21 settembre, 2008

 

Anti-Risorgimento e anti-Italia al Sud e al Nord. Come si risponde ai revisionisti e ai nostalgici.

UN GENERALE CHE ELOGIA I NEMICI
Il XX Settembre è la ricorrenza principale dello Stato italiano, e quindi anche della Nazione italiana. Si compiva il Risorgimento con la conquista di Roma e con l’unità di gran parte dell’Italia. Il Liberalismo vinceva non solo tra le idee, ma anche sui campi di battaglia.
Eppure, si sono levate anche in questa occasione varie voci fastidiose contro il Risorgimento. L’ultima è quella del delegato del sindaco di Roma che proprio davanti alla Breccia di Porta Pia, affronto nell’affronto, ha provocatoriamente elencato come "martiri" solo i mercenari del Papa, molti dei quali stranieri, caduti per difendere il potere temporale del Papa-Re contro la libertà degli Italiani.
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UN SINDACO ANTI-ITALIANO, MA MOLTO VATICANO
Vergogna, anzi, tradimento si sarebbe detto un tempo. E un generale che avesse avuto la sfrontatezza d’un simile gesto anti-italiano avrebbe certamente – come minimo – passato qualche giorno a casa propria. E anzi, il Salon Voltaire auspica qualche provvedimento anche oggi: non è lecito ad un generale commemorare i nemici senza aver prima onorato con maggior risalto i caduti italiani. E di questo gesto anti-italiano consideriamo politicamente responsabile anche il sindaco Alemanno. Che non venga più a cianciare di "italianità".
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SE LA STORIA LI HA SCONFITTI CI SARA' UNA RAGIONE
E’ naturale che il XX Settembre sia un’occasione d’oro per una rivalsa fuori tempo massimo degli sconfitti della Storia, gli anti-liberali. Ma non è colpa del "Destino cinico e baro": ci sarà pure una ragione se la Storia li ha sconfitti. La loro era la posizione dell'incultura, dell'anti-storia, della prepotenza, dell'ipse dixit, dell'autoritarismo, sempre perdenti. La Storia, invece, è sempre storia di libertà.
Il Revisionismo è un alibi fuori luogo. Un titolo breve per raccomandati giornalisti di provincia. Se davvero fossero in grado, loro che leggono poco e male, e sui loro giornali scrivono malissimo, di riscrivere la Storia, allora tirerebbero fuori fatti nuovi e idee nuove, e scriverebbero dei libri. Un compito impossibile. Come vano è cercare di cancellare gli eventi, ormai ben noti e indiscutibili, e opporsi retroattivamente nel 2008 al progresso delle idee innescato dal 1848 al 1870 dal processo di indipendenza e modernizzazione messo in atto dai liberali italiani. Sono dunque dei ridicoli sanfedisti in ritardo di 150 anni?
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DESTRA ANTI-RISORGIMENTALE, QUINDI ANTI-ITALIANA
L’episodio rivela meglio di dieci articoli di fondo che l’attuale Destra populista, impersonata soprattutto dagli ex-fascisti di AN, ma anche dalla piccola parte clericale e tradizionalista di FI (e perciò noi liberali siamo preoccupati dalla loro unificazione, che vedrebbe ancor più compressi ed emarginati i rarissimi liberali del PdL), nulla ha a che vedere con la gloriosa grande Destra storica liberale, e si conferma invece come anti-risorgimentale, anti-patriottica, anti-liberale, anti-italiana. E non si tratta di frange, come mostra la rivolta corale dell’intera classe giovanile di AN (Azione Giovani) e di molti dirigenti al lineare discorso del "neo-gaullista" Fini, tendente a porre le basi per una Destra conservatrice ma antifascista. Il che è anche logico, non essendo mai stato il Fascismo un movimento conservatore.

TALEBANI DELLE DUE SICILIE
Ma questi ultimi episodi si inseriscono in un più vasto movimento antimodernista e reazionario che ha i suoi punti di forza, si fa per dire, sui blog e siti di internet o su giornali quasi clandestini, o in discorsi pronunciati al chiuso di associazioni poco note. Che siano ridicoli non esclude che siano anche allarmanti quei coloriti personaggi travestiti da revisionisti che riabilitano i Borboni, il cardinale Ruffo di Calabria, le sue truppe sanfediste, il papa Pio IX, e sputano sul Risorgimento, su Cavour, Garibaldi, il Regno di Piemonte, confondendo furbescamente i Savoia d’allora con quelli impresentabili di oggi, e addirittura difendono le bande armate e i briganti meridionali pagati dai baroni, indipendenti perfino dai Borboni, che si opponevano alla penetrazione nel Sud della Libertà e del Progresso, proprio come i talebani e gli islamici fondamentalisti oggi in Iraq e Afganistam. Così nacque la Mafia, vergogna del Sud e dell’Italia. E come "si stava bene sotto i Borboni", re ignoranti, ottusi, capricciosi e crudeli, ce lo dice non uno storico marxista ma l’aristocratico siciliano Michele Palmieri di Miccicchè ("Pensieri e ricordi storici e contemporanei", ed. Sellerio), che sperimentò sulla propria pelle, pur essendo un privilegiato, la crudeltà pazzoide di quello Stato assolutista, corrotto, clericale e poliziesco che lo costrinse ad emigrare.
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LE IDEALITA' CHE MANCANO AL SUD
E’ vero, senza il Sud, perfino senza il Veneto strappato agli Austriaci, l’Italia oggi sarebbe un’Italietta, come il Belgio, ma una delle prime nazioni in Europa, se non la prima. Ma l’idealità apparentemente anti-economica dei Savoia e della classe dirigente liberale della Destra capitanata dal genio Cavour, fu premiata. Altro che la sciocchezza del Liberalismo come egoismo. Senza passione, senza la forza degli ideali, senza i rischi dell’altruismo e della generosità – ha dimostrato con stupendi capitoli Benedetto Croce – non esiste Liberalismo.
E anche il Risorgimento italiano ha dimostrato che il Liberalismo non è soltanto economia, ma l’estensione del "mercato delle idee" e della merce rara "libertà", va ben oltre l’allargamento del progresso materiale e sociale, e la disponibilità dei beni materiali. Seminare, diffondere, perfino imporre la democrazia liberale dove vige l’autoritarismo, dà alla lunga grandi benefici per le popolazioni. In cambio della caduta di benessere delle ristrette e corrotte oligarchie legate ai favori della Corona. Chi oggi protesta da ridicolo filo-borbonico o filo-papista in ritardo, perciò, lo fa per un curioso e acrobatico snobismo metastorico: vorrebbe cioè dare ad intendere che a quei tempi avrebbe fatto parte della casta dei privilegiati borbonici, non della borghesia e del popolo. E così si tradisce. Ma la sua è anche un’illusione fallace, come dimostrano le disavventure anche di qualche nobile liberale come il Miccicchè. Anche se l’intera marineria borbonica, naviglio e gradi, fu acquisita dal nuovo Regno d’Italia. E quindi neanche quella aristocrazia fu punita.
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E I MERIDIONALISTI L'AVEVANO CAPITO
Del resto, tutti i grandi meridionalisti che si batterono per il riscatto morale – ecco il problema vero – del Sud, da Giustino Fortunato a Dorso, da Salvemini a Compagna, erano dell’avviso che le idee di libertà fanno sempre bene. Anche al portafoglio. E infatti, contro una vulgata neo-reazionaria, è sotto gli occhi di tutti che hanno fatto diventare più ricche le popolazioni interessate. Basta comparare il rapporto dei livelli di vita di siciliani e triveneti all’inizio 800 rispetto alla media italiana d’allora, e ripetere il confronto oggi. Si scopre che le classi dirigenti o i "popoli conquistati" allora sono i privilegiati oggi. E, anzi, questi privilegi devono finire.
Ma invitare i revisionisti e i reazionari a studiare la Storia è fatica sprecata. Perché la Storia è sempre storia di libertà. E’ come dire ai preti di studiare la scienza: diranno che non rappresenta la Verità. Questa ce l’hanno soltanto loro, in qualche foglio sgualcito e scarabocchiato conservato in un segreto cassetto. Troppo comodo.
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I CATTOLICI LIBERALI FECERO IL RISORGIMENTO
Il che dimostra subito il carattere provinciale, municipale e sottoculturale dell’anti-Risorgimento. Nessuna grande personalità, nessun intelletto, nessun docente di valore dice sciocchezze del genere. Solo le mezze figure, i personaggi locali al limite del grottesco, gli "storici di paese", qualche giornalista da terza pagina.
Ma, soprattutto, sfugge ai reazionari anti-Porta Pia che i liberal-conservatori o cattolici moderati del Risorgimento, dopo tante illusioni su un rinsavimento di papa Pio IX erano tutti per la presa di Roma, tutti. E c'erano perfino preti sulle barricate. Preti che avevano capito tutto. Anche perché, dal loro punto di vista religioso, non è molto cristiano detenere ricchezze, regni, Stati, polizia che tortura ed eserciti che uccidono, boia che tagliano teste o impiccano, come faceva lo Stato Pontificio, e dunque il Papa.
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CONSERVATORI CHE SI SPACCIANO PER LIBERALI
Al Risorgimento e alla presa di Roma erano contrari solo i reazionari e aristocratici papalini e i pochi clericali d'ogni regione. I referendum mostrarono che erano poche decine o centinaia in ogni città. Perfino a Roma.
Legittimo oggi sparlare del Risorgimento e delle glorie della Patria, purché non si appartenga ad organi dello Stato. E’ però un comportamento che non ha nulla a che vedere con i liberali, neanche quelli di Destra. Chi parla così è un nemico del Liberalismo. Anche perché i liberali di Destra, ormai lo sanno anche i ripetenti, parteciparono in massa al Risorgimento, anzi ne furono la parte più attiva e combattiva. Gli estremisti, i radicali, erano stati emarginati o erano emigrati. E’ stranoto che il Risorgimento italiano a differenza della Rivoluzione Francese fu liberal-moderato e liberal-cattolico. E perciò vinse. Era la Destra al potere, non la Sinistra quando i cannoni piemontesi spararono a Porta Pia. Cattolici erano Cavour, magari all’acqua di rose, più convinto D’Azeglio, e gran parte della Destra storica.
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GENERALE CATTOLICO: MESSAGGI AL PAPA, MESSA, POI I CANNONI
Il generale Cadorna, cattolico osservante e abile diplomatico, fu scelto oculatamente tra i liberali più papisti per la delicata campagna di Roma. E fino all’ultimo chiese un atto di comprensione al Papa, garantendogli comunque il rispetto per la sua persona e l’assenza di morti e violenze per le strade di Roma. Se il comandante fosse stato Bixio, le cose non sarebbero andate così.
All’alba del giorno fatale, il 20 settembre, visto che erano falliti tutti i tentativi diplomatici italiani di fronte alla provocatoria ostinatezza pontificia del "tanto peggio tanto meglio", un cinismo che toglie il residuo onore a Pio IX perché mirava a creare lo "scandalo" europeo, il timorato Cadorna, dopo aver sentito Messa col cappellano militare, per evitare la scomunica già comminata preventivamente su "chi avesse dato ordine", comandò al capitano artigliere ebreo piemontese Segre, lui sì un "eroe misconosciuto", di ordinare di cannoneggiare le mura Aureliane ed entrare in Roma. E con questo trucco morale un po' gesuitico del generale cattolico, le ipocrite coscienze furono in pace. La battaglia fu quasi simbolica e rituale: nessuno dei due contendenti voleva fare stragi. E dopo i primi morti i papalini alzarono bandiera bianca. Noi avemmo 49 morti, tutti elencati sulla grande lapide del monumento sulla Breccia. I papalini 25. Fosse stata a Parigi, la battaglia di sarebbe risolta in una carneficina. Il Risorgimento, secondo le migliori idee liberali, aborriva l'eccesso di violenza, le morti inutili. E la libertà, insieme col buonsenso, trionfò.
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CRITICHE DAI LIBERALI PROGRESSISTI
Il che ridicolizza le drammatiche tesi reazionarie e revisioniste dei clericali un po’ ignorantelli di oggi, che non possono accettare che siano stati proprio i cattolici moderati e i liberali cattolici a guidar il Risorgimento e ad entrare a Roma. Tanto è vero che sia i papalini, sia i liberali moderati ne dissero e fecero di tutti i colori al povero Garibaldi.
I liberali progressisti avevano criticato il Governo piemontese per le sue incertezze e la sua condotta diplomatica. E durante la presa di Roma anche per i tanti abboccamenti tra le parti. E per la decisione di aver garantito al Papa, reo di aver tradito le sue aperture quasi liberali e di aveva fatto uccidere i patrioti italiani insorti, la sicurezza personale, un appannaggio e la sovranità sulla Città Leonina (più piccola del Vaticano di oggi).
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IL PAPA? NOI L'AVREMMO ARRESTATO (SOLO PER UN PO')
Noi che avremmo fatto, allora? Be’, confesso, io che non sono un liberale di sinistra ma di centro, che avrei fatto arrestare il papa confinandolo per un po’ in dignitosi arresti domiciliari al Quirinale. Certo, non gli avrei lasciato né l’appannaggio né la Città Leonina. Quello fu un grave errore, causa di tanti problemi futuri. Del resto, si era esposto come un politico qualunque, aveva voluto fare il Capo di Stato anziché il Capo della Chiesa? Bene, e allora doveva assumersene tutti i rischi, ed essere trattato come un qualsiasi dittatore sconfitto.
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E BIXIO VOLEVA BOMBARDARE SAN PIETRO...
E infatti il garibaldino gen.Bixio, "testa calda liberale" a cui Cadorna aveva affidato Porta S.Pancrazio, scalpitava e accusava Cadorna di debolezza, di eccesso diplomatico e moderatismo (ma Cadorna era stato scelto apposta per questo dal Governo). E fino al 19 settembre fu tenuto a freno, perché dal Gianicolo voleva, nientemeno, bombardare il Vaticano... E secondo alcuni cronisti romani del tempo, sembra che qualche palla di cannone bixiana fosse caduta, a scopo intimidatorio, mi pare su Trastevere…
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UN CAPOLAVORO STORICO, MA INCONPIUTO
Insomma, il nostro Risorgimento fu davvero un capolavoro fortunato, poco o nulla violento rispetto alla Rivoluzione Francese. Il suo difetto, semmai, fu che le élites illuminate precedettero troppo il popolo, visto che ancor oggi (2008) "bisogna fare gli Italiani". Anche nella psicologia sociale, Bixio aveva già capito tutto.
Fu dunque un "work in progress" subito interrotto, una rivoluzione incompiuta (Gobetti), opera di una élite colta, illuminata ed europea, borghese o aristocratica, mentre le masse del Centro e del Veneto erano totalmente contadine, a differenza della Francia dove la borghesia aveva già ruolo e potere. Ecco la differenza.
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TORNA IL CAMPANILE (E LO SCEMO DEL VILLAGGIO)
Del resto, la Storia non fa salti. Dopo secoli di servitù, privi della guida di una borghesia diffusa, gli Italiani erano ignoranti e ottusamente campanilisti, cinici e impotenti come i poveri ("O Franza o Spagna, purché se magna"), incapaci di vedere al di là del proprio naso, fuori del proprio Municipio. Finito il comunismo un altro "comunismo", ben più meschino s'avanza, quello che ha al centro ognuno degli 8000 comuni italiani, 8000 monadi l'una contro l'altra armate. A quando uno stipendio e un ruolo municipale allo "scemo del villaggio"? Tanto, non si noterebbe alcuna differenza con certi sindaci o col "secessionista" medio, del Nord o del Sud. La solita furba stupidità regna sovrana nell'Italietta di provincia.
Meraviglia solo che oggi l'ottusità municipale sia più avanzata di ieri (cosiddetta I Repubblica), quando ancora funzionava la mediazione dell’ultima classe politica ideologica che ancora si ricordava il Risorgimento, da De Gasperi a La Malfa, allo stesso Togliatti. Oggi, invece, una classe politica deideologizzata e soltanto populista (il Potere per il Potere) mostra grande disprezzo per le idee, a Destra come a Sinistra. Tanto che non si capisce perché continuino a chiamarsi, ingannando studenti, massaie e pensionati (tre categorie che non acquistano i giornali ma vedono la tv), Destra e Sinistra.
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L'ANARCHIA DEI BARONI ALL'ORIGINE DELLA MAFIA
Punti oscuri, errori gravi, repressioni? Il Risorgimento italiano fu perfino più felice di quello di molte altre Nazioni. Per niente sanguinoso, molto razionale, molto intelligente. La presa di Roma ci costò solo 49 morti. Certo, finito il Risorgimento lo Stato unitario, inesperto di inganni, doppiezze e mafie meridionali, si trovò per la prima volta di fronte interi villaggi del Sud che coprivano con l’omertà briganti e terroristi legati ai baroni borbonici. In quei casi la mano dell’esercito fu pesante, anche perché il Governo aveva capito che dietro quella guerriglia diffusa si celava la longa manus della Chiesa e degli ultimi borbonici. Insomma, la guerra continuò. Il Sud abituato all’anarchia mafiosa dei baroni non sopportava un vero Stato. Ecco perché aveva tollerato Franceschiello, il re macchietta.
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OTTUSITA' DI PROVINCIA: PARLAR MALE DI GARIBALDI
E ancora oggi in Sicilia c’è chi sparla di Garibaldi e dei piemontesi… Certo, il loro senso del risparmio della cosa pubblica dava fastidio nell’isola. Oggi, infatti, la regione SSS a Statuto Speciale Sicilia (quand’è che viene smantellata? ormai è una priorità) assume migliaia di impiegati inutili a stipendi d’oro, e gode addirittura di sue proprie accise sulla benzina…. Intanto i consiglieri regionali siciliani si stipendiano più dei parlamentari nazionali. E Bossi, anche lui (sarà perché ha la moglie siciliana?) sistema i parenti nella Comunità Europea. L’abbiamo sempre pensato che Bossi è il classico meridionale.
Certo, sentendo beceri leghisti e meridionali che ancora sparlano di Garibaldi, dei Piemontesi o dei Savoia, quelli di allora – e mi riferisco non ai politici ma alla "gente" qualunque – viene fatto di pensare al Risorgimento italiano come ad un movimento poco italiano e molto anglosassone.
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ITALIANI, CONTADINI ARRICCHITI
Ma gli Italiani d'allora erano rozzi, ignoranti e contadini: non avremmo potuto aspettarci nulla da loro senza la guida e l’esempio di minoranze colte e liberali, capaci di galvanizzarli e guidarli. E rozzi post-contadini sono rimasti (ultimi in lettura libri tra i Paesi occidentali) con tutti i difetti degli ex-contadini arricchiti: poche idee, ignoranza abissale, ottusità campanilistica, consumismo inutile ed esibizionismo (dai Suv alle Maldive, agli gnomi in giardino nelle orribili e stupide case kitsch). Mentre in casa non c'è un libro. Entrate, entrate, nella case dei meridionali o dei veneti arricchiti che votano o non votano Lega, e ne vedrete delle belle.
Il Risorgimento, almeno, ha provato a "fare l’Italia". Questi ex-contadini arricchiti con raccomandazioni, finte pensioni e mafie, invece "si vergognano di essere Italiani". Proprio loro: senti chi parla… Siamo noi che ci vergognamo di loro.
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L'UNICO MOMENTO ALTO DI STORIA PATRIA
Tra tanto squallore, sia prima che dopo l’800 (dominazioni straniere, Fascismo, clericalismo DC e post-DC, leghismo e municipalismo, separatismo siciliano o altoatesino, corruzione, Mafia ecc), il Risorgimento fu una stupenda eccezione. Un momento alto di Storia patria. In cui stranamente le élites fecero il loro dovere, e gli Italiani dettero l’unica buona prova di sé dei tempi moderni. Un miracolo che non si più verificato. Perché la Resistenza non fu così nazionale e fu macchiata da orrendi delitti,
Un’epopea ancor oggi incredibile, irripetibile. Fu la rinascita dell'Italia dopo tante vergogne dei secoli passati, quando gli Italiani erano l'uno contro l'altro (come oggi), senza dignità (come oggi) e servi degli stranieri (come oggi).
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QUELLI CHE..."MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO"
E ancor oggi, come allora, l’Italia pullula di squallidi individui che in bus, in metro, in aereo, in treno dicono "mi vergogno di essere italiano". Certo, guardandosi allo specchio sanno bene con chi hanno a che fare, e se ne vergognano. Diceva quel detto popolare: chi sente per primo la puzza…
E se non avessimo avuto il Fascismo, a causa della debolezza d’un sovrano ottuso e incapace e di tanti molli conservatori infiltrati nella classe politica sotto il finto nome di "liberali" (proprio come accade oggi), la libertà e il progresso delle idee, condizioni prima anche della ricchezza di un popolo, sarebbero garantiti anche oggi e farebbero da meravigliosi propulsori dell’Italia.
Ma gli ottusi reazionari, conservatori e clericali non lo capiscono. Ignorano che dove non c'è libertà vera, in tutti i campi, non c'è neanche ricchezza. Loro stessi, con la loro stessa presenza, con le loro stesse parole, con la loro mancanza di veri ideali, con la loro ottusità municipale (e le corruzioni e dilapidazioni di denaro pubblico che hanno il nome delle "autonomie" locali) sono la dimostrazione che il vero Risorgimento è ancora da concludere.
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CONTINUARE IL RISORGIMENTO: LOTTA ALLA FURBIZIA
Che fare? Tante piccole e grandi cose. Oggi bisogna continuare il Risorgimento dove si era fermato, cominciando ad abolire immediatamente tutte le Regioni a Statuto Speciale, ridurre drasticamente i poteri delle Regioni ordinarie (specie sulla Sanità, comparto su cui si ruba di più), eliminare le Province, mettere un limite – basso – al numero e agli stipendi di consiglieri regionali, sindaci e parlamentari.
Perché la professione politica non deve essere più appetibile come impiego dei soliti furbi mediocri arruffoni buoni a nulla, gli stessi che sull’anti-italianità addirittura guadagnano, al Sud, come al Nord.

RITORNA L'ANTICA IGNORANZA DELLE PLEBI MERIDIONALI: REVISIONISMO E NEO-BORBONISMO.
Furono proprio le elites illuminate del Sud, in particolar modo della Sicilia, a richiedere l’intervento del Piemonte e di Garibaldi. La gloriosa città di Messina si rivoltò contro i Borboni e contro Napoli, e precorse così il Risorgimento come attesta una bella targa messinese.
Lo storico meridionale e liberale Giuseppe Galasso ha giustamente stroncato come sottoculturale quel confuso ma diffuso “movimento” nostalgico e reazionario che si può chiamare anche neo-borbonismo, con tutta la sua retorica del “Sud tradito” dall’Italia e dal Piemonte. I meridionali, che odiavano i Borboni forse più dei settentrionali (basta leggere il libro autobiografico dell’aristocratico siciliano Miccicché, di Sellerio), hanno fatto parte da subito della nuova classe dirigente della nuova Italia e si sono particolarmente affezionati – più ancora dei Piemontesi, addirittura – alla casa Savoia e al Re tanto da votare in massa per la monarchia al referendume del 1946 e conservare grosse minoranze monarchiche fino agli anni Sessanta inoltrati, se la prendano piuttosto con se stessi, con l’insipienza e la corruzione della propria borghesia e intellighentzia. Che fossero state intelligenti e all’altezza dei loro compiti non avrebbero permesso per molti secoli il degrado irreversibile del Sud.

AGGIORNATO IL 17 LUGLIO 2015

Comments:
Bella la sintesi monografica. La copio e l'incollo. Comodo anche il nuovo sistema dei capoversi con titoletti. ciao
 
domanda personale a Nico Valerio

ma tu fai parte della Direzioone del PLI?

Se si perchè il PLI non ha mosso un dito nell'occasione del XX Settembre?

Se si perchè non ti candidi al posto di De Luca? Sicuramente faresti meglio!
 
Caro anonimo (ma perché poi l'anonimato?) non sono nella Direzione del PLI. Ero nel Consiglio Nazionale.
Per alcuni nobili siciliani (v. articolo) anche la segreteria del minuscolo PLI è un elegante fiore all'occhiello con cui fare bei discorsi - per altro autenticamente liberali, voglio precisare: quanto a parole l'amico De Luca è più liberale di Malagodi e Pannella messi insieme - avere una carta intestata e un bel biglietto da visita che lo distingue dagli altri comuni avvocati (d'altra parte gli avvocati sono così tanti che se uno non si distingue in qualche modo...), pavoneggiarsi, chessò, al Circolo Unione (dico per dire, non so se esiste) di Palermo o passeggiare in quanto ex-deputato nel Transatlantico della Camera, bere un caffé alla buvette, mangiare bene al ristorante della Camera a prezzi stracciati, prendere una buona pensione in quanto ex-parlamentare, parlare con i suoi "pari", cioè con gli altri deputati, e giocare a fare la politica tra i politici. Ma non tra la gente, non lavorando ogni giorno, non inventado una azione al giorno, un comunicato al giorno (come si dovrebbe fare, e come fanno gli amici Radicali).
Per De Luca e per molti liberali anziani il liberalismo è solo un bel movimento di opinione, non un Partito di attivisti, come invece noi liberali contaminati dai Radicali abbiamo imparato. E' proprio una psicologia diversa.
E guarda che De Luca almeno è colto, laico di idee, liberale in tutti i campi, molto presentabile, quando parla mi rappresenta benissimo. Non fa nulla, è vero, e infatti glielo dico e lo contesto. Ma altri meno colti e meno liberali di lui, fanno e fanno male...
Ma allargando il discorso all'intera classe politica e all'elettorato liberale, la Politica o è una cosa che si "fa" leggendo il giornale in poltrona a casa propria (quindi pura opinione), oppure è un elegante diletto, un gioco tra le parti, "io ti dò una cosa, tu mi concedi un'altra" ù, con i colleghi-avversari.
Io invece da una parte sono un intellettuale, sono un liberale in senso culturale e ideologico, so fare sì politica quotidiana e inventare soluzioni (ho imparato dai Radicali), ma la transazione non mi interessa. Io sui principi liberali non transigo. La politica invece è transigere un poco su tutto per arrivare a compromessi. E poi per avere successo devi piacere ai tuoi colleghi politici. Figurati, non ti dico che gente mediocre e sottoculturale e provinciale è quella che si interessa di politica e si iscrive ai Partiti. Pensa al mare di persone spente e mediocri, anche famose, che si agitano inutilmente, nullità che non si fanno notare per nessuna idea nella Margherita, nel PD, in FI in AN. Mi sapresti dire quali idee proprie, originali hanno? E secondo te della gente insulsa farebbe carriera nell'industria privata, senza far vedere i risultati all'azionista, senza programmi precisi?
Basta dire che la Politica è l'unica attività umana in cui non ci sono esami, non c'è curriculum o selezione razionale. Si va avanti per simpatia reciproca, per amicizia. Qualsiasi nullità, uno che non sa fare nulla nella vita, può fare politica...
Quindi non prendiamocela con De Luca, che almeno liberale (a parole) lo è davvero.
In quanto a me, ho già proposto una segreteria allargata a 7 co-segretari di cui 5 giovani. Ma non si trovano i giovani bravi. Sono di un'ignoranza mostruosa. E fare il segretario vero, alla Capezzone (24 ore su 24: così lo intendo io) ha dei costi. Non puoi lavorare. Come vivi?
Ecco perché i liberali, in genere professionisti, non fanno nulla: i partiti liberali sono poveri e non possono dare stipendi ai segretari.
Ma almeno, dico, io piccole cose facili e gratuite si potrebbero organizzare. Niente. La mia voce resta inascoltata anche dalla base, che mi dà ragione a parole, ma poi deve tornare alla propria professione.
Insomma tocchi il problema: dilettatntismo politico (e partito di mera opinione) oppure professionismo di testimonianza, un po' eroico, alla radicale? Altrimenti devono girare parecchi soldi, e questo inquinerebbe un po' tutto. Si farebbero avanti i soliti furbi...
Comunque ho inventato e creato qualcosa di pratico: il Comitato che riunisce i Liberali Italiani, invertendo per la prima volta nella storia liberale una secolare linea di tendenza frazionistica.
 
eri?
o sei ancora?

cambiamo il PLI da dentro!
 
Articolo di chiara natura anticlericale. Il fatto é che la verità vi fa paura. Siete impastati di menzogne e non vale la pena rispondere.
 
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