16 gennaio, 2006
Romolo speculatore edilizio: la "controstoria" del liberalismo alla Marx
Divertente, no? Perciò ci siamo dilungati. Sono esempi grotteschi di quello che può fare il difetto di storicismo, cioè quando per ottusità o settarismo non si inquadrano fatti e personaggi nella loro epoca, ma li si giudica col metro di oggi, e per di più con le screditate tesi di Marx ed Engels. Benedetto Croce ci ha insegnato a storicizzare, ma certi docenti italiani Croce non l'hanno letto e scrivono libri a tesi, come se ci fosse solo una storia, quella dell'oggi, per di più vista con occhiali vetero-marxisti. Così ha fatto il professore della Sinistra comunista "antagonista" Losurdo con una sua discutibile "Controstoria del liberalismo", in cui dà dello schiavista e del liberticida a più d’un filosofo o esponente liberale del tempo, colpevole di gradualismo, moderatismo o di "tempi lunghi", sempre scorrazzando allegramente da un secolo all’altro, e sempre giudicando secondo la sensibilità e il politicamente corretto di oggi.
Certo, John Locke (nella foto) ed altri grandi liberali del passato non dormono sonni tranquilli. Un errore così grave, quello di Losurdo, che molti giornalisti e intellettuali liberali non hanno neanche risposto alla provocazione. Però Raffello Morelli si preoccupa che una "controstoria" possa diventare, in assenza di confutazioni, una "storia" del liberalismo, e sull'ultimo fascicolo (n.43) di Libro Aperto, rivista liberale fondata da Giovanni Malagodi e diretta da Antonio Patuelli, pubblica una lunga e minuziosa critica al libro del Losurdo, confutandone le tesi faziose capitolo per capitolo. Ne riparleremo.
non solo dell'oggi, ma anche dell'ideologia marxiana.
Ora il Losurdo fa più impressione
perché la sua costruzione "a tesi"
non avviene negli anni 50 ma in pieno 2000, a sconfitta già digerita del comunismo, e contro un liberalismo che ai suoi occhi deve essere "trionfante".
Di qui l'ultima patetica "vendetta" del perdente della Storia, il marxismo
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