Tranquilli, amici Radicali, che se siete rimasti lì dopo decenni di
mattane di Pannella senza uno straccio di ideologia, anzi mescolando come più
faceva comodo tutte le ideologie, dal cristianesimo moralista al socialismo,
dal liberismo all’anarchismo individuale, il tutto condito d’un populismo
sfrenato teso solo a far parlare giornali e televisione o a occupare la scena
politica, vuol dire che tanto forniti di liberale spirito critico non dovete
essere. Ma piuttosto, oh quanto, attratti dalla figura irrazionale del kàrisma,
dalla seduzione del Capo “che non sbaglia mai”. Che però, scusate, è il
classico sentimento che porta a Destra, un pò meno a Sinistra, e men che meno
al Liberalismo. Non per caso tutti gli ex-Radicali sono usciti a Destra, non a
Sinistra.
E il teatro pannelliano continua. La politica come arte della
rappresentazione. Anche questa volta, Pannella e Bonino non hanno davvero
"litigato", come fa comodo credere ai giornalisti per farci un
pezzullo in piena estate. O meglio, la Bonino sì, ma solo per reazione di
buonsenso piemontese e pragmatico dopo le ricorrenti sparate finto-autoritarie
e molto pubblicitarie di Marco. Ma Marco, no, tranquilli: ne sa una più del
diavolo.
Tutto quello che fa ha un fine pratico immediato. Machiavelli è solo
una casalinga furbetta e intrigante al confronto. Si è denudato, legato con
catene, imbavagliato, ha bevuto orina, ha infierito sul proprio corpo
(fortissimo), pur di apparire, di far parlare di sé, e quindi - l'Etat c'est
moi - giù per li rami anche dei Radicali e delle loro battaglie, sempre in
contro-tempo, sempre inopportune, cioè fuori del dibattito del momento, ma solo
perché intellettualistiche e decise a tavolino nel chiuso di quattro mura senza
contatti con l'esterno.
Non solo le ideologie, ma anche le Grandi Idee, fondamentali per i
Radicali veri e originari (Pannunzio, Calogero, Rossi, Carandini ecc.) sono
viste come fumo negli occhi da Pannella, che le ha sempre mescolate e quindi
contraddette e annullate (ricordate la seconda tessera del PSI di Craxi, la tiritera
di "laici, liberali, liberisti, socialisti, libertari" ecc.? come
dire tutto e il suo contrario, cioè filosoficamente niente), e ha sempre preso
in giro i Liberali, ritenuti aristocratici o borghesi viziati che fanno salotto
e "si alzano tardi al mattino", visti cioè secondo un classico
stereotipo da provincia meridionale. Lui invece ne pensa una delle sue anche a
Natale o a ferragosto, dalla mattina alla sera, e forse pure durante il sonno.
Tra "Pensiero e Azione", ormai è chiaro, preferisce la seconda.
Perciò i seri Radicali fondatori lo abbandonarono giudicandolo un
curioso goliardo provocatore, sia pure di genio e con una strana intransigenza
cristiana, sì cristianissima, di chi sa di avere in sé la "Verità"
(allievo – lo ricordava sempre lui stesso – del cattolico e vegetariano Aldo
Capitini, altro che Pannunzio!). Insomma, avevano già capito tutto di lui, uno che smonta,
sia pure per rivelare al popolo com’è fatto dentro il Potere, e perciò distrugge,
ma mai costruisce. E invece in Italia occorre qualcuno che, come Cavour,
costruisca.
Quello che conta per Pannella è infatti non l'essere, ma il muoversi, non
l’idealismo ma il movimentismo esasperato, l'agitazione giorno per giorno, il contestare
quello che gli altri fanno anziché il proporre, il fare; insomma il no al
Potere, qualunque sia questo Potere. Papi o Presidenti della Repubblica,
cardinali o ministri, preti o laici, liberali o comunisti, Destra e Sinistra, pari
sono. Insomma un anarchismo individualistico, senza strutture, come pensiero "di
uno solo" (avrebbe detto Sorel, anzi, più ancora, Stirner), una prassi agitatoria
che può anche essere vista come razionalizzazione di tendenze caratteriali.
Ecco perché iniziative eccentriche, scioperi della fame, bevute di
orina, fumate di spinelli di marijuana in pubblico, incatenamenti, disobbedienze
civili e litigi teatrali coram populo sono inventati nei tanti momenti di
crisi. Tutto e il suo contrario, pur di far parlare di sé i giornali e la tv.
Unica vera preoccupazione.
E invece, quello che serviva all'Italia, un grande unico soggetto
Liberale vero, con una guida posata, affidabile, ricca di idee in continuità
con la grande tradizione italiana ed europea, sensata e capace di attrarre non
di dividere, che avrebbe fondato il terzo o secondo Partito italiano e cambiato
la Storia italiana, non c'è stato. Anche per colpa di Pannella.
Un Partito? No, un Ufficio Stampa. Un po' troppo creativo, che divide
anziché unire, che mette gli uni contro gli altri, che divide gli amici, ma
qualche volta unisce i nemici, che non costruisce mai nulla, ma inventa ogni
giorno eventi esagerati, da prima pagina di giornali. Ecco che cosa è stato il
Partito Radicale nella versione di Pannella. Il consuntivo? Non solo non è
bastato per la sempre attesa e di là da venire rinascita dei Liberali, ma l’ha
allontanata ancora di più, forse negata per sempre, riconsegnando così l'Italia
– proprio grazie al bipolarismo che Pannella stesso ha proposto e ottenuto – alle
due chiese di finta-Destra e finta-Sinistra, anche loro ormai, come Marco e
come i pannelliani, senza ideologie né idee.
Davvero, Pannunzio è morto due volte.