08 febbraio, 2006

 

"C'è il crocifisso in Comune? E io non voto. Anche perché la Croce significa..."

Ma il Comune non è, fin dal Medioevo, il luogo simbolo del potere laico e pubblico?, deve essersi chiesto il padovano Sergio Martella. E allora, come mai non c'è in ogni stanza o corridoio del mio Municipio la bandiera tricolore e, semmai, anche il ritratto del Presidente della Repubblica?
E perché, invece, senza che nessuna legge lo preveda, ci sono dappertutto crocifissi? In queste condizioni psicologiche e simboliche - ha concluso Martella - non è possibile per un cittadino né richiedere il certificato elettorale, né votare. Perciò, "sono pervenuto alla decisione di restituire la tessera elettorale all’ufficio competente del comune di Padova, sede di mia residenza, privandomi del diritto-dovere del voto”.
Comincia così la lettera che lo psicoterapeuta padovano Sergio Martella ha inviato al presidente Ciampi, al ministro dell'Interno, Pisanu, e al sindaco della città, Zanonato. La protesta, come si vede, è analoga a quella del giudice di Camerino, Luigi Tosti, di cui il Salon Voltaire ha già riferito. Segno d'un disagio sempre più diffuso, perfino in Italia, in tempi di attacchi fondamentalisti alle libertà liberali e alla laicità della società occidentale, soprattutto dall'Islam, certo, ma in minor misura anche dalle religioni cristiane.
“Mi asterrò dal partecipare ad ogni scadenza elettorale - continua l'esposto di Martella al Capo dello Stato - fintantoché, presso i locali dell’ufficio elettorale, non sarà rimosso il crocifisso, simbolo dell’universalismo cattolico, che, in quel luogo, contraddice l’identità laica e garantista dello Stato. Ritengo molto grave l’affissione di un simbolo confessionale di parte nel luogo che, altrimenti, dovrebbe accogliere il ritratto del Capo dello Stato o il tricolore, simbolo dell’Italia”.
Si apre, insomma, un "secondo caso Tosti", il giudice che chiese – per non discriminare i cittadini e per non subire egli stesso violenza psicologica - l’affissione nei luoghi pubblici degli altri simboli religiosi, dei simboli atei e non soltanto la croce, oppure la rimozione del crocifisso. “Tra le più gravi, esprimo due considerazioni:” continua Martella nella lettera. “La Cei, organo dei vescovi in Italia, e lo stesso Vaticano non rinunciano ad orientare le scelte politiche dei cattolici, ponendosi, in questo modo, in una evidente posizione politica di influenza, incompatibile, quindi, con la neutralità di un ufficio pubblico". E fin qui nulla di nuovo.
Ma la denuncia questa volta va ben oltre i confini dell'abituale tutela giuridica. La singolarità dell'esposto di Martella, che è psicologo, è proprio nell'originale lettura in chiave psicologica del messaggio sottostante al sacrificio della Croce. Certo, lui non ne coglie l'aspetto della fede, cioè il riflesso trascendente, ma l'aspetto simbolico e semantico, del tutto terreno. Cioè il vero "significato". Il che, ce ne rendiamo conto, potrebbe irritare credenti e clero cristiano.
Ecco il ragionamento di Martella. "Sul piano della coscienza civile, è intollerabile la condivisione da parte di una istituzione pubblica di un messaggio che dichiara in modo esplicito il diritto morale del genitore – nelle vesti divine – di incarnare e far sacrificare il figlio per la inopinata “salvezza” dei cattivi e dei violenti. Il significato ambiguo del martirio cristiano è una pedagogia perversa - afferma lo psicologo nella lettera a Ciampi - rivolta all’influenza concreta degli affetti familiari, ed è causa di inevitabili introiezioni sadiche ed autolesive nei giovani. Poiché ritengo” conclude Martella “che la civiltà sociale e la salvezza del singolo risiedano nell’educazione al rispetto ed alla responsabilità di ciascuno, e non nel rito sacrificale di un debole, denuncio nel modo più fermo e pubblico la preoccupante caduta di coerenza democratica nelle istituzioni".
Chissà se altri seguiranno l'iniziativa. Non resta che aspettare per vedere se il crocifisso verrà o no rimosso. In quanto a noi, Salon Voltaire, siamo favorevoli. Solo ci permettiamo di consigliare lo psicologo Martella di modificare la sua strategia giuridica e di limitarsi ad eccepire l'uguaglianza e la libertà dei cittadini, piuttosto che imbarcarsi in una spigolosa argomentazione di tipo psico-semantico. Anche perché, la nostra storia purtroppo non è razionale, ma si è evoluta a stratificazioni successive, progredendo per prove ed errori. E molti di questi "errori" sono ancora presenti tra noi, e qualcuno addirittura li chiama Tradizioni, Valori, e con essi, se sono piccoli, ci conviene convivere senza dargli troppa importanza, per evitare un bellum omnium contra omnes. Creda a noi, se razionalmente (come pure talvolta ci piace, e sono dolori...) dovessimo prendere sul serio e alla lettera i reconditi significati semantici di questo o quel simbolo, non solo tutte le religioni, ma anche tutte le fedi laiche e tutte le istituzioni non potrebbero salvarsi. Pensi solo al simbolo dell'Italia, un orribile distintivo da meccanici d'officina a cui verrebbe spontaneo aggiungere del grasso, alle chiavi da carcerieri del Vaticano, ai Santi con le spade sguainate, agli inni (il nostro offende in modo sanguinoso gli austriaci e loda in modo imbarazzante i polacchi), agli artigli predatori delle tante aquile (dagli Stati Uniti all'Albania). Insomma, ben poco si salverebbe attorno a noi. E torneremmo alla guerra per bande. Bande di acutissimi psicologi, of course. E avremmo finalmente una perfetta società razionale. Fatta di macerie e di cadaveri.

Comments:
sai che perdita se non va a votare un idiota del genere?
 
Gli amici dell'islam sono proprio questi qua: tabula rasa di valori cristiani nelle pareti dei muri, in modo da farle riempire agli islamisti di sure coraniche. Via le cappellette dalle strade di campagna e mano libera alle moschee. Avessi visto uno di questi coglionazzi marciare contro il casino che stanno facendo i figli di Maometto alle ambasciate! Ma in Italia si può prendere a calci solo Gesù Cristo. Con Maometto, invece, se la fanno tutti sotto. Bel coraggio!
 
ah ah ah ah ah che buffone sto tizio...
L'interpretazione della Croce come simbolo non è tanto errata, quanto inconsistete, ma daltronde, se è fatta da uno psicoterapeuta...
 
Io infatti ho preso le distanze da una interpretazione psicologica o psicoanalitica di qualunque segno, perché...potrebbe portare in teoria ad uno Stato puramente razionale, cioè totalitario.

Naturalmente invito gli amici che criticano a non denigrare chi tocca la Croce facendo "il marziano", cioè uno senza passato e senza storia che discende all'improvviso sulla Terra.
E' una posizione astorica, ma logica.
Mettetevi nei panni d'un marziano: è davvero strano che, solo in Italia (che non è certo un Paese cattolico, se andate a vedere quanta gente va a messa e si comporta da cattolica nella vita d'ogni giorno) ci sia questa usanza
di imporre nei locali pubblici il Crocifisso - vedete, lo metto in maiuscolo - a tutti, autoritariamente, compresi buddisti, ebrei, atei ecc. Pensate se foste obbligati a vedere accanto al computer una grossa falce-e-martello rossa. Che direste? Anzi, quanti secondi durerebbe? Con me neanche un secondo. Ma anche gli altri simboli farebbero la stessa fine.
Anche perché, ripeto, sono una violenza psicologica.
E l'Islam non c'entra niente: anzi, questa dei simboli coattivi è proprio una logica islamica.
L'Occidente deve opporsi all'Islam (e io sono durissimo su questo)
con le armi che loro non hanno: la libertà. Dovremmo bombardarli di radio, tv, giornali e volantini liberali. Altro che la battaglia dell'opposto fondamentalismo. Che poi la Chiesa cattolica non vuole assolutamente. Quindi chi la può fare?
Al contrario, se l'Occidente li combatte con le armi che loro ben conoscono, più di noi (religione e intolleranza) vinceranno loro. Lo volete capire? Anche perché la religione da noi chiama a raccolta poca gente, da loro tutti. Dunque, si può essere più istintivi e irriflessivi (detto in amicizia, s'intende)?
 
Ottimo. Come diciamo a Roma: un fesso de meno.
Questi giochini pretestuosi affiancano di diritto i nostri bambini laicisti ai bambini fondamentalisti alla Adel Smith.
Non parlerei di "diffuso" sentimento: sono i soliti quattro gatti che ogni tanto ne inventano una per finire sulle gazzette. Lasciamoli parlare: che gettino pure nel cestino tutti i certificati elettorali che vogliono. Quando vedranno che nessuno li prende sul serio capiranno che è giunto il momento di crescere. Si fa così coi minorenni, perché non provare anche coi minorati?

Bernardo
 
Oh, ma uno cosi' lo pagheranno pure per farsi fare psicoterapia...
C'e' un termine tecnico del diritto per roba del genere: circonvenzione di incapace.
Un suggerimento per l'emerito intellettuale che cura l'altrui psiche: faccia un bell'esposto alla magistratura contro tutti quei disgustosi crocefissi nei musei, nei libri di scuola, sui tetti di edifici pubblici parte del patrimonio artistico nazionale, esposti tra le poppe di belle fanciulle,...
Oltre a non andare a votare dovrebbe perennemente rinchiudersi in casa e chiedere consiglio a qualche collega (a domicilio possibilmente).
 
Un buon modo di farsi pubblicita'....
Fin da piccolino ho trovato tremebondo che mia nonna avesse Cristo sopra il letto.
Questo non esclude che Quella fosse la camera di mia nonna.

Cosi' come se esiste la tradizione del crocefisso nelle scuole non lo toglierei anche se mi desse fasidio.. cosa che non fa.
Claudio
 
condividendo appieno le idee di nico valerio, vorrei aggiungere che il "credo"di ognuno di noi debba essere un fatto personale che si debba tradurre in un'osservanza dei precetti (per i cattolici cristiani:i rosari magari di 15 poste, i primi venerdi del mese ecc...ecc...)e in uno stile di vita conseguente. Essere cristiani non è il Volto Santo sul parabrezza della vettura.
 
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