09 ottobre, 2007

 

Quegli italiani senza vergogna che screditano non Mastella, ma l’Italia

Non sappiamo se il sostituto procuratore De Magistris in Calabria abbia commesso errori procedurali, ma certo ha il diritto-dovere di proseguire con le sue indagini, soprattutto se toccano il Potere. E un suo trasferimento sarebbe una censura e una punizione intollerabile, degna d’uno Stato autoritario non liberale.
Purtroppo, sulla Giustizia hanno sbagliato sia la Destra sia la Sinistra.
I veri liberali, pochi, hanno giustamente protestato sia contro gli uni, sia contro gli altri. Contro il giustizialismo di Di Pietro e d’una certa Sinistra da "crucifige" (i girotondi), solo perché c’era di mezzo Berlusconi. Ma anche contro la denigrazione di tutti i magistrati mascherata da garantismo della Destra, solo perché c’era di mezzo Berlusconi.
Oggi, per fortuna, non siamo più agli anni ’70 democristiani. Chi ha stigmatizzato i privilegi e le prepotenze della Magistratura ai danni di politici e cittadini comuni, ora per onestà intellettuale deve difendere la Magistratura dai soprusi della Politica. Il ministro della Giustizia, Mastella, che vorrebbe cacciare il giovane De Magistris, non sarà peggiore di altri ma appare più spavaldo, e la cosa di questi tempi dà fastidio, appare come una provocazione. Ha mostrato comunque una grave insensibilità alla coscienza etica del Paese. Sembra quasi che si diverta ad impersonare come attore in un film la strafottenza e la prepotenza del Potere. Perciò non si meravigli se la gente ne ha fatto un capro espiatorio. E’ lui che recita il ruolo di "simpatica canaglia".
Chi ha criticato la faziosità in tv del giornalista Santoro, un tipo che non fa parlare o mette in difficoltà chi non la pensa come lui - basta dire – ha fatto notare che è una partigianeria pagata a caro prezzo dalle tasche di tutti noi, anche i contrari. Ma è così sfacciata da generare da sé gli anticorpi. Le medesime persone, però, ora devono convenire che Santoro, sia pure con le solite scorrettezze e trucchi impensabili all’estero (p.es. l’intervista a De Magistris fatta un mese prima…), ha però fatto bene a sollevare il caso. Anche se per i liberali la forma è sostanza, e quindi non è corretto che i giudici appaiano in tv a dire la loro. All’estero non si fa: pubblici accusatori e giudici devono essere e soprattutto apparire super partes.
Ma due errori opposti (Destra e Sinistra) non si elidono tra loro. Chiodo non schiaccia chiodo per l’etica liberale e la civiltà giuridica d’un Paese. Non siamo infatti nel Far West dei film degli anni ’50, in cui i due pistoleri nemici fanno la pace. No, se commettono gravi irregolarità o interferenze, sia i magistrati, sia i politici devono essere puniti.
Ora tocca nuovamente ai politici salire sul banco degli imputati. Corsi e ricorsi giudiziari. I politici che tentano di fermare o di trasferire De Magistris sono dei prepotenti e devono essere puniti. Come? Per un ministro, come Mastella, dovrebbe bastare la bocciatura degli elettori, se Rai-tv e giornali li informeranno delle sue malefatte. Ma visto che le elezioni chissà quando verranno, un politico prepotente che infrange la separazione dei poteri può essere messo sotto accusa anche in Parlamento con un dibattito. Se è un ministro, come Mastella, si potrebbe addirittura chiedere quello che gli americani chiamano inpeachment, che può portare alle sue dimissioni forzate, come accadde - secondo noi ingiustamente - per Mancuso.
In quanto poi alla squallida scenetta da cortile mediatico con le contestazioni in piena Quinta Strada di New York, durante il Columbus Day, di fronte agli italo-americani e a tutto il mondo, complice un’apposita videocamera e sicuramente YouTube, con tanto di urla e cartelli in italiano (e perché non in calabrese o in napoletano, che così avrebbe fatto più "brookkolino"?), be’, davvero abbiamo toccato il fondo della vergogna e dell’esibizionismo senza pudore.
Ma chi erano? Turisti "per caso", inviati speciali di Grillo, ricercatori fuoriusciti per la fuga dei cervelli, calabresi in esilio? Non è importante saperlo. Siamo al solito SPQT: "sempre provinciali questi terroni", in senso lato, s'intende. E’ la violenza simbolica del loro gesto all'estero che dà fastidio, il compiacimento con cui lavano i panni sporchi nel cortile affollato. Cosa che non fa nessun inglese, nessun tedesco, nessun francese, nessun americano.
E sì che ne hanno avuti di scandali anloghi questi Paesi, da Profumo in poi.
Il vecchio malcostume meridionale, sì, meridionale, non solo di sparlare dell’avversario in pubblico, ma di "sputtanarlo", cioè di distruggerne l'onorabilità in una sceneggiata teatrale che espone al ludibrio generale il malcapitato, che in quel momento non può difendersi. Un agguato, una vendetta a reti tv unificate, una sorta di uccisione simbolica e rituale, comoda da praticare perché a differenza di quella reale non ha nessuna conseguenza penale.
Non si rendono conto che simili piazzate all’estero, così come certe pretestuose denunce ai tribunali stranieri o al Parlamento europeo, perfino nel caso che siano fondate, danneggiano non tanto il Mastella, il Berlusconi, il Prodi di turno, ma soprattutto l’Italia, che sarà descritta su tv e giornali stranieri ancora una volta come un colorito, folcloristico, litigioso e corrotto Paese abitato da mafiosi tutti "pummarola, chitarra e pistola" (quest’ultima provvisoriamente simboleggiata da una telecamera), uno contro l’altro armati?
E, badate, coloro che propendono per queste piazzate indecorose per l'immagine dell'Italia, gli italici "sputtanatori", sono gli stessi che ad ogni minima contrarietà, in treno, sul bus, in interviste in strada o in Parlamento, ad un certo punto sbottano nella frase tipica: "Mi vergogno di essere italiano".
No, siamo noi italiani veri, che ci vergognamo di loro. Se lo dicessero in tv di un privato verrebbero spellati vivi: avrebbero richieste di risarcimenti di milioni di euro. Ma siccome "sputtanano" l’Italia, nessuno li persegue. Ah, come ci piacerebbe, se ne avessimo il potere, mandargli carabinieri, poliziotti e guardia di finanza alla ricerca della più piccola mancanza, da punire col carcere in modo esemplare. Quale delitto? Uno gravissimo: lesa italianità, discredito gettato su tutti gli Italiani, anche quelli seri e onesti, che sono la stragrande maggioranza. E che le contestazioni pubbliche all'estero di pochi cretini esibizionisti fanno apparire minoranza.

Comments:
Ma i contestatori di New York sono così nemici giurati di Mastella da essere sicuramente suoi conterranei? Tesi plausibile, anzi ovvia. Anche se potrebbero essere residenti per vari motivi negli Usa (studenti, turisti ecc)
 
Be', se ti può servire l'analogia, i contestatori indiretti di Mastella, cioè i difensori di De Magistris davanti al Palazzo dei Marescialli (sede del CSM), erano giovani calabresi che studiano a Roma, come ha detto il loro rappresentante a Radio Radicale ieri. E quando ci sarà la sentenza del CSM, ha preannunciato, arriveranno molti pullman dalla Calabria.
 
Questi giovani calabresi che protestano contro l'illegalità o sono anime candide o sono giovani politici in erba. Dovrebbero sapere senza ipocrisia che il tenore di vita della Calabria che non produce nulla ma permette loro l'ipod, il cinema, la pizzeria, lo studio universitario a Roma, la musica, il motorino, l'auto o i jeans firmati, è basato sulla droga. La Calabria è il massimo spacciatore mondiale, dice Luigi Bocchetta su Corriere.it
 
Molto efficace e equilibrato. Complimenti.
aldo
 
Sì, basta con l'arroganza dei politici, e basta pure al comportamento stupido dell'italiano medio
 
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