19 ottobre, 2007

 

La fortuna di FI: il PD nasce scialbo, vecchio, anodino, né laico né liberale

Che fortuna ha il Centro-destra. Ha fallito quasi tutto, è andato al potere per cinque anni in cui doveva fare ogni cosa, perfino la "rivoluzione liberale". Ma non ha fatto altro se non la legge Biagi, i punti tolti sulla patente e il divieto di fumo nei bar. Magari perché la propria ala massimalista (ogni polo ha la sua croce) non ha permesso altro. A rigore, per le ferree leggi del mercato liberale, dovrebbe chiudere baracca.
Ha l’immagine appannata, non tira più. Se n’è accorto l'imprenditore Berlusconi che è più bravo del politico. Tanto che è stato tentato di ricorrere ai reggicalze della rossa sciura Brambilla, una Vanna Marchi molto più presentabile, che però come l'urlatrice tv vende il nulla. "Siamo qui in tanti: li manderemo a casa". Tanti a far che cosa? Possibile che non ci sia stato uno sui 5000 a chiederglielo?
Ma no, non c’è bisogno delle belle gambe di Michela Vittoria: il Centro-destra sarà salvato dal finto buono Veltroni e dal nuovo Partito Democratico, ancora né partito né democratico. Tutte le fortune, per il Cavaliere. "Fattore c…", dice qualcuno al bar.
Avete visto, come sta nascendo il PD, no? Pura confluenza di DS e Margherita, con gli ex-marxisti che prevalgono sugli ex Dc, che però oggi sono più integralisti. Avete notato i trucchi del plebiscito-farsa, che tra l’altro hanno portato almeno 6 miliardi di vecchie lire? Avete notato la curiosa ma eloquente assenza di liberali?
Che fine hanno fatto i bravi Debenedetti, Morando, Salvati e compagnia bella liberale e liberista? Alcuni non sono stati neanche eletti, sommersi dall’oscuro apparato, dal Potere della profonda provincia bianco-rossa. E comunque sarebbero sempre quattro gatti in un mare di delegati, roba da Parlamento in Cina. Basti dire che i liberali di sinistra Marzo e Morelli, non contrari in teoria al PD, dopo aver provato invano a inserire temi e nomi liberali e laici all’interno del nascente partito, alla fine, schifati, hanno invitato i propri aderenti e i liberali tutti a girare al largo dai gazebo del plebiscito.
E' un paradosso per chi è liberale preferire quasi quasi una Bindi a un Veltroni pronto a tutto. La Bindi, da vera cattolica è anche un pò laicista, perché la religione non è Potere, ed è più libera se c'è separazione dallo Stato. "Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio", dice il Vangelo. Perfino Murri, fondatore della DC, e il grande credente Capitini, la pensavano così. Una Bindi, forse, sarebbe capace di dire per una volta no alla confusione tra peccato individuale e legge pubblica, tra etica e diritto, insomma alle intromissioni clericali nella vita privata dei cittadini. Ingerenze che, vergogna nella vergogna, ci sono solo in Italia, come se fossimo Terzo Mondo, Cosa Loro.
Invece, l’ateo devoto Veltroni, per pura furbizia politica, con la sua fissazione di non avere nemici né a Destra né a Sinistra, né in alto (in Paradiso) né in basso (all'Inferno), non ne sarebbe mai capace. Anche per carattere. Buonisti si nasce. E se poi non si hanno idee, lo si è ancora di più. Che farebbe come Presidente del Consiglio? Vengono i brividi.Anche il PD, insomma, si preannuncia una bufala, tutto fumo e niente sostanza, solo un bel nome che non vuol dire niente, solo un Segretario Carismatico e accattivante che in fondo piace anche a Destra, e che vorrebbe assomigliare a un Clinton di borgata. Per fare che? Nulla. Niente programmi, niente idee. Tante parole, ma impegni precisi e concreti nessuno.
Proprio come al Comune di Roma, troppo piccola cosa per un cosmopolita come lui. Una strizzatina d’occhio ai Nobel, un omaggio a Kennedy, un applauso a Gore, una citazione di Martin Luther King, un po’ di rock, molti film, molti attori, il solito Benigni, la finta Notte Bianca, il finto Festival del Cinema, la finta Casa del jazz, l’omaggio un pò necrofilo alla "salma celebre" in Campidoglio, così veloce nel caso di Alberto Sordi che la satira parlò di "sottrazione di cadavere". Tutto qua: ecco il vero Veltroni. E chi non è di Roma deve sapere ciò che lo aspetta.
Intanto nella Città Eterna le buche sulle strade restano eterne, il traffico rimane caotico , i vigili urbani "né urbani né vigili", le auto parcheggiate in seconda fila, la sporcizia, il rumore, la microcriminalità, la disorganizzazione e arroganza della amministrazione comunale. Domani le stesse cose, su più vasta scala.Perché bisogna dire sì a tutti, a tutti i potenti, e non dire mai no a nessuno. Quello che conta è il consenso. Il consenso di quelli che non sanno, che non leggono, non s’informano. Ma che si illudono di averne un vantaggio. E mai nessuna idea coraggiosa, nessuna scelta vera. Ecco il veltronismo. E' così, a sua immagine e somiglianza, che nasce il PD. E’ il trucco di tutti i partiti e i politici cartapesta: solo immagine.
La "fortuna" del Centro-destra? Ma lo abbiamo detto: doveva chiudere, c’era perfino scontento tra le proprie fila. Ma ora, miracolosamente dal cappello a cilindro del Caso, è nato un partito che è un suo clone. In meglio o in peggio? I giornalisti disillusi, anche a Sinistra, dicono che rischia di essere peggiore. Perché sul PD c'erano speranze accese. Mentre vedono una pura addizione di ex-cattocomunisti pentiti. Gli ex, i peggiori. "Buoni a nulla ma capaci di tutto" (Pannella, sull'Ulivo).
Il Centro-destra e soprattutto FI, quindi, rischia di rifulgere per contrasto grazie all’insipienza del suo finto avversario. In fondo ha tra le proprie fila ben tre-liberali-tre, sia pure sordomuti, mentre il PD nessuno o, a voler essere di manica larga, uno solo. Diceva quello: "simul stabunt, simul cadent": insieme stanno in piedi, insieme cadono. E fioccano le battute tra gli scontenti e i "terzisti": perché Veltroni non va a dirigere FI, e Berlusconi invece il PD?
Dopo il primo momento di sconcerto, vi assicuro, tutto sarebbe come prima. Per esempio, sulla libertà di ricerca scientifica, sulla laicità e indipendenza dello Stato, sulle liberalizzazioni e sul mercato, sulla meritocrazia nei Ministeri, nelle Regioni, nelle Università, le due politiche sarebbero esattamente uguali.
Insomma, il cittadino ha la sensazione che chiunque vada al Potere, l'Italia non riuscirebbe ad assomigliare ai Paesi progrediti e liberali dell'Europa occidentale e all'America, come vogliamo. E perfino la Confindustria, ora che gli fa comodo, se n'è accorta. I finti opposti si reggono, come i due poveri ciechi della favola. Si tengono per mano, e così s'impediscono a vicenda. "Non fai" tu per primo, o "non faccio" io? Come i famosi comici fratelli De Rege. Come "Totò e Peppino" a Milano. Ciechi o furbi? Il confine è incerto. Fatto sta che dopo il partito di cartapesta 1 ecco per concorrenza il partito di cartapesta 2. E la gente, i cittadini?
Che c’entra la gente? E che mi fate i Grillo, ora? Toccate il tasto dell’anti-politica? Fate forse della "demagogia", del "qualunquismo"? Non sapete che il popolo è solo il pretesto necessario per permettere ai soliti mediocri arrivisti di provincia del Sud, del Centro (e ora anche del Nord, ahimé), che non sanno fare nulla, ma in politica sono capaci di tutto, di condurre una ben pagata e prestigiosa carriera politica, con stipendi, pensioni, onori, scorte e appartamenti di lusso? Da che mondo e mondo. Sicuri? Be', almeno in questa piccola striscia di Mondo chiamata Italia.

Comments:
Condivido tutto, ma avresti potuto essere un po' più generoso con la CdL: ha fatto qualcosa di più di quello che dici, anche se condivido che ha fatto troppo poco per essere definita "liberale"
 
>(...) ha fatto qualcosa di più di quello che dici (...)

Vale a dire?
 
Be' Nico, dopo una serie di articoli su questo tono, ormai fai proprio il "Grillo liberale"...:-))
 
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