12 febbraio, 2016

 

Basta col ricordo del Concordato, la sconfitta più grave (e senza la minima speranza di riscossa).

Ora che è passata la giornata dell'11 febbraio, possiamo dirlo: abbiamo volutamente evitato di ricordare la ricorrenza nefasta del 1929. Speravamo che passasse sotto silenzio, per non fare ancora una volta una deprimente pubblicità alla nostra maggiore e più irreparabile sconfitta civile e morale di cittadini italiani, e soprattutto cittadini liberali. Ma vedo che alcuni amici sono caduti nel tranello della data e l'hanno celebrata. Perché? Che cosa intendono fare di questa stucchevole e masochistica rievocazione?

Siamo convinti ormai che il male fatto con i Patti Lateranensi e il Trattato con la Santa Sede da Mussolini e dal Fascismo (non fu certo colpa della Chiesa: un'occasione del genere – un dittatore, figura ad essa familiare, che le offre dei privilegi – poteva forse rifiutarla?) sia così grave che non abbia rimedi né a breve né a medio termine. E a lungo termine siamo tutti morti. Anche il rinnovo nel 1984, per responsabilità del governo Craxi (un altro socialista), è stato vergognoso, tanto più che nel Paese, ormai democratico, serpeggiava un notevole risentimento laicista.

La Chiesa, grazie al Concordato, ha rialzato la cresta, è tornata alla sua secolare arroganza, e fingendo di essere una “associazione privata” qualunque, anziché un Potere parallelo e antagonista allo Stato, approfittando del prestigio pseudo-spirituale presso una larga parte del popolo (nel frattempo regredito e istupidito da Fascismo e clericalismo politico) dice la sua e risponde su tutto, e non solo su comunione, confessione o estrema unzione, influenzando e dirigendo i parlamentari incolti e senza personalità, o i furbi atei opportunisti. Con la differenza rispetto ai tempi del Papa Re che oggi ha acquistato – grazie alle tecnologie moderne e alla società di massa che se ne nutre passivamente – un nuovo privilegio che moltiplica i vantaggi del poter parlare su tutto: l’essere sicura che le sue parole saranno diffuse e amplificate ogni giorno da giornali e televisioni di Destra, Centro e Sinistra. Un circuito perverso e potentissimo che spesso rende la parola della Chiesa il primo e più comprensibile messaggio su ogni argomento.

Ma, poiché – come ripeteva Ernesto Rossi – la proprietà e i soldi sono tutto per la Chiesa Cattolica, nonostante il suo ipocrita “pauperismo”, è soprattutto ai suoi beni ritrovati ed estesi che dobbiamo guardare. Col Concordato di Mussolini e Craxi la Chiesa ha prima riavuto e poi conservato tutte le proprietà che le erano state confiscate dai Liberali (a Roma perfino il bellissimo palazzo rinascimentale della Cancelleria: ogni volta che lo guardiamo ci piange il cuore). Perché confiscate? Per un inutile e crudele odio verso la Chiesa? No, anzi, tanti famosissimi capi liberali erano cattolici. Ma perché – solo in Italia – il Risorgimento è stato combattuto, e duramente, anche contro la Chiesa, che contravvenendo alla sua stessa storia e dottrina si era voluta fare Stato – qui, in Italia – e come Stato della Chiesa aizzava perfino vescovi e preti a disobbedire alle leggi; e perciò ha visto il suo momento culminante, altamente simbolico, nella battaglia di Porta Pia, a Roma, col cattolicissimo generale Cadorna a capo delle truppe italiane che bombardarono le mura Aureliane del Papa! Una partecipazione, quella dei liberali cattolici, allora per niente moderati, due volte moralmente eroica, se consideriamo che moltissimi liberali duri erano cattolici osservanti. Ecco perché nessun’altra rivoluzione liberale al Mondo ha avuto questo vistoso e drammatico epilogo anti-Chiesa.

Così, grazie a Mussolini, la Chiesa non solo accettò i milioni (di allora) delle Guarentigie troppo generosamente concessi dai Governi liberali (un errore) e sdegnosamente non accettati fino al 1929, ma imparò subito a moltiplicare questi insperati capitali, fino al capolavoro della “tassa” quasi obbligatoria dell’8 per mille a favore della Chiesa (che frutta circa un miliardo di euro all'anno!), altro capolavoro del governo Craxi (1985). Così la Chiesa ora spadroneggia più di prima tra ospedali, case di cura per lunga degenza, conventi che sono finti alberghi e appartamenti ad uso civile, banche e speculazioni finanziarie varie.

Sul piano della comunicazione, fondamentale per una religione fondata sulla parola e la seduzione attraverso di essa (la “predica”, il Catechismo, il libro del Vangelo ecc), la Chiesa si è assicurata varie e potenti casse di risonanza, avendo l’abitudine di infiltrare, fin dai primi anni Cinquanta, i suoi uomini in radio, televisione, agenzie giornalistiche e giornali. Si noti che senza questa comunicazione quotidiana, la sua influenza quasi sparirebbe, perché contrariamente a un luogo comune è fondata sulla sensibilità della gente, non sui segreti accordi coi politici.

Ecco perché la colonizzata televisione, clericale anche quando ha uomini di Sinistra, trasmette ogni giorno con grande rilievo, spesso in prima posizione, notizie sul Papa e il Vaticano. Un caso unico al Mondo. E nessuno protesta. Anzi, alle nostre recriminazioni i clericali, anche progressisti, rispondono: ma in Italia, solo in Italia, abbiamo il Vaticano in casa. Certo, ma in Italia, solo in Italia, abbiamo anche avuto un Risorgimento “contro” il Papa! E quindi l’argomentazione della territorialità non dovrebbe valere nulla, ormai, come infatti nessuno parla mai dello Stato di San Marino, molto più grande dello Stato della Città del Vaticano. Allora è solo questione di religione “prevalente” degli Italiani? Gravissimo.

Fatto sta che c'è la corsa a chi appare più clericale a Destra, al Centro e a Sinistra. Perfino i rari pseudo Liberali-Radicali non intendono sollevare il problema in modo drastico come sarebbe ormai necessario. Sono finiti e sarebbero controproducenti i i tempi del moderatismo estremo in materia Stato-Chiesa: lo abbiamo già e troppo a lungo provato, e non ha funzionato.

Perciò, oggi dovremmo ritornare in tutto e per tutto alla situazione Stato-Chiesa del primo Novecento, cioè prima del Concordato. Sarebbe l’unica soluzione, drastica ed efficace, anche se traumatica. Ma non esiste nessuna possibilità politica di farlo. Ci vorrebbe una denuncia unilaterale, seguita da una modifica costituzionale, di per sé lunga. Vorremmo proprio vedere se le Grandi Potenze, a cui certamente si appellerebbe il Vaticano come fece papa Pio IX, non capirebbero che per noi Italiani questo accordo umiliante fatto dal Fascismo è insopportabile, è una palla al piede perfino economica, e condiziona il nostro sviluppo etico, politico, civile ed economico. Le Nazioni Unite deciderebbero sanzioni economiche? Francia e Austria, di nuovo, invierebbero eserciti? Intanto la Gran Bretagna approverebbe.

Quel che è certo, è che dovremmo fare qualcosa di grande, di deciso e di estremo. Senza alcuna mediazione diplomatica. Misure leggere e accomodanti – lo abbiamo visto – sono inutili, oltreché impossibili.
Non parliamo poi del popolaccio che abbiamo oggi: non c’è la possibilità di alcun affidamento. È vero che vuol sapere tutto (tv, web ecc), ma è una fame vuota di particolari e segreti che sa di ricerca del pettegolezzo, non di partecipazione e condivisione di responsabilità e decisioni. L’ignoranza è macroscopica e generale. I cittadini, perfino molto laureati, non hanno idee, non leggono, non sono minimamente versati nelle cose storiche-politiche-giuridiche-psicologiche-economiche di cui si nutre la Cosa Pubblica, e quindi non capisce niente di Governi e Società. Però vuol dire comunque la sua, intromettendosi dappertutto in modo inutile. Pessima idea è stata far sapere a queste persone incolte che cosa effettivamente si dice in Parlamento (le “dirette” inventate dalla radio dei Radicali, che non si pongono mai il problema delle conseguenze dei propri atti). E una delle più gravi conseguenze dell’invenzione radicale è di avere degradato il messaggio politico: ora tutti i parlamentari non discutono alla Camera e al Senato in modo costruttivo, ma per fare propaganda esterna, per distinguersi con slogan e parole d’ordine, estremismo e frasi a effetto, tutti mezzucci ridicoli se pensiamo che sono diretti ai loro colleghi – così sperano di convincere i loro avversari? – ma comprensibili se pensiamo che in realtà sono diretti al largo pubblico fuori dell’aula. Siamo al comizio permanente e al populismo più becero (v. talk show).
Perciò cittadini e movimenti politici hanno ormai “idee ricevute” e pregiudizi così madornali che sono irrecuperabili. Lega Nord, Destra, Cinque Stelle, perfino una parte del PD, Sinistra estrema: non c'è un gruppo politico che si salvi. Neanche Liberali, Radicali e Repubblicani esistono più. E quando esistono come sigle sbagliano per debolezza di idee e mediocrità di uomini. I Cittadini elettori, poi, sono paradossalmente peggiori di quelli del 1929, quando c’era la dittatura, in quanto a cultura e spirito critico individuale. E se non si ribellarono nel '29 al clerico-fascismo, figuriamoci se prenderebbero parte oggi a una specie di rivoluzione laicista. impensabile.

Il Risorgimento, unico nostro evento glorioso e vincente in vari secoli, fu per gran parte architettato e ordito in segreto da una minoranza che sapeva leggere e scrivere e poteva votare. Altrimenti, in mano alle masse di oggi non avrebbe mai vinto. Oggi purtroppo si sa subito tutto e ovunque, e già via web si formerebbero comitati a favore del Vaticano. Senza contare che l’intera classe dirigente è stabilmente filo-cattolica da generazioni. E abbiamo un capo di Stato e un capo di Governo entrambi ex-DC. E i cattolici sono già infiltrati abilmente in tutti i gangli vitali del Potere. Insomma, diciamolo, non c’è più niente da fare. E sarà così per decenni. Anzi, siamo in contro-tendenza, perché la contemporanea pressione dell'Islam terroristico che prende di mira obiettivi cristiani ci obbliga a difendere la Chiesa, addirittura, e quindi gioca a nostro sfavore. A meno di un rivolgimento insperato, una sorta di miracolo laico, del tutto improbabile.

Insomma non parliamo più del Concordato, non celebriamolo ogni 11 febbraio come se fosse una vittoria (mentre il 20 settembre 1870 passa quasi sotto silenzio). Dimentichiamolo, per favore. Continuare a parlarne serve solo a deprimerci ancor più. E l'Italia è oggi un Paese depresso, all'opposto dei tempi del Risorgimento. Oltretutto, continuare a lamentarsi in tono querulo per le parole che dice un cardinale o un vescovo offende il buonsenso e la ragione, se poi non cerchiamo più utilmente di costringere televisione e giornali a fargli da amplificatore. Preti e vescovi sono presenti in molte trasmissioni di intrattenimento per anziani e casalinghe: è lì che si forma il consenso popolare.

Usiamo la tattica del silenzio, per noi e per loro. Se alla Chiesa togli l’audio, la uccidi come Potere temporale dotato di enorme influenza psicologica sui semplici e ignoranti. Ipocrita sparlare ogni giorno del Concordato e del Potere ecclesiastico e non contrastarlo dove la sua sensibilità è più viva, come diceva Ernesto Rossi, cioè sui soldi. Per esempio non dovremmo spendere più un euro per i Giubilei e gli eventi del Papa, dovremmo vietare i pullman turistici nel Centro di Roma, vietare anche che centinaia di conventi e case generalizie si trasformino in alberghi esentasse e pure con prezzi relativamente alti. E se questi conventi sono vuoti, requisirli per ragioni di pubblica utilità sociale: lo facevano anche i super-liberisti liberali del Piemonte, ben superiori ai finti liberali nostrani. Dovremmo anche eliminare le immagini religiose nei luoghi pubblici, che possono influenzare l’educazione dei giovani in senso confessionale e fanatico, eliminare i cappellani militari, far pagare le tasse integralmente alle chiese anche quando sono solo luoghi di culto: perché vanno privilegiate le religioni?

In quanto al Concordato, basta col ricordare sempre le sconfitte. Anche perché per quel poco che ha di laicista, cioè di separazione e rispetto tra Stato e Chiesa, non viene rispettato. L'ultimo caso: il card. Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, proprio l'11 febbraio si permette di dire "come" si dovrebbe votare in Parlamento italiano! Strafottenza, arroganza senza pari: con un Cavour capo di Governo ci sarebbe stato il ritiro dell'ambasciatore italiano presso la Santa Sede e le dimissioni del capo della CEI come conditio sine qua per riaprire i rapporti diplomatici. Ma oggi, con lo Stato in mano ai chierichetti cattolici di Destra, Centro e Sinistra, e con un popolino male educato da quasi un secolo, le reazioni sono deboli e inefficaci. I non-liberali hanno preso la Democrazia come "il Regime senza spina dorsale", l'ideologia della debolezza, della furbizia, del sotterfugio e dell'inganno. E allora, a che serve, questo Concordato tutto scritto o interpretato a vantaggio della Chiesa? Eliminiamolo. O almeno, dimentichiamolo, visto che non riusciamo a fare neanche la più banale riforma laicista.

AGGIORNATO IL 13 FEBBRAIO 2016

Comments:
Concordo come al solito. Per molti, specie gli atei, la chiesa e il papa sono la controparte privilegiata.
Manca la cultura pero, noi parliamo del risorgimento , ma pochi sanno cosa ha significato Tiziana
 
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