11 gennaio, 2007

 

Anche gli atei ascoltati in Parlamento, in vista della legge sulla libertà religiosa

La legge sulla libertà religiosa, pensata sull'onda emotiva delle reazioni al fondamentalismo islamico e alla reviviscenza dell'integralismo cattolico, rischiava di risolversi in una sorta di accordo interno tra religioni, e soprattutto tra le due più intolleranti, per di più con l'avallo ambiguo dello Stato. Come se la libertà delle idee filosofiche fosse un monopolio delle religioni. E come se lo Stato dovesse entrare in queste faccende di coscienza privilegiando questa o quella Chiesa.
Per fortuna, l'associazione che riunisce non credenti, atei, agnostici e razionalisti (comunque li si voglia definire), l'Uaar, ha ottenuto una importante audizione in Parlamento (I Commissione). Per far sì che lo Stato italiano riconosca in via di principio l'esistenza degli atei, che oltretutto sono oltre il 5 per cento della popolazione, e poi anche per porre le ragioni ateiste sullo stesso piano legislativo e amministrativo di quelle religiose, il che è davvero il minimo per uno Stato che davvero voglia essere non confessionale e liberale.
Sull'audizione, ecco la testimonianza diretta dell'amica Sgroia. Complimenti vivissimi a lei, a Villella, e un po' a tutti noi. I miei commenti, le mie lodi, le fotografie dei protagonisti, sul
mio sito personale: inviate commenti. Ma non dimentichiamo nei ringraziamenti il bravissimo G. C. Vallocchia di No God, che ha tanto lavorato in questi ultimi anni, preparando il terreno in modo efficace e intelligente (NV)
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Prima di far approdare in Parlamento la legge sulla libertà religiosa, che, secondo gli auspici del presidente Violante, dovrebbe essere pronta verso la metà di febbraio, la commissione Affari Costituzionali della Camera ha effettuato un’indagine conoscitiva per ascoltare i rappresentanti delle diverse fedi e gli esperti in materia di libertà di culto.
Anche l’Uaar, pur non essendo un ente di culto e una religione, per la seconda volta ha richiesto ai parlamentari di essere convocata, in qualità di associazione filosofica non confessionale, per sottolineare l’uguaglianza dei diritti dei credenti e dei non credenti e per il riconoscimento di alcune necessità che spesso non vengono considerate.
Tale richiesta ha riscosso diverse adesioni, e in particolare quella dell’on. Cinzia Dato (Margherita), sulla base della "considerazione che la libertà di credere non può non comprendere la libertà di non credere". La nostra presenza, già considerata rappresentativa in passato, è stata quindi da Dato ulteriormente caldeggiata.
Il 10 gennaio, infatti, l’Uaar, rappresentata dal Segretario nazionale Giorgio Villella e dalla sottoscritta, facente parte del Comitato di coordinamento, è stata ricevuta presso la Prima commissione della Camera dei deputati (Affari costituzionali), presieduta da Luciano Violante (Ds), al fine di innovare la normativa in materia. Pochi parlamentari presenti all’audizione: il relatore della legge Roberto Zaccaria (Ulivo), Marco Boato (Verdi), Cinzia Dato (Margherita), Carlo Giovanardi (Udc).
Il segretario Villella ha illustrato brevemente gli scopi dell’associazione e ha riportato in modo, chiaro e pacato, la serie dei problemi che si prospettano per coloro che non hanno alcun riferimento religioso. Se lo Stato, infatti, consente il soddisfacimento di alcuni bisogni solo ai fedeli di confessioni religiose sottoscrittrici di intesa, non garantisce altrettanta soddisfazione alle richieste degli atei e di tutti coloro che non hanno un rapporto con i culti, generando così una ingiusta discriminazione, palesemente incostituzionale.
Facendo anche riferimento alle leggi europee Villella ha richiesto, pertanto, che in alcuni articoli della legge venga specificato che la libertà di religione e di credenza include la libertà di convinzioni teiste, agnostiche ed atee, e che le norme riferite, nella legge, alle confessioni, siano parimenti riferite alle organizzazioni e associazioni ateistiche o che comunque perseguano il fine di coltivare e accreditare una concezione del mondo non confessionale. A tal proposito ha esposto il problema dell’assistenza laica in ospedale, ha ribadito il diritto ad avere esequie laiche dignitose e matrimoni celebrati in strutture adeguate, ha richiesto garanzie per rimuovere i simboli religiosi negli edifici scolastici ed ha evidenziato che gli studenti non avvalentisi dell’ora di religione sono spesso discriminati per la loro scelta, nonostante le leggi vigenti, spesso occultate e non rispettate.
Su questo argomento il Presidente Violante ha invitato la prof. Rosalba Sgroia ad intervenire, in qualità di responsabile del progetto "Ora Alternativa", per illustrarne le finalità e le modalità di attuazione. Dopo aver attentamente ascoltato i rappresentanti dell’Uaar, l'on. Giovanardi ha espresso preoccupazione per un eventuale rischio di "ateismo di Stato" e di una perdita di valori identitari e culturali legati alla tradizione cattolica, sostenendo che se i problemi di discriminazione ci sono stati in passato, attualmente si possono ampiamente considerare superati.
L'on. Boato, presentatore della legge, ha espresso viva considerazione e interesse per le questioni avanzate da Villella, citando e apprezzando addirittura alcuni episodi che il segretario aveva raccontato nella precedente Audizione Parlamentare del 2002. Ha tenuto a precisare la diversità delle proprie vedute da quelle di Giovanardi, pur essendo entrambi cattolici. Si è detto, infatti, disposto a considerare alcune delle richieste relative ai funerali laici, ma ha ricordato che altre problematiche più particolari e complesse non sono materia di trattazione in questa legge e che devono tenere conto, in ogni caso, di alcuni articoli della Costituzione, come l’art. 7, rivedibile solo in un’apposita commissione parlamentare e in accordo con la controparte (Chiesa Cattolica).
L’on. Dato si è congratulata con Villella e con Sgroia, ringraziandoli per le loro argomentazioni e suggerimenti. L’unica sua esitazione è stata relativa ai simboli religiosi, considerandoli importanti, ma ha ribadito la sua ferma opposizione ad ogni imposizione da parte delle gerarchie religiose.
Ha concluso il relatore Zaccaria, ricordando che questa è una legge quadro, una legge di principi generali e non può includere tutti i dettagli, specie quelli che attengono alla normativa del diritto sociale e che prevedono l’impiego di fondi. Ha comunque mostrato grande attenzione alle richieste di Villella, facendo tuttavia notare l’importanza di avere ottenuto il riconoscimento di essere liberi di non aderire a nessuna religione.
L’Audizione è durata due ore, nell’assoluta tranquillità e in un clima di disponibilità. Anche il dibattito e le repliche ai vari interventi è stato soddisfacente, anche da parte dell’unico rappresentante dell’opposizione.
ROSALBA SGROIA
Comitato di coordinamento Uaar

Comments:
Era ora. E' un giorno di festa per me.
 
Vediamo come proseguiranno i lavori per la bozza di legge. E quale ruolo è previsto per chi non appartiene a nessuna religione. Non ci piacerebbe, tanto per dirne una, che la solita legge corporativa considerasse noi atei quasi come appartenenti ad un'ennesima religione, quella ateista, come recita la sentenza balzana d'un giudice negli Stati Uniti.
 
Concordo con Nico Valerio.

IloveCavour
 
L'uaar non è una religione, è molto peggio.
 
Come sempre gli anonimi hanno tanto da dire..ma anonimamente...perché altrimenti dovrebbero pubblicamente smentire...

Difficile poterlo fare...

La libertà per alcuni è molto peggio del legame religioso...

Ciao
Rosalba
 
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