16 febbraio, 2006

 

Tarallucci e vino. Si riduce a poco il "mercato libero" dei servizi in Europa

Poteva essere una grande riforma liberale, ma così non è stato. Una prima decisione del Parlamento Europeo (cui seguiranno altre tappe, il che ci fa sperare) ha trasformato profondamente quella che, come bozza, era un provvedimento teso a "diminuire la burocrazia e a ridurre i vincoli alla competitività nei servizi per il mercato interno". La Direttiva Bolkestein si prefiggeva di imporre ai 25 Stati membri dell'Unione le regole della concorrenza commerciale, senza alcun limite, in tutte le attività di servizio"; cioè in "ogni attività economica che si occupa della fornitura di una prestazione oggetto di contropartita economica". In pratica, un po’ tutto sarebbe cambiato in Europa nel mercato dei servizi. Per un continente in profonda crisi almeno dal 2001, sarebbe stata una ventata liberista senza precedenti, sicuramente l’occasione d’oro per la rinascita economica e sociale, visto che i vantaggi d’un mercato davvero libero li godono soprattutto i consumatori, prima ancora dei produttori. Macché, hanno prevalso le resistenze conservatrici trasversali, e il blocco della solita sinistra europea.
Ci avevano messo sull’avviso, è vero, il popolo dei no-global e in genere i reazionari dell’ultra-sinistra (e anche dell’ultra-destra), che l’avevano chiamata "un esperimento di liberismo selvaggio", "un attacco all’Europa sociale" e la "negazione del Welfare", i primi, "una legge troppo liberista", i secondi. E non solo il temibile gruppo "Attac", ma nel suo piccolo perfino il comune di Foggia, si erano dichiarati molto contrari. Ma i timori degli anti-liberali europei, purtroppo, non si sono concretizzati. Così, la Direttiva si è ridotta a ben poca cosa, ed ha escluso tanti servizi che interessavano i cittadini, dalle banche ai trasporti.
Per sapere come si è arrivati alla votazione e al testo attuale, rimando all’articolo di JimMomo

Comments:
Per salvare la cultura del Welfare bisogna azzerare il Welfare che abbiamo. Fine dell'assistenzialismo statalista in favore di un Welfare delle opportunità, che renda ogni singolo individuo in grado di compiere scelte decisive per la propria vita. Da questo trarrebbe vantaggio la società tutta: dalla libera concorrenza, che fa crescere l'economia e migliora la qualità dei servizi e dell'offerta, e dalla soddisfazione dei singoli, perché individui soddisfatti della propria vita SONO anche una società più viva, dinamica e positiva.
Invece tutele, vincoli, attività economiche dello stato, politiche sindacali e industriali di stampo corporativo, conducono al disastro che stiamo vedendo.
L'Europa, che non è nulla al di là di un'area di mercato definita dall'unità monetaria, pare invece risoluta solo quando c'è da emettere documenti d'indirizzo sulle coppie gay o contro l'obiezione di coscienza dei medici in materia di aborto ed eutanasia. Un bel decadentismo burocratico, non c'è che dire.

Bernardo
 
non e' che non sono d'accordo... ma neanche lo sono...
voglio dire che se non spieghi il PERCHE', sarai apprezzato solo da quelli che la pensano cosi' a priori, o da quelli che hanno gia' le idee chiare in materia. Ma a questi il tuo posto non aggiunge nulla, ti pare?
In quanto a quelli come me che invece non appartengono alle due categorie sopracitate, ovvero quelli che giustificherebbero l'esistenza stessa del tuo post, avresti una qualche possibilita' di successo, di farti dare ragione, insomma di dare un senso al tuo lavoro se tu, anziche' tranciare giudizi, SPIEGASSI QUALCOSA.
 
Il testo approvato mi è risultato incomprensibile, veramente ostico e foriero di arzigogolate interpretazioni. Eppure avevo studiato Diritto con Bozzi e economia con Savona. Bah. sarò io a essermi rimbecillito con l'età e quei bravi signori di Bruxelles sapranno il fatto loro. Eppure continuo a chiedermi perché abbiamo una moneta comune ma non possiamo scambiarci i servizi. Misteri dell'Europa.
 
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