05 febbraio, 2010

 

Veronesi: la religione impedisce di ragionare ed è incompatibile con la scienza

Tra qualche secolo l'uomo si meraviglierà di come i suoi antenati possano per migliaia di anni aver creduto, i più per ignoranza e irrazionalità, ma altri per cinico calcolo di potere, alle favole delle religioni, a tal punto da invadere nuove terre per colonizzare in nome di un Dio inventato, inviare esploratori e missionari per convertire con la violenza, scatenare guerre, uccidere, torturare, o anche semplicemente condannare chi non credeva o credeva in modo diverso, e sempre comunque censurando, limitando le libertà, condizionando la vita sociale, politica, economica o civile degli esseri umani, in base a contraddittorie, mai provate e infantili leggende, così improbabili che se avessero riguardato altri campi del pensiero sarebbero state derise come cosa da stupidi.
Ebbene, questa è la Storia degli uomini, e non è certo un aspetto entusiasmante del nostro "pensiero".
Anzi, c'è da stupirsi se in qualche modo la logica, la razionalità e le scienze abbiano potuto sopravvivere e, almeno negli ultimi secoli, progredire. Perché - storia e psicologia lo dimostrano - la religione porta al non pensare, anzi presuppone fin dall'inizio l'impossibilità di ragionare liberamente, com'è tipico dell'intelligenza umana, che è libera, sempre critica, fondata sul dubbio, sulle scoperte da accertare o smentire in continuazione.
La religione, perciò, come tipica "cosa da stupidi", nel senso letterale, in quanto porta al non pensiero. Infatti, che cosa si può ritenere, per fare un esempio, di chi crede che davvero una vergine Maria sia stata fecondata, pur rimanendo vergine, dopo l'annuncio di un angelo, e partorendo per di più un uomo-dio che poi resusciterà dopo la morte? Solo un centesimo di tali fantasie, se applicato ad una qualsiasi attività umana, porterebbe al discredito totale della persona, con conseguenze anche drammatiche per il suo lavoro (non superamento dei test attitudinali, licenziamento) e per la sua stessa vita (ospedali psichiatrici, carcere ecc).
La religione, qualunque religione, è invece ancor oggi un assurdo porto franco delle fantasie più sfrenate e infantili, senza conseguenze di nessun tipo per i credenti. Anzi, anche se in calo, appare ancora sorretta da consenso sociale e valutazione positiva. Certo, sarebbe sbagliato e inutilmente offensivo prendersela con l'ultimo dei credenti, ma è evidente una disparità iperbolica di trattamento e di reazioni psico-sociali tra le religioni e, per esempio, le ideologie, le credenze filosofiche, perfino la conoscenza scientifica.
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E a proposito del confronto tra religione e scienza, lo scienziato Umberto Veronesi in un'intervista a Sky Tg24 Pomeriggio ha di recente affermato che "la religione impedisce di ragionare".
"La religione, per definizione, è integralista - ha spiegato Veronesi - mentre la scienza vive nel dubbio, nella ricerca della verità. La religione impedisce di ragionare mentre la scienza vive nella ricerca della verità. Sono mondi molto lontani".
Umberto Veronesi, nel corso di Sky Tg24 Pomeriggio, ha spiegato i motivi che, da scienziato, lo hanno portato ad allontanarsi dalla fede. "Scienza e fede non possono andare insieme - ha affermato il chirurgo oncologo, secondo una nota dell'agenzia Ansa - perché la fede presuppone di credere ciecamente in qualcosa di rivelato nel passato, una specie di leggenda che ancora adesso persiste, senza criticarla, senza il diritto di mettere in dubbio i misteri e dogmi che vanno accettati o, meglio, subiti".
Secondo Veronesi, infatti, la religione, per definizione, è integralista, mentre la scienza vive nel dubbio, nella ricerca della verità, nel bisogno di provare, di criticare se stessa e riprovare. In sostanza - è la sua tesi - si tratta di due mondi e concezioni del pensiero molto lontani l'uno dall'altro, che non possono essere abbracciati tutti e due contemporaneamente.
Nel corso della trasmissione l'oncologo ha poi rivelato di venire da una famiglia religiosissima. "Ho recitato il rosario tutte le sere fino ai 14 anni", ha ricordato. Ma ha detto di aver deciso di allontanarsi, nei primi tempi con grande difficoltà, dopo aver esaminato a fondo tutte le religioni. "Perché - ha concluso - mi sono convinto che ogni religione esprime il bisogno di una determinata popolazione in quel momento storico". (da Ansa, 4 feb 2010)

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