema in patria come è accaduto ad un grande algebrista di nome Efim Zelmanov poi premiato con la Medaglia Fields nel 1994. Ma non intendo perdermi in excusationes non petitae perché non sono mai stato un ammiratore sfegatato dell’urss, anche se di certo non mi sentirei di disconoscerne i meriti (pochi ma significativi) in altri campi, ma ciò esula dal nostro spettro di indagine, perché d’altro canto ho tenuto separati il piano culturale-filosofico da quello politico distinguendo Marx ed Engels da Stalin o Breznev…al contrrario di quello che lei sembra fare!
Quanto alla democrazia lei sembra ignorare l’assetto di alcune società dagli Occidentali definite primitive in cui forme di democrazia diretta e partecipativa ci sono storicamente. Per esemplificare le suggerisco di informarsi sul popolo Aka (i Pigmei), tanto per citarne alcuni, in Africa leggendo magari “Perché la scienza?” di Luigi Luca Cavalli Sforza e Francesco Cavalli Sforza. Sa talvolta si crede che gli inventori della democrazia siano stati “gli occidentali”, ma ciò non è del tutto corretto.
Sul fatto che io lavori beh ora che me lo ha detto cercherò di smettere, per non alienarmi da me stesso! E poi lei parla di soldi anche se per citare il suo “linguista preferito” (un’espressione che denota la lockiana tolleranza non c’è che dire) non capisco COSA CI AZZECCHI: beh debbo dire che non mi dispiace, ma credo che le motivazioni siano altre e non verrò certamente a chiarirle a lei. Le altra questioni relative alle sinecure e agevolazioni accademiche non mi riguardano, perché purtroppo non sono Odifreddi, anche se credo di poter dire che non è che i docenti se la passino bene in Italia e mi pare che scrivere libri in cui si smonta pezzo pezzo il cristianesimo in generale e il cattolicesimo in particolare non siano proprio un business, sa, considerando gli affari milionari di “scrittori” quali Vittorio Messori o Susanna Tamaro con cui certo il nostro professore non può competere perché perderebbe di sicuro. Oltre al fatto che se da un’occhiata a testi come “La scienza negata. Il caso italiano” di Enrico Bellone apprenderà che un recente sondaggio della Long Life Learning ha acclarato nel 1999 che i due terzi degli italiani non solo non compra un libro, ma neppure un quotidiano all’anno. Se poi vediamo quali siano le preferenze di coloro che leggono troveremo in cima alla lista esoterismo e gastronomia, quindi c’è poco da rallegrarsi e da raggranellare quanto a danari (anche se sono più che certo che tra quella percentuale di lettori c’è anche chi sceglie testi di divulgazione scientifica od ottimi testi letterari, e questo fa loro onore).Credo siano veramente altre le motivazioni dello scrivere libri o dell’intervenire a Festival della scienza o della matematica aperti a chiunque: anche a lei mi creda, di solito non sottopongono a test di linguistica gli aspiranti partecipanti!
Quanto alla decisione di un futuro mio engagement, tranquillo, non credo che sia ipotizzabile e il suo discorso sull’utopistica democrazia credo che abbia già fornito un quadro di ciò in cui credo: la mia è la stessa visione politica di Albert Einstein (ah un ebreo, che schifo, il popolo ebreo deve essere avversato…lei mi insegna!)che diceva “il mio ideale politico è l’ideale democratico, ciascuno deve essere rispettato nella sua personalità e nessuno deve essere idolatrato” quindi visto che per me non ci sarebbe molto spazio, dovrà accontentarsi di quello che passerà il convento. Lei poi citava Jefferson e curiosamente ho una strana ammirazione per molti aspetti del suo pensiero, come quando distingueva gli uomini in aristocratici e democratici, dicendo che i primi non avevano alcuna fiducia nei loro simili e li escludevano pertanto da ogni forma di partecipazione alle discussioni e alle deliberazioni pubbliche che dovevano essere affidate alle élites…Le suona familiare?
Quanto alla Storia credevo che fosse finita, almeno così ci aveva assicurato Francis Fukuyama! Mi creda se avessi allungato il brodo lei poi mi avrebbe accusato di pedanteria, e d’altro canto credo che questo sia un blog, non un testo di storia aperto al contributo di tutti. Ma se proprio vuole sarò all’altezza di questo compito e le invierò tutte le delucidazioni che vuole se mi onorerà di inviarmi la sua mail così esoneriamo gli altri visitatori dal difficile compito di leggere cose a cui magari non sono interessati o che esulano dalla portata del sito.
In difesa di Odifreddi sulla questione di Israele stato fascista non mi resta che adoperare le parole (sic!) di Albert Einstein (giusto per dimostrare ancora una volta il mio antisemitismo) certo usate in un contesto diverso e per persone diverse, ma che credo siano universalmente valide:
I GRANDI SPIRITI HANNO SEMPRE INCONTRATO UNA VIOLENTA OPPOSIZIONE DA PARTE DELLE MENTI MEDIOCRI.
QUESTE ULTIME, INFATTI, NON RIESCONO A COMPRENDERE QUANDO UN UOMO NON SI SOTTOMETTE PASSIVAMENTE AI PREGIUDIZI EREDITARI, MA USA INVECE, CON ONESTA’ E CORAGGIO LA PROPRIA INTELLIGENZA.
Ah davvero? Strano, io non lo conosco nemmeno questo signor UAAR.
STUPISCE CHE UNA ORGANIZZAZIONE COME UAAR HA BISOGNO DI NUMI TUTELARI
Ora che me lo ricorda: devo comprare un cero nuovo per l'altarino del prof. Odifreddi!
Saluti a tutti.
Nell’Italia marcatamente politically correct di oggi (dove con questo termine significa — nella sostanza — essere antiamericani e filo islamici), il termine “fascista” ha subito un’innaturale evoluzione linguistica (sinonimo, ovviamente, di politically incorrect)
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