18 settembre, 2008
Chiesa avida e simoniaca. Non si pente, ma rivuole tutti i 35 milioni persi di 8 per mille
Ma torniamo all’oggi. Il problema morale è: l’avidità è una virtù cristiana o un vizio?
La "verità", vista dal soglio pontificio, conoscendo le sottigliezze causidiche ecclesiastiche, dovrebbe stare nel mezzo. Probabilmente è una "virtù" quando ha come soggetto la Chiesa, un vizio quando riguarda gli altri.
Che è successo? E’ di oggi la notizia che la Chiesa cattolica romana (il "Vaticano" non c’entra, amici Radicali ormai troppo diplomatici e politicamente corretti), abituata alle "donazioni" e alle ricchezze materiali da una antichissima tradizione che risale addirittura a Costantino, sempre nostalgica del potere temporale, avvantaggiata ingiustamente, contro l’abc di uno Stato laico liberale, dallo scandaloso meccanismo dall’8 per mille, unico al mondo, lamenta di aver incassato nell’ultimo anno 35 milioni di euro di meno rispetto al penultimo.
Una tragedia? No, una dolorosa farsa. Condita di jattanza e arroganza. Insomma, non c'è alcun "mea culpa".
La Chiesa non deve avere un "fatturato" come la Fiat. A meno che non venda indulgenze o potere, o compri adesioni di politici, amministratori o giornalisti atei devoti, cosa impossibile sapendo quanto è avara.
E lo scandalo è che non "si pente" (per usare il suo linguaggio farisaico, che non è il nostro) di questa tendenza simoniaca a scambiare il carisma col potere, e il potere con la ricchezza in denaro. Un’avidità crescente che se noi fossimo cattolici, e cattolici severi, alla Capitini, ma perfino alla Jemolo, grande cattolico liberale, bolleremmo come scandalosa, demoniaca (sempre per usare categorie linguistiche chiesastiche).
Davvero, non si può dare torto a Pannella quando critica la Chiesa da capitiniano offeso, non da anticattolico. Pochi ricordano che Marco è stato un allievo fedele del teologo umbro, grande moralista cattolico, teorico della non-violenza e vegetariano.
Ma la Chiesa, sempre intendendo le sue alte sfere, non è neanche sfiorata da alcun dubbio, se diminuiscono le entrate, oltretutto abusive. Non salta neanche in mente alle furbissime gerarchie della Chiesa romana di ridurre le uscite, no. Come corrotti politici qualunque, su quelle somme ormai ci hanno fatto l’abitudine, si sono impegnati, quelle somme già se le sono giocate, le hanno "scontate", su quelle cifre hanno scritto i bilanci ordinari e le previsioni di bilancio per gli anni avvenire.
La soluzione delle ineffabili gerarchie alla "crisi" momentanea? Semplice: convincere sempre più persone a tornare a fare le laute elargizioni del passato.
Ma la Chiesa non cambia, no. Tira dritto. La Chiesa non interpreta questo calo come una critica, come caduta verticale della propria immagine pubblica, magari a causa dei funerali negati al buon cattolico Welby o della crudeltà mostrata verso le coppie costrette alla fecondazione medica o verso i malati terminali e senza speranza tenuti in vita artificialmente. Non lo vede, come invece dovrebbe, come il segno allarmante della crescente sfiducia dei cittadini cattolici verso Papa, cardinali e vescovi, sempre più integralisti simil-islamici, che mettono bocca su tutto e su tutti senza avere nessuna speciale autorità morale (basta pensare alle migliaia di casi di pedofilia criminale), ma non sui propri privilegi. Neanche gli viene in mente che si sono esposti un po' troppo in politica, facendo addirittura rimpiangere i tempi del "clericalismo moderato" della Democrazia Cristiana.
Macché, pensano che basti una nuova e più efficace campagna pubblicitaria. Come se fosse la "Nutella". Se il prodotto Chiesa "va meno" nel 2008, basta cambiare art director e copy writer. Gli slogan degli appelli sui giornali vanno un attimino rivisti e migliorati. Serviranno più abili persuasori occulti per convincere sempre più gente, disattenta, anziana, disinformata, ad abboccare all’amo.
Ma a che cosa gli serviranno poi tutti quei milioni di euro in più? I malevoli sospetteranno che saranno utilizzati per rifondere le diocesi delle centinaia di risarcimenti milionari a cui sono state condannate (violenza carnale o circonvenzione di incapace) per il comportamento dei preti pedofili in America, in Asia, in Africa, in Europa, nel Mondo tutto. Non si chiama, dopotutto, Chiesa "Cattolica", cioè universale? Elementare, Watson.
c’è ben poco da commentare a una disamina scrupolosa del problema che, come sempre, non fa una piega.
L’ho sempre sostenuto da anni (direi secoli, se fossi immortale): la Chiesa va sostenuta esclusivamente con le donazioni dei fedeli! Non ci deve essere né 8 per mille né tantomeno un Concordato (al quale — normalmente — si ricorre quando vi è una conflittualità di poteri; ma in uno Stato laico questo non dovrebbe mai accadere, in quanto, per citare Voltaire, la Chiesa nello Stato deve avere la stessa valenza di un precettore in un’antica famiglia patriarcale, ossia di sudditanza).
D’altra parte con un Primo Ministro che non ha mai perso il vizio di genuflettersi davanti a Sua Santità, che per risolvere il problema della monnezza a Napoli va in visita al cardinale Sepe (cosa diavolo c’entrava, poi?) e che al G8 afferma pubblicamente e senza mezzi termini che il suo pensiero è perfettamente in linea con quello del Santo Padre cosa possiamo aspettarci?
E soprattutto cosa possiamo sperare per il futuro?
Mario Pezza
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